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L'esclusa

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Una giovane tanto bella quanto casta, Marta Ajala, viene ingiustamente accusata di infedeltà dal marito e ripudiata. Inappellabilmente considerata una fedifraga, tutti la evitano. Iniziano così le sue peripezie, in una ineluttabile concatenazione di eventi che condurrà la protagonista, attraverso un rocambolesco riscatto, a un finale nel quale la realtà iniziale paradossalmente si ricompone. Primo romanzo di Pirandello, meditato fin dal 1893 e qui presentato nella stesura definitiva del 1927, L’esclusa parte da una situazione tipicamente verista per svelare alla fine, attraverso i meccanismi dell’umorismo, il destino dell’essere umano, inchiodato tra gli enigmi e gli istinti vitali dell’anima da un lato e le costrizioni, le maschere della vita sociale dall’altro, in balia dei capricci della sorte.

256 pages, Paperback

First published January 1, 1901

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About the author

Luigi Pirandello

1,475 books1,422 followers
Luigi Pirandello; Agrigento (28 June 1867 – Rome 10 December 1936) was an Italian dramatist, novelist, poet, and short story writer whose greatest contributions were his plays.

He was awarded the 1934 Nobel Prize in Literature for "his bold and ingenious revival of dramatic and scenic art"

Pirandello's works include novels, hundreds of short stories, and about 40 plays, some of which are written in Sicilian. Pirandello's tragic farces are often seen as forerunners of the Theatre of the Absurd.

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Displaying 1 - 30 of 110 reviews
Profile Image for Siti.
406 reviews166 followers
February 17, 2019
Certo è che pervenire a codesta lettura digiuni di Pirandello svierebbe il lettore dalla reale comprensione del genio narrativo che in questo primo approccio al romanzo- composto nel 1883, successivamente rimaneggiato e apparso in volume nel 1901- è già ben visibile. Di contro, arrivarci conoscendo la sua produzione romanzesca, novellistica e teatrale, permette di gustare i princìpi di una poetica ben nota, familiare e perché no, rassicurante. La storia di Marta Ajala, forse la protagonista del romanzo, si ascriverebbe altrimenti a quella letteratura d’appendice tipica del periodo, riportando infatti l’esclusione sociale subita dalla giovane donna in seguito al ripudio del marito che la scopre ricevere lettere da un estimatore. Marta, in realtà, è semplicemente un ritratto di donna, è in nuce uno dei tanti personaggi pirandelliani che si trova a darsi un ruolo, una maschera, in una realtà composita, inafferrabile e assurda. È una donna che lotta contro lo stigma sociale, contro un modello familiare, un’identità netta, separata e indipendente rispetto al mondo delle convenzioni ed è al tempo stesso la vittima designata di tale realtà che le tocca vivere. È la protagonista? Non penso, è esclusa anche in questo senso, qui il protagonista è il mondo delle convenzioni sociali, schiaccianti, brutali, limitate e limitanti. Un mondo sapientemente rappresentato da Pirandello attraverso i ritratti maschili che costellano la narrazione: un padre ancorato al perbenismo di facciata, un suocero che marchia la famiglia con la convinzione che tutti i figli maschi siano soggetti alla iettatura delle corna, un marito che soccombe all’universo culturale di cui è imbevuto dalla nascita, gli uomini poi che seducono, o sono sedotti senza riuscire a vivere bene l’amore: una ghenga di idioti, tesi al ridicolo e incapaci di amare, grotteschi e goffi al cospetto delle donne. L’universo femminile invece, è quasi al completo rappresentato in accezione positiva, custode della verità ma da essa schiacciata. Il contesto geografico siciliano è poi la degna cornice di un luogo che potrebbe essere ovunque, pur emergendo per la sua specificità territoriale e culturale senza imprimere marchio alcuno ma solo eccellente caratterizzazione, uno spazio anch’esso assurto al ruolo di protagonista sigillando in ben definiti limiti geografici anche effettivi limiti culturali. Ecco perché vi trovo del rassicurante in questa poetica rispetto all’amarezza di quella pregressa, naturalistica: parliamo di vinti in entrambi in casi ma con la netta differenza della consapevolezza e con la potente arma del tentativo del riscatto, tutto ascritto alla volontà della persona anche se circoscritto alla circolarità del paradosso e all’inevitabilità della follia.
