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Island

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Death brings the young woman back to the Faroes, the windswept rocky islands of the north where she has never lived but which she has always called home. There she finds her stories entwining with those of her ancestors as she searches for a way to connect with Faroese culture. But is “home” just a place name, or something more?

Island is a literary tale of exile and homecoming, split across three generations of a Faroe islands family, strongly inspired by the author’s own family history. It is a beautiful story of emigration and immigration, and of what it means to belong.

160 pages, Paperback

First published August 1, 2016

61 people are currently reading
1757 people want to read

About the author

Siri Ranva Hjelm Jacobsen

20 books86 followers
Siri Ranva Hjelm Jacobsen er forfatter og litteraturkritiker på Weekendavisen. Hun debuterede i sommeren 2016 med romanen Ø, der er udkommet på bl.a. fransk, italiensk og hollandsk. Hun har siden udgivet Havbrevene.

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1 star
40 (2%)
Displaying 1 - 30 of 234 reviews
Profile Image for Patryx.
459 reviews151 followers
May 23, 2018


Volge le spalle agli alberi bassi del bosco artificiale e guarda giù dalla montagna, verso il villaggio, che è azzurro nella notte d’agosto, e le pecore, simili a pietre nell’erba mossa dal vento. Più in là dorme il mare. Il fiordo di Vág è calmo, l’azzurro si confonde con quello del cielo sull’orizzonte dritto, teso tra le terre emerse, un filo su cui possono camminare solo creature mitiche e fantasmi.



Isole Faroe

Il linguaggio poetico ed evocativo (brava la traduttrice Maria Valeria D'Avino) è una delle ragioni che mi ha fatto amare questo breve romanzo: peccato non poterlo leggere in lingua originale! Se dovessi partire domani per un’esplorazione delle terre del Nord, partirei proprio dalle Isole Faroe e non solo per i magnifici paesaggi che ho scoperto sul web ma soprattutto per il rapporto stretto che i suoi abitanti hanno con queste isole; e infatti non mi fermerei qualche giorno ma almeno qualche settimana per capire meglio l’intreccio tra l’identità individuale e la condizione di insularità. Non è solo l’isola in sé (le sue pietre, la sua nebbia, il suo mare, le sue pecore, i suoi uccelli) che diventa fondante dell’identità, ma il racconto che di essa viene costruito attraverso le generazioni, quindi le parole usate per narrare le leggende e i miti familiari, per far rivivere i sapori dei cibi e per dare sacralità ai legami della comunità.
L’isola di cui l’autrice scrive è un luogo mitico, una sorta di Itaca dell’anima cui anelare quando è lontana ma da cui scappare quando diventa troppo angusta nella sua concretezza. La protagonista è un’immigrata di terza generazione, ciononostante vive il pesante fardello di un’identità divisa tra la sua quotidianità vissuta i Danimarca e le sue origini, ormai trasfigurate nel mito familiare, di faroese. Non si sente del tutto danese ma neanche un’abitante delle sperdute isole Faroe, di cui non conosce neanche la lingua nonostante il suo nome sia faroese; ripercorrere la storia dei nonni l’aiuta a dar voce alla sua inquietudine e alla sua indeterminatezza, confrontandosi con la madre che, nata e cresciuta in Danimarca, ha un rapporto più stretto con quelle terre e quando vi ritorna (quasi ogni estate) non ha difficoltà a inserirsi tra i suoi abitanti, come se quella fosse la sua unica e vera patria.
La migrazione si compie in tre generazioni. La prima avverte il bisogno e porta in sé la volontà, l’ostinazione: una pietra pesante che si sposta con le proprie forze. L’incomprensibile in questo. Si sbarca da qualche parte, o si prende una nave da una colonia, si arrotola la rete di radici intorno alle caviglie e si comincia a sgobbare a testa bassa. […] La generazione successiva forse sta a gambe divaricate sulla distanza, finché qualcosa s’incrina e allora si sente doppiamente sbagliata, senza nessuna lingua, doppiamente sola. Oppure corre veloce il doppio, espande l’attività, versa l’anticipo per il garage, si laurea in medicina. […] L’impulso brutale della pietra, onwards and upwards, la spinta, deformata e ripiegata su se stessa, a diventare qualcosa, guadagnarsi l’inclusione. Questa generazione sta ancora pagando il viaggio.
Poi arriva la terza. Il frutto di tutto questo processo. […] La generazione povero-me, sono-solo. La generazione né-né. La terza è una generazione invisibile, teorica, la cui pelle si confonde con la tappezzeria, e che lo sappia o no, si porta dentro il viaggio come una perdita.



