Lisa, dopo aver perso i genitori e la vecchia zia che l’aveva accudita quando era rimasta sola, si trasferisce in Africa per vivere e lavorare nella casa di Filippo e Malvina, suoi lontani cugini, ebrei antifascisti e imprudenti “teste calde”. Accanto a loro, due anziani coniugi tedeschi, Frida e Stefan, che abitano in una bella villa sulla costa e ospitano Lottie, un’eccentrica e patetica scrittrice. Pubblicato nel 1972, il romanzo è ambientato qualche anno prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, ed è un affascinante affresco dei rapporti umani in un sistemamondo coloniale e colonialista ormai in declino e senza più ragione d’essere, dove gli europei borghesi rifiutano il contatto con la popolazione indigena. In questa suddivisione sociale tra i personaggi, la tragedia appianerà divergenze e differenze. Il chiaro sentore dell’immane minaccia del nazismo trionfante e del fascismo dilagante sconvolgerà le vite di tutti. Lottie decide di ripartire per la Germania e sottrarre Stefan a Frida, scatenando una serie di reazioni che porteranno a un efferato delitto. Scriverà, molto finemente, Franco Cordelli: «il punto più alto della moralità novecentesca italiana è nel finale di Il vento sulla sabbia, (…) Nel mondo della Cialente non succede solo che tutti si muore, succede molto di più: succede che ciò che davvero importa è come si muore, ovvero come si vive».
Fausta Terni Cialente was an Italian novelist, journalist and political activist. She is a recipient of the Strega Prize.
Cialente's first novel Natalia, completed in 1927, treated the lesbian relationship of an unhappily married woman. It was published in Rome in 1930 and won the Dieci Savi Prize. When the initial print run of 3000 copies had been sold, her publisher wanted to print more copies but the censors in the Fascist regime asked for two sections of the book to be revised. Cialente refused and the book was not reprinted but in 1932 a French translation was published in France. In 1930 her short story "Marianna" was published in the literary magazine L'Italia Letteraria which was edited by Giambattista Angioletti. From 1940 she wrote antifascist pamphlets and made daily broadcasts from Radio Cairo against the Fascist regime in Italy. In 1947 she returned to Italy, living there until moving to England in 1984.
“Ma non avrebbe, il tempo, distrutto una consistenza che mi sembrava fragile, fluttuante come una nebbia? Ed era giusto guardarla solo dal lato di coloro che erano gli offesi? E gli avvenimenti mondiali, quel fosco avvenire che si preparava per tutti quanti, ci avrebbe permesso di vivere o ci avrebbe definitivamente travolti?”
Il nazismo, la guerra sono minacce sempre più sinistre e incombenti quando si svolge la storia di queste due famiglie borghesi espatriate in Africa, quella ebrea italiana di Filippo e Malvina e quella tedesca di Frida e Stefan a cui si unisce l’ambiguo personaggio di Frida, pittrice eterea e enigmatica. Proprio nella loro villa, ironicamente denominata Sans Souci, arriverà la giovane orfana Lisa, spettatrice e narratrice della intricata e intensa vicenda che qui leggiamo. La fine della giovinezza in questo caso coincide con la fine di un’epoca e l’ingresso forzato nella vita adulta con la coscienza della complessa rete dei rapporti umani, fatta di amore, tradimento, vanità, ideali spezzati, illusioni perdute. Mentre l’epoca coloniale volge al termine il futuro accende i suoi cupi bagliori nel travagliato orizzonte di un’Europa ben presto in fiamme.
Un romanzo lento e riflessivo che lo stile di Fausta Cialente rende raffinato e magnetico.
Come il vento sulla sabbia – che non lascia tracce, tutto avvolge e cancella – anche questa storia passa sull’anima della sua narratrice e viene poi sepolta nelle fondamenta della sua anima, per divenire poi, collo scorrere del tempo, un lontano ricordo.
Ancora giovane, inesperta e sola, Lisa si lascia alle spalle l’Italia dopo la morte della madre, per giungere nel misterioso Levante, tra le braccia della zia Albina, unica sua parente rimasta in vita. Fino a quel momento l’esistenza per Lisa non è stata particolarmente felice: i ricordi che maggiormente si stagliano vividi nella sua memoria sono quelli del freddo insopportabile del collegio di Udine, nel quale ha provato a studiare, e la tristezza di sua madre e sua nonna, capaci solo di insegnarle a sospirare, per il dolore di amori inconcludenti e uomini assenti.
