Quello che conta, dei ricordi, non è tanto cosa sia successo davvero. Conta quello che ti hanno lasciato. Nico ha diciotto anni e frequenta senza entusiasmo il liceo artistico. A dire il vero, c'è ben poco che lo entusiasmi, nella vita. Pigro e apatico, passa il tempo a invidiare i successi degli altri, pur non facendo nulla per migliorare se stesso. E se non fosse per Seba, un ragazzo talentuoso e popolare che con lui sembra non avere niente a che fare, ma che, nonostante questo, lo ha scelto come suo sodale, trascinerebbe le giornate in solitudine, senza uno straccio di progetto per il futuro. Il giorno del funerale di suo nonno, Nico scopre con sorpresa che l'uomo, con cui aveva un legame superficiale, gli ha lasciato qualcosa in eredità: una vecchia scatola di cartone con un lettore VHS. Nico scorre velocemente la lunga lettera che lo accompagna, ma una frase gli salta agli occhi: «Registratore di sogni, per chi tende a dimenticare». Il suo primo istinto è cercare di vendere on line quell'aggeggio di cui non sa cosa fare, ma glielo impedisce l'incontro con un'anziana donna, Viola, che conosceva bene suo nonno e che gli mostra come funziona il registratore: se utilizzato durante il sonno, ha la capacità di registrare su cassetta i sogni, consentendo poi di rivederli al risveglio. Nico pensa subito a come guadagnarci dei soldi, facendosi pagare per l'utilizzo della macchina. Potrebbe anche essere la sua occasione per uscire dall'anonimato, per ottenere un po' di considerazione. Ma non ha tenuto conto di un aspetto importante: i sogni attingono al subconscio. Il registratore è in grado di far riaffiorare alla mente ricordi dimenticati che, se riportati alla coscienza, potrebbero cambiare la vita di una persona per sempre. Ed è una sera che succede. Doveva essere solo una festa ma Nico, con Seba che gli soffia sul collo, si fa prendere la mano. E qualcuno si trova costretto a rivivere ciò che sperava di aver cancellato per sempre. Da quel momento, Nico comprende la pericolosità dello strumento che gli è capitato in sorte, ma il meccanismo che si è avviato non è così semplice da disinnescare. E le conseguenze sulla sua stessa vita rischiano di essere irreversibili.
♥︎Un thriller che mi ha coinvolta dalla prima pagina e mi non mi ha mai annoiata. Pieno di colpi di scena, momenti di suspense e ansia e siceramente non vorrei mai ritrovarmi nella vita di Niccoló. La scrittura molto spontanea e attuale per un ragazzo di 18 anni non mi è risultata per nulla pesante, anzi ha reso tutto il racconto molto più reale. Anche nei momenti di maggiore tensione sono riusciuta a ridere, grazie ai pensieri del protagonista, ma altre volte invece volevo entrare nel libro per poterlo aiutare a scappare e a mettersi in salvo. Ho adorato il finale, impensabile e assolutamente non scontato. Il fatto che sia stato ambientato in Italia mi ha fatto amare ancora di più questo libro, perchè si pensa sempre che queste vicende succedano in altri luoghi, mai nel nostro paese. Spero che questa autrice in futuro scriverà altri romanzi!♥︎
Ieri ho finito di leggere #Ilregistratoredisogni, un libro che mi ha particolarmente colpito e non vedevo l’ora di parlarvene. In genere non pubblico subito una recensione, la lascio riposare, aspetto che prenda forma nei meandri oscuri della mia mente, senza forzare nulla, ma come aspettare a consigliarvi questa lettura che mi ha così piacevolmente sorpreso? Non si può, dunque eccola... ⠀ Vi state chiedendo di cosa parla? ⠀ In breve, ma proprio in breve: ⠀ Nico conduce la sua monotona vita da triste adolescente depresso prossimo al suic... diploma quando la sua vita inizia a prendere una piega “elettrizzante”. Tutto parte da un funerale e uno strano dono ricevuto in eredità, niente meno che un registratore di sogni. Ancora sotto l’effetto stordente della vita dal pilota automatico, Nico non pensa nemmeno che il registratore possa effettivamente funzionare e amareggiato cerca di disfarsene, ma qualcosa (qualcuno) di inaspettato lo porterà a provarlo di persona e ricredersi. Nonostante ciò, il nostro Nico non è apparentemente troppo furbo, è un ragazzo abbastanza inetto che si lascia troppo spesso trasportare dagli eventi e, non avendo nulla di meglio da fare (d’altronde mica mancano 100 giorni all’esame di stato??) proverà a ottenere un piccolo guadagno dall’utilizzo dell’invenzione, arrivando però a mettersi seriamente nei guai.
