«Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi». Così si apre questo romanzo, in cui Milo, sposato con Nadia da quindici anni, si è accorto che lei non lo desidera più: non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi nulla di sé. Sembra essersi spenta. Come a volte capita nelle coppie, resta con lui per inerzia, per dipendenza, o per paura. Quanti si arrendono all'idea che il matrimonio non possa diventare che questo? Milo no, non si arrende. Continua ad amare perdutamente sua moglie, e non sopporta di non ritrovare più nei suoi occhi la ragazza che aveva conosciuto. Vorrebbe che fosse ancora innamorata, curiosa, vitale, semplicemente perché lei se lo merita. Ecco perché un giorno le scrive fingendosi un altro. Inaspettatamente, lei gli risponde, dando inizio a una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre più fitte e intense, entrambi si rivelano come mai prima. Pian piano Milo vede Nadia riaccendersi, ed è felice, ma anche geloso. Capisce di essere in trappola. Come può salvarsi, se si è trasformato nel suo stesso avversario? Matteo Bussola racconta un amore. Forte, sciupato, ambiguo, indispensabile. Come ogni relazione capace di cambiarci la vita.
Un pugno allo stomaco, che parte dal basso e sconquassa tutto: vertebre, organi, pelle. Un romanzo fatto di parole e dedicato alla loro potenza. Perché le parole cambiano tutto, in bene o in male. Soprattutto quando sono scritte, capaci di reinventare il nostro mondo. Questo l’effetto de L’invenzione di noi due, primo romanzo di Matteo Bussola che arriva oggi in libreria, con un debutto atteso e più volte rinviato per l’emergenza che ha cambiato il nostro stesso senso del tempo. Si è fatto aspettare, come tutte le cose belle. E la storia cresce come la spiga che diventa grano. Bussola lascia la parola a Milo che racconta il progressivo disamorarsi della sua Nadia, che, per una promessa che viene prima di tutto il resto, non lo lascia, condannandosi così a una profonda infelicità. Sono passati quindici anni dal giorno del sì, mentre Milo scorge lampi della perduta gioventù nei segni dello scorrere del tempo, per Nadia è diverso: Milo è diventato opaco, ha sacrificato i suoi sogni, si è progressivamente nascosto dietro quei muri che da architetto tracciava e ammirava. Milo Visentini, 47 anni, gentile sin dal nome, appesantito nel fisico dalle difficoltà e Nadia che crede che le parole siano azioni.
Un amore che inizia su un banco di formica verde per un tiro di dadi del destino, un banco condiviso in tempi diversi, per il gioco di incastri di un doppio turno che impedisce ai due di incontrarsi. Inizia con la Domanda, l’unica che forse si merita l’onore e l’onere della maiuscola: “Chi sei?” scrive Nadia e, giorno dopo giorno, su quel banco inizia un amore immaginato tra i due adolescenti, che va avanti di pari passo con l’alternarsi delle stagioni. Quando finalmente Milo decide di scrivere sul banco il suo numero, qualcuno decide finalmente di nettare il banco. Un bidello? Un compagno geloso?
Come ci insegna l’amore a prima vista della Szymborska “Ogni inizio infatti/ è solo un seguito/ e il libro degli eventi/ è sempre aperto a metà”.
Inizia così la storia d’amore tra Milo e Nadia, iniziata con le parole e un vestito da sposa giallo. Nadia cova il suo sogno di scrittrice, Milo mette da parte il tavolo da disegno e si ritrova a fare il cuoco in una piccola osteria di Verona. Passano gli anni e i figli non arrivano. Piano piano le cotolette notturne mangiate nudi a letto diventano un lontano ricordo. Milo continua ad adorare sua moglie, bella come Julianne Moore, scorge la sua bellezza in ogni segno del tempo. Per lei è diverso, non riesce a trovare il suo spazio nel mondo e si nasconde nel suo lavoro al giornale, per tornare davanti allo schermo troppo vuoto del pc e cercare l’inspirazione sopita in notti in bianco. Come in Lady Hawke finiscono con non incontrarsi più. Lui ritorna dal servizio serale e lei già dorme. Quando lui si sveglia lei è ancora profondamente addormentata. Si spegne lentamente anche la passione. E Milo che la desidera ancora piano piano se ne fa una ragione.