Queste sono le uniche eredità che il cuore stringe a sé, mentre cerca di osservare la nuova società nella quale si trova ora, mentre cerca di assorbire le parole di zia Albina e i suoi insegnamenti, la sua saggezza su un mondo che Lisa ancora non conosce e che può solo immaginare. Ma quando anche zia Albina la lascia, e di lei non rimangono altri che dei banali romanzetti d’amore, nel cuore della giovane Lisa si spalanca una voragine: ancora una volta la tristezza l’ha trovata e ne ha fatto la sua preda, ghermendola con i suoi artigli acuminati.
Una colonia europea di una cittadina del medio oriente (forse l’Egitto) negli anni 30 del secolo scorso. Un piccolo mondo chiuso nella monotonia di piccoli riti quotidiani, persone più o meno benestanti che possono dedicare molto tempo ai loro hobby e poco agli inevitabili affari; corretti nelle relazioni sociali ma con un inevitabile senso di superiorità nei confronti del paese che li ospita, servo e subalterni devono restare al loro posto. Molti i pettegolezzi e le piccole invidie che si trascinano, ma in una realtà dove non capita nulla o quasi, basta molto poco per muovere le lingue e diffondere dicerie. La vicenda ruota intorno a Villa San Souci, elegante residenza sul mare dove vivono due anziani coniugi Frida e Stefan, lei ormai sovrappeso, infagottata in vestiti troppo ampi, sempre malaticcia e con una lingua schietta e rude, lui alto e allampanato che si diletta di suonare il piano nelle serate musicali che offrono alla cerchia di amici (il top della mondanità per la colonia). In una dependance è da sempre ospite Lottie una pittrice eccentrica e “scenica” fino al patetico, una bellezza sul viale del tramonto, amica della coppia ma ammessa alla villa solo in certi momenti della giornata … e qui i pettegolezzi volano.
Viene assunta come segretaria Lisa, diciottenne ospite di due lontani cugini che con la villa sono e non sono in buoni rapporti per qualche maldicenza di troppo. Lisa inesperta e spaesata ma anche grintosa quando serve, ha così modo di conoscere Frida, per cui ricopia dei tentativi letterari e Lottie che la utilizza come modella, nonché di flirtare con Amadeus, il figlio “ribelle” della coppia. Narrata dalla stessa Lisa a distanza di trent’anni, la trama si snoda tra gli alti e bassi dei protagonisti, con i loro sbalzi d’umore e le vere e presunte piccole macchinazioni fino a un finale che lascia più di un dubbio ma è una storia ormai morta e sepolta tanto più che quel piccolo mondo non esiste più: gli eventi della storia (tenuti lontano per quanto possibile) hanno finito per agire come il vento sulla sabbia. Una storia a dire il vero poco originale, che sfrutta temi noti e arcinoti, ma Fausta Cialente è brava nella caratterizzazione dei diversi personaggi e nel racconto di piccoli eventi con giusto equilibrio e quel minimo di tensione narrativa da non far annoiare il lettore (deve però piacere il genere). Tre stelle e mezzo
Una scrittura inebriante Lo sguardo di una giovane per niente ingenua su una societá in decadenza Sentimentale, nel senso che dalle pagine emergono sentimenti vari e vividi!
Peccato non sia possibile vedere la splendida copertina di questo libro.
Il romanzo in sé mi è piaciuto, ma ho trovato la Cialente più convincente in Un inverno freddissimo. In questo libro, ambientato in un meglio specificato paese caldo ( si sa che è l'Egitto dalla biografia) dove in una grande villa personaggi cosmopoliti e benestanti si avvicendano, ho trovato la scrittrice un po' fuori fuoco. Mentre raccontava di una famiglia che combatteva la povertà in una fredda soffitta milanese l'ho trovata più centrata, più a suo agio, meno letteraria e più convincente.
Mi piace che Nottetempo stia ristampando e riproponendo i libri di questa autrice ( che io ho scoperto, insieme a molte altre, grazie al gran lavoro della Caminito e della sua antologia che vi consiglio). Aspetto il titolo che mi incuriosisce di più perché questa autrice così importante del Novecento italiano non può essere così poco conosciuta.