Profile Image for Cristina - Athenae Noctua.
416 reviews51 followers
February 20, 2017
L'esclusa è un libriccino sottile, dai capitoli brevi e incisivi, sebbene condensi al suo interno così tanti avvenimenti e tante riflessioni affidate principalmente a Marta. L'autore si rivela abile indagatore dei moti della psiche della protagonista e riesce a portarne alla luce le contraddizioni, non senza sostenere una forte critica alla società che si arroga il diritto di giudicare persone e situazioni che non conosce, trasportata dalla voce di chi grida allo scandalo e da una mentalità fortemente patriarcale che nega alla donna non solo qualsiasi sospetto di innocenza, ma addirittura di potersi pubblicamente difendere.
http://athenaenoctua2013.blogspot.it/...
Profile Image for Erika .
93 reviews106 followers
September 21, 2018
Il primo romanzo di Pirandello, L’Esclusa, aveva come titolo, nella stesura manoscritta, "Marta Ajala", dal nome della protagonista del romanzo. Il romanzo diventerà pubblico per la prima volta nel 1901, quando appare a puntate su un quotidiano romano, La Tribuna, tra il 29 giugno e il 16 agosto del 1901. Pubblicare romanzi in appendice dei giornali era, per altro, un uso abbastanza consueto a quel tempo. Il libro, però, uscirà solo molto dopo, nel 1908, da Trevis a Milano, prima edizione in volume. Al tempo era già uscito Il Fu Mattia Pascal, unico romanzo in cui i critici riconosceranno sin da subito le doti del Pirandello romanziere e che, per tale motivo, verrà tradotto già dalla prima edizione.
L'Esclusa è un romanzo a cavallo tra vecchio e nuovo, tra esperienza di tipo ottocentesco e i canoni novecenteschi. Il romanzo ha dato luogo a letture diverse e ha diviso la critica. Alcuni vi hanno visto un romanzo fedele al naturalismo siciliano e a un maestro come Luigi Capuana, altri hanno letto in questo romanzo elementi già appartenenti alla stagione dell’umorismo, come un romanzo di innovazione e rovesciamento del Naturalismo.
Brevemente: si tratta di una donna che viene accusata di adulterio sulla base di una serie di lettere e viene cacciata di casa dal marito, verrà quindi riaccolta in casa dai genitori in un'atmosfera di estrema vergogna e profonda tristezza.
Quando Pirandello pubblicò il romanzo per la prima volta, vi appose una lettera-dedica a Luigi Capuana, figura molto importante per lui e per il romanzo stesso, anche perché certe figure di Capuana hanno influenzato la stessa figura della protagonista.
Profile Image for Emanuele Baseggio.
129 reviews
October 5, 2023
Non voglio più sentir parlare con nostalgia dei “bei tempi andati”. Mi disgusta sentire venerato un tempo in cui si diceva che “per fortuna il bambino è morto”, solo perché aveva commesso il peccato di essere concepito fuori dal matrimonio. Un tempo di rispetto, di amore…tutto falso. Un tempo di odio e invidia e vergogna di tutto. Se non fosse per la crisi del clima, non ci sarebbe niente, NIENTE da rimpiangere di quel mondo malato.
Profile Image for Vittorio Ducoli.
580 reviews83 followers
November 11, 2018
Relativismo e umorismo sotto un vestito verista

L’esclusa è il primo romanzo di Luigi Pirandello, che lo scrisse, ventiseienne, nel 1893. In quel periodo Pirandello vive a Roma, frequentando un cenacolo di amici letterati di cui fa parte anche Luigi Capuana, uno dei grandi esponenti del verismo italiano. In precedenza si era dedicato alla composizione di opere poetiche e alla traduzione delle Elegie romane di Goethe. Da due anni era rientrato in Italia da Bonn, dove si era laureato con una tesi sul dialetto di Girgenti e dove, soprattutto, era entrato in contatto con la grande cultura tedesca del XIX secolo. Pur essendo un’opera immatura, giovanile e per molti versi come vedremo anomala rispetto al resto della produzione dell’autore, Pirandello non la rinnegò mai; alla versione originale, pubblicata a puntate su un quotidiano romano nel 1901, seguirono infatti due revisioni del romanzo: la prima portò ad una edizione milanese nel 1908, mentre nel 1927, nel pieno della maturità artistica dello scrittore siciliano, Bemporad ne pubblicò a Firenze una ulteriore nuova edizione, riveduta e corretta dall’autore. L’edizione Garzanti da me letta riproduce questa ultima versione del romanzo: opportune note permettono comunque di farsi un’idea dei cambiamenti, anche piuttosto rilevanti, introdotti da Pirandello rispetto al testo originario.