La bandiera delle Isole Faroe è una croce scandinava rossa bordata di azzurro su campo bianco. Il nome ufficiale è Merkið, che significa drappo o marchio. Secondo la tradizione i colori starebbero ad indicare il bianco delle acque ghiacciate dei mari che circondano le isole, il blu per il cielo e il rosso per il sangue versato dalla popolazione per la sua indipendenza.
La bandiera acquistò popolarità e una certa ufficialità il 25 aprile 1940, quando il governo d'occupazione britannico la approvò come vessillo navale per le imbarcazioni delle isole: il 25 aprile è ancora celebrato, infatti, come Flaggdagur ("Giorno della bandiera").
Profile Image for Meike.
Author 1 book4,962 followers
July 6, 2021
Like Greenland, the Faroe Islands are a constituent country of Denmark, and this text tells the story of one Faroese family that, between the 1930s and now, is torn between the "Island" and Denmark. The focus is on the generation of the grandparents, and while in the afterword, Jacobsen stresses that her real grandparents were people, not characters in a novel, the text is at least inspired by the author's own biography, as she herself is a Danish writer whose family hails from the Faroes.

The book consists of two narrative strands: In the present time, the narrator travels to the islands with her parents after the passing of her omma and abbe, to go home (the mother) or to explore her roots (the narrator). As the father, referred to as "the tarantula", is Danish, he is a foreigner, a tourist from the colonial power (apparently, there actually IS a tarantula-like spider native to Denmark). In the second narrative strand, we learn about the story of the grandparents: Fritz, the narrator's grandfather, went to Denmark to make something of himself, his wife Marita followed in 1939. We hear about the German occupation, the destiny of the immigrants, and the relation to the family back on the Faroes ("This isn't Europe. This is the Faroe Islands.").

All of this could make for a captivating read, but unfortunately, the specific culture and social climate of the Faroe Islands doesn't really come to life. Colonialsm and the immigrant experience remain vaguely rendered, and while there are mentions of Faroese artists (Ruth Smith Nielsen and Gianfranco Nonne), the whole thing doesn't quite come together. It also doesn't make sense that the narrator is more or less omniscient: It's not only impossible, it also contradicts the whole point of the novel, namely that she is in danger of losing contact to her cultural heritage. As she herself puts it: "The third generation is invisible, theoretical, assuming its skin matches the wallpaper - and it knows it, or it doesn't know it, but it carries the crossing within it like a loss."

So while the book is quite interesting, it also feels like a missed chance: I'd love to learn a lot more about the Faroes. Btw: If you're interested in young literature from Greenland, try Last Night in Nuuk.
Profile Image for Sue.
1,438 reviews651 followers
September 20, 2021
Island is a novel of identity, family, traditions, beliefs, stories, and culture set in Denmark and the Faroe Islands from the early 1940s following three generations of one family….the children and grandchildren and extended family of Fritz and Marita, beloved Abbe and Ooma.

The story is told through a continuous series of episodes, moving back and forth within the timeline and between the island and the city. The prose is often captivating, with curious and interesting turns of phrases. Of course when a work is a translation, I always wish I could know the original language. As it’s not possible here, I credit both author and translator. Nature becomes a part of the story as persistent fog affects lives as well as views. Water, rain, wind are forces always affecting life and involved in the stories handed down.

While I did appreciate this story of a family and found much to like in the prose itself, I repeatedly found myself becoming jarred out of the tale by frequent changes in the story and timeline. The primary narrator, ultimately, is a granddaughter who is speaking on her family, her memories, her dreams. Even her stories occasionally became confused for me because of a lack of indication of a change in the timeline. I did find that the final 25-30% of the book was better, with a smoother flow.

Rating 3.5*. Recommended with reservations as above. It is a society that is new to me and which I haven’t read about. I always appreciate that.

