Florenz 1459: Ein einflussreicher Bankier wird unter mysteriösen Umständen in der Abtei Santa Trìnita ermordet. Der einzige Zeuge und gleichzeitige Hauptverdächtige ist der junge Dieb Tigrinus. Um seiner Hinrichtung zu entfliehen, muss er einen Pakt mit dem mächtigen Cosimo de’ Medici schließen und sich auf eine abenteuerliche Seereise begeben – auf der Suche nach einem sagenumwobenen Buch, hinter dem sich ein unaussprechliches Geheimnis verbirgt.
Ex archeologo, laureato in Lettere, svolge attualmente il lavoro di bibliotecario. Ha pubblicato diversi saggi storici, soprattutto per la rivista specialistica Analecta Pomposiana. Molte delle sue ricerche riguardano l'abbazia di Pomposa, con speciale attenzione agli affreschi medievali che raffigurano scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e dell'Apocalisse.
Sul fronte della narrativa ha partecipato all’antologia 365 racconti horror per un anno, a cura di Franco Forte. Altri suoi racconti sono usciti per la rivista letteraria Writers Magazine Italia[3].
Il suo primo romanzo, Il mercante di libri maledetti, è un thriller medievale che ruota intorno alla figura di Ignazio da Toledo, mercante di reliquie mozarabo, e a uno sfuggente manoscritto intitolato Uter Ventorum, in grado secondo leggenda di evocare gli angeli. In realtà questo volume è uno pseudobiblion come il Necronomicon citato da H.P. Lovecraft[4]. Per il successo conseguito da questo romanzo l'autore ha ricevuto il 24 novembre 2011 il premio What's up Giovani Talenti per la cultura[5].
Nell'ottobre del 2012 pubblica La biblioteca perduta dell'alchimista con protagonista ancora il mercante Ignazio da Toledo e a partire dall'agosto dello stesso anno Rex Deus. L'armata del diavolo, ebook a puntate poi pubblicato in cartaceo con il titolo L'isola dei monaci senza nome.
Nel tempo libero Simoni organizza eventi culturali di taglio letterario.
Salve a tutti! Era da un po’ di tempo che nella mia libreria campeggiava polveroso il titolo di un libro che ancora stentavo a leggere. Chi mi conosce sa che ho amato profondamente la lettura de I Pilastri della Terra, il suo seguito Mondo senza fine ed anche Ildefonso Falcones ne La Cattedrale del Mare. Li considero dei romanzi storici scritti meravigliosamente, che non hanno bisogno di nessuna presentazione. La mia reticenza verso Simoni derivava appunto dal timore di rimanere delusa rispetto al confronto con cotanta maestranza. Questa settimana, però, in maniera del tutto casuale, ho appreso che il su menzionato scrittore italico ha in serbo per noi un nuovo titolo. Ammirata da tutta questa prolificità letteraria e visti i tanti suoi estimatori, ho deciso di dare inizio finalmente a questa lettura e condividere con voi amici le mie impressioni a proposito.
L’eredità dell’ abate nero di Marcello Simoni narra le vicende della famiglia Bruni in seguito alla tragica morte del capofamiglia Giannotto, occorsa in circostanze misteriose all’interno della cripta della chiesa della Santa Trinità a Firenze. La bella e coraggiosa Bianca, nipote prediletta di Giannotto, non si rassegna al decesso violento dell’amato zio, che l’aveva accolta in casa come una figlia, e decide, assieme al pavido, pingue e vagamente reticente cugino Angelo, di indagare sull’episodio. Scopre molto presto che nella cripta della chiesa, nel momento cruciale, era presente anche un ladro di nome Tigrinus, il quale assiste all’omicidio e ne viene ingiustamente accusato. Fin da subito si evince che la figura di Tigrinus, orfano senza identità, che deve il suo nome alle particolari striature dei suoi capelli, è fondamentale nel romanzo e costituisce il filo conduttore di tutti i personaggi e le loro mille traversie. Ma chi è davvero il ladro Tigrinus e che legame c’è tra lui e il misterioso abate nero? Cos’è la Tavola di Smeraldo tanto ambita da Cosimo De’ Medici? La trama è molto articolata e non intendo svelarne i segreti. Chi volesse approfondire, potrà leggere il romanzo. Prima però, vorrei dire brevemente quello che penso a riguardo; ciascuno ne tragga le proprie conclusioni.
