All'inizio di questo racconto c'è un uomo che si guarda allo specchio e si chiede: "Sono davvero io quel vecchio lì?" Il suo corpo non nasconde affatto il peso dei suoi sessantatré anni. Nessuno direbbe mai che ha la stoffa del campione. Del vincitore che non ti aspetti. E non in uno sport qualunque, ma nell'ultra trail, una disciplina estrema che significa decine, centinaia di chilometri di corsa sui terreni e nei climi più impervi, sulle Alpi o nei deserti. Marco Olmo è stato boscaiolo e camionista, infine operaio per ventun anni in una grande cementeria della provincia piemontese. Poi, all'improvviso, è iniziata la sua straordinaria avventura di corridore. Apparentemente un po' tardi per la sua età. Ma Olmo viene dal "mondo dei vinti", dal mondo delle montagne sconfitto dalla civiltà industriale. La sua traiettoria è ben di più di un eccezionale exploit sportivo, è un'occasione unica di riscatto, una vittoria profondamente umana. È da lì che il corridore distilla, misura lentamente la sua forza. Marco Olmo si guarda allo specchio, si conta le rughe. "Quel vecchio lì", magro e capace di sopportare fatiche immani, non ha intenzione di fermarsi, e già immagina la prossima gara. "Conosco il mio corpo, e so dove mi può portare. Lontano".
Ritorno a leggere del mitico ultramaratoneta Marco Olmo dopo aver divorato i suoi precedenti Correre nel grande vuoto e Il miglior tempo: Esercizio, alimentazione e stile di vita per essere sani e attivi a tutte le età. Mi piace il suo stile asciutto e diretto, dove ci parla della sua vita da corridore, anche se ha iniziato un po' tardi, a quarant'anni ad appassionarsi alla corsa. Mi piace come racconta le sue esperienze, anche se già molte cose le aveva dette nei precedenti libri è sempre un piacere scoprire nuovi particolari. Lui corre perché gli piace, lo ha sempre fatto per quello, perché lo mette a contatto vivo con la Natura che lo circonda, e proprio per questo lui non ama le maratone in città, dove si corre in mezzo ai grattacieli, ma sceglie il deserto, le foreste, le montagne: lui vuole essere un tutt'uno con la Natura che lo circonda.
E continua a lasciarci un messaggio per me bellissimo: nonostante sia quasi settantenne (quando scrisse questo libro, adesso ha 74 anni!) non è mai troppo tardi per correre e per ricominciare a volersi bene, a stare bene (acciacchi permettendo!).
Marco Olmo è una leggenda dell'ultramaratona: vincitore della UTMB per due anni di fila a quasi 60, ha cominciato a correre e vincere in età molto avanzata, quando ancora il trail running non era di "moda".
Il libro in sé non è male: è sostanzialmente un'autobiografia (molto) piccola. La scrittura non è molto coinvolgente ma gli eventi narrati sono senza ombra di dubbio molto emozionanti. Non è il primo libro di Olmo che leggo ma è il primo che lui abbia mai scritto, la scrittura è infatti acerba.
È un libro comunque godibile, di quelli fatti apposta per narrare il riscatto sociale, cerca di ispirare. In parte ci riesce, in parte è sempre la solita solfa del "eh ma la mia generazione era meglio, si viveva meglio prima, che brutto mondo che avete creato" come se il mondo odierno sia stato creato da una generazione diversa dai boomer di cui fa parte Olmo.
Lo consiglio a tutti gli appassionati perché Olmo è un'istituzione ed una leggenda, ma a tutti gli altri posso dirvi di soprassedere.
Avrei preferito fosse scritto dalla mano di Olmo, ma non si può essere tutto. Che dire... Il libro é narrato con un ritmo sommesso, sempre modesto e sotto tono, a volte non si riesce proprio a comprendere le cose straordinarie che è riuscito a fare questo atleta, già perché quando si parla di ultra e di arrivare primi, non solo portare a termine la maratona, che di per sé sarebbe già un enorme risultato, è qualcosa di quasi sovrumano e farlo dopo una vita di lavoro già avanti negli anni, quando molti si ritirano è indescrivibile.
Una storia che mi ha sorpresa: di solito i libri che raccontano la vita degli sportivi parlano di obbiettivi, vittorie, sensazione di aver vinto i propri limiti. Olmo continua a ripetere di essere un fallito che corre. Di riscattarsi solo nel tempo della corsa. Un atteggiamento diverso da quello della maggior parte degli sportivi. Ho terminato il libro ma non le domande, alle quali non ho trovato risposta, sul senso di ottenere tante vittorie senza esserne veramente soddisfatto.
molto carino, spesso quasi letterario, e il racconto del passaggio da montagne a industria (nel personale ma comune a tutto il dopoguerra) è semplicemente perfetto.
e poi la sua modestia incredibile, innata: quando supera uno dei favoriti in gara (della metà dei suoi anni) e questi gli chiede "sei Olmo?" e lui per prima cosa pensa "come fa a saperlo?" XD (forse perché vinci sempre tutto tu?)
bella la storia di Olmo, un esempio da seguire. Tanti consigli dal cuore e una storia appassionante. A volte Olmo sembra quasi poco umile e un po' arrogante ma è il suo carattere rockettaro e se lo può permettere.
Rispetto ad altre biografie l'ho trovata un po' piatta e slegata. Non mi ha convinto del tutto e nemmeno appassionato. Alquanto atipico il modo di autodescriversi di Olmo, senz'altro fuori dal comune in tutti i sensi.
La storia di Marco Olmo raccontata da Gaia Pascale, so che è una unpopular opinion ma per me è il miglior libro sportivo che abbia mai letto. Una storia di riscatto tramite lo sport, potrebbe tranquillamente essere un romanzo bestseller invece di un libro biografico di nicchia.
Un gran bel libro di un altrettanto grande uomo, anche se lo stesso scrittore tende a non definirsi tale. Una lettura quasi obbligata per chi si avvicina alla corsa, per chi la pratica già e anche per i veterani di questo fantastico, ma anche controverso, sport. Non solo un libro sulla corsa ma anche una grande lezione di vita e soprattutto di umiltà.
Un libro coinvolgente e pieno di sentimenti. L'autore affronta la corsa già in tarda etá ma con la sua tenacia e perseveranza vince le gare più difficili; forse anche contro se stesso. Bello e sicuramente da leggere per chi si approcci alla corsa o per chi già la pratica. Dedicato a tutti gli ultramaratoneti.