L’esclusa è a mio avviso il risultato del dualismo culturale in cui se così si può dire si trovava immerso negli ultimi anni dell’800 il giovane Pirandello: da un lato l’amicizia con Capuana, che lo spronerà a dedicarsi alla letteratura, si riverbera nell’impianto schiettamente verista del romanzo, dall’altro emergono già, sia pure in forma acerba, soprattutto a mio avviso nei personaggi secondari ed in alcune delle situazioni chiave, i tratti di quel relativismo conoscitivo che costituirà uno dei fondamenti della poetica pirandelliana, declinato attraverso l’umorismo, nella connotazione peculiare che questo termine assume per l’autore. È lo stesso Pirandello, nella lettera a Capuana anteposta all’edizione milanese del 1907, a chiarirci l’essenza del romanzo, quando dice: ”[…] dubito forte che [il pubblico dei lettori] si sia potuto avvertire alla parte più originale del lavoro: parte scrupolosamente nascosta sotto la rappresentazione affatto oggettiva dei casi e delle persone; al fondo insomma essenzialmente umoristico del romanzo. Qui ogni volontà è esclusa, pur essendo lasciata ai personaggi la piena illusione ch’essi agiscano volontariamente; mentre una legge odiosa li guida o li trascina, occulta e inesorabile;”.
Ad una lettura superficiale, infatti, L’esclusa appare come una tipica vicenda verista. Marta Ajala, la protagonista, figlia primogenita di un piccolo imprenditore conciario di Girgenti, ha sposato Rocco Pentàgora, anch’egli appartenente alla media borghesia cittadina. Il romanzo si apre con il ritorno di Rocco nella casa paterna, dopo che ha scacciato di casa la moglie, sorpresa a leggere una lettera inviatale da Gregorio Alvignani, giovane politico in ascesa che si è invaghito di lei. Marta non ha tradito il marito, si è limitata ad intrattenere una corrispondenza privata con Alvignani, ma a Rocco basta quella lettera, e le altre che ritrova, per ripudiare la moglie. In città scoppia lo scandalo e Marta, tornata a sua volta in famiglia, vive reclusa in casa, nella quale si seppellisce anche il padre, che abbandona la conceria e disprezza la figlia per la vergogna che ha gettato sulla famiglia. Unica persona che frequenta gli Ajala è Anna Veronica, un’amica della madre di Marta, anch’essa emarginata dalla società per una colpa commessa in gioventù. Marta è incinta del marito, ma il figlio nasce morto lo stesso giorno della morte di suo padre. Presto la conceria fallisce e le tre donne (oltre alla madre Marta ha una sorella più giovane, Maria), si ritrovano sul lastrico. Marta decide allora di riprendere gli studi interrotti per sposarsi e di concorrere ad un posto di insegnante. Vince il concorso, ma per le proteste dei benpensanti il posto viene dato ad un’altra. Alcuni notabili locali, tuttavia, si rendono conto dell’ingiustizia perpetrata nei suoi confronti, e – con l’intervento di Alvignani che nel frattempo è diventato deputato e vive a Roma – riescono a procurarle un lavoro come insegnante a Palermo. La famigliola si trasferisce quindi nella grande città, dove nessuno conosce Marta, che si fa apprezzare nell’ambiente scolastico. Ammirata anche per la sua bellezza dagli altri professori, si innamora di lei un collega, Matteo Falcone, che Marta respinge, nonostante le indubbie doti intellettuali, sia per la bruttezza sia per il suo stato di donna perduta. La relativa serenità di Marta è presto sconvolta dall’apparizione a Palermo per un periodo di riposo di Alvignani, che chiede di vederla: al primo incontro lei gli si concede, intrecciando con lui una tormentata relazione. Anche Rocco, il marito, che ha da poco perso il padre, ritorna in scena, facendo sapere a Marta che è pentito e intende riprenderla con sé. Marta, che nel frattempo è rimasta incinta di Alvignani, non sa più che fare e, dubitando della sincerità dell’amore di quest’ultimo, medita il suicidio. Per un caso complicato, Marta si trova ad assistere in punto di morte la madre di Rocco, anch’essa anni prima ripudiata dal marito e rifugiatasi in miseria a Palermo. Sul suo letto di morte giunge anche Rocco che, distrutto dal dolore, chiede appassionatamente a Marta di tornare con lui, nonostante ella gli abbia rivelato la sua relazione con Alvignani e il suo stato.