Fin dalle prime righe del libro, si respira il profumo di un’altra epoca attraverso l’uso efficace di una terminologia gergale, frutto di un background culturale di un certo spessore e rispetto. Ciononostante, ritengo che l’utilizzo della suddetta terminologia nella prima parte, soprattutto in riferimento a pezzi di abbigliamento dell’epoca e privata di ogni spiegazione, abbia appesantito il racconto, pregiudicandone così la scorrevolezza. Sarebbe bastata qualche nota in più a piè di pagina per trarre il lettore da ogni imbarazzo. I personaggi sono perfettamente caratterizzati, soprattutto quelli principali di Bianca, Angelo e Tigrinus. Ho gradito particolarmente la figura di Bianca, nipote di Giannotto. A differenza di suo cugino, il pavido Angelo, ella fin da subito si distingue per il suo carattere forte e coraggioso. Intelligente e acculturata, si distacca dalla figura di donna dell’epoca, sempre remissiva e bisognosa di aiuto. Non si crogiola nei problemi, aspettando che qualcuno la tragga d’impaccio, ma prende in mano il suo destino e con forte cipiglio da inizio la sua personale indagine alla scoperta della verità sulla morte dell’amato zio. Proprio questo atteggiamento sui generis, oltre alla sua indiscussa bellezza, colpisce Tigrinus, il quale ne rimane inevitabilmente attratto. I dialoghi tra i due sono sempre carichi di tensione e ironia. Ne consegue una sorta di schermaglia amorosa non di certo originale, ma che imprime al romanzo una nota di leggerezza e piacevolezza.
Un’avventura a sfondo storico che trova il suo svolgimento in un mondo dominato da leggi e convenzioni diverse da quelle odierne.
Nel complesso, un libro discreto. Scorre molto bene e la storia è intrigante anche se non sempre riesce a mantenere un ritmo serrato e accattivante. La scrittura è piuttosto semplice. Un libro adatto a quasi tutti i palati. Una lettura veloce e non impegnativa, piacevole ma non entusiasmante e né tantomeno memorabile. Il finale di questo primo libro, com’è ovvio trattandosi di una saga, lascia pieno spazio a ulteriori sviluppi e vicende.
Un viaggio avvincente e ben costruito nel cuore di un mistero storico, "L'eredità dell'abate nero" di Marcello Simoni si conferma una lettura che sa tenere incollati alle pagine. Simoni dimostra ancora una volta la sua abilità nel mescolare erudizione storica e suspense, trasportando il lettore in un'epoca passata con una dovizia di dettagli che non appesantisce mai la narrazione. La trama, pur seguendo schemi già noti agli amanti del genere, è solida e ricca di colpi di scena, capaci di mantenere alta la tensione fino all'ultima pagina.
