Questo testo, inedito per l’Italia, è uno degli ultimi scritti da V.S. Naipaul - ed è anche uno dei più diretti e personali. È apparso per la prima volta sul «New Yorker» del 6 gennaio 2020.
V. S. Naipaul was a British writer of Indo-Trinidadian descent known for his sharp, often controversial explorations of postcolonial societies, identity, and displacement. His works, which include both fiction and nonfiction, often depict themes of exile, cultural alienation, and the lingering effects of colonialism. He gained early recognition with A House for Mr Biswas, a novel inspired by his father’s struggles in Trinidad. His later works, such as The Mimic Men, In a Free State, and A Bend in the River, cemented his reputation as a masterful and incisive writer. Beyond fiction, his travelogues and essays, including Among the Believers and India: A Million Mutinies Now, reflected his critical perspective on societies in transition. Naipaul received numerous accolades throughout his career, including the Nobel Prize in Literature, awarded for his ability to blend deep observation with literary artistry. While praised for his prose, his often unsparing portrayals of postcolonial nations and controversial statements sparked both admiration and criticism.
Si riesce davvero ad elaborare un lutto, oppure questo è sempre vivo, nonostante siano passati decenni? E come si fa ad elaborare un lutto, se a morire è uno dei due genitori quando si è ancora giovani? In questo racconto, comparso per la prima volta sul «New Yorker» del 6 gennaio 2020, V. S. Naipaul parla di più lutti: quello del padre Seepersad, quello del fratello Shiva (scomparso a 40 anni) e lo fa attraverso le leggendarie sette vite che si attribuiscono a un gatto, parlando del suo Augustus.
"Il lutto ha le sue esigenze. Non possiamo sapere chi piangeremo la prossima volta. Dopo tutto quello che avevo sofferto per mio padre, non avrei mai pensato di essere investito, quasi con la stessa violenza, dalla morte di mio fratello minore, Shiva. Non mi era così vicino. Voleva fosse ben chiaro che la sua strada se l’era trovata da solo. Avevo dovuto lasciarlo andare, e alla fine mi ero abituato alla distanza."
"Il dolore è sempre in agguato. Fa parte del tessuto stesso della vita. È sempre sulla soglia. L’amore impreziosisce i ricordi, e la vita; il dolore che ci aspetta è proporzionato a quell’amore, e inevitabile."
Certe morti non si superano, no. Si impara a conviverci. Resta il ricordo amato. Resta la presenza invisibile. Resta l'amore. Sempre. "Mio padre è morto quasi sessant’anni fa. In quel periodo buio mia sorella minore, Sati, aveva tirato fuori un’idea rasserenante. Per quanto collerico, papà era un umorista, e secondo Sati per tutto quel tempo aveva osservato il dolore della sua famiglia, facendosi una bella risata. Qualcosa del genere l’ho pensato anch’io, dopo la morte di Augustus. Lo vedevamo dappertutto, in casa, in giardino, nella siepe. E secondo me osservava tutto quello che accadeva nella casa in cui non abitava più: pensando, con l’intelligenza di sempre, a come regolarsi."
“Il dolore è sempre in agguato. Fa parte del tessuto stesso della vita. È sempre sulla soglia. L’amore impreziosisce i ricordi, e la vita; il dolore che ci aspetta è proporzionato a quell’amore, e inevitabile.”
Le forme che l’amore, e l’inevitabile dolore, assumono nei gesti di una vita quotidiana. Le piccole attenzioni in cui l’amore è in grado di snocciolarsi. Ed anche i riti in cui cerchiamo di incanalare il dolore, per stemperarlo, per “tenerlo a bada”, per renderlo quasi famigliare, di modo che ci spezzi di meno, di modo da essere in grado di metabolizzarlo e trasformarlo in qualcosa di meno appuntito.
Un racconto molto commovente, in uno stile di scrittura semplice e autentico che ho apprezzato tanto.
Sin dalla notte dei tempi, nei momenti di maggiore difficoltà ed incertezza, ci siamo sempre rivolti agli scrittori, nella speranza di poter tenere a bada la paura, le tenebre della notte. Non può essere un caso se oggi, Adelphi vara (in ebook) una nuova collana, Microgrammi, partendo con Dolore, del premio Nobel per la letteratura nel 2001, V.S. Naipaul, scomparso nel 2018. Un testo inedito per l’Italia, apparso per la prima volta sul «New Yorker» del 6 gennaio scorso e tradotto da Matteo Codignola. È una lettura fluida, uno degli scritti più autobiografici di Naipaul (di cui citiamo Alla riva del fiume e Lo scrittore e il mondo, editi da Adelphi) che affronta il lutto e la sua necessaria elaborazione – «il dolore sempre in agguato. Fa parte del tessuto stesso della vita. È sempre sulla soglia» - traendo spunto dal ricordo del padre, scomparso ormai sessant’anni fa. Naipaul sfiora la tristezza ma sceglie di veleggiare sulle note della malinconia, richiamando la figura del genitore, sino alla triste notizia della sua scomparsa, giunta con un telegramma. E i suoi lettori ricorderanno che già nel suo primo romanzo - Il massaggiatore mistico, scritto nel 1957 – l’autore naturalizzato britannico aveva tratto spunto da questo preciso aneddoto. Narratore alle prime armi, aveva virato verso una commedia leggera mentre in queste pagine rivela il suo lato più intimista. Perché quel dolore disatteso che ci toglie il fiato, è proporzionato «all’amore che impreziosisce i ricordi».
The essay does a fantastic job of getting it across to the reader that it is hard to be prepared for grief and all the readiness goes to waste when one is right in the middle of it. It crops up in life unexpectedly.
"I didn’t think grief could come near me again.
