Gli anni Ottanta, dopo il ricovero manicomiale, sono stati il periodo d’oro per la poesia di Alda Merini, basti pensare a due raccolte-capolavoro come La Terra Santa, pubblicata da Scheiwiller nel 1984, e Testamento, pubblicata da Crocetti nel 1988 a cura di Raboni. E proprio al quadriennio 1982-85 risale la settantina di poesie ritrovate nella corrispondenza di Oreste Macrì da Riccardo Redivo e Ornella Spagnulo, insieme a molte lettere della poetessa che si rivolgeva all’amico critico sia per questioni letterarie sia per questioni legate alla sua complicata vita familiare. E infatti una parte di queste poesie trattano in versi gli stessi argomenti delle lettere: in particolare il rapporto con il secondo marito, il poeta e medico Michele Pierri. Le poesie sono dunque del miglior livello nella vasta produzione della poetessa e non risentono di quel certo automatismo del periodo più tardo. Ad accompagnarle nel volume anche quattro racconti e quattro originalissime auto-interviste.
Alda Merini was a renowned Italian writer and poetess. The President of the Italian Republic, Giorgio Napolitano, called her an "inspired and limpid poetic voice".
La poesia non è cosa per me.....ma la prosa della Merini mi piace assai!
è perché non ti ho amato abbastanza, e allora non so dove mettere questo fardello di amore
Ci si illude quando si esce dalla tenebra di trovare la luce, ma non è cosí, spesso il piede della montagna è piú genuino della vetta e la vetta non è che spazio, vuotaggine, cosa che non personifica nulla, una cosa insomma incerta e vanificante.
La Poesia rimaneva comunque il mio perenne contagio e alzandomi al mattino e non trovando altro interesse nella vita mi appoggiavo al canto come sopra una cariatide onerosa che potesse reggermi tutta, ma capivo anche l'artificio di una fotografia che avrebbe potuto nascere da questa positura. Questo cappio dell'impiccagione come lo chiamò Spagnoletti io lo chiamo atteggiamento patologico che ben canta in versi idiozia illuminata, sicché essere idiota facente carmi equivaleva ad essere uguale a un fucile caricato a salve che non avrebbe fatto vittima alcuna. Dunque la poesia era l'unica cosa che mi metteva alla gogna, che da ultimo mi avrebbe sconfitta. Non era certamente mi alleata ma si lasciava portare dalle mie spalle ed io ero la corda sottesa, la magniloquenza, l'insieme di muscoli, cervelli, stagioni promesse di amore che poteva benissimo portare in cima a questo orpello così tremendo che dava dentro la paranoia.
Quando penso che potresti morire e sciogliere la tua dolce edera e stampare un tonto nella vita presente, quando penso che potrebbe mancarmi il tuo braccio fatto di amorosa luminescenza, allora so che si apriranno i giardini di una disconoscenza imperitura. Quando penso che non ti ho onorato né illeggiadrita né cantata abbastanza e che non ti ho chiuso nelle tue mie braccia fino a perpetuare il momento della dolcezza, allora piccolo amore io mi sento tua figlia e mi dispero per questo, perché non ho dato sole al tuo territorio né mi sono inginocchiata davanti al miracolo della tua nascita né ho capito il tuo sforzo vitale e perché non ti ho amato abbastanza, e allora non so dove mettere questo fardello di amore se non vicino agli dei.
E del suo amore io così riamata non aveva onda e non aveva spiro e or nel sogno tutta sublimata mi pareva di vivere un delirio, un delirio del qual gli fossi grata, quantunque un lacrimevole sospiro venisse a volte a far tremar le stelle, e dissi a lui le cose mie più belle. E dissi a lui le cose mie più pure, le presenti, passate, le future, tanto che di magia fui fatta nera, egli credette ch'io fossi sincera. E sincero lo ero e ancor lo sono, soltanto che bramar di veder lui mi par cosa non degna di perdono, perciò commetto a te questo destino di incontrare il mio amore al tuo cammino.
Confusione di stelle è stato il mio primo incontro con la Merini, e tra le poesie e le prose mi è parso di poter intravedere uno scorcio dell'animo della poetessa. Un animo notoriamente turbato da problemi psichiatrici, che traspaiono sia dai temi che dai toni usati nell'opera, ma anche un animo molto romantico che le ha permesso di creare profondi legami affettivi con gli uomini più importanti della sua vita. Forse però i miei scritti preferiti della raccolta sono state alcune poesie in cui insulta persone anonime (o quasi) che, evidentemente, non le piacevano o l'avevano fatta arrabbiare. Danno un tocco umano/quotidiano che mi ha divertita.
La Poeta è qui raccontata in tutto il suo realismo, senza sconti. Per chi, come me, sa chi è Alda Merini per le numerose citazioni su Facebook (!) e per poco altro, questa biografia sarà un bellissimo viaggio in una vita vissuta nel caos, nella pazzia, nell'amore e con tanta poesia.
Il titolo “Confusione di stelle”, seguito dai versi bellissimi della poesia “Un’eccezione”, anticipa l’alternarsi di amore e follia, proprio della vita e della poesia di Alda Merini. Ho apprezzato molto anche il tormento delle brevi prose e l’arguzia delle interviste che completano il libro di poesie degli anni ottanta, scritte fra Taranto e Milano.
❝ Ma se tu maestro dici che la mia poesia non è etica sbagli, perché io commetto un errore di sale, un errore di pronuncia e di zelo e invece di pronunciare Dio dico la parola uomo, allora perdo la misura del mio incombente equilibrio e mi sento satura come fossi drogata e da questa confusione di stelle nasce la parola amore. ❞