Poi il destino lo riporta davanti a quel banco, in quell’aula in cui tutto ebbe inizio e lì, una frase incisa da uno studente gli fa lampeggiare l’idea: scriverà a sua moglie per riconquistarla, per “rincontrarla ancora una volta come la prima volta”. Ma non come Milo, indosserà una maschera, fingerà di essere un uomo appena lasciato dalla sua donna, con ancora gli scatoloni della vecchia vita in giro per casa. In una Verona che gioca un ruolo fondamentale nella storia, Milo tra una birra e una sigaretta, in sella alla sua Vespa rossa aspetterà la risposta a quella e-mail. E la risposta arriva. Mail dopo mail, Milo costruisce il suo rivale. C’è il Paul Auster de “La notte dell’oracolo” in filigrana, ci sono pezzi di canzoni, fumetti e fumettisti come Hugo Pratt e Andrea Pazienza, metafore che appartengono a due sfere semantiche: i frutti della terra, così simili all’architettura e alla cucina e un elogio costante e continuo alla forza delle parole, capaci di far la muta alla vecchia pelle, consunta dal logorio dell’abitudine, dei giorni troppo uguali. È un romanzo di carta e parole, come la diga che Milo frappone fra sé e il mondo. E le parole, come dice Nadia, “sono azioni e fanno succedere le cose […], una volte pronunciate, esistono”.
Questo primo romanzo di Bussola arriva dopo la quarantena, non a caso. Il rinvio della data di uscita getta una luce nuova tra le sue pagine. Tante coppie hanno riscoperto forzatamente con chi hanno deciso di dividere la vita. È un romanzo duro, in cui ritroviamo lo stile e le similitudini che tanto abbiamo apprezzato nel narratore scoperto prima su Facebook e poi tra le pagine dei suoi best-seller. Però qui, a differenza di Notti in bianco e baci a colazione e La vita fino a te, quelle parole pensate, tracciate e infine disegnate sono messe al servizio di una storia. Una storia che avvolge e si sviluppa sin dalla scelta delle parti che la compongono: spiga, grano, farina e acqua
Un romanzo che andrebbe regalato a tutte le coppie che decidono di dividere la vita, per scansare la progressiva opacizzazione e l’eccessivo disvelarsi. Per farsi di nuovo parola, per scoprire chi sono io e chi sei tu in ogni coppia, con la forza infinita e primigenia di quei segni a matita su un banco tanti anni prima, per ricominciare a immaginarsi.
Bellissimo! Ho sentito parlare di questo libro su instagram e mi aveva incuriosito. Non avevo aspettative molto alte e invece mi ha stupito. Non è una lettura "leggera" come credevo; è un romanzo ben scritto, scorrevole e, soprattutto, fa provare emozioni. E' una storia familiare, racconta di una coppia, di come si sia "persa" ma anche "ritrovata".
Le pagine volano e si arriva ad un finale inaspettato ma molto bello.