Primo libro di questo autore italiano che leggo che si è rivelato un ottima scoperta. La trama segue principalmente le vicende del ladro Tigrinus sullo sfondo storico della Firenze del '400,il quale si trova ad essere casualmente testimone di un omicidio che lo catapulterà in un vortice di intrighi che lo porteranno a scoprire una parte del suo passato fino ad ora a lui sconosciuta. Le vicende sono narrate dal punto di vista di più personaggi, i capitoli sono abbastanza brevi e la lettura risulta quindi ancora più scorrevole. Quello che ho apprezzato di più è sicuramente la ricostruzione storica delle ambientazioni dell'Italia quattrocentesca ; si nota il grande lavoro di ricerca e approfondimento che l'autore ha fatto anche grazie alla terminologia specifica usata propria del periodo storico rappresentato. La storia ti cattura fin dalle prime pagine e vuoi sapere come andrà a finire grazie al ritmo incalzante che si mantiene costante per tutto il libro. La vicenda principale del romanzo trova la sua conclusione nonostante rimangano aperte alcune sottotrame che saranno sviluppate sicuramente nei prossimi libri, già dalla copertina infatti si sa che questo è il primo volume di una serie. Sicuramente leggerò i seguiti e anche altro dell'autore.
Una serie di eventi che ramificandosi tra loro danno vita a un mistero mercantile che porterà i nostri protagonisti in un'avventura oltre mare. Dietro ad ogni angolo, in ogni ombra, si cela un'insidia. Riusciranno i vari personaggi a sbrogliare la matassa di enigmi che li avvolge? Un racconto avvincente, che nasce dalla storia ma che su di essa vegono poi ricamati affascinanti peripezie e intricati enigmi. L'autore si muove con abilità nella Firenze rinascimentale, intrecciando la realtà alla fantasia. Sono rimasta colpita dallo studio che c'è alla base del romanzo e dalle numerose ricerche effettuate da Simoni. Recensione: http://chelibroleggere.blogspot.it/20...
Simoni è sinonimo di certezza!!! Come sempre del resto i suoi libri sono ottimi romanzi storici che presentano ogni volta una trama intrigante e originale! Consigliatissimo!!!
Con Marcello Simoni entriamo completamente nella storia, in quel quattrocento fatto di intrighi e misteri. Entriamo completamente in un mondo nuovo, diverso, passando da un ambientazione all'altra. Le minuziose ricerche dell'autore non si basano solo sul racconto di una storia, ma ogni minimo particolare è accentuato anche grazie all'utilizzo dei vocaboli dell'epoca, trovandoci immersi completamente. Fin dalle prime righe del libro, si respira il profumo di un’altra epoca attraverso l’uso efficace di una terminologia gergale, frutto di un background culturale di un certo spessore e rispetto. I personaggi sono ben strutturati, dai più importanti a quelli più secondari, questo romanzo è ricco di personaggi, anche quelli che in un primo momento appaiono meno importanti, si riscoprono avere un ruolo decisivo nella storia. Anche il ritmo del romanzo è molto buono, molti i colpi di scena, non ci sono punti morti che possano far calare l'attenzione, è un romanzo da leggere tutto d'un fiato, tiene incollati pagina per pagina avvolte in un alone di mistero, che pian piano va svelandosi. L'eredità dell'abate nero è un film immaginario, fatto di tanti ostacoli e intrighi che ci faranno pregare per la salvezza dei protagonisti. Uno stile accattivante e pungente in cui ogni riga, ogni punto e virgola, ogni fiato è perfettamente aderente alla realtà. Una storia che ci farà rimpiangere i banchi di scuola e i tomi antichi. Nel complesso, un ottimo libro. Scorre molto bene e la storia è intrigante. La scrittura è piuttosto semplice. Un libro adatto a quasi tutti i palati. Una lettura veloce e non impegnativa. Il finale di questo primo libro, com’è ovvio trattandosi di una saga, lascia pieno spazio a ulteriori sviluppi e vicende.
Personaggi banali e irritanti (due ceffoni all'orgogliosa Bianca li avrei dati volentieri), dialoghi che fanno sorridere nel tentativo di utilizzare un linguaggio d'epoca e una lettura, quella dell'autore, francamente imbarazzante. Ma sentire Cosimo de' Medici che parla con pesante accento romagnolo non ha prezzo.
