Spazi deserti, montagne sopra e sotto il suolo terrestre, foreste di betulle e boschi di rame, d’argento o d’oro, un mare che dalla Scandinavia può portare fino all’Arabia, perfino l’inferno con i suoi diavoli: questi i paesaggi delle Fiabe norvegesi, «le migliori che esistono», come disse Jacob Grimm. Protagonista assoluto è il riscatto dei fratelli più piccoli e di chi è da tutti considerato inferiore: che siano figli di mendicanti o di re, sono sempre loro, in barba ai più esperti, a superare prove e avversità per raddrizzare lo storto e avere la meglio, finendo sposati con la ragazza più bella. Contro giganti cattivi, troll policefali, draghi delle voragini, e contro le aspettative e lo scherno dei più grandi, il Ceneraccio della tradizione fiabesca del Nord, nelle sue molte varianti, si guadagna col suo buon cuore l’aiuto di lupi, cavalli, aquile e salmoni parlanti, e grazie all’audacia, all’ingegno e alla curiosità si impossessa di spade invincibili, rose selvatiche che diventano boschi, gocce d’acqua che si allargano in laghi. Attinte al patrimonio folklorico norvegese trascritto e raccolto per la prima volta da Asbjørnsen e Moe nell’Ottocento dopo essere stato tramandato di bocca in bocca per tempi immemorabili, queste fiabe intessono trame e atmosfere a noi nuove con personaggi e motivi che ci sono familiari, come la scarpetta di Cenerentola o gli stivali delle sette leghe, incantandoci con la loro ricchezza narrativa e avvicinandoci con il loro stile scarno alla freschezza della lingua del popolo.
Fiabe norvegesi è il sesto volume della serie di fiabe nordiche curata da Bruno Berni per Iperborea, dopo Fiabe lapponi, Fiabe danesi, Fiabe islandesi, Fiabe svedesi e Fiabe faroesi. Una selezione che attinge alle prime versioni scritte di questi racconti popolari, per offrire un ritratto il più possibile incontaminato dell’immaginario nordico e riscoprire la ricchezza della sua tradizione orale. Seguiranno le antologie dedicate agli altri paesi del Nord.
Tutte le fiabe nordiche sono ricche di somiglianze l’una con l’altra: è impossibile evitare contaminazioni, quando i popoli vicini sono così vicini, sia geograficamente sia culturalmente. Possono cambiare i nomi dei protagonisti oppure il tipo di creatura magica, ma la morale e lo svolgimento è quasi sempre lo stesso. Personalmente, trovo che sia un fattore molto interessante, ma capisco che a lungo andare possano sembrare ripetitive. Edizione Iperborea molto bella, così come sono molto belle le illustrazioni all’interno, una per ogni storia.
Mi aspettavo qualcosina di più. Avrei scelto fiabe leggermente più diverse tra loro, queste sono molto simili tre loro. Consiglio: leggere una fiaba al giorno, massimo due
Con questo libro ho partecipato al gruppo di lettura per il mese di gennaio #LeggendoilNord di @sfogliarsi.yle @leggendo_ @cibus_mentis_ e so che sono in tremendo ritardo ma sto attraversando un periodo di scarsa concentrazione e non voglio sforzarmi a leggere, il blocco del lettore è sempre dietro l’angolo.
Il progetto di lettura condivisa ha durata di un anno, quindi per chi fosse interessato a partecipare Yle, Virginia e Luisa sono pronte a fornirvi ulteriori dettagli.
Purtroppo questa raccolta di fiabe non mi è piaciuta molto a causa delle numerose ripetizioni tra una fiaba e l’altra, sia in merito ai personaggi sia in merito allo svolgimento della storia. Nella discussione sul gruppo Telegram in molti hanno espresso la loro perplessità sul contenuto del libro, così ero già preparata e ho cercato di avere aspettative non troppo alte. Ho dovuto dar ragione a chi ne era rimasto deluso.
Ho cercato di leggere una o due fiabe al giorno e vi consiglio di fare lo stesso, se lo leggerete. La morale è la stessa per tutte: a trionfare non è sempre il più forte, spesso è il più umile e “sfigatello”.
Addirittura si ripetono le frasi che pronunciano i protagonisti, le storie risultano scontate e noiose, ho fatto molta fatica a finirlo.
L’unica nota positiva sono le illustrazioni presenti nel testo, che a mio parere sono sempre un valore aggiunto e aiutano la nostra immaginazione.