Commenti a caldo ovviamente senza spoiler 😎 ⠀ Ho odiato Nico, dal profondo del mio cuore. [Ho sempre desiderato avere un registratore di sogni. A quest’ora Tolas sarebbe già un anime e la mia vita realizzata, invece no, a me nulla, nessun registratore, solo carta, penna e tempo. Lui invece ha un registratore e lo usa in giro, in quel modo? Nico, ti ho odiato, sappilo 😒] Di conseguenza, non potevo non amare profondamente la signora Viola, che immaginerò sempre come la signora Nerina (se conosci la signora Nerina significa non conosci Zerocalcare, ergo recupera). Ho adorato Viola, soprattutto mentre lo tratta male, poi canta De Andre, cioè, parliamone! Ho apprezzato anche molto il personaggio di Seba, anche nei momenti bui, mi è dispiaciuto molto per il casino che ha dentro... ma chi non ne ha? Ho provato una tenerezza incredibile per Alice. E ho amato il finale. ⠀ Certo bisogna un attimo stringere i denti davanti a una capacità rigenerativa che nemmeno Mia Corvere con l’ausilio della tessitrice Marielle, ma per il resto non ho trovato nulla che mi facesse storcere in naso. ⠀ È un libro molto particolare, sa farti emozionare, arrabbiare, inquietare e ridere. E per me i libri che riescono a strapparti una risata nel cuore della notte sono i libri migliori. Ho riso, di gusto. E ho riso parecchie volte. Ho riso quando Nico ci provava con Bo, ho riso quando iniziava a sclerare. E ho riso tantissimo per la scena del bagagliaio. Molte delle scelte del nostro non furbo amico le avrei fatte anch’io alla sua età, uguali. E ho riso, tanto. ⠀ In genere non amo troppo il linguaggio volgare e scurrile nei libri, ma in questo caso ci stava, rendeva tutto molto attuale, molto vero. ⠀ ✨Ho amato alla follia i nomi dei capitoli. Vi scrivo qui il primo, per farvi un’idea: 👉“Andare un funerale neanche fosse la mattina di Natale.” Sapete bene quanto ami i libri di Riordan per i titoli, avevo trovato una cosa simile solo nel “Giro del mondo in 80 giorni” e nei libri di Diana Wynne Jones, ora inserirò nella lista anche Il registratore dei Sogni. ⠀ Quello che ancora non vi ho detto è che il libro è scritto secondo il PV di Nico, in prima persona, al presente... Sapete bene quanto io in genere non ami troppo questo stile, eppure, vi dirò, leggerlo è stato semplicissimo anche per me e i miei disturbi. ⠀ Altra cosa che non vi ho detto è che questo è il primo libro dell’autrice, ma è davvero irrilevante questo particolare se non per dare un ulteriore merito alla scrittrice. Nulla da dire, solo tanti complimenti. Scritto bene, scorrevole, trama che torna, domande al punto giusto. ⠀ Per concludere, è un libro che si legge tutto di un fiato. Una storia adolescenziale che quando penserai di iniziare a capire riuscirà a prendere una piega del tutto inaspettata. Con il suo stile, Mariam saprà sorprenderti e trasportarti nei panni di Nico. Attenzione! non mancheranno i colpi di scena e i “ma che catz?” Io vi ho avvertiti! Una storia italiana, di una penna italiana da leggere e amare.
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Fin dalle primissime pagine, sono stata colpita dallo stile di Mariam Tarkeshi, uno stile crudo, diretto, schietto, tagliente. Le parole escono direttamente dalla bocca di Nico, il protagonista, e sono proprio le parole di un diciottenne svogliato; non vengono levigate o addolcite come invece capita in altri romanzi.