“A chi sia ama e non ricorda il perché.” Avete presente quando avete bisogno di una lettura piacevole e coinvolgente che ti faccia immergere nelle pagine? Ecco, quello che mi è successo con questo libro, l’ho divorato in pochissimo tempo, mi è piaciuto tantissimo, è stata propria la lettura giusta al momento giusto (non capitava da un po’…) “Questa è la storia di come mi sia riuscito di tramutare l'amore in cenere e poi la cenere, di nuovo, in amore. La prima cosa fu il mio sbaglio. La seconda, la mia colpa.” L’invenzione di noi è un libro che parla dell’amore, quell’amore ormai affievolito dopo anni, quell’amore che in fondo logora dentro. Quell’amore che nonostante tutto tenta di sopravvivere. Questo è quello che succede ai due protagonisti, Milo e Nadia, sposati da 15 anni ma ormai rinchiusi nel loro silenzio, nella loro solitudine. Così un giorno, un giorno Milo, fingendosi un altro, le scrive… inizia così una corrispondenza segreta in cui scambiano lettere ricche di segreti e sentimenti, entrambi si rivelano come mai prima. Nadia diventa felice e di conseguenza Milo diventa geloso, perché si rende conto che sua moglie è felice con un altro, quell’altro alla fine è sempre lui. “Milo è in trappola. Come può salvarsi, se si è trasformato nel suo stesso avversario?” Una storia senza tempo che parla d’amore ma non solo… una storia che ci apre gli occhi e ci rende consapevoli che ogni relazione è in grado di cambiarci la vita, sia in meglio che in peggio. Una storia che si legge tutta d’un fiato e si lascia divorare, colpevoli sono anche i capitoli brevi brevissimi che finiscono sul più bello. Un libro inaspettatamente bello che mi ha fatto riflettere molto. Impossibile non innamorarsi di queste parole e… avrei voluto sottolineare tutto il libro.
Ho sempre nutrito un forte fascino verso quelle storie che tentano di intercettare il momento in cui si rompe qualcosa, nella storia di una coppia o di un individuo. È strano come l'amore possa trasformarsi in rancore, semplice indifferenza, devozione. Matteo Bussola racconta una storia che ha a che fare con tutto questo e con il tentativo di ricucire, rimettere insieme. La sua voce è schietta, lucida, forse a volte un po' sentimentalista. Ma l'idea di reinventarsi, di costruirsi a partire dalla scrittura, per me è bellissima e riuscitissima. Lo scritto è plasmarsi, costruire una verità, inventarsi (come dice il titolo). E alla fine cos'è l'amore, se non immaginare una storia di sé insieme all'altro, e tesserla giorno dopo giorno?
Quindi, il Tizio in questione, anziché parlare a cuore aperto a sua moglie, anziché affrontare una conversazione con lei che per quanto dura, era necessaria, anziché passare un po' di tempo con lei al posto di mancare tutto il giorno fino a notte fonda 6 giorni su 7 per lavorare, anziché provare a sedurla invece di m4sturbarsi sulle foto della versione giovane di lei, al posto di fare tutto questo, il Tizio le scrive delle lettere fingendosi qualcun altro, per capirla a fondo. No no ma piano geniale, eh. Lei è la stronza. Boh raga, che libro di mierda, non perdete tempo, aspettate la versione cinematografica con Accorsi e Giallini e la Smutniak e altri, cosa che succederà sicuro come succede a tutti i libri di scrittori adulti, italiani, lamentosi e mediocri, che non scrivono niente di nuovo, ma se la sentono comunque come se fossero novelli Pirandello.
*2 e mezzo Ho iniziato questo libro a maggio senza riuscire a superare le prime 40 pagine. Non riuscivo a entrare in sintonia con la storia, non mi riconoscevo nei personaggi e le loro dinamiche di coppia mi intristivano/annoiavano. Poi a distanza di mesi mi è capitato sott'occhio e l'ho finito, tutto d'un fiato, senza pensarci troppo. Sicuramente non è il Bussola che mi aspettavo: ho letto gli altri suoi libri riconoscendogli una grande dote narrativa, amavo la sua scelta accurata delle parole e il suo modo di riportare la realtà in maniera semplice eppure mai banale. In questo romanzo ho trovato tutt'altro; sicuramente è un genere diverso dai racconti, una storia più complessa proprio come complessi sono i suoi protagonisti e il rapporto che li lega. Però non mi sono appassionata quanto avrei sperato.