Perché i fratelli Grimm definirono le fiabe norvegesi “le migliori che esistono”, difficilmente lo si può capire da questa raccolta. Le fiabe raccolte hanno sempre lo schema con l’eroe inizialmente bistrattato che si riscatta con un espediente magico, ricade poi perdendone i benefici, per avviarsi poi alla risoluzione felice. C’è sempre un castello, una (o 3) principessa da salvare, uno (o 3) troll a più teste da sconfiggere con la solita spada pesante, da maneggiare con la solita fiasca di pozione magica. Mi sembra impossibile non ci siano fiabe legate al mare, alla neve, , al cielo e alle stelle norvegesi e che la capacità di tratteggiare i personaggi, o anche solo di inventarne azioni non monotone, sia così povera. Le grafiche di questa edizione sono però belle.
Dopo il volume sulle fiabe islandesi letto lo scorso anno, ho deciso di prendere quello dedicato al folklore norvegese. La lettura è stata sicuramente più piacevole, sebbene molte delle storie qui presenti tendono a ripetersi in diverse varianti. Tuttavia, ci sono un paio di storie che sono decisamente carine, come quella di Aren Vestedilegno, cui gran parte della storia riprende molto da quella più conosciuta di Cenerentola. Un bel libricino da gustarsi a Natale.
Queste fiabe, nonostante le atmosfere siano diverse, si presentano a noi nuove con personaggi e motivi che ci sono familiari. Nonostante ciò però questi racconti possono risultare ripetitivi, spesso monotoni quindi secondo me è un libro che va letto a piccole dosi, magari una o due fiabe al giorno così si riescono bene ad assaporare. Leggere questo volume è stato un bel viaggio, all’insegna di paesaggi freddi, gelidi e protagonisti forti.
Questa selezione di fiabe norvegesi è particolarmente bella e interessante perché offre uno spaccato del mondo del folklore della Norvegia, mostrandoci un universo d'immagini e figure straordinarie tipiche di questa località. Ne consiglio la lettura perché l'edizione merita.
Se avessi un nichelino per ogni volta che ho letto di un troll con tre, sei o nove teste, che ha rapito una principessa, e che l'eroe uccide con la sua stessa spada dopo aver bevuto tre sorsi da una fiasca...
Una raccolta di favole da non leggere tutte insieme perché alla fine possono diventare ripetitive. Da “sbocconcellare”🤪. Molto carina e un po’ differente la fiaba del perché il mare è salato.
Carine, peccato siano tanto ripetitive le une con altre sia a livelli di personaggi che nella trama, avrei preferito una selezione di fiabe più diverse tra loro che non includessero tutte Troll con più teste, principi e principesse.
È sempre bello vedere come i temi e i personaggi del folklore si ritrovano sotto forme diverse in paesi e culture anche molto distanti tra loro - questo è secondo me il grande fascino che esercitano tutt'ora fiabe e leggende. Questa raccolta però è un pochino ripetitiva, speravo in una raccolta più variegata! Però le edizioni Iperborea sono sempre bellissime, come sempre.
Non mi è piaciuto... Non ho dato una stella perché alcune fiabe sono salvabili. Le altre le ho trovate estremamente ripetitive... In più niente di caratteristico nell'ambientazione che mi abbia potuto far pensare di trovarmi in Norvegia..
Ciò che più amo dei libri della casa editrice Iperborea è la cura per i dettagli che contraddistingue ogni loro pubblicazione. In “Fiabe Norvegesi", infatti, troverete non solo delle fiabe particolari, che sono per lo più racconti popolari tradizionali, curate da Bruno Berni, ma anche meravigliose illustrazioni ad opera di Vincenzo del Vecchio.
“Fiabe Norvegesi" è un volume di modeste dimensioni (appena centosessanta pagine) che si può tranquillamente divorare in un sabato pomeriggio, magari davanti una tazza calda di caffè (o tè, in base ai propri gusti) e il plaid sulle gambe. Semplici, a volte divertenti e sempre con un finale positivo, questa raccolta di fiabe è una vera chicca per gli appassionati del genere, nonché dei paesi nordici.
Al suo interno troverete dodici brevi racconti, uno più interessante dell’altro, dove i protagonisti indiscussi sono sempre i figli più giovani di Re o della gente povera, ragazzi spesso ignorati e sbeffeggiati che con “soltanto” la loro bontà d’animo e la voglia di aiutare il prossimo riescono a portare a termine ogni missione e a riscattarsi, con un happy ending assicurato ogni volta.
La lettura risulta scorrevole e arrivare alla fine del libro non è assolutamente un’impresa ardua, complice anche una scrittura fluida, elegante e facilmente comprensibile, capace di trasportare il lettore in questo mondo fiabesco pieno di troll e di giganti da sconfiggere e di principesse da salvare.