Anche la trama cattura subito l'attenzione: l'ho trovata strana, ovviamente in senso positivo. Non è una storia in cui si incappa prendendo il primo libro che capita sullo scaffale. Mariam Tarkeshi ha scritto qualcosa di diverso, originale. Una situazione apparentemente assurda - un oggetto come il registratore di sogni non esiste in realtà - ma nello stesso tempo spaventosamente reale. Dico spaventosamente, perché la narrazione mette in luce lati oscuri e tetri dell'esistenza. Non aspettatevi la favoletta in cui i sogni sono di cieli azzurri e unicorni volanti. Qui siamo in una dimensione del tutto diversa.
Nico stesso è un personaggio diverso. Siamo abituati ultimamente agli eroi oppure ai ragazzi normali che diventano eroi. Nico non è un eroe. Nico pensa immediatamente a far soldi, non cerca il modo di utilizzare il registratore per nobili cause. Si ritrova in un'inaspettata girandola di eventi negativi, una trottola che difficilmente si riesce a fermare.
Interessante, poi, è sicuramente tutto il discorso del sogno-ricordo. Cosa conta dei ricordi? Non quello che è successo davvero - come ci dice Mariam nel libro - ma quello che ti hanno lasciato.
Mi è piaciuto leggere questo libro, anche se non mi sono legata particolarmente a nessun personaggio, questo non per mancanze da parte dell'autrice ma semplicemente perché non mi sono sentita vicina a nessuno di loro (anche se un personaggio porta il mio nome, eheh).
Non posso scendere nel dettaglio perché non voglio privarvi della scoperta di colpi di scena e svolte , anche se mi piacerebbe molto commentare alcuni episodi del libro.
Consiglio questa storia a chi cerca qualcosa di vero, diretto, senza filtri. A chi vuol fare i conti con l'oscurità. A chi vuole scavare negli angoli più tetri della propria personalità. A chi vuole fare un viaggio nel mondo di una gioventù complicata. A chi ama le storie reali, con elementi paranormali
Un viaggio al limite del possibile che si è rivelato essere un'altalena pazza tra comico e straziante. Questa storia mi ha sorpresa parecchie volte ed è sempre rimasta fresca, evitando molti cliché in cui è facile cadere. Ancora più importante, mi ha fatta pensare - e seriamente - al modo in cui vivo la vita e in cui guardo agli altri. Non succedeva da molto, molto tempo.
Il registratore di sogni 💭 All’inizio è vero, sembrava un racconto di ragazzini, sembrava preannunciare una sfilza di avvenimenti che si, sarebbe sicuramente stati interessanti e divertenti, ma basta. Non so come, ma ad un certo punto l’autrice mi ha presa e mi ha trascinata nel suo mondo, che non era affatto una semplice storia di ragazzini. Mi sono ritrovata a scatafasciarmi dalle risate come una iena impazzita, l’attimo dopo a soffrire come se mi avessero appena picchiato. Poi, nonostante io stessi soffrendo, ho ricominciato a ridere nuovamente senza capire se il mal di pancia fosse dovuto alle risate oppure al fatto che mi sentivo così tanto il personaggio in questione che sentivo il suo dolore.
Perché è questo che regala la visione della storia dal punto di vista di Nico: un’amplificazione delle sue emozioni che rende la lettura meravigliosa.
Le emozioni di Nico… beh, sicuramente cambiano nel corso della storia, esattamente come lui. Ma più che cambiare crescono, iniziano ad esserci, a prendere spazio nella sua vita come per dire “Heyyy, ci siamo anche noiiii”. Nico capisce che non è tutto noia, ma questa serie di eventi gli dà uno scossone rendendolo finalmente una persona viva e presente. Però non posso dire averlo sempre sopportato: spesso mi ha fatto partire l’istinto di prenderlo a schiaffi (cavolo Nico, come puoi fare certe cose...)
Poi c'è Seba… cosa dire di Seba? L’ho amato per tutto quel caos che ha dentro e che pian piano riesce a rimettere a posto (forse). L’ho amato per il suo dire “odiare era più facile” perchè è vero, odiare a volte è veramente più facile.
Bo, la Manic Pixie (eccetera, non l’ho capito nemmeno io Nico, tranquillo) della situazione. O forse no, per niente.