A copy of this book was provided by Pushkin Press through NetGalley in return for an honest review.
Profile Image for Amaranta.
588 reviews261 followers
October 16, 2023
L’idea era buona. La nostalgia della propria terra d’origine e un viaggio verso essa alla scoperta dei propri predecessori. Viaggio che si dipana su due momenti temporali diversi. La protagonista che torna con i propri genitori nelle isole Faroe durante una vacanza quando è ancora piccola e la stessa persona che da grande ripercorre, in circostanze diverse, lo stesso viaggio, con un animo completamente diverso.
La realizzazione però, se in alcune parti scorre piacevole, in altre risulta farraginosa, i piani temporali si intersecano senza ben distinguersi e questo personalmente mi infastidisce molto, la lettura è lenta, in altre parti addirittura noiosa.
Ho fatto fatica ad arrivare alla fine di un libriccino che doveva essere a mio avviso piacevole.
Unica nota positiva: la natura della terra descritta e i paesaggi freschi e illuminati.
Profile Image for Gintautas Ivanickas.
Author 24 books294 followers
August 15, 2025
„Čia ne Europa. Čia – Farerų salos.“
Visas Jacobsen romanas persmelktas nostalgija tai „ne Europai“.
Pasakojimas blaškosi tarp dviejų laiko linijų – tai pačios pasakotojos kelionė su tėvais į Farerų salas, iš kur ir kilusi jos giminė, bei pasakotojos ommos ir abbio (senelės ir senelio) persikėlimas iš Farerų salų į Daniją prieš pat prasidedant Antrajam Pasauliniam karui.
Laiko tarpas užgriebtas nemenkas, bet pasakojimas labai lakoniškas, taupiais, netgi skūpais sakiniais.
„Ateina gegužė, baigiasi karas. Iš miesto dingsta vokiečių uniformos. Marita nusiperka kepalą šviesios duonos ir du minkštus pyragėlius su kremu. Fricui pasiūlo darbą. Jie persikelia į kitą miestą, mažesnį.“
Kitas autorius gal ir du tomus šeimyninės sagos išspaustų ten, kur Jacobsen apsiriboja penkiais sakiniais.
Užtat ten, kur pamirštamas siužetas ir prasideda atmosfera bei pojūčiai, autorė pasileidžia plaukus. Ir kalnai čia spengia, o blauzdos putoja. Kažkur pranyksta tas taupumas, užleisdamas vietą vaizdingumui.
Kažkiek gal gaila, kad taip mažai ir taip šykščiai, tik puse lūpų pabarstyta Farerų salų istorijos. Na, bet ir knyga – ne vadovėlis, o pasakojimas apie šaknų suvokimą, nostalgiją atšiauriai protėvių gimtinei.
Profile Image for Simona.
975 reviews228 followers
November 5, 2018
Alcuni dei romanzi che ho letto ambientati nel Nord Europa hanno una caratteristica che li accomuna: la lentezza che non sempre ha un aspetto negativo.
In questo caso, la lentezza permette di entrare ancora di più nella storia riuscendo ad apprezzare ogni lato. In questo romanzo, Jacobsen racconta la sua storia e anche quella della sua famiglia, in particolare di nonno Fritz e della nonna Marita, ma anche dell'arcipelago di Suduroy, sperduto nell'Atlantico e che ha lottato per raggiungere l'autonomia dalla Danimarca. Il mondo descritto dalla scrittrice è vivido, immaginifico al punto che si lo si può quasi toccare, vivere insieme ai protagonisti.
I colori del verde dell'isola, dei prati e delle colline si mescola a quello dell'azzurro dell'Oceano e ci porta ai confini di una storia di emigrazione, alla scoperta delle proprie radici, origini e alla ricerca di un posto che si possa davvero chiamare casa, come la propria isola felice.
Profile Image for ☽ Sono sempre vissuta nel castello Chiara.
185 reviews297 followers
February 22, 2018
Leggendo isola ci sentiamo immersi con tutti i sensi nei paesaggi, nelle atmosfere, nelle situazioni descritte.
Questo libro con la sua potenza evocativa regala immagini vivide, è intriso di mistero, ma anche di vicende personali e umane. È un libro che parla di emigrazione, di nostalgia, delle proprie radici e del senso di appartenenza a un luogo. 🐠🍃Per leggere tutta la recensione cliccate qui https://hosemprevissutonelcastello.wo...
Profile Image for Tanabrus.
1,980 reviews197 followers
April 5, 2020
Un libro con una forte impronta autobiografica che, prendendo spunto dalla morte dei nonni della protagonista\voce narrante, intreccia il suo viaggio coi genitori alle isole Far Oer da cui la famiglia proviene con frammenti del passato dei suoi nonni e della loro famiglia.