Una trama quindi da cui emerge con chiarezza la matrice verista del romanzo, accentuata in questo senso dalla puntigliosità con cui Pirandello descrive i luoghi, elenca le vie e le piazze di Girgenti e Palermo in cui si svolgono i fatti, la vividezza con la quale descrive la processione dei santi Cosimo e Damiano e tanti altri particolari. Una matrice in cui a mio avviso non mancano alcune ingenuità, sia stilistiche sia di contenuto, che a tratti fanno scivolare il romanzo verso toni melodrammatici.
Eppure questa matrice, sorta di involucro opaco che avvolge il romanzo, lascia trasparire alcuni elementi affatto diversi che, se non possiamo ancora chiamare pienamente pirandelliani, pure annunciano molte delle tematiche che avrebbero costituito l’humus della produzione successiva dell’autore, a partire da Il fu Mattia Pascal, e che sono la base della grandezza, dell’originalità e della proiezione pienamente novecentesca ed europea dello scrittore agrigentino.
Un primo elemento da notare, anche se secondario, è il fatto che originariamente il titolo del romanzo avrebbe dovuto essere Marta Ajala. L’abbandono del nome della protagonista nel titolo e la scelta di un appellativo che ne sottolinea la condizione interiore è già a mio avviso un primo indizio della piega non pienamente verista dell’opera.
È poi necessario sottolineare, come del resto evidenzia anche Angela Piscini nella bella prefazione al volume, quello che può essere considerato il paradosso cardine della storia, che costituisce anche il fondamento del suo umorismo: Marta, che viene ripudiata dal marito senza essere adultera, è riaccolta da questi (anche se il finale aperto in realtà non ci dice se la coppia effettivamente si riformerà) quando adultera lo è effettivamente diventata. Questo finale, che si concretizza a sorpresa solo nelle ultime pagine, è quanto di più lontano da un finale naturalistico, con il quale Pirandello gioca sino all’ultimo, che avrebbe dovuto prevedere il coerente suicidio di Marta, e ci fa rileggere la sua vicenda in modo nuovo, alla luce del citato relativismo conoscitivo pirandelliano, del contrasto tra ciò che l’individuo è e la parte che la società gli assegna, marcandolo a fuoco. Sempre nella lettera a Capuana del 1907, Pirandello dice che ”nella vita [non vi sono forse] ganci improvvisi che arraffano le anime in un momento fugace, di grettezza o di generosità, in un momento nobile o vergognoso, e le tengono poi sospese o su l’altare o alla gogna per l’intera esistenza, come se questa fosse tutta assommata in quel momento solo, d’ebbrezza passeggera o d’incosciente abbandono?” Pirandello non ha ancora pienamente elaborato i concetti che ritroveremo, alcuni decenni dopo, in Uno, nessuno e centomila: Marta Ajala non è un Vitangelo Moscarda al femminile, la sua personalità non si ricompone in modo diverso come in un caleidoscopio a seconda di come la vedono gli altri, è più una vittima dei pregiudizi sociali che di una intrinseca irrazionalità e non-oggettività della realtà, ma il paradossale finale ci dice già molto dei lidi ai quali Pirandello sarebbe approdato.
Anche il tema della parte in commedia assegnato a ciascuno di noi si ritrova nel romanzo, in particolare nella figura e nei discorsi di Antonio Pentàgora, padre di Rocco, il marito di Marta. Egli sa che ai membri maschi della sua famiglia è toccato in sorte di essere cornuti, e nelle prime pagine redarguisce il figlio perché, nonostante il destino, la croce che identifica la famiglia, ha voluto sposarsi. L’umorismo pirandelliano, il sentimento del contrario intriso di comprensione per le ragioni del soggetto umoristico raggiunge già in questa prima prova, forse accentuato dalle revisioni successive, vette importanti, come si ravvisa anche nella feroce ma al tempo stesso tenera caratterizzazione di Don Fifo Juè e della moglie, i due vicini di casa di Palermo, oppure di alcuni personaggi secondari della società agrigentina.