E Viola. Viola mi ha fatto ridere tantissimo, l’ho adorata; mentre cantava De Andrè , mentre se la prendeva con Nico…
Ma la cosa affascinante di questi personaggi è che crescono, tutti (ok, tutti a parte Tommaso con la sua chitarra XD). Partono da essere piatti piatti, quello annoiato, quello bello, quella pazza, quella vecchia, quello con la sorella veramente pazza, il fratello, per poi diventare man mano persone reali, con un passato, un presente, e ora anche un futuro.
Una cosa che l’autrice mi ha detto prima che io iniziassi a leggere questa storia è stata che nel racconto vengono utilizzate abbastanza parolacce. All’inizio ero un po’ perplessa quando me l’ha detto, ma dopo ho capito che quelle non erano parolacce messe a caso per non si sa quale ragione; come ho già detto il racconto è dal POV di Nico, e nel linguaggio e nella mente di Nico le parolacce ci sono, non si può negare; quindi ho trovato ancora più reale da leggere questa storia, proprio perché è vera, non una pallida imitazione di quella che potrebbe essere la vita di questi personaggi.
Consiglio questa storie a chi, nonostante tutto, crede ancora nei sogni. A chi ha imparato a non dare nulla per scontato. E infine, a chi tende a dimenticare. 💭
3.5 stelline Un esordio con il botto per Mariam che ci ha regalato una storia per niente scontata che parla di adolescenza, ma con una buona dose di delirio Tarantiniano. Un'autrice da tenere d'occhio sicuramente e io non vedo l'ora di leggere i suoi prossimi libri! Consigliato!
Salve Confine! Vi è mai capitato di svegliarvi e non ricordare cosa avete sognato, ma di sentire una leggera inquietudine quando cercate di ricordarvelo? Ma certo che sì e siamo abituati a non farci molto caso, ma il romanzo che ho letto qualche giorno fa ha una spiegazione ben precisa a questo fenomeno: e se dimenticare determinati sogni fosse il modo che ha il nostro cervello per preservarci da ricordi altrimenti dolorosi? Noi questo non possiamo saperlo, lo sa benissimo invece il protagonista de "Il registratore di sogni" di Mariam Tarkeshi, uscito per Sperling & Kupfer lo scorso giugno. Nico riceve, come eredità dal nonno appena morto, una scatola contenente uno strano aggeggio che somiglia ad un lettore VHS, accompagnato da un post it e una lettera. Il post it dice "REGISTRATORE DI SOGNI PER CHI TENDE A DIMENTICARE". Un registratore di sogni, quindi, e Nico si sente preso in giro da quel nonno che poco conosceva, fino a quando un'anziana signora di nome Viola non viene a cercarlo svelandogli l'arcano. L'eredità del nonno non è una bugia, non è uno scherzo, ma un vero e proprio registratore di sogni che questi aveva inventato e che aveva mantenuto segreto perché ne aveva riconosciuto il potenziale negativo. Finire nelle mani sbagliate è un attimo e Viola raccomanda a Nico di non testarlo, non provarci nemmeno, né tantomeno parlarne con nessuno. Ma Nico è un ragazzo un po' particolare e poco avvezzo a dare ascolto agli adulti, così mette a parte di questo suo segreto il suo migliore amico Seba. Da cosa nasce cosa e, ben presto, molti vengono a saperlo, anche perché Nico decide di mettere un annuncio e tirarci su qualche soldo. Ma cosa succede se i sogni che non ricordiamo sono il modo che ha il nostro cervello di preservarci da vecchi traumi e dolori immensi? Quali potrebbero essere gli effetti su chi li riporta a galla utilizzando il registratore? "Se non siamo liberi nel mondo dei sogni, allora quando? Che fine faremmo, se non ci rimanesse neanche un segreto? E non solo nei confronti degli altri: certi segreti abbiamo bisogno di tenerli nascosti anche a noi stessi.” Che bella trama affascinante e fitta di mistero, vero? Io stessa ho deciso di leggere questo romanzo dopo aver visto la cover e letto la sinossi. Mi sono caricata di moltissime aspettative, mea culpa, ma devo dire che non sono rimasta soddisfatta. Se la storia è ricca di potenziale, piena di spunti di riflessione, momenti altamente tensivi, di contro abbiamo uno stile acerbo, dialoghi