Volevo riprovare con il romanzo storico leggero, visto che Strukul mi ha fatto venire il vomito con il suo stile. Questo libro dimostra che si può essere semplici e intriganti senza per forza scrivere di sesso ogni 3 pagine.I termini aulici e la scrittura stile rinascimento sono un po’ forzati, però scorrono bene.
Sicuramente si vede l'attenzione all'aspetto storico del romanzo, tuttavia la storia non mi ha ispirato molto purtroppo, probabilmente solo perché non è uno dei miei generi preferiti. Ogni tanto però cambiare genere fa bene.
Il mio rapporto con i libri di Marcello Simoni non è stato sempre facile. Con il mercante di libri maledetti sono stata in bilico tra amore e odio fino a quando l'eredità dell'abate nero non è entrato nella mia vita. Lo so, sembra poetico o smielato a voi la scelta, ma la scrittura di questo libro mi ha colpito in pieno petto e mi sono trovata a divorare letteralmente il libro in quattro ore, si le ho contate, talmente presa dalla storia e dal bisogno di saperne di più.
Già dalla prima pagina veniamo colpiti dalla prefazione dell'autore che ci incuriosisce sulla storia che andremo a leggere. Il romanzo inizia partendo in una notte del 1439 e l'incontro segreto tra due uomini presi nel proprio tornaconto personale, ricordandoci che ogni cosa ha un prezzo.
Nei film capita spesso che il nostro protagonista sia nel posto giusto, ma al momento sbagliato. Anni dopo in quello stesso luogo, l'uomo che stiamo per incontrare penserà alla stessa cosa. L'abilità delle sue mosse, il suo tocco furtivo e il suo calcolare ogni gesto, non mette comunque in salvo il ladro che si troverà ad assistere ad una scena violenta, l'omicidio del banchiere Giannotto Bruni.
Quando le guardie arrivano nell'Abbazia di Santa trinità, la scena a cui assistono è ancora cruenta, un uomo steso a terra, morto e un ladro, sicuramente l'assassino. Pagina dopo pagina l'avventura continua tra il dolore e la rabbia della nipote del defunto e le torture per il ladro nelle prigioni. Ma sembra un marchio a fuoco e l'autore sembra ricordarcelo ad ogni riga: tutto ha un prezzo e presto anche il ladro se ne renderà conto quando Cosimo De' Medici gli salverà la vita.
La scrittura evocativa diventa un mare in tempesta, una storia talmente fitta e articolata da far impallidire la più magnifica e intrecciata tela. Da una parte abbiamo la nipote del defunto, Bianca, presa dalla rabbia e dalla necessità di aver vendetta. Dall'altra abbiamo il figlio di Giannotto Bruni che medita e intuisce che forse nelle parole del ladro c'è qualcosa di vero.
Per aver salva la vita il ladro durante le torture aveva menzionato tutto ciò a cui aveva assistito e tutto ciò che aveva udito, nominando anche un tesoro nascosto in una nave scomparsa. Il pensiero di quel tesoro e l'avidità di quel potere, porta Angelo alla ricerca di documenti e prove nel vecchio studio del padre, arrivando alla verità. Ma quando il ladro, finalmente riacquista la libertà, Cosimo De' Medici gli ricorda il prezzo da pagare: un agguato ad un monaco, Lionardo da Pistoia.
L'eredità dell'abate nero è un romanzo immenso, accurato in ogni minimo dettaglio, senza lasciare nulla al caso. Ogni personaggio descritto condivide e rappresenta un pezzo di puzzle pronto alla fine a lasciare un immagine meravigliosa. Ogni personaggio non fa da contorno alla scena, ma diventa una parte principale della storia. Il loro carattere viene fuori riga dopo riga, in maniera prepotente quasi come se volesse uscire e diventare di vera carne e ossa.