Dopo diversi anni di matrimonio può capitare che l'amore affievolisca e ciò che prima si amava del partner diventi un difetto o un'abitudine. È quanto succede a Milo e Nadia che sembrano, soprattutto da parte di lei, aver perso lo slancio iniziale. Nadia, appare agli occhi di Milo, spenta come se avesse perso qualsiasi interesse nei suoi confronti. Nadia che è scrittrice e che lavora con le parole, improvvisamente non ne ha più per parlare con Milo e il lo rapporto rischia di naufragare. A quel punto, Milo che non riesce a vivere senza lei, decide di indossare una maschera trasformandosi in Antonio mandandole mail in modo da capire la vera natura della sua compagna. Bussola trascina il lettore nei meandri di questa coppia che, tra bugie e maschere, non sa più come rimettere insieme i pezzi del loro amore terminato. Un po' troppo sentimentale per i miei gusti, ma una lettura leggera e scorrevole.
Una relazione matrimoniale in crisi. Si segue la vita di Lorenzo, un uomo che vede il proprio matrimonio sgretolarsi progressivamente, e che decide di affrontare questa frattura attraverso una serie di lettere immaginarie scritte alla moglie Livia.
In queste lettere, Lorenzo inventa una versione alternativa di sé stesso e del loro rapporto, cercando di ricostruire e comprendere ciò che è andato perso nel corso degli anni.
Il libro affronta con delicatezza temi come l'amore, la perdita, la riscoperta di sé stessi, e la difficoltà di comunicare nelle relazioni lunghe. Bussola riesce a raccontare la complessità dei sentimenti con uno stile accessibile e tuttavia intimo, esplorando come le coppie possano perdersi e ritrovarsi, anche attraverso la finzione e l'immaginazione.
L'amore è [metafora forzatissima] l'amore è [metafora ruffiana] l'amore è [metafora non-sense].
Non ho amato lo stile di Bussola, da romanzo adolescenziale, semplice ma incapace di trasmettere al meglio quella poesia del quotidiano che vuole far grondare dalle parole. Molte riserve anche sulla sua capacità di cambiare registro: Milo parla come Antonio (suo alter-ego) che scrive come Nadia che scrive come parla (spero di essermi fatto capire). I capitoli sono brevissimi, spezzettano il racconto, che manca di scorrevolezza, e arranca arranca arranca fino al prevedibile plot-twist. Forse sono stato troppo cattivo, perchè, in fin dei conti, qualcosa di buono c'è, e una lettura la merita.
Una relazione deve dare forza, la forza è garantita dalla stabilità, la miglior forma di stabilità è la prevedibilità. Quest'ultima è all'origine della monotonia.
Adoro la scrittura Matteo Bussola. Questo libro per il mio modo di vedere le cose mi ha fatto stranire per la maggior parte dei capitoli. Nadia mi infastidiva, molti capitoli l'ho dovuti interrompere perché trovavo ingiusta la situazione. Poi verso la fine del libro non sono più riuscita a staccarmi dalle pagine. L'epilogo non era come me lo aspettavo, ma ammetto che l'ho trovato molto bello. Sicuramente non è il mio libro preferito di questo autore, ma nel complesso è stato bello leggerlo.
Travolgente. Mi ha presa, fatta a pezzi, ricomposta e poi di nuovo fatta a pezzi e ora sto tentando di capire come mi sento e credo che ciò significhi che è un libro che funziona perché ti arriva dritto dentro, ti sconvolge e se ne va.
Non il miglior Bussola che ho letto finora ma comunque l'autore non delude mai. Riesce ad entrare nelle tematiche affrontate in punta di piedi ma poi ti colpisce duro e qualcosa ti cambia dentro, ti lascia sempre qualcosa su cui riflettere
«Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi». Così si apre questo romanzo, in cui Milo, sposato con Nadia da quindici anni, si è accorto che lei non lo desidera più: non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi nulla di sé. Sembra essersi spenta. Come a volte capita nelle coppie, resta con lui per inerzia, per dipendenza, o per paura. Quanti si arrendono all'idea che il matrimonio non possa diventare che questo? Milo no, non si arrende. Continua ad amare perdutamente sua moglie, e non sopporta di non ritrovare più nei suoi occhi la ragazza che aveva conosciuto. Vorrebbe che fosse ancora innamorata, curiosa, vitale, semplicemente perché lei se lo merita. Ecco perché un giorno le scrive fingendosi un altro. Inaspettatamente, lei gli risponde, dando inizio a una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre più fitte e intense, entrambi si rivelano come mai prima. Pian piano Milo vede Nadia riaccendersi, ed è felice, ma anche geloso. Capisce di essere in trappola. Come può salvarsi, se si è trasformato nel suo stesso avversario?