immaturi e una prosa poco esaudente. I protagonisti de "Il registratore di sogni" sono per lo più adolescenti, diciottenni che frequentano ancora il liceo, quindi un po' di immaturità ci può stare direte voi. Ma io non mi riferisco in questo senso ai personaggi, bensì al racconto in sé, che presenta qualche lacuna, qualcosa che, mentre leggevo, mi faceva sentire come se mancasse un pezzo. Come se questo non bastasse, ho trovato anche che il mondo di questi ragazzi fosse stato raccontato come se visto attraverso uno specchio distorto. Troppa violenza, spesso ingiustificata, comportamenti che non sono molto aderenti alle situazioni. Il protagonista, Nicolò, sembra una caricatura esasperata di un giovane di oggi, con poca voglia di fare e ancora meno di dire. Risulta quasi uno zombie privo di sentimenti, di empatia, anche minima, abile di parolaccia e di cattivi comportamenti irrispettosi, soprattutto nei confronti degli anziani. Metteteci che leggeremo la storia dal suo punto di vista e vi ho detto proprio tutto! Secondo il mio modesto parere, sembra quasi che l'autrice abbiamo voluto forzare comportamenti ed eventi per portarli dal punto A al punto Z senza passare per tutte le altre lettere dell'alfabeto. Sintomo di inesperienza e, siccome sono pignola ma anche giusta nelle mie recensioni, sono andata a vedere chi fosse l'autrice, e ci ho proprio preso. Essendo questa abbastanza giovane e alla sua prima esperienza, ovviamente ho calato l'asticella delle mie aspettative e ho potuto apprezzare in maniera diversa il lavoro che questa ragazza ha fatto con questo romanzo, cambiando la mia precezione e il mio giudizio finale. Posso riassumere il tutto dicendo che, per essere un romanzo d'esordio, è abbastanza buono, con qualche mancanza dovuta all'inesperienza bilanciata da alcuni momenti che invitano il lettore alla riflessione. Il potenziale della storia non è stato sfruttato al massimo, leggendo si sente cosa sarebbe potuto diventare ed è un peccato. Ne consiglio la lettura ad un pubblico giovane. Buona lettura. voto libro - 3.5
Forse esagero, ma già mi sentivo particolarmente ben disposta nei confronti di questo romanzo a causa della tematica dei sogni, la quale, approfondita in modo eccellente ed unita all'originalissima idea di uno strumento che potesse registrarli, mi ha regalato momenti molto intensi. E non parlo solo di situazioni strappalacrime, ma anche di altrettante dall'impressionante comicità. Mi ha colpito positivamente anche la scrittura fresca ed immediata, capace di delineare con precisione il profilo dei protagonisti e rendere facilissimo condividerne ogni pensiero o emozione. Ho quindi adorato i legami che s'instaurano tra di loro, molti dei quali inaspettati. Ed è proprio grazie a questo elemento, l'inaspettato, che l'autrice si è giocata il tutto per tutto in quanto, dietro la facciata di quello che molti potrebbero definire un romanzetto adolescenziale, si cela una profondità inattesa.
"Non sempre siamo pronti a vedere proiettate davanti ai nostri occhi quelle parti di noi che riusciamo ad accettare solo in stato di incoscienza. Se non siamo liberi nel mondo dei sogni, allora quando? Che fine faremmo, se non ci rimanesse neanche un segreto? E non solo nei confronti degli altri: certi segreti abbiamo bisogno di tenerli nascosti anche a noi stessi."
"Si sopravvive ai propri sogni quando si realizza che ciò che siamo è anche ciò che facciamo di noi stessi. Il modo in cui reagiamo agli eventi, che siano positivi o negativi, è ciò che nella vita ci porta avanti, oppure ci spinge indietro. Falliscono tutti i buoni propositi, quando le persone si limitano a essere ciò che gli è successo."
Senza tralasciare, infine, la lettera conclusiva del nonno di Nico, inventore del portentoso macchinario: un ulteriore modo per cambiare le carte in tavola, rivelandoci quanto sia facile mentire agli altri - e a noi stessi.
"Una cosa che ho notato dei ricordi è che non conta tanto cosa sia successo davvero, quanto ciò che ti ha lasciato."