Un bel mescolume di presente e passato (distinguibili solo per l'utilizzo della prima o della terza persona nei capitoli), che alterna il presente con la descrizione della vita in quel piccolo arcipelago nordico negli anni trenta e quaranta, e la vita di chi da lì se ne andava per costruirsi una vita in Danimarca.
La storia della divisione interna tra desiderio di fuga dalla terra natìa e la necessità di tornarci, tra fuga e spinta al ritorno, esemplificata dall'atteggiamento di nonno Fritz, il ragazzo che non voleva essere pescatore e sognava di essere elettricista, partito poi per diventare maestro, e che passerà il tempo ripromettendosi di tornare a casa, senza convinzione ma con molta autoillusione, dandone blandamente la colpa alla moglie. Una sorta di eterna insoddisfazione, per uno spirito che non avrebbe probabilmente mai trovato ciò cui anelava, la sua Itaca (come la chiama la nipote).

E' la storia di nonna Marita, con la sua determinazione ad avere più di quanto le isole potevano offrire, la sua relazione con Fritz e quel breve momento col suo fratello Ragnar, l'aborto clandestino fatto da sé nei boschi col fil di ferro prima di partire, e poi la vita in Danimarca sotto il controllo dei nazisti.

E' la storia di Ragnar e degli altri fratelli, è la storia della figlia di Marita e Fritz, educata a parlare danese, a comportarsi da danese, a pensare da danese... ma che si sente veramente a casa nelle isole, dove tornano spesso dalla famiglia e dove ogni estate porterà la figlia.

E teoricamente sarebbe la storia di questa narratrice in cerca delle proprie radici, lei immigrata di terza generazione che ha nelle lontane isole la patria della famiglia materna ma che per lei rappresentano solo fonti di bei ricordi e di estati con i parenti.
Dico teoricamente perché questa ricerca delle origini è più detta che vissuta, perfino il viaggio viene introdotto come un qualcosa fatto per andare incontro a questa sua esigenza... ma poi si scopre che ogni anno andavano lì. Sta con le stesse persone di sempre, le prozie, vede i soliti luoghi. Anche la centrale non è la prima volta che la guardano (anche se da fuori, mentre stavolta trovano chi le fa entrare per una visita). Giusto il museo è qualcosa di nuovo.

Un libro pieno di amore, questo si.
Amore per le isole Far Oer dove affondano le radici della narratrice e chiaramente dell'autrice, amore per la sua famiglia, amore per il passato della sua famiglia.

Però non è riuscito a prendermi particolarmente, purtroppo, per quanto volessi il contrario.
Profile Image for Laura Gotti.
589 reviews610 followers
February 7, 2022
Con me basta parlare di Faroe, di Lofoten o di Islanda e si vince sempre.
Questo non è un romanzo imperdibile, la narrazione, a volte, si perde ma a me interessava solo respirare il profumo di isole che sono il mio sogno da sempre. Mi sarò fermata venti volte nella breve lettura per cercare su Google maps i posti citati e perdermi nel verde dei testi e nel grigio del mare in tempesta. Ci andrò, prima o poi, e intanto mi piace sprofondare in queste letture che sono più che altro narrazioni di un paesaggio interiore.
Profile Image for 8stitches 9lives.
2,853 reviews1,723 followers
June 28, 2021
Island tells the lyrical story of a young Danish girl who misses a green and inaccessible island beaten by the northern winds, one of the Faroe islands where she has never lived but which she has always heard called "home", because her family emigrated from there in the 1930s. Thus begins, from the urge to regain possession of her origins and a culture that she has inherited but does not belong to, her return trip to Suðuroy, from which grandfather Fritz, an Arctic fisherman, set out in search of a better destiny, and grandmother Marita, restless dreamer, fled to escape the world and its increasing modernity. This is a journey through the history of a family and of this small archipelago lost in the Atlantic, which was involved in the second world conflict and the Cold War and which fiercely fought for its autonomy from Denmark.

