Ritornano in un grande affresco gli inquilini della Casa di ringhiera ognuno alle prese con le sue fissazioni e miserie. Angela Mattioli dopo la dipartita del pensionato Amedeo Consonni, crivellato di colpi sul ballatoio di casa come i lettori di Morte di un ex tappezziere ricorderanno, se ne è andata sulla riviera ligure e lì vive, con il nuovo compagno. Recami sposta la scena a Camogli ma solo per poco perché presto ci ritroviamo nel condominio milanese, e lì tiene le fila di tutti i personaggi della saga, interseca le storie, scombina i giochi, spiazza il lettore fino a ricomporre tutto come in un gioco di prestigio.
Francesco Recami è uno scrittore italiano. Dopo un'iniziale esperienza nella redazione di testi divulgativi e guide di montagna, esordisce come scrittore per ragazzi con i romanzi Assassinio nel paleolitico (Mondadori, 1996) e Trappola nella neve (Le Monnier, 2001). Nel 2006 inizia a collaborare con la casa editrice Sellerio, con cui pubblica L'errore di Platini, Il correttore di bozze (2007) e Il superstizioso (2008), con cui entra nella cinquina finalista del Premio Campiello. Nel 2009 pubblica Il ragazzo che leggeva Maigret, che gli vale il Premio Scrittore Toscano, mentre un anno dopo esce Prenditi cura di me, che entra nella dozzina pre-finalista del Premio Strega e viene selezionato anche per il Premio Castiglioncello e il Premio Capalbio. Seguono poi La casa di ringhiera (2011), Gli scheletri nell'armadio (2012), Il segreto di Angela (2013), Il caso Kakoiannis-Sforza (2014). Nel 2015 pubblica L'uomo con la valigia e la raccolta di racconti Piccola enciclopedia delle ossessioni, che si aggiudica la vittoria al Premio Chiara. Ha inoltre pubblicato scritti e racconti per varie antologie edite da Sellerio dal 2009 in poi.
Non male, un po’ prolisso e dispersivo. Meno divertente dei precedenti, con un paio di situazioni che rallentano la vicenda e non rendono giustizia ai personaggi. Discreto ma non imperdibile
Mi aveva attirato l'introduzione sulla Liguria, sulla misteriosa quanto semplice vita di un pescatore comunista di Camogli, ma poi leggendolo mi sono accorto parlasse di questa casa di ringhiera a Milano e dell'umanità che la abita, ricolma di vizi, poche virtù, paradossi e situazioni grottesche identiche a quelle che si possono trovare in un cinepanettone, con sfondo un misterioso assassinio avvenuto un anno prima, in un precedente romanzo che però non ho letto: talmente irritante che ho provato a continuarne la lettura tre volte e non sono riuscito ad andare avanti prima della metà. Da evitare, ma forse sono io che non sopporto la "comicità" nella narrativa.