Nonostante i personaggi siano tanti, io li ho amati tutti. Marcello Simoni ha avuto la magia di creare empatia con tutti i personaggi, anche con la stessa nipote che ricorda un po' la Regina di Cuori, che presa dalla vendetta vuole e esige la testa del ladro, che il colpevole sia lui o meno. Tigrinus,il ladro, è un personaggio complesso, si ama per la sua determinazione e la sua voglia di andare avanti, si ama per il suo modo di salvataggio e di riuscita, non si apprezza per alcune scelte, ma comunque si tollera ugualmente. La figura di Angelo, del figlio avido della situazione non è una figura di sola luce. Dalla lettura del romanzo, Angelo mi è sembrato il personaggio più difficile da descrivere, a tratti sembra avere un carattere forte, pronto a tutto, dall'altra ci troviamo di fronte ad un uomo che sembra fatto di sabbia, un uomo superficiale, debole e ingenuo al tempo stesso.
Con Marcello Simoni entriamo completamente nella storia, in quel quattrocento fatto di intrighi e misteri. Entriamo completamente in un mondo nuovo, diverso, passando da un ambientazione all'altra.
Le minuziose ricerche dell'autore non si basano solo sul racconto di una storia, ma ogni minimo particolare è accentuato anche grazie all'utilizzo dei vocaboli dell'epoca, trovandoci immersi completamente.
L'eredità dell'abate nero è un film immaginario, fatto di tanti ostacoli e intrighi che ci faranno pregare per la salvezza dei protagonisti.
Uno stile accattivante e pungente in cui ogni riga, ogni punto e virgola, ogni fiato è perfettamente aderente alla realtà. Una storia che ci farà rimpiangere i banchi di scuola e i tomi antichi.
Marcello Simoni mi piace come scrittura perché mi ricorda molto a tratti Butticchi dei primi libri. I suoi romanzi mi appassionano molto perché si sviluppano attraverso la storia è anche in questo caso, sotto questo punto di vista non delude. La storia si sviluppa principalmente a Firenze dove il ladro Tigrinus assisterà ad un delitto, ne verrà sospettato e accusato e dovrà liberarsi delle accuse. Bianca la nipote dell’uomo ucciso vorrà a tutti i costi scoprire la verità, anche se per farlo dovrà sporcarsi le mani o costringere Tigrinus a risolvere il mistero di un carico di perle scomparso nel nulla. Non contento di tutto ciò di troverà immischiato, a causa del suo tutore Cosimo de Medici, in un’avventura legata al suo passato, che getterà le basi per scoprire le sue origini. Ma ogni tassello alla fine andrà al suo posto, o così sembrerà almeno in apparenza, e alcuni dei misteri troveranno una soluzione. Una scrittura semplice, con capitoli corti e coincisi. Libro che consiglio a un po’ tutti gli appassionati del genere.
L'uscita del suo ultimo libro mi ha portato ad incuriosirmi dell'autore in quanto scrittore di romanzi storici ed ho provato a ri-leggere questo suo libro che avevo da tempo. Firenze del 1459, Cosimo dè Medici avvia la epopea familiare. Un personaggio dalle oscure origini si trova invischiato in un omicidio e cercherà di uscirne fra avventure, amori e forti amicizie. Il tutto intrecciando la sua storia con quella dei Medici. Si tratto si un ottimo romanzo, molto ben scritto, la trama è avvincente e tiene il lettore costantemente in tensione fino alla conclusione x nulla scontata. Il tutto in una Firenze cupa, molto ben descritta. Davvero una bella scrittura. Ovviamente il racconto và oltre la città toscana, ma lei è il centro di interesse. Alla fine mi sono trovato a riconoscere x vero quanto di buono si dice dell'autore (di cui ho ovviamente già comprato l'ultima fatica). Davvero un libro che raccomando di leggere, anche perchè mi raccomando sempre di ben conoscere il Medioevo Italiano.
Uno strano omicidio sconvolge la Firenze di Cosimo de' medici. Del fatto viene accusato tigrinus un ladro. Costretto a fuggire si imbarchiamo in un avventura che lo portare al cospetto dell'abate nero. Ma chi é costui??