A journey into memory and myth that persists in these lands suspended in time, among the harshness of a primeval nature, where every story of life is coloured with legend, from the secret love between Marita and Ragnar the Red, philosopher and rebel carpenter who calls the seagulls "the proletarians of the sea", to the enchanted rock in Aunt Beate's garden, which attracts misfortune to those who try to remove it. A novel of autobiographical inspiration, written in a bold poetic prose distilled into images of rare evocative power, Island is a love song to the Faroes and a tale about the intimate repercussions of emigration, the role of affections and blood ties in the identity of a person, on the need for roots or at least an Ithaca of the soul, a place that can be called home.
Profile Image for sfogliarsi.
434 reviews374 followers
November 22, 2022
Dicono sia un racconto autobiografico, una sorta di viaggio nella storia di una famiglia e di questo piccolo arcipelago sperduto nell’Atlantico, che è stato coinvolto in numerosi eventi, tra cui la seconda guerra mondiale e la guerra fredda e che ha lottato fieramente per una sua autonomia dalla Danimarca. Un viaggio nella memoria e nel mito, un viaggio ricco di una forza evocativa che parla di emigrazione, di paura, di lontananza, dei rapporti tra i familiari, della casa intensa non solo fisicamente, degli affetti necessari per ognuno di noi.
Un libro che ha tutte le carte a tavola per essere ben accolto, ma che purtroppo ho trovato piatto, non sono riuscita ad entrare in sintonia con la scrittura della scrittura.
Profile Image for Giordy_89.
35 reviews20 followers
February 22, 2018
Un viaggio nei ricordi, personali e familiari di una ragazza nata in Danimarca. Un viaggio attraverso le isole Faroe, viste da chi cerca di assimilarle come la propria terra d'origine.

Isole, lembi di territorio, descritte con una magnifica prosa poetica, un percorso narrativo a tratti sensoriale, nei meandri di questi luoghi fantastici, quasi mistici.

Unico neo: il perdersi ogni tanto tra un salto temporale e l'altro. Prosa stupenda, la narrazione in generale un po' meno.
Profile Image for Baylee.
886 reviews151 followers
July 17, 2018
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more

Non so bene cosa dire di questo romanzo perché la verità è che non l’ho capito. La CE Iperborea si prodiga nello spiegarmi che è un romanzo sull’emigrazione e sulle sue conseguenze nelle generazioni successive degli emigrati, ma leggendo Isola non ho sentito questo tema come così centrale da far girare intorno a esso tutta la presentazione dell’opera.

Sì, si parla di emigrazione, ma sembra anche una saga familiare, un racconto autobiografico, una guida ai luoghi delle Fær Øer, un romanzo storico, una storia di amori travagliati, una storia di ritorno alle origini: insomma, un monte di roba che, però, alla fine, stringi, stringi, non mi ha lasciato niente.

Forse l’autrice, essendo al suo primo romanzo, non ha saputo gestire al meglio tutti i temi e i generi che avrebbero dovuto comporre il mosaico della storia di emigrati faroesi. La citazione, riportata anche in quarta di copertina e secondo la quale Laggiù, sotto il mare, tutte le terre emerse s’incontrano, è molto bella e ci racconta di differenze che si parlano, ma l’ho trovata fine a se stessa, appesa lì senza che il romanzo riuscisse a darle il giusto carico di significato.