La mia fiaba preferita tra tutte è stata Il ragazzo che si trasformò in leone, in falco e in formica, dove un ragazzo (ve la sintetizzo al massimo) ottiene in dono la capacità di trasformarsi in questi tre animali e utilizza questo “potere” per salvare una principessa e le sue sorelle da alcuni troll che le tenevano prigioniere.
Quello che più mi ha fatto storcere il naso è stata la ripetitività di alcune fiabe. Su dodici, circa la metà sono una ripetizione di quella precedente, se non che cambia una parola, un luogo o in molti casi il numero di teste del Troll da battere. Avevo trovato la stessa ripetitività in “Fiabe Islandesi“, ma con un numero decisamente minore e ci tengo anche ad aggiungere che quest’ultimo volume contiene ben trenta racconti (per lo stesso prezzo). Quindi sì, quando mi sono ritrovata a leggere la stessa fiaba, solo con un nome diverso e con pochi e sporadici elementi differenti, ci sono rimasta un pochino male.
Davvero un peccato perché dopo aver amato “Fiabe Islandesi” ci speravo con tutto il cuore che avrei amato anche quelle norvegesi, e invece… sì, mi sono piaciute ma non tanto quanto le altre. Sicuramente lo consiglio, nonostante questa nota dolente (anche perché non è detta l’ultima parola, magari a qualcuno di voi piacerà), e qualora dovessi ritrovarmi tra le mani gli altri volumi della serie non ci penserò su due volte prima di acquistarli. Ormai è una questione di principio: uno a uno, palla al centro.
Lette singolarmente sono molto carine, speravo in un po’ più di differenze perché alcune sono molto simili l’una all’altra. La mia preferita è sicuramente “Il macinino che macina in fondo al mare”. Tutto sommato a parte le ripetizioni è una stata una lettura godibile.
Ultima uscita Iperborea nella collana delle Fiabe Nordiche. Un’altra occasione per approfondire il folklore di queste nazioni che, erroneamente, tendiamo ad uniformare.
Fiabe decisamente meno truculente di quelle Faroesi e Islandesi ma pur sempre di stile “tradizionale” con troll, draghi ed eroi non sempre virtuosi.
Chiara anche in questo caso l’origine orale delle storie. Interessante notare la ripetizione di strutture e figure in vicende diverse, soprattutto ricollegandole anche alle tradizioni di altri popoli nordici.
Uffi.. mi aspettavo molto molto di più. Invece purtroppo le fiabe sono molto simili fra loro e addirittura a volte quasi uguali. Inoltre la traduzione a mio parere ha qualche pecca, certe cose andavano intese in maniera diversa secondo me. Mi dispiace dargli così poco perché onestamente ci tenevo davvero tanto. I disegni sono molto belli. Peccato.
Giganti, troll, draghi e creature a più teste; re, regine, principi e principesse; animali parlanti e oggetti magici; e ancora foreste incantate, castelli sontuosi e luoghi sotterranei: sono alcuni degli elementi che caratterizzano questa raccolta di fiabe norvegesi curata da Bruno Berni. Protagonisti indiscussi sono coloro che vengono considerati inferiori, i più poveri o i fratelli minori, che qui riescono ad emanciparsi, grazie anche al loro coraggio e alla loro determinazione.
Nel complesso la lettura mi è piaciuta molto, anche se la maggior parte delle fiabe presenta dinamiche molto simili l’una all’altra, risultando di conseguenza ripetitive; secondo me, però, questo aspetto è proprio caratteristico della tradizione orale in generale: essendo appunto storie tramandate a voce, dovevano necessariamente essere ripetitive per essere ricordate più facilmente. Vi consiglio, quindi, di leggerlo a piccole dosi, magari una fiaba o due al giorno, così riuscirete ad apprezzarlo meglio!
Recensione a cura della pagina instagram Pagine_e_inchiostro: Le raccolte di fiabe offrono un'immersione affascinante nelle tradizioni popolari delle terre del Nord, mescolando miti, leggende e credenze. In queste raccolte, la realtà si intreccia con il sovrannaturale, trasformando il quotidiano in un mondo magico e misterioso, in cui la natura selvaggia gioca un ruolo fondamentale. Le fiabe, pur variando nei toni e nei temi, sono intrise di morale e saggezza popolare, mostrandoci personaggi alle prese con dilemmi esistenziali o con sfide eroiche, che ci guidano alla scoperta di un mondo lontano e affascinante. Queste fiabe vanno lette come testimonianze di un tempo in cui la narrazione orale e le tradizioni regionali erano ancora vive, un’epoca in cui ogni storia rifletteva il modo di vedere e di raccontarsi di un popolo. Con un tocco di folklore e di umorismo nordico, questi racconti senza tempo sono la perfetta lettura per questo periodo dell’anno.