L'invenzione di noi due è un libro ben scritto ma che purtroppo non riesce a coinvolgere il lettore. Non si crea quell'empatia necessaria con i protagonisti della storia, Milo e Nadia, che regalano poche emozioni. I temi sono un po' scontati e sicuramente già sentiti, già letti, nel corso del testo ci sono sicuramente moltissime citazioni sull'amore che potrebbero andare bene per un manuale ma non per un libro di narrativa. Il protagonista si chiama Milo e ci racconta la sua storia d'amore con Nadia, sono sposati da 15 anni e alla soglia dei cinquant'anni d'età vivono una crisi di coppia molto forte, più delle precedenti che hanno avuto. Quello che manca in questo matrimonio è il dialogo, mi sono chiesta perché Milo, per cercare di riconquistare Nadia, le abbia scritto fingendosi un altro uomo. Perché non è andato a casa e l'ha affrontata? E' stata la paura di perderla?
"E' triste, tragico persino, ma torniamo a occuparci delle cose quasi sempre quando sono finite."
Tra i due personaggi ci sono molte cose da risolvere, sia per quanto riguarda le loro aspirazioni personali sia per i loro progetti matrimoniali, su quello che vogliono fare nel loro futuro. Milo vive di ricordi, dei momenti felici che lui e la moglie hanno trascorso assieme e dopo un po' questi continui capitoli che ci raccontano il passato, mi sono sembrati alquanti sdolcinati e stucchevoli. Hai quarantasette anni e non venti perché non ci parli con tua moglie? C'è un punto nel romanzo dove lui le fa trovare in frigo dei contenitori con dei piatti già pronti e lei non mangia nulla di quello che Milo le prepara e invece di chiederle come mai, fa passare un po' di tempo facendo mille ipotesi. Alla fine pensa che sia meglio affrontare la cosa. Capisco che Milo voglia prendersi cura della moglie e per lui questo semplice gesto di cucinare è un atto d'amore, ma agli occhi di Nadia potrebbe non essere visto come tale.
"Nadia ormai non mi amava più, ma sapeva che non mi avrebbe lasciato mai."
Milo è un personaggio che viene descritto come un uomo debole, senza coraggio, fragile e riservato mentre Nadia come una donna creativa, ma poco concreta; insegue il sogno di diventare scrittrice anche pesando sull'economia famigliare.
Credo che il raccontare la storia di una coppia normale, che vive una vita semplice e che nonostante i tanti problemi che hanno cerca di amarsi e di andare avanti, non sia sbagliata come idea, solo che la loro storia risulta da subito poco interessante e vuota. Forse a me non è arrivato il messaggio che l'autore voleva trasmettere.
"Lo lessi una volta, da qualche parte: l'amore è un privilegio. Non è un elemento previsto dalla natura, ma un'invenzione umana."
Milo vuole capire cosa succede a Nadia, come mai loro non sono più la coppia di quindici anni fa, lui cerca anche di capire cosa ha sbagliato, cosa fare per rimediare, per migliorare le cose tra di loro, ma questo si traduce nella scelta di scriverle fingendosi un altro uomo. Inoltre, il protagonista si perde in lunghe riflessioni con se stesso, su come mai sono arrivati a questo punto, su quello che sua moglie non gli ha mai detto e io continuavo a pensare che la cosa più brutta che possa capitare ad una coppia sia il silenzio, la mancanza di dialogo e di un confronto costruttivo.