Non so se consigliarne o meno la lettura, dipende dai vostri gusti: se come me non amate le storie piene di suggestioni, meglio se passate ad altro; se, invece, siete di quellə che leggono questi romanzi con sguardo sognante, allora Isola aspetta proprio voi.
Profile Image for pelekas.
154 reviews93 followers
December 23, 2024
įdomu, skaičiau antrą kartą, o viskas lyg iš naujo. knyga apie farerų salas, bet labiausiai - apie patologinį namų ilgesį (kai esi imigrantų vaikas, kai namo keliaujama per atostogas, kai nebemoki savo giminės kalbos, kai ilgiesi, bet visada esi svetimas). labai žavus mitų, giminės legendų sluoksnis ir ypatingai gamta, kuri sužėri per vaizdingus, poetiškus aprašymus - butelio žalumo rūgpjūtį, kai lyja nonstopu.
Profile Image for Vda.Claudio.
59 reviews1 follower
May 26, 2018
Lirico, sognante ed evocativo. Al limite tra la poesia e la prosa. lo stile della scrittura dell'autrice è originalissimo, audace e sperimentale. Questa è la grandezza della parola nell'epoca dei media visivi. Possiamo percepire sulla nostra carne la nostalgia, il ritorno, la ricerca delle radici in un mondo in cui nemmeno le isole sono radicate. Inoltre alcuni temi quali la senilità sono trattati con una delicatezza e una vicinanza del tutto speciali: Omma che fa cucù mi ha fatto commuovere e riflettere.
Profile Image for Georgiana 1792.
2,403 reviews161 followers
September 9, 2020
Un romanzo poetico, evocativo, forse un po' troppo confuso per i miei gusti, perché alterna capitoli narrati in terza persona con la storia di Marita, una donna delle isole Fær Øer, a capitoli narrati in prima persona dalla nipote di Marita, una ragazza per metà danese, che alla morte della nonna torna sulle isole per ritrovare le proprie radici. Non che sia il primo viaggio che compie nelle isole, visto che ha sempre trascorso le sue estati lì con i parenti di sua madre.
La storia di Marita e Fritz, i nonni della narratrice, comincia nel periodo tra i due conflitti mondiali, quando Fritz decide di andare a studiare in Danimarca. A dire il vero, lui vorrebbe studiare da ingegnere, per tornare a lavorare nella centrale elettrica di Botni. Purtroppo non ci sono soldi a sufficienza, per cui potrà studiare solo per diventare insegnante. Nel frattempo, Marita ha una relazione segreta con Ragnar il Rosso (il fratello maggiore di Fritz), e prima di partire per la Danimarca per raggiungere Fritz si procura un aborto.
Con i protagonisti assistiamo marginalmente agli eventi storici in Danimarca a nelle isole Fær Øer durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Per chi è nato o ha le proprie radici in un'isola, questa costituisce una sorta di Itaca, un luogo da cui andare via per vagare per il mondo; per poi anelare per il resto dei propri giorni a toccare di nuovo le sue coste, a tornarvi definitivamente o anche solo temporaneamente, con una nostalgia che non potrà mai essere cancellata.

Avevo in corpo un’inquietudine, un dolore. Mi accoccolai su una panchina di fronte al mare, le spalle al parlamento. Ed ecco che riemerse Eolia, l’isola del Re dei venti.
Abbi mi aveva insegnato a collezionare isole galleggianti. Quella del Re dei venti, di cui narra Omero, fu la prima. Non ce ne sono di più antiche, nella letteratura europea, ma dopo ne sono arrivate parecchie. La mia collezione era ricchissima.
Alcune erano state costruite dall’uomo, come le isole di canne degli uros, nel lago Titicaca, le loro dimore galleggianti; altre si erano formate naturalmente nel letto di grandi fiumi e scendevano verso il mare, a volte popolate di alberi e di vita animale. C’era l’isola in cui approdò san Brandano con i suoi monaci irlandesi, e che risultò essere una balena. Le isole evocate dai marinai scozzesi per calmare la loro sete di terra, che risplendevano tra banchi di nebbia. I paradisi galleggianti della mitologia cinese e le isole fluttuanti dei celti, abitate da ombre. Dovunque, sempre, gli uomini avevano sognato isole galleggianti, le avevano trovate o costruite; la storia era attraversata da una miriade di migrazioni geologiche, isole mitologiche, letterarie, tecnologiche. Un’intera flotta. Mi sembrava di vederla, con Eolia in testa.
Sapevo che
areola, la parola che indica la zona rosso scuro intorno al capezzolo, significa «spazio aperto». L’oscuro legame così suggerito, tra due dei bisogni più elementari dell’essere umano, mi consolò.
Profile Image for Vaiva.
456 reviews77 followers
September 10, 2025
"Mažos salelės gali gimti per naktį ir prapulti per naktį."

"Giliai po jūra susitinka visi sausumos masyvai."

"Horizontas - juodo pliušo atraiža."

Kiekvienas mūsų turi savąją Itakę, į kurią kasdien keliaujame. Puiku, jeigu sugebame pagauti ją ir įžeminti. Priešingu atveju, vaikomės ją visą gyvenimą.
Profile Image for Skaistė.
125 reviews67 followers
September 5, 2025
viskas ok, bet turbūt „poetiški pasakojimai“ nėr mano literatūra
766 reviews96 followers
July 30, 2021
3,5

Part of the reason I wanted to read this was to learn more about the Faroer Islands. And I did.

Paradoxically however, it were the constant little historical lectures and cultural anecdotes that I found to annoyingly interfere with the main narrative: Faroese saga's, Faroese politics, but also the local power plant, the local football team, the local statue.

