Sono cresciuto ai tempi dei Troubles in Irlanda del Nord, mentre si fronteggiavano la violenta campagna dell’IRA contro la presenza britannica e i controversi metodi di Londra per ristabilire l’ordine. Sono passato quotidianamente attraverso i check-point dell’esercito mentre andavo a scuola. Ho visto familiari, amici e vicini di casa arrestati o ammazzati proprio mentre Bobby Sands cominciava lo sciopero della fame che lo avrebbe portato a morire in cella. Quando credevo di essermi lasciato alle spalle tutta questa violenza, un mio caro amico viene ucciso dalle forze speciali britanniche e, nello stesso momento, mi arrestano e mi portano in un carcere di massima sicurezza con l’accusa di terrorismo. Questa è la mia incredibile storia.
Quattro stelline per la testimonianza, tre per l'opera in sé: scrittura, editing, edizione tutta. Cinque per aver contribuito, con la sua storia, a dare lo spunto inziale (e aver contribuito, Michael Phillips in prima persona) per la realizzazione di Troubles, il magnifico podcast di Emanuele Sciarrillo.
Quando ci si appresta a leggere una biografia, bisogna entrarci in punta di piedi, prendendosi tutto il tempo per assorbire ogni parola che l’autore ha voluto donare. Così mi sono ritrovata a sfogliare queste pagine con calma, gustandomi anche la prefazione e percependo come parlare di sé non possa prescindere da chi orbita nella propria vita. L’autore racconta infatti delle prime reazioni di sua madre a come lui ha descritto il suo vissuto e già questo mi ha scavato dentro un solco. Se volete leggere questo libro, che ho trovato tragicamente bello, preparatevi perché vi prenderà a cazzotti le viscere per la maggior parte del tempo. Michael Phillips è cresciuto in Irlanda del Nord, alla periferia di Belfast, nel periodo in cui l’IRA si ribellava alla presenza britannica per ottenere l’unificazione della repubblica irlandese e la violenza era all’ordine del giorno, così come la voglia di libertà. Non oso immaginare come sia camminare tra la gente con l’ansia constante di essere arrestati o giustiziati, eppure l’autore è stato in grado di farmi capire quel che provava lui. All’età di ventun anni è stato arrestato per terrorismo e ingiustamente recluso per quindici mesi in un carcere inglese di massima sicurezza. Nonostante sia stato poi assolto, quel periodo ha ovviamente lasciato un segno indelebile nella sua vita, che lo ha lasciato inquieto per anni e a volte lo tormenta ancora. La voglia di raccontare la sua storia è nata proprio per via di un’intervista sul Corriere della Sera che, quando credeva di essersi lasciato tutto alle spalle, lo ha definito un “ex terrorista”. Aveva bisogno di dire la sua e io sono felice che lo abbia fatto, perché Michael Phillips non ha raccontato solo la sua vita, ma uno spaccato di storia che oggi deve fare i conti con una nuova realtà, la Brexit, che potrebbe riaccendere tensioni mai del tutto sopite.
Un viaggio nella vita di un ragazzo che ha vissuto in prima persona un illusionistico epilogo della guerra d'indipendenza irlandese. Racconti brevi ma intensi che provano a rappresentare la quotidianità dentro una "guerra civile" che sembrava oramai alla fine..ma la Brexit rimette in discussione il futuro di un Irlanda libera dall'impero Britannico.
Una lettura sì scorrevole ma avrei preferito più cronaca. Utile comunque a comprendere un periodo storico davvero triste e sanguinoso non lontano dal conflitto Russa/Ucraina.
mi aspettavo qualcosa in più da questo libro che ha il pregio di far capire il clima sociale dell'Irlanda dei Troubles ma a tratti dive ta eccessivamente ripetitivo e poco centrato, come quando si dilunga in un'avventura nella giungla zapatista... La scrittura non cattura, avrebbe forse richiesto un intervento maggiore da parte di un editor