Lo stile dell'autore è impeccabile, curato, con molte frasi ad effetto sull'amore che però a me non hanno lasciato nulla. Come lettrice preferisco uno stile più semplice con una storia che mi sappia coinvolgere ed emozionare, rispetto a una scrittura più complessa e a una narrazione che non mi lascia nulla.
Mi sono chiesta quale sia lo scopo di questo libro? Il salvare un rapporto in crisi? Cercare di andare avanti ritrovando l'amore perduto di un tempo? Riaccendere la fiamma della passione? Oppure il cercare di resistere come coppia e non lasciarsi davanti agli ostacoli della vita? Forse nessuno o magari tutti questi, io non l'ho capito.
Sicuramente l'autore crede molto nell'amore, che è un sentimento per lui indispensabile come lo è per Milo che non pensa a nessun altra se non alla moglie, che la trova bella anche nei suoi difetti e che nonostante tutto risposerebbe ancora. Ma è giusto rimanere assieme non per amore, ma per paura di restare soli o per abitudine? O forse il vero amore è anche lasciare andare l'altra persona, affinché possa trovare la sua felicità altrove? Che sia con un'altra persona oppure seguendo un proprio sogno? Se Nadia non è felice della sua vita, se ha delle aspirazioni che Milo che non capisce, se il loro matrimonio non è più fatto d'amore ma di necessità, non è il caso di lasciarsi? Credo di non riuscire a capire Bussola come autore, non riesco a trovare nelle sue storie un qualcosa che mi sappia emozionare, oppure come vissuto e come età, sono lontana dalla storia che ho letto in questo romanzo. Resto dell'idea che a questo libro manchi qualcosa.
primo romanzo che leggo di questo autore e lo confesso: mi sono follemente innamorata della penna di Bussola. scrive divinamente, alcune frasi mi sono rimaste così impresse che sarà difficile dimenticarle. la storia è veramente toccante, specie se in famiglia si sta vivendo una situazione molto simile.. proprio per questo mi son ritrovata a leggerlo a pezzi, perché più andavo avanti, più il mio cuore soffriva, e in più non volevo che ci fosse un punto alla fine del romanzo. sicuramente entrerà nei miei libri del cuore e lui un'autore di cui vorrò leggere tutto, anche la lista della spesa. ritengo questo romanzo un ottimo punto di riflessione per chi non sta vivendo un bel momento di coppia.. quando ci si sente trascurati, persi, apatici.. un libro che ti porta a pensare a dove si sta sbagliando e renderci migliori.
Sei difficile, perché l'autore è leggero, simpatico e piacevole, da ascoltare come da leggere. È un po' come quegli amici che raccontano storie davanti ad una birra e catturano l'attenzione di tutti. Però i protagonisti sono caricaturali, antipatici: incarnano esattamente luoghi comuni e racconti dell'amore che non fanno altro che renderlo tossico. Sono entrambi, in modo uguale e diverso, insopportabilmente adolescenziali. Quindi la cosa che forse apprezzo di più è la tua fine. Perché sei iniziato bene, mi piacevi all'inizio. Poi, dal racconto dell'incontro tra Nadia e Milo, sei lentamente scivolato in luoghi comuni. E quindi sei piacevole, certo, da leggere. Sei piacevole anche perché mi hai riconfermato quando sia fondamentale la comunicazione in una relazione. Piacevole, a volte scontato, con un autore simpatico, ma nascondi tanti MA.