Bello, ma non quello che mi aspettavo. Devo dire che la trama mi ha attratta fin da subito, se c'è un'invenzione che desidererei l'uomo realizzasse, è proprio un registratore di sogni, per via dei sogni assurdi che tendo spesso a ricordare... Ma non è stato solo questo del libro ad attrarmi. Dalla trama mi aspettavo una storia diversa, una specie di thriller, non so immaginavo che il protagonista usando il registratore su di se più volte (cosa che non è avvenuta e un pò mi ha delusa il modo in cui Nico ha accantonato un' invenzione del genere), scoprisse qualcosa di terribile sul suo passato, sulla sua famiglia, o che qualcuno lo perseguitasse per impadronirsi del registratore per usi poco ortodossi, o quant'altro... Invece la storia si è rivelata molto più leggera di ciò che mi aspettassi, ma tutto sommato devo ammettere che alla fin fine il libro mi è piaciuto non poco, l'ho praticamente divorato. Ero troppo curiosa di sapere come andasse a finire la vicenda. L'epilogo mi è piaciuto molto.
Vi capita mai di desiderare di rivedere i vostri sogni? A Nicolò, il protagonista del romanzo di Mariam Tarkeshi, viene offerta questa opportunità. L'eredità che gli viene lasciata da suo nonno, è chiusa in una scatola, una scatola che contiene un registratore di sogni. Nico, un po' per l'assurdità dell'oggetto, un po' per l'apatia che lo contraddistingue, non riesce a rendersi cosa sia capace. Solo grazie a Viola, signora di una certà età, migliore amica di suo nonno, saprà la verità su quella strana invenzione. Viola però lo mette in guardia: il sogno nasce dal nostro subconscio e spesso si nutre dei ricordi che preferiamo accantonare nelle nostre parti più oscure. E presto Nico e gli altri personaggi dovranno fare i conti con questo. Sebbene i protagonisti del romanzo siano nell'età a metà tra il mondo dell'adolescenza e quella degli adulti, un'età densa di dubbi sul futuro, di incertezze, di paure, Il registratore di sogni non si limita ad essere un romanzo adolescenza. È infatti ben godibile anche da chi ha passato da un po' quel periodo. Questo per tre motivi che sono anche i punti di forza del romanzo: un'attenta caratterizzazione dei personaggi, primari e secondari; un umorismo tagliente, talvolta cinico: si affrontano tanti temi, alcuni difficili, con leggerezza ma mai con superficialità! In questo modo Mariam riesce a far riflettere senza mai appesantire i discorsi, tanto meno la lettura e l'intreccio narrativo ricco di colpi di scena...mai dare niente e nessuno per scontato!!
" Nessuno è perfetto. Io non lo sono, quindi perché dovrebbero esserlo loro?"
Un romanzo davvero molto molto carino. Quando inizia la lettura di questo libro pensi che sia una lettura leggera, tranquilla e invece nella sua semplicità ti porta verso argomenti che non sempre sono scontati e sopratutto su tematiche e valori molto importanti.
Il modo di scrivere dell'autrice è molto fluido, un pò troppo colorito ma ovviamente devo dire che Nico si identifica perfettamente, ed è molto ben caratterizzato. Non è più il ragazzo con cui iniziamo il racconto e l'evoluzione di tutti i personaggi è molto evidente.
Nico è il mio preferito, per molti versi mi sono sempre sentita disagiata come lui. Seba non mi convinceva inizialmente, ma ho cambiato opinione molto velocemente. Viola è veramente una signora fantastica, che mi ha fatto morire dal ridere. Bo non mi ha fatto molta simpatica, suvvia passatemela. Leggetelo e vedrete che non è che sia proprio cosi simpatica, anche se lei si evolve e matura molto.
Se volete una lettura piacevole e non troppo pensante. Questo è sicuramente un libro interessante e poi diciamolo chi è che non vorrebbe avere un registratore di sogni?
Devo dire che questo libro è stato perfettamente all’altezza delle mie aspettative. Il modo di scrivere di Mariam è leggero, scorrevole, ed essendo dal punto di vista di Nico si è presa la licenza di scrivere in modo più colloquiale e diretto. Solitamente non mi piace granché ma in questo contesto l’ho trovato appropriato. La storia è ben strutturata e l’idea è molto coinvolgente, anche se so di essere di parte perché il mondo dei sogni mi affascina tantissimo.