The main storyline is the well-written story of the author's grandparents' immigration to Denmark in the 1930s. The intertwined storyline of the author's visit with her parents was less interesting to me, a bit too much myths and memories.

So, definitely a good book by a good writer but it somehow does not completely satisfy. I would probably have preferred telling the story in a more traditional, chronological way.
Profile Image for Claudia.
328 reviews115 followers
July 15, 2019
3,5* circa. Mi risulta difficile valutare questo libro perché in alcuni punti mi ha confusa e sembra che la narrazione inciampi nelle proprie gambe.
Lo stile delle frasi brevi ed incise mi è piaciuto e la nostalgia che trasmette mi fa sentire meno sola in qualità di persona che ha lasciato la terra d'origine. Anche se non ho attraversato il mare per arrivare qui, continuo a domandarmi ancora adesso:
Dove è per me "casa" e cosa significa questa parola?
Leggetelo se: avete nostalgia di "casa" qualunque cosa essa rappresenti per voi. E anche se volete risparmiare le parole mentre le emozioni vi avvolgono.
Profile Image for Martina Moramarco.
163 reviews11 followers
March 10, 2018
La trama, che sicuramente aveva un certo fascino, seppur non troppo originale, viene inghiottita da uno stile di scrittura inutilmente confuso, da una retorica fintamente sognante. I fili della storia si sperdono a causa di un modo della narrazione che non riesce ad ottenere l’effetto voluto, quello di evocare sensazioni, emozioni, paesaggi reali e della memoria. Se non fosse stato così breve l’avrei abbandonato a pagina 50.
Profile Image for Federica .
234 reviews15 followers
January 28, 2021
Questo libro ha il grandissimo difetto di essere stato scritto con uno stile che esclude, a mio parere, tantissimi lettori. È uno stile difficilissimo da seguire e da comprendere: frammentario e confusionario.

Se mi chiedete cosa ho letto non vi so rispondere perché se avessi letto lo stesso libro in una lingua a me sconosciuta avrei capito la stessa cosa: nulla.

Terminato a fatica saltando qualche riga qua e là proprio perché è breve ma è stato comunque tempo sprecato.
Profile Image for Darcel Anastasia.
245 reviews8 followers
November 29, 2023
Rocky (haha) start but the novel gradually became interesting. There were, however, a few missed opportunities with illustrating the fascinating history and culture of the Faroe Island while connecting it to Jacobsen’s heritage. I wish the storyline was better fleshed out.
Profile Image for Kristina.
27 reviews21 followers
Want to read
September 21, 2025
Skaitydama vis grįždavau prie žodžių, kuriais tiksliausiai man apsibūdino ši maža knygelė: „Sunkiasi tamsa“.

Be galo įdomu atsidurti Farerų salose, apie kurias iki šios knygos nežinojau nieko. Pasakotoja savitai aprašo ilgesį kažko, ko lyg ir niekada neturėjai ar nepatyrei, o tas, ko ji nepatyrė, – tvirtas namų jausmas, jausmas, kad kažkur/kažkam besąlygiškai priklausai, esi to dalis. Ji atrodo esanti tarpinėje būsenoje, „be vietos“.

Švelnios užuominos apie nesaikingą alkoholio vartojimą giminėjė, šeimoje, kultūroje. Pasakojimas nostalgiškas, tad mane šiek tiek išmušdavo tie užsiminimai, klausiau, kaip galima ilgėtis ir trokšti to, kas taip skaudu. Bet kartu – turbūt tai, kas skaudu, patenka į namų, savumo jausmą, jeigu tame užaugai, net ir tai, kas bloga tampa tuo, kas sava. Tik man artimesnė sąmoninga pastanga į tokius namus negrįžti.

Patiko „istorinės“ dalys, t.y. kai pagrindinė veikėja įsijaučia į savo giminaičių vidines būsenas, patirtis, istoriją. Gražiai atgaivinta šeimos istorija po truputį jungiama su knygos dabartimi. Man norėjosi ilgėliau pabūti su tais žmonėmis iš praeities.

Išradingi gamtos aprašymai, akcentuojantys artimą ryšį su gamta (gal joje ir randami namai?).