Ci sono superfici che Bussola tocca con violenza, ci racconta delle verità molto penetranti ma con parole quasi dolci. La storia di Milo e di Nadia potrebbe essere la mia, la tua. Non conoscevo Bussola "romanziere" ma lo seguo da molto tempo perché tutto ciò che scrive ha il potere di farti riflettere, nonostante non mi sia trovata d'accordo con tutto ciò che ho letto di suo finora. Mi spiego: anche se in disaccordo, prima di decidere di esserlo, ci ho riflettuto. E ho riflettuto anche qui. Per ogni frase che ha scritto sulla relazione. Per ogni scelta che ha preso per i suoi personaggi. Mi è dispiaciuto chiuderlo e salutare questa coppia di persone. Forse avrei evitato un paio di parole che, a mio avviso, stonano con la sua penna fluente e armonica, ma nel complesso un 4 stelle se le merita. Pensavo che alla fine lo avrei trovato banale, e invece.
Un libro che ho iniziato con grandi aspettative, ma che mi ha in buona parte delusa. La dinamica la trovavo avvicente solo nell'idea, meno nel suo sviluppo. I personaggi, in particolare Nadia, mi sono risultati odiosi tanto da non riuscire in alcun modo ad entrare in sintonia con loro. Il finale, un po' citofonato, non è riuscito a stravolgere l'idea che mi ero fatta di questo libro. 3 stelline perché la scrittura di Bussola, e le sue riflessioni restano molto belle. Ma non basta.
Del Bussola ho sempre amato qualsiasi cosa scrivesse, anche avesse scritto la lista della spesa sarebbe stata bellissima. Tuttavia questo libro non è stato all'altezza delle aspettative, né a mio parere degli altri due libri che ha scritto. Forse mi aspettavo "troppo". Mi sono trovata davanti ad una trama veramente scontata, nemmeno il modo in cui è scritto mi è così tanto piaciuto. È una di quelle trame da film che danno su canale 5 il sabato pomeriggio. Mi dispiace aver avuto questa impressione. Vedo che molti urlano al capolavoro, ma per me così non è stato. È un libro che non porta nulla di nuovo.
Storia ben scritta e scorrevole da leggere tutta d'un fiato. Una storia d'amore profonda e romantica dove nella monotonia della vita ad un certo punto ci si perde. La vita al di fuori delle mura domestiche ti trascina via come un fiume in piena mentre all'interno i silenzi si fanno sempre più intensi e la voglia di stare insieme viene sempre meno. Un finale belle e inaspettato. Una bella scoperta questo autore..adesso mi toccherà recuperare tutti i suoi libri.
Le ho mai raccontato del vento del nord? Anche se il tuo culo è raddoppiato, anche se mi tocco sulle tue foto di quand'eri bella e soprattutto giovane, anche se l'ho sempre saputo e non aveva senso, anche se alla fine siamo personaggi che contengono talmente tanti tratti contrastanti da non avere più nemmeno una personalità definibile come tale?
Finito solo perché volevo capire il senso di tutto, idea di storia bella e avrebbe avuto un potenziale stupendo ma la scrittura volgare in molti punti ha rovinato il tutto per me. Alcune parti belle ma troppo poche per renderlo bello.
"Credo sia perché l’amore lavora sempre, sempre sulla trasformazione e sulla possibilità. E perché i futuri migliori prendono spesso la rincorsa dai presenti senza speranza."
"L'invenzione di noi due" L'autore racconta di un amore, inizialmente anonimo, nato "sul banco di una scuola"..... Più in là un amore maturo, l'abitudine, il tempo e la convivenza riescono a spegnerne tristemente i colori. Milo, il protagonista molto innamorato della moglie, elabora un modo originale per ritrovarsi oltre la noia e la perduta complicità. Sarà una strada che li condurrà al bivio della scelta , tra silenzi e parole, ricordi e percezioni. Uno stile che mi è piaciuto moltissimo! Lo consiglio.
Il protagonista è un uomo interessantissimo, profondo, enigmatico, attento e curioso; innamorato perso della moglie, dell’idea del loro amore che si era costruito negli anni, come àncora a cui aggrapparsi quando sceglieva di mettere da parte i suoi sogni per vivere una vita più “semplice” e “sicura”. Per due giorni mi sono intrufolata in questa storia di coppia così colorata, piena di difficoltà, ma accesa. Consigliatissimo
Leggere questo libro è come bere una sorsata d’acqua fresca, perché lo stile di Matteo è un rivolo di parole che scorre indisturbato fino a raggiungere il cuore del lettore.
