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Antologia personale. Poesie 1921-1933

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Narratrice famosa in tutto il mondo, e molto amata anche nel nostro paese, Nina Berberova (San Pietroburgo 1901 - Philadelphia 1993) esordì come poeta giovanissima, quando ancora viveva in Russia. Emigrata prima a Berlino nel 1922, poi a Parigi nel 1923 insieme a Vladislav Chodasevic - uno dei maggiori poeti russi del Novecento - continuò a coltivare la poesia, pubblicando però quasi esclusivamente saggi, romanzi e racconti. Solo ottantenne, dopo i riconoscimenti ottenuti dal volume di memorie "Il corsivo è mio", Nina Berberova decise di raccogliere in volume una scelta delle sue liriche composte fra il 1921 e il 1983, molte inedite, altre apparse nelle riviste russe dell'emigrazione tra gli anni Venti e i Sessanta.

115 pages, Paperback

Published April 1, 2004

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About the author

Nina Berberova

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Nina Nikolayevna Berberova was a Russian writer who chronicled the lives of Russian exiles in Paris in her short stories and novels. She visited post-Soviet Russia and died in Philadelphia.

Born in 1901 to an Armenian father and a Russian mother, Nina Berberova was brought up in St Petersburg.[1] She left Russia in 1922 with poet Vladislav Khodasevich (who died in 1939). The couple lived in several European cities before settling in Paris in 1925. There Berberova began publishing short stories for the Russian emigre publications Poslednie Novosti ("The Latest News") and Russkaia Mysl’ ("Russian Thought"). The stories collected in Oblegchenie Uchasti ("The Easing of Fate") and Biiankurskie Prazdniki ("Billancourt Fiestas") were written during this period. She also wrote the first book length biography of composer Peter Ilyich Tchaikovsky in 1936, which was controversial for its openness about his homosexuality. In Paris she was part of a circle of poor but distinguished visiting literary Russian exiles which included Anna Akhmatova, Vladimir Nabokov, Boris Pasternak, Tsvetaeva and Mayakovsky.

After living in Paris for 25 years, Berberova emigrated to the United States in 1950 and became an American citizen in 1959. She began her academic career in 1958 when she was hired to teach Russian at Yale. She continued to write while she was teaching, publishing several povesti (long short stories), critical articles and some poetry. She left Yale in 1963 for Princeton, where she taught until her retirement in 1971. In 1991 Berberova moved from Princeton, New Jersey to Philadelphia.

Berberova’s autobiography, which details her early life and years in France, was written in Russian but published first in English as The Italics are Mine (Harcourt, Brace & World, 1969). The Russian edition, Kursiv Moi, was not published until 1983.

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March 1, 2022
Nina Berberova è stata per molto tempo una delle poche rappresentanti dell’emigrazione russa dopo il 1917 arrivata al grande pubblico, questo grazie alle sue memorie pubblicate con il titolo “il corsivo è mio” in prima traduzione inglese nel 1969. Molti altri émigrés, se non la quasi totalità avevamo scritto le loro memorie senza però venir tradotti.

I suoi idoli erano Anna Achmantova e Aleksandr Blok, crebbe alla scuola del simbolismo.
Proprio come il contemporaneo Vladimir Nabokov, anche lui emigrato, raggiunsero la fama solo in tempi lontani e unicamente in traduzione.

Fu innanzitutto autrice di prosa ma continuò a coltivare i suoi versi privatamente, unico vero legame con la sua Russia. Ma ad un certo punto distrusse quasi tutta la sua produzione poetica, se ne salvarono solo ottanta.

In questa raccolta si trovano i versi superstiti che vanno da 1921 al 1933 come si evince dal titolo. Gli anni che trascorse sposata con Chodasevič e in cui si stabilì a Parigi.
In queste poesie c’è tutto questo e anche di più. Molto diversa dai suoi contemporanei, le sue poesie non contengono memorie di ricchezze, di titoli nobiliari, di tenute e grandi militari. Infatti la sua riflessione si discosta dall’emigrato come profugo senza patria tanto sciorinata ma lo dipinge piuttosto come ambasciatore in grado di far vivere i valori storici e culturali della patria fuori dai confini.

Famosissimo il suo verso in questa raccolta citato
“Non siamo in esilio, siamo in missione”
Così famoso da venir dimenticata la stessa Berberova come autrice originale per essere usato comunemente come motto e attribuito ai più svariati.

*
“Lo dico non sono in esilio,
non cerco strade terrestri,
non sono in esilio, sono in missione,
mi è facile vivere tra la gente.
E la mia vita - quasi semplice -
è una vita doppia, e morendo
in una grande città
tornerò nella mia antica Casa,
alle cui porte talora mi stringo,
come prima della tempesta
si stringe al ramo la foglia, forse,
per salvarsi, per sopravvivere.”

Bella raccolta, ho molto apprezzato la lucidità della scrittura e la minuziosa ricerca del dettaglio anche nell’attività quotidiana.

Ottimo primo approccio con questa autrice.
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