Con questa godibile galleria di personaggi secondari contrasta a mio modo di vedere in senso negativo quello di Matteo Falcone, il bruttissimo insegnante di disegno che ama Marta ma viene da questa respinto. La sua caratterizzazione come irsuto uomo mostruoso, per di più dotato di piedi deformi, sempre cupo, incapace di guardare negli occhi degli altri per la paura di ”scorgervi il ribrezzo che la sua figura destava”, se è senza dubbio funzionale a rimarcare, ancora in senso umoristico, la sua vivacità intellettuale, dall’altro appare veramente sconfinare nella macchietta, evidenziando una certa dose di acerba ingenuità nell’autore.
Un altro elemento che rimanda direttamente all’umorismo pirandelliano, e che allontana il romanzo dal verismo di seconda mano, è a mio avviso il complesso rapporto tra i due protagonisti, Marta e Rocco, e i rispettivi padri. Entrambi sono dei veri patriarchi, violenti almeno verbalmente, in grado di soggiogare i figli alla loro volontà. Entrambi concepiscono gli altri membri della famiglia come loro proprietà, ma nello stesso tempo sia Francesco Ajala, il padre di Marta, rispettatissimo in città, sia Antonio Pentàgora, cui ho già accennato, non sono in grado di gestire la situazione generata dallo scandalo. Il primo si rinchiuderà in una stanza della sua casa senza voler vedere più nessuno sino all’ictus finale, accentuando e rimarcando le conseguenze sociali di ciò che è successo alla figlia; il secondo, come detto, ricondurrà gli avvenimenti all’oscuro destino di famiglia. Nessuno dei due cerca di capire ciò che è davvero successo (o non successo): entrambi accettano supinamente la versione di Rocco perché rappresentano, sia pure in forme diverse, i garanti dell’autorità patriarcale che non può mettere in discussione le regole sociali. Sarà quindi necessario che essi muoiano perché queste regole vengano messe in discussione. Così alla morte di Francesco Ajala, e solo allora, sua figlia Marta potrà reagire alla sua sorte, cercando di rientrare nella società e di assumere il ruolo di capofamiglia anche in senso economico; così, solo la morte di Antonio Pentàgora consentirà a Rocco di agire concretamente per tentare di riavvicinare la moglie ripudiata.
Giova qui ricordare che questa spietata analisi del patriarcato siciliano deriva a Pirandello dal suo difficile rapporto con il padre, e come il tema dei rapporti familiari continuerà a condizionare l’autore e la sua opera per tutta la vita, in conseguenza della patologia della moglie, che generò dei veri e propri drammi familiari e sarà poi per decenni rinchiusa in manicomio.
Leggendo L’esclusa il lettore pirandelliano DOC non si sentirà quindi completamente a casa: troppo lontane appaiono infatti alcune parti del romanzo da ciò che si pretende da un testo della maturità: per certi versi, come ci dice la genesi del romanzo, siamo ancora in pieno ottocento, e il naturalismo di stampo francese, forse per una sorta di reverenza verso il maestro ed amico Capuana, sembra prevalere sul relativismo e sull’irrazionalismo di matrice germanica (ma anche bergsoniana) che Pirandello aveva assorbito negli anni di Bonn. Neppure le revisioni successive, soprattutto quella profonda del 1926, hanno potuto togliere del tutto questo involucro all’opera: la sua stesura ultima ci permette però di trovare nelle pieghe di questo romanzo, andando oltre quelle che l’autore chiama la rappresentazione affatto oggettiva dei casi e delle persone, il germe di ciò che Pirandello sarà: uno dei pochi autori italiani della prima metà del novecento di respiro veramente europeo, capace di innestare nel panorama della asfittica letteratura del nostro arretrato Paese il lievito dei grandi fermenti culturali che – a seguito di drammatici cambiamenti sociali – scuotevano l’espressione artistica sino a metterne in discussione le stesse radici. Cresciuto tra la Sicilia e Bonn, da italiano atipico Pirandello saprà interpretare la crisi dell’uomo del ‘900 come lo sarà un altro grande italiano atipico: il triestino Italo Svevo. A questo celebrato duo personalmente mi sento di aggiungere una ulteriore voce, atipica all’inverso per la sua tipicità apparentemente provinciale: quella di Federigo Tozzi, di cui non a caso Pirandello fu uno dei primi ammiratori.