Tra le raccolte Iperborea, questa é la migliore a livello di illustrazioni, davvero preziose!
"Acci acci, sento odor di cristianacci!" Le fiabe hanno la straordinaria capacità di essere universali pur racchiudendo la particolare cultura del popolo che le narrano. Nonostante siano racconti antichissimi ritroviamo sempre qualcosa di familiare, che siano i tre abiti di una Pelle d'Asino o i figli più giovani, i Ceneracci, che rimestano la cenere tutto il giorno e che, come i nostri Grulli, sono ingenui e di buon cuore. Qui antagonisti indiscussi sono i troll, e gli eroi hanno un bel daffare a tagliare tutte le loro teste o a sfuggire alle loro malie, aiutati da lupi, aquile e cavalli. Ma ci sono anche principesse che fuggono in groppa a tori neri e perdono scarpette d'oro. E pidocchi, decisamente tanti pidocchi!
Io questa raccolta l'ho letta tempo fa e ora l'ho ascoltata su Storytel, e vi consiglio entrambe le esperienze: l'edizione Iperborea è arricchita da splendide illustrazioni mentre Jacopo Calatroni ha la voce calda di un cantastorie.
Anche se molte fiabe presentano elementi uguali (perché tutte le principesse prigioniere filano metalli e spidocchiano troll?), comunque è stata una lettura molto bella, che mi ha riportato alla mente motivi presenti in molte altre fiabe dell'Europa centrale. Molto interessante anche la parentesi più filologica alla fine. Le fiabe che ho preferito sono state quelle di Per il mercante e del macinino che macina in fondo al mare.
Mi è piaciuto molto leggere fiabe mai sentite prima. Ci sono molti temi ricorrenti e a volte può diventare un po’ noioso, ma ho trovato molto interessante paragonare ciò che impariamo a conoscere fin da piccoli con queste fiabe.
Lettura consigliata a chi è interessato alla cultura e letteratura scandinava, ma anche come lettura alternativa per chi ama le fiabe e vuole una lettura serale leggera.
È una raccolta di 12 fiabe norvegesi che ho trovato piacevole da leggere, anche se (soprattutto per alcune di esse) vi sono vari elementi ripetitivi. In parte lo trovo un fattore positivo poiché caratterizza questo tipo di fiabe legate al folklore, dall'altra un fattore negativo nell'esperienza di lettura (a sua volta un po' "scontata" e ripetitiva, appunto). In compenso, le illustrazioni all'interno di questa edizione sono molto belle!
Una raccolta di fiabe molto interessante, soprattutto per chi ama i folklore scandinavo e questo tipo di raccolte. Alcune fiabe spesso hanno elementi in comune o piccole caratteristiche che si ripetono ma questo le rende interessanti per comprendere l’evoluzione delle tematiche presentate. (4,5 stelline)
Raccolta interessante e ben curata. Rispetto ad altre della medesima collana, si è un po' ecceduto nelle varianti di una medesima fiaba, fatto che rende la parte centrale del testo un po' ripetitiva. Alcuni passaggi delle psicologie di personaggi risultano un pochino forzate, ma dipende dal racconto tradizionale, non certo dal curatore.
Speravo di trovare qualche fiaba che già conoscevo, speravo forse di trovarne di più varie, sta di fatto che sono rimasta, se non proprio delusa, diciamo un po' insoddisfatta. (Piccolo appunto per il mio cuore un po' piangente per la, purtroppo doverosa, resa del nome Askeladden come "Ceneraccio". Ma mi rendo conto che non si poteva evitare e che qui, davvero, è solo una questione di abitudine).
Questo volume è un tesoro che ha arricchito il mio viaggio in Scandinavia. Attraverso dodici fiabe classiche, ho esplorato i temi del coraggio, dell'astuzia e della perseveranza. Un'occasione per apprezzare l'immaginario norvegese e le sue figure iconiche come Ceneraccio e i troll, riscoprendo la magia di una tradizione antica.
Mah… non un granché devo dire. Tra qualche giorno devo andare in Norvegia e speravo che queste fiabe mi immergessero nell’atmosfera del luogo, perché mi immaginavo animali del nord, vento, neve e freddo… e invece è pieno di principesse e troll a triplette, non troppo diverse da ciò a cui sono abituata. Forse è soltanto la selezione fatta… peccato.
É stato come ritornare bambini. Inoltre, dopo uno splendido viaggio in Norvegia, le fiabe di Berni si apprezzano molto di più. La più bella è quella del màcinino in fondo al mare, che dà una spiegazione del perché l’acqua del mare é salata. Super consigliato