Marcello simoni torna a deliziarci con questo nuovo giallo storico. Questa volta il tutto é ambientato nella Firenze del 1458. Il romanzo non lascia spazio alla noia e tiene viva l'attenzione del lettore fino alla fine aggiungendo misteri e colpi di scena qua e là. E completa il tutto con bellissime e minuziose descrizioni dei luoghi.. Ma anche ogni azione é piena di dettagli e sottigliezze capaci di intrigare sempre di più il lettore.
Ho trovato i personaggi ben delineati e definiti.. senza quasi nessuna sorpresa. Angelo bruni lo prenderei con molto piacere a schiaffi per la sua vigliaccheria e quella finta ingenuità. Per non parlare del modo in cui tratta bianca.
A parte lui il libro mi é piaciuto molto. Ma del resto tutti i suoi libri sono formidabili
“L'eredità dell'abate nero” è un romanzo di Marcello Simoni, primo della serie “Secretum saga”. I personaggi della storia sono tutti ben descritti e anche l'epoca di riferimento, il XV secolo, lo è. Il lessico è semplice, il ritmo incalzante e insieme alla trama ben costruita rende la lettura interessante. Come sempre con questo autore, ci si tuffa in un'altra epoca e sembra di viverla, vederla, sentirla. Mi è parso di notare anche una certa somiglianza caratteriale tra Tigrinus, il protagonista di questo libro, e il protagonista de “La selva degli impiccati” dello stesso autore, entrambi impegnati a sgomitare per sopravvivere alla loro epoca. Per cogliere ovviamente più sfumature della storia occorre continuare con la lettura dei due capitoli della saga, ma credo che non mi deluderanno.
Questo romanzo nel complesso mi è piaciuto, gli darei un bel 7. L’autore riesce, attraverso un linguaggio specialistico dell’epoca rinascimentale, a traghettarti nella vicenda dei protagonisti. Le descrizioni del contesto in cui ci troviamo solo ben dettagliate e le caratteristiche caratteriali di personaggi sono ben delineate.
Trovo che l’unica pecca dell’opera sia lo sviluppo della trama, in quanto seguendo due linee parallele distinte, solo una delle due ha trovato una sua chiosa mentre l’altra è rimasta con un finale appena accennato
Per concludere consiglierei di leggere quest’opera a tutti coloro che sono amanti dell’epoca rinascimentale in cui alcuni personaggi della nostra storia riprendono vita, in maniera rivisitata e romanza
Questo libro mi è stato regalato da mio padre nonostante io non sia appassionato di thriller; tuttavia questo libro mi ha catturato fin da subito, la narrazione è avvincente ed ho apprezzato molto la presenza di veri fatti storici. Unica pecca: avrei voluto sapere chi fosse in realtà Tigrinus :( Per il resto, lo consiglio vivamente a tutti, specialmente a chi apprezza la Firenze del '500 come ambientazione narrativa.
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Le trame fiorentine si intrecciano beffardamente con l’ordito di un malcelato accento romagnolo, salvo poi sfaldarsi in sempre più diradati incroci di fili, sino a quando, dopo un tempo quasi interminabile, non ne resta che qualche sporadico nodo. Qua e là.
Un po' delusa dal ritmo della storia, lenta all'inizio e fin troppo veloce nelle ultime pagine, quando ai ha voglia di assaporare lentamente le rivelazioni e i nodi della storia che si sciolgono. Resta globalmente interessante per chi ama il genere.
Un grande inizio per una saga che si preannuncia molto interessante. Il protagonista è uno dei più affascinanti tra quelli creati dall'autore, e gli altri personaggi non sono da meno...
Bello scritto benissimo, un inizio per un’altra avvincente storia tra misteri ed intrighi, ricca di colpi di scena e personaggi interessanti, sempre molto ben descritto e ricco di spunti storici.