Profile Image for Yavanna Valar.
22 reviews3 followers
February 24, 2016
Piccola (e soprattutto modesta) riflessione sulla lettura appena conclusa.

Che dire, questo romanzo è uno di quelli che arriva all'improvviso, ti stravolge e ti fa riflettere su tematiche specifiche, come in questo caso del dramma della giovane Marta Ajala. La protagonista è davvero una donna degna di stima: nonostante lo scandalo avesse trascinato lei e la sua famiglia nel baratro della vergogna (per qualcosa di cui non era assolutamente colpevole), nonostante l'ostilità di tutto il paese, lei ha cercato di rialzarsi e di dimostrare che è superiore a tutti i suoi compaesani e che non si fa scrupoli a camminare a testa alta, con orgoglio, fra la gente. Apparentemente sembra che ci riesca, ma ecco che qui si manifesta il dramma della giovane Marta: lei non potrà mai più ritornare alla sua vita precedente, è una persona diversa, non è più Marta Ajala, bensì una spettatrice della sua vita. E' esclusa dalla sua stessa vita e non solo, anche dalla gente del paesino in cui ha vissuto. Dunque è una vera amara e triste constatazione che sia Marta sia io come lettrice abbiamo potuto sviscerare da tale vicenda, che riporta dunque a un tema molto importante della poetica di Pirandello, della consapevolezza di essere diventati degli osservatori della vita e di conseguenza di non vivere più la propria vita.
Proprio per la profondità con cui è stato scritto il libro e per il grande impatto che ha avuto su di me, che dò a questo libro 5 stelline, che confermano la grandezza di questo autore.
Ultima menzione che tengo esprimere (ispirata dalla prefazione di Gianni Turchetta) è sul ruolo degli uomini in questa vicenda: sono tutti degli antagonisti nella vita di Marta, tra cui il peggiore è Rocco, il marito, vile, bigotto causa principale del dramma di sua moglie. Tutti gli uomini, in questo romanzo, sono convinti fermamente di avere il controllo sulla vita di Marta, di poter prendere delle decisioni per lei (persino Gregorio, che all'apparenza potrebbe sembrare una sorta di salvatore, ma in realtà è esattamente come tutti gli altri), senza considerare il dolore e la situazione ingestibile a cui è sottoposta.
Profile Image for Sara La porta.
31 reviews16 followers
August 24, 2015
Avevo bisogno di riconciliarmi con la letteratura: obiettivo pienamente raggiunto.
I sentimenti e i pensieri germogliano dai personaggi come foglie dagli alberi e la trama è il frutto delle loro azioni e reazioni, naturali intrecci dei loro rami.
I personaggi sono tipi, veri perché ritratti con le loro proprie particolarità, ciascuno con la propria vita; e tutto si svolge in modo così spontaneo che non si ha neppure la sensazione di leggere un libro: si avverte il contrasto tra individui e società e la storia assume le tinte di racconti da paese.
Profile Image for Emre.
290 reviews41 followers
June 23, 2017
Kıymetli yazar Luigi Pirandello bu eserini 1893 yılında kaleme aldı. Oysa bu kitap 2017 yılında bir türk yazar tarafından kaleme alınmış olsaydı muhtemelen kimse yadırgamazdı. İtalyanların geride bırakmış olduğu bu süreç bizim için maalesef hala güncelliğini koruyor. Kadınların toplumdaki yeri konusunda aradan geçen 124 yıla rağmen bir arpa boyu yol alamadıysak bu da bizim ayıbımız.
Profile Image for Mariagrazia D'angeli.
53 reviews2 followers
July 21, 2020
Dimenticate gli autori moderni, i Saviano, i Veronesi, i Giordano. Leggete Pirandello, che ha tutto.
Libro sublime, da leggere assolutamente.
Profile Image for Xenja.
695 reviews98 followers
November 10, 2023
Quando la condizione della donna nel nostro Meridione, cent’anni fa o poco più, era la stessa in cui si trovano ancora oggi tante donne nei paesi arabi più arretrati. Se lo ricordino, quelli che riversano tanto disprezzo su certi paesi, come se noi italiani potessimo salire in cattedra!
