Philip Wade è uno stimato professore di Storia contemporanea al Birkbeck College di Londra, ma in passato ha vissuto molte vite e in una di queste ha lavorato per una grande banca d’affari della City in qualità di analista, chiamato a prevedere le tendenze economiche, politiche e sociali su cui indirizzare gli investimenti. Colpito da una forma di amnesia, Philip oggi non riesce più a trattenere alcun ricordo recente: nei buchi della sua memoria scompare anche il saggio che stava scrivendo e di cui non c’è più traccia. Con il ritmo di un giallo, La fine del tempo narra l’indagine di un uomo nell’abisso della propria mente, intorno al mistero di un libro rivoluzionario e perduto. Scoperta dopo scoperta, mentre l’Europa si infiamma sotto il montare della marea populista, Philip Wade ricompone il mosaico del suo libro, che potrebbe mettere in discussione il dominio delle grandi corporation che governano l’economia mondiale. E che hanno fondato la loro ascesa inarrestabile sull’eliminazione della principale variabile del gioco finanziario – il tempo – condannando così il nostro pianeta a vivere un eterno presente, quando tutto è possibile per i nuovi padroni del vapore, i signori del silicio, l’aristocrazia delle app.
Guido Maria Brera è un dirigente d'azienda e scrittore italiano. Studioso delle teorie economiche di Federico Caffè, nel 1999 diviene co-fondatore e amministratore del Gruppo Kairos che opera nel settore del private banking e dell'asset management. Nel 2014 esce I Diavoli, il primo romanzo con tinte autobiografiche.
In un recente post in occasione dell'uscita della serie tv I Diavoli, Guido Maria Brera ha dichiarato che offrire al pubblico gli strumenti per leggere il mondo della finanza, rifuggendo preconcetti e pregiudizi, è il suo progetto di vita. Ma mentre proprio I diavoli: La finanza raccontata dalla sua scatola nera è un romanzo che fonde sapientemente narrativa e divulgazione e che ho apprezzato molto, in La fine del tempo secondo me il risultato è meno riuscito. Con molte meno pagine, la sensazione è che i due ingredienti, romanzo e pamphlet, siano meno amalgamati, e che usare lo spunto dell'indagine del professore che ha perso la memoria per raccontare il fallimento dei Quantitative Easing (o QE) sia un po' debole.
Nonostante ciò, è stata una sfida impegnativa ma interessante cercare di capire e comprendere il messaggio (sempre che io ci sia riuscito) che viene reiterato per tutto il libro. La difficoltà iniziale è stata abbattere la preconcetta associazione del QE alla figura di Mario Draghi e al suo epico "Whatever it takes", e scoprire che questa operazione, con il conseguente azzeramento dei tassi di interesse, è stata una strategia nefasta. "Avete stampato cartamoneta e l'avete pompata nelle arterie di un sistema agonizzante. [...] Una nevicata che ha ghiacciato le pareti della piramide sociale [...]. E lungo quelle pareti la classe media e i lavoratori sono scivolati sempre più in basso, mentre i ricchi al vertice si arricchivano sempre di più."
Una volta accettata la tesi, tutti i pezzi vanno al loro posto e possiamo vedere il quadro completo, che ha origine nel fallimento della politica negli anni '80, prosegue nelle molte leggi infelici promulgate negli anni successivi (compresa quella sull'immigrazione di vent'anni fa) e arriva in un'epoca dove la deflazione massima ha spinto capitali affamati di interessi verso start up sempre più disruptive e piattaforme tecnologiche sempre più monopolistiche. In questo scenario, i Diavoli sono di nuovo protagonisti. Monaci in completo blu che cercano di mettere fine alla fine del tempo e rimettere in asse l'equilibrio finanziario del mondo, magari trovando ispirazione anche tra le antiche leggi di imperi del passato.
Lati positivi: è un romanzo scorrevole, con una scrittura chiara solo in parte complicata da un pò di terminologia tecnico-finanziaria. Io non ho avuto problemi, ma potrebbe complicare la lettura per chi è digiuno di finanza. Lato negativo: la storia è lenta e non decolla mai. Il protagonista insegue qualcosa, sembra alla ricerca della verita su quanto sta accadendo, ma forse non la vuole conoscere davvero e forza il lettore a cercarla con lui. L'autore si salva solo perchè è un libro breve. Alla fine, mi sembra che resti a metà di qualcosa. Non è un thriller, ma nemmeno un approfondimento dei temi che vuole trattare. E' più uno spunto di riflessione sul mondo di oggi.
tentativo di intrecciare l'introspezione (attività improduttiva di reddito se ce ne fu mai una) con la macroeconomia. tentativo lodevole, ma non riuscito.
Continua la serie di libri regalati/vinti chiaramente non scelti da me e non rientranti nei miei canoni. La cosa buona del libro è che è breve e si lascia leggere. La cosa brutta, beh, come dire, un po' tutto il resto. A partire dal fatto che metà libro è una parafrasi ripetitiva per far capire che il protagonista ha un'amnesia; e poi tutta la questione tecno-finanziaria, che son riuscita a seguire ma manco benissimo e che comunque trovo noiosa come argomento portante di una trama. Insomma, non proprio il mio genere.
Qualche imprecisione cronologica e di intreccio, nel complesso una trama che potrebbe essere accattivante ma che non prende mai realmente il volo. Un po’ di mistero che però non vale assolutamente la pena dell’attesa e della lettura. Mi dispiace perché so che ha scritto Diavoli, di cui ho visto l’adattamento televisivo, che ha avuto un grande successo. Diciamo che questo romanzo sembra un episodio di una serie tv già avviata, sia per la lunghezza che per il tipo di racconto. Per questo, forse, preso così da solo non è molto godibile.
Questo libro è un grande "boh!". E' partito bene. Ho provato empatia immediata nei confronti del protagonista, il suo disagio mi ha messo addosso un senso di inquietudine ed è stato grazie a questa situazione che sono andata avanti nella lettura... Ma purtroppo le cose sono cambiate quando sono entrati in scena i termini legati alla finanza... e lì mi sono detta: "Ciaone!". Peccato perché sembrava un thriller... all'inizio...
La trama è originale, a volte un po’ contorta e immagino difficile da seguire per chi non abbia un’infarinatura di economia... l’intreccio tra ricerca dei propri ricordi e critica delle politiche attuali delle banche centrali è avvincente, pur risolvendosi con meno tensione rispetto alle aspettative create. La scrittura è piacevole (segnalo nell’edizione Kindle qualche errore di ortografia).
Ho letto cose più interessanti riguardo i problemi mentali, ma anche cose più interessanti riguardo la reazione della società intellettuale a Brexit e populismi vari. Di thriller con ritmi più coinvolngenti, poi, è pieno il mondo.
Libro senza una trama che regga. Spende 1000 parole per dirne una sola: niente. Interessante solo la spiegazione di come il QE non sia stato esattamente positivo a lungo termine. Basta.