Questa è la storia di Milo e Nadia, ma anche di tante altre coppie che dopo anni di matrimonio vedono affievolirsi la fiamma dell’amore. Ma come fare affinché non si spenga? Purtroppo non esistono risposte a questa domanda, ma una cosa è certa, non bisogna mai smettere di guardarsi e di riconoscersi. Gli anni che passano e gli eventi che ci travolgono, plasmano la nostra figura e il nostro carattere, perciò è fondamentale non perdere il desiderio di riscoprire la persona con cui abbiamo scelto di vivere la nostra vita.
Spesso tendiamo, magari anche inconsciamente, a indossare delle maschere, a nascondere il nostro vero Io per assecondare l’altro, ma questa sorta di accondiscendenza, in realtà è un annullamento che cela al nostro partner una parte di noi, una verità che viene negata, nascosta. Con il rischio che possa un giorno divenire una crepa insuperabile.
Ecco, questo romanzo punta proprio su questi argomenti. Sull’importanza di mostrarci per come siamo, difetti compresi, sull’importanza del comunicare SEMPRE, sia attraverso i gesti, ma anche attraverso le parole. Sull’importanza del vivere il presente, perché tenere stretto il passato è meraviglioso ed è fondamentale riuscire a intravederlo sempre negli occhi di chi amiamo, ma se perdiamo il presente, non ci sarà un nuovo passato da ricordare.
Insomma, per farla breve, questa storia vi farà bene, perché le parole di Matteo esprimono concetti profondi, ma con una semplicità che vi farà vibrare le corde del cuore.
Dopo aver letto e adorato questo libro, mi è stata concessa la possibilità di condurre la diretta sulla pagina della Libreria Ubik di Treviglio, in cui Matteo Bussola ci ha nuovamente incanto con le sue parole.
⠀AUDIORICETTA:⠀ 🎧 “L’invenzione di noi due”⠀ di Matteo Bussola (Einaudi, 2020)⠀ ⠀ 👨🏻🍳 CHEF LETTORE: Matteo Bussola⠀ ⠀ 📝 INGREDIENTI: Coppia, Crisi, Maschera, Scrittura⠀ ⠀ ⏱ TEMPO DI COTTURA: 6 ore⠀ ⠀ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~⠀ ⠀ 🧂 SAPORE PREFERITO:⠀ ⠀ «È triste, tragico persino, ma torniamo ad occuparci delle cose quasi sempre quando sono finite. Forse alla fine è l’unica condizione in grado di smuoverci davvero. Forse è solo che, per risvegliare il nostro desiderio di agire, abbiamo bisogno di una distanza, la sensazione di dover recuperare una opportunità che ci appare lontanissima, perduta. Irrimediabile.»⠀ ⠀ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~⠀ ⠀ 🍴 DEGUSTAZIONE:⠀ ⠀ Questo racconto mi ha ritirato fuori una sensazione precisa, di antica impazienza, di quando si aspettano le cose belle e ci fiondiamo sul cellulare all’illuminarsi dello schermo: quella notifica che fa spuntare un sorriso di prima mattina, o nel bel mezzo di un pomeriggio storto.⠀ Mi è capitato di ritrovarmi nei panni di Milo e di intraprendere un rapporto epistolare 2.0, scoprendo mail dopo mail un tassello in più di un puzzle nuovo, affascinante, ostinato nel farsi pensare. Quell’adolescenza mai perduta e sorprendentemente piacevole, al tempo stesso costruzione di un “io” più maturo e consapevole.⠀ La scoperta di qualcosa di nuovo che spesso non ha bisogno di concretizzarsi per trovare un senso. E in fondo Milo ci ricorda che l’amore ha tante forme, così come gli incontri della vita, anche se solo quelli coraggiosi ci rendono felici davvero.