Romanzo, nel suo genere, perfetto. La vicenda di Marta cresce avvolgendosi su se stessa in una spirale angosciosa, rinchiudendola in una gabbia, da cui sembra impossibile uscire. Strano che non ne sia ancora stato tratto un buon film (ma solo una cosetta modesta, rimasta sconosciuta).
Profile Image for Ginevra.
40 reviews2 followers
January 18, 2022
Se a prima vista sembra un'opera figlia del suo tempo, piena di voci, di realtà paesane e della palpitante folla in giudizio per l'onore perduto, Pirandello ancora una volta riesce a trovare il nuovo nel vecchio, a estrarlo con precisione chirurgica e a scombinare le carte sul piatto per un'interiorizzazione tutta novecentesca, tutta successiva.
Le vicende, i pensieri, i sentimenti passano vorticosamente da un'ambientazione tutta verghiana all'introspezione psicologica dei grandi personaggi esistenzialisti, fino a tornare indietro, indietro alle eroine delle tragedie greche.
Bellissimo, bellissimo davvero
Profile Image for Veronica.
271 reviews
March 2, 2017
This book kept me hooked like only a few others did. Every time I had to put it down I started missing it. The writing style is superb, as it usually happens with Pirandello. The characters' in-depth analysis is extremely well done and carried out. The descriptions are so vivid that the author leads the reader inside the living scene without them even noticing. It is an excellent book.
Profile Image for La Sofi.
57 reviews10 followers
June 25, 2019
Temevo fosse molto più noioso, invece si legge tranquillamente. Avrei dato 4 stelline ma il finale mi ha lasciato un po' così, avrei preferito che ci fosse detto qualcosa in più e invece viene lasciato abbastanza aperto e libero a interpretazioni. Ad ogni modo lo consiglio.
Profile Image for Denise Orlando.
20 reviews4 followers
October 19, 2022
Marta, la rappresentazione delle donne del sud. Mi piacerebbe dire che quel che passa Marta sia ormai tutto in un passato lontano, ma purtroppo non è così. Quante donne hanno ancora problemi del genere? Libro di fine 1800/inizio 1900, eppure così ancora attuale.
Profile Image for Drilli.
384 reviews33 followers
May 13, 2022
Una storia che mi ha fatto provare tanta rabbia e tristezza, che mi ha coinvolta emotivamente più di quanto avrei creduto e che pur essendo il primo romanzo di Pirandello lo conferma tra i miei autori preferiti.
Mi sono piaciuti tanto i personaggi: teatrali - c'è tanto di teatrale in questo romanzo - eppure veri e realistici perché tutti inevitabilmente grigi; non ci sono buoni e cattivi, ognuno ha le sue colpe e le sue giustificazioni, ognuno è influenzato e quindi macchiato dalla crudele convenzione sociale che esclude dalla comunità un'innocente e, paradossalmente, la riabilita solo quando infine colpevole.
La stessa protagonista - una donna davvero forte che, nonostante l'enorme ingiustizia subita non si arrende, non abbandona il suo orgoglio, si mette in gioco per ricostruirsi una vita riesce per merito a ottenere un buon lavoro e a sorreggere la madre e la sorella (ingiustamente coinvolte nel suo destino di esclusa) - alla fine si vedrà cedere di fronte al 'ruolo' che la società le ha assegnato, non già per sentimento quanto proprio per una sorta di rassegnazione, e che la porta all'amarissimo finale.
E così tutti gli altri: ogni gesto, azione, sentimento, sottostà al preponderante giudizio della società. Persino le innocenti e amorevoli madre e sorella di Marta si 'macchiano' della 'colpa' di non essere in grado di comprendere i suoi sentimenti, i suoi desideri, le sue azioni, al punto che Marta è costantemente costretta ad indossare una maschera davanti a loro, a fingere una serenità di cui il pensiero scottante dell'ingiustizia subita non le consente mai di godere.
E i 'cattivi' (il marito, il suocero) pure hanno in certi momenti desideri di far del bene, di aiutare... ma cosa penserebbero poi di loro? Non ne vedrebbero infine macchiata la propria reputazione, non verrebbero meno al loro ruolo?
Già in questo primo romanzo, quindi, sono presenti i grandi - e a me sempre graditissimi - temi della narrazione pirandelliana: le maschere, il contrasto tra singolo e società, l'alienazione dalla vita, la solitudine, ed emerge già il suo personale concetto di umorismo come sentimento del contrario (il cui principale rappresentante in questo romanzo è Matteo Falcone, insieme con la madre e la zia).