It was a poor way of thinking. We are never finished with grief. It is part of the fabric of living. It is always waiting to happen. Love makes memories and life precious; the grief that comes to us is proportionate to that love and is inescapable.
This grief has its own exigencies. We can never tell beforehand for whom we will feel grief."
I am trying to let the hurt do its job and not resist. The essay helped with it.
« Il dolore è sempre in agguato. Fa parte del tessuto stesso della vita. È sempre sulla soglia. L'amore impreziosisce i ricordi, e la vita; il dolore che ci aspetta è proporzionato a quell'amore, e inevitabile. »
Sono cose d'occasione che gli editori sfruttano raschiando il fondo dei barili. Ma se amate/avete amato un gatto preparate il fazzoletto. La scrittura è limpida come al solito. Sapendo che narcisista violento sia stato il premio Nobel, non stupisce che il dolore sia solo quello patito da lui senza una parola per quello inflitto in abbondanza (fisicamente e moralmente) agli altri (specialmente donne) nel corso della sua vita.
Una narrazione emozionante dove l’autore ripercorre tre lutti che l’hanno segnato profondamente: quello di suo padre, quello di suo fratello minore e quello del suo gatto Augustus. Sono tre tipi di dolore che possiedono la stessa radice, ma che sfociano in pensieri ed emozioni differenti: quando il padre è venuto a mancare, l’autore aveva appena ventun’anni e si sentiva invaso da un dolore sconosciuto che cercava di racchiudere nell’ultimo regalo che aveva ricevuto da lui, un vaso tipico indiano che ricordava, per assurdo, un’urna funeraria. Pensava di aver superato il lutto, poi con sorpresa si è trovato a doverlo riaffrontare in uno dei suoi romanzi, dove lo descrisse, rendendosi conto di quanto quell’evento gravasse ancora sulla sua vita: «In realtà me l’ero portato dentro, intatto, per moltissimo tempo». Trent’anni dopo, Naipaul perse suo fratello minore, e in questa circostanza il dolore si manifestò nell’impossibilità di mangiare: «Non mi era mai successo. Quel blocco, che dava al dolore una dimensione concreta, era durato tutta la settimana, fino alla cremazione». Il dolore, quindi è in questo caso una presenza lancinante che logora il benessere fisico di chi soffre, e l’autore se lo portó dietro per ben due anni, nei quali la sua vita apparve come rallentata. Infine, l’autore parla del suo amatissimo gatto Augustus, che tipo di dolore può avergli lasciato la sua scomparsa? È difficile spiegare l’attaccamento che provasse verso una creatura a che aveva cresciuto con tanto amore, che gli aveva fatto riscoprire la gioia di tante piccole azioni quotidiane. Forse ha provato quel tipo di dolore dovuto dall’illusione di poter per sempre mantenere con sè qualcosa di cui ci si è presi tanta cura. Sebbene il racconto appaia doloroso, ci viene dato un ultimo piccolo spiraglio di gioia: «Mio padre è morto quasi sessant’anni fa. In quel periodo buio mia sorella minore, Sati, aveva tirato fuori un’idea rasserenante. Per quanto collerico, papà era un umorista, e secondo Sati per tutto quel tempo aveva osservato il dolore della sua famiglia, facendosi una bella risata. Qualcosa del genere l’ho pensato anch’io, dopo la morte di Augustus. Lo vedevamo dappertutto, in casa, in giardino, nella siepe. E secondo me osservava tutto quello che accadeva nella casa in cui non abitava più: pensando, con l’intelligenza di sempre, a come regolarsi».
My grandma passed away on January 19th. My grandpa passed away on January 21st. On February 20th, we then had to say goodbye to my 15 years old dog. As a matter of fact, he also happened to be my best friend. I was devastated. 2021 has been a very sad year for me so far, and it's been incredibly difficult to cope with all of this. I've been feeling extremely anxious and restless, and V.S. Naipaul's words were pretty much the only kind of comfort I've found since February 20th. The day after my dog left us, my mom heard about this book and told me this might help me. And it did. It was painfully relatable, but it was relatable so it made me feel less alone. And it helped me a lot during my difficult first week of grieving.
Un libretto che si legge in mezz'ora, totalmente doloroso, straziante - specie se letto in certi specifici momenti della propria esistenza. Un libro che parla del dolore dinanzi alla morte, delle decisioni che prendiamo, delle reazioni che abbiamo. Un racconto sulla morte, ma scritto con una delicatezza e dolcezza non comuni.
Come un premio Nobel ti racconta il lutto. Tre lutti, nello specifico, che gli hanno segnato la vita. Una memoria intima, che strazia, difficilissima da leggere se hai dei gatti, ma che, in ogni caso dovrebbe essere venduta con dei fazzoletti. Si piange dalla prima all'ultima pagina. E quelle che fanno questo effetto sono sempre le pagine migliori.
"We are never finished with grief. It is part of the fabric of living. It is always waiting to happen. Love makes memories and life precious; the grief that comes to us is proportionate to that love and is inescapable".
La perdita non è mai qualcosa di facile. In questo libro si affrontano in modo sensibile e leggero varie perdite, tutte diverse e tutte piene di amore e affetto.
“Il dolore è sempre in agguato. Fa parte del tessuto stesso della vita. È sempre sulla soglia. L’amore impreziosisce i ricordi, e la vita; il dolore che ci aspetta è proporzionato a quell’amore, e inevitabile.”
Dolore, di V.S. Naipaul, è il primo testo pubblicato da Adelphi per la collana digitale Microgrammi. Giusto qualche pagina intrisa di malinconia e sofferenza, di quel dolore necessario all’elaborazione di diversi tipi di lutto.