Sardegna, fine del VI secolo, sotto il dominio dei romani di Costantinopoli. La lunga guerra tra i bizantini e i barbaricini giunge al termine. Il capo di questi ultimi, Ospitone (Hospiton), raggiunge un accordo di pace con il dux Zabarda, accettando di convertirsi al cristianesimo e riconoscendo il potere dell’imperatore Maurizio Tiberio. L’intesa è salutata dal papa Gregorio Magno con una lettera che nel maggio del 594 scrive al capo dei barbaricini esprimendogli gioia e soddisfazione per la conversione e chiedendogli di aiutare l’evangelizzazione del popolo barbaricino, fino a quel momento tra i più pagani dell’Occidente. Prima di questa intesa, o tregua, i romani cercano in tutti i modi di schiacciare la forza dei barbaricini divisi tra accettazione dell’integrazione e costante ribellione al potere imperiale: intrighi, blocco economico, persino il ferimento di Nispeni, la moglie di Hospiton, e il rapimento del figlio Sardo. La pace concede ai barbaricini di non essere strangolati dalla morsa romana, ma una parte di loro, con Assada, giovane e turbolento luogotenente di Hospiton, non accetta fino in fondo quei patti e sceglie la strada dell’ira e della ribellione aperta. In questo romanzo la precisione dei dettagli storici e la ricostruzione fedele dell’epoca – le vicende politiche, i rapporti sociali, la religione, l’arte militare, la vita di servi e signori nelle città e nei villaggi – si alternano all’invenzione narrativa che coinvolge il lettore calandolo pienamente in quel periodo storico così intenso e poco conosciuto. Un passaggio travagliato nella grande vicenda del Mediterraneo tra politica, religione, magia, usi e costumi degli antichi sardi.
Sassarese, nato in casa il 16 settembre 1957 da Guido Lecis e Maria Puggioni.
Michele è mio figlio.
Il 1 dicembre 1971 mi sono iscritto alla Federazione giovanile comunista di Sassari. Ne sono stato anche segretario provinciale nei difficili ma entusiasmanti Anni Settanta.
Nel 1977 sono il corrispondente locale de L’Unità, nel 1980 collaboro con Radio Città, emittente sassarese. Nel maggio 1981 comincio a scrivere per La Nuova Sardegna, settore sport e cronaca. Sono “abusivo” in redazione per un anno. Nel luglio 1982 vengo assunto come praticante e divento professionista nel luglio 1984. I successivi passaggi sono la nomina a capo cronista a Oristano (1985) e poi a Sassari (1989). Quindi nel 1993 sono redattore capo del Centro di Pescara e, in successione, della Provincia Pavese, della Nuova Ferrara, della Gazzetta di Reggio, inviato regionale per l’Emilia-Romagna e nazionale dell’Agenzia giornali locali del Gruppo Espresso, quindi componente dell’ufficio centrale della stessa agenzia. Sino al 31 ottobre 2016.
Sono laureato in Scienze dei Beni culturali all’università di Sassari con una tesi su Luigi Polano, rivoluzionario di professione.
Il 24 novembre 2017 il consiglio comunale di Ollolai mi ha conferito la cittadinanza onoraria, per i due romanzi scritti su Ospitone e per la diffusione della storia sarda. Una cittadinanza che mi ha davvero onorato.
Nel febbraio 2019 sono stato candidato per Sinistra Sarda alla carica di presidente della Regione Sardegna.