Turiu prisipažinti, kad mitologiniai įterpiniai – referencijos į itakes ir odisėjus – pasirodė pertekliniai. Užteko visko, kas buvo parašyta, kad knyga jau kalbėtų apie namus ir jų ilgesį, nereikėjo dar papildomo štampelio uždėti.

Ačiū Ievai Toleikytei už vertimą ir kad galima buvo pasinerti į šį farerietišką pasaulį.

Kelios iškarpos, kurias išsirašiau:

„Žodžiai lėtai sukinėjasi, ieškodami, kur įsitaisyti.“

„Tarp jų tveria sena tyla.“

„Reikia išmesti visokį šlamštą ir išpurtyti anklodes, nes niekas negali gedėti amžinai.“

„Sultingas lyg obuolys džiaugsmas kutena jai kojas.“
Profile Image for Frannie.
509 reviews221 followers
June 14, 2022
Nostalgia patologica.

Una storia di emigrazione, quella di nonno Fritz e nonna Marita dall’arcipelago delle Isole Faroe alla volta della Danimarca, e di ritorno alle proprie origini, quel viaggio inverso compiuto dalla nipote nonché protagonista senza nome del romanzo in cui si riconosce l’esperienza autobiografica dell’autrice.

Le Isole Faroe sono un territorio sui generis, circondato da un’aura mitica. Teatro di duri scontri durante il secondo conflitto mondiale e la Guerra Fredda, oltre che aver lottato per rendersi indipendente dalla Danimarca, è il regno di pescatori artici e falegnami di roccia, di boschi verdissimi e laghi ad alta quota.
Ma i faroesi sono un clan ristretto e piegato su se stesso, che seppur vicini geograficamente si considerano ben distanti dal resto dell’Europa. Un mondo a parte, dove chi si allontana fa fatica a rientrare.

Romanzo di atmosfere e malinconie dove il piano narrativo rimane poco movimentato e si lavora soprattutto sulle impressioni sensoriali.
Una scrittura evocativa quella di Jacobsen, eterea e fortemente immaginifica, che culla il lettore e lo disorienta placidamente, parlandogli di legami di sangue, senso di appartenenza ma soprattutto estraneità di chi non riesce ad abitare un luogo ormai perduto tra le nebbie del passato.

L’estraneità infatti, ci dice la protagonista, si tramanda, s’incarta e si mette via per la generazione successiva ed è un’estraneità che prende forma nelle barriere linguistiche, in tecniche diverse per fare la maglia, in un’educazione differente.
Isola non è un libro imperdibile, ma ne ho apprezzato la poesia e la delicatezza. Un’intensa immersione in luoghi altrimenti ben lontani e poco familiari.
Profile Image for Giorgia.
87 reviews1 follower
September 4, 2019
In relata sarebbe un 3,50.
L'idea che vi è dietro la storia mi è piaciuta. C'è un ritorno alle origini lontane, un racconto del presente che parla di un ritorno nel luogo delle proprie radici e un racconto del passato che parla di un allontanamento dal luogo delle proprie radici per approdare e in un altro totalmente nuovo.

Le due si alternano e si comprende quasi subito che sono collegate. Entrambi i filoni di racconto, poi se ne aggiungerà anche un terzo, sono caratterizzati da una scrittura evocativa: riesci a sentire i suoni ma soprattutto gli odori che i personaggi sentono e le sensazioni che i luoghi o le situazioni trasmettono loro.

La narrazione è lenta, ma di un lento piacevole dove si scopre piano piano e la narrazione si dipana in molti angoli. L'unico difetto che trovo è che, mio parere, tutto diventa molto dispersivo. Forse è stata un po'colpa mia che non ho potuto leggere con continuità e perdendo, per l'appunto, la continuità della narrazione stessa.

È un libro che consiglio? Assolutamente sì perché la storia narrata può essere quella di chiunque e la consiglio a chi, come me, è incuriosito dalla cultura danese e delle isole Faroe.
Profile Image for Ken Fredette.
1,187 reviews57 followers
July 24, 2021
It was a little hard for me to tell when Marita was Marita and not Omma unless the Tarantula happened to be present. Siri seemed quite odd in her telling of her mother and her husband and her affair prior to her wedding, that all I'll say about it. I liked her telling about the floating islands and their different starts and finishes. The Faroe Islands and Denmark was another brief tale and the WWII was another tale. Everything was a brief but loving story about Siri's family, but was fiction.
Displaying 1 - 30 of 234 reviews

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