Ma fulcro principale e merito indiscusso di questo romanzo è a mio avviso il suo essere protofemminista, il modo in cui apertamente critica e si schiera contro le assurde restrizioni cui è soggetta la donna ai tempi, e che neanche un personaggio come Marta, così forte, orgogliosa, colta e soprattutto pienamente consapevole delle sue doti e in nulla inferiore agli uomini che la circondano (anzi!).
Profile Image for Ily.
521 reviews
March 11, 2022
Questo romanzo d'esordio impegnò l'autore in un range temporale dal 1893 al 1927 durante il quale lo modificò, lo snellì nella forma per restituire al lettore un'opera più matura contenente quell'aspetto comico e paradossale pur nella tragedia che caratterizza un po' tutta la sua produzione letteraria.
Marta Ajala è una giovane donna che viene ingiustamente accusata di adulterio dal marito: da questo momento in poi comincia una vita nuova, che però oscilla tra l'angoscia di essere esclusa ed additata dalla società e la possibilità di riscattarsi ed emanciparsi, a cominciare dal lavoro come insegnante.
Profile Image for Valentina Xenia .
44 reviews
January 5, 2019
Lo considero tremendamente attuale (anche se in qualsiasi opera di Pirandello si trovano personaggi piuttosto contemporanei) proponendo una protesta constro l'eccessiva considerazione dell'apparenza nella società. oggi è molto diffusa l’ossessione per l’apparire, che a volte giunge all’identificazione del soggetto con la sua presenza: “io sono ciò che si vede di me”. Il romanzo elabora in maniera esaustiva il rapporto complesso fra il singolo e la società, la quale molto spesso ha una capacità di condizionamento negativa tale da indurre il soggetto a cadere realmente in errore. Il libro vuole quindi essere un’esortazione a comportarsi più liberamente, a svincolarsi dai preconcetti comuni, ad eliminare quelle maschere-gabbia entro le quali, per seguire la corrente, a volte ci imprigioniamo.

I consider it tremendously up-to-date (even if in some Pirandello's work there are quite contemporary characters) proposing a protest against the excessive consideration of appearance in society. today the obsession with appearing is very widespread, which sometimes reaches the identification of the subject with his presence: "I am what you see of me". The novel elaborates in a comprehensive way the complex relationship between the individual and society, which very often has a capacity for negative conditioning that causes the subject to actually fall into error. The book therefore wants to be an exhortation to behave more freely, to disengage from common preconceptions, to eliminate those cage-masks within which, to follow the current, we sometimes imprison ourselves.
Profile Image for Giulio Ciacchini.
389 reviews14 followers
January 7, 2025
Qui ogni volontà è esclusa, pur essendo lasciata ai personaggi la piena illusione ch'essi agiscano volontariamente; mentre una legge odiosa li guida o li trascina, occulta e inesorabile; e fa sì che un'innocente, scacciata dalla società per esservi riammessa debba prima passare sotto le forche dell'infamia, commettere cioè davvero quella colpa di cui ingiustamente era stata accusata.

Così Pirandello commentava questo dramma che stritola i suoi protagonisti, senza lasciarli scampo.
Marta Ajala moglie di Rocco Pentàgora, un uomo rigido e conformista. Un giorno Rocco scopre una lettera d'amore che Marta ha ricevuto dal suo ex professore, Gregorio Alvignani, e immediatamente la accusa di tradimento, pur senza avere prove concrete. La società patriarcale (quella vera) e moralista in cui vivono alimenta la condanna: Marta è cacciata di casa e diventa "l'esclusa", vittima del pregiudizio e della maldicenza.
Questa in breve la storia, che assume tinte sempre più fosche sempre più drammatiche.
L'incipit di un dramma, non poteva che essere ironico.
Infatti Pirandello magistralmente inizia il racconto facendo parlare il cinico padre di Rocco, tradito anch'egli e convinto che le donne siano tutte uguali:
"Si sa, per altro, che le mogli è il loro mestiere d'ingannare i mariti."
Infatti Marta già dalle prime pagine è condannata da tutti, senza possibilità di difesa.
Mentre cerchi di capire cosa ha davvero fatto questa povera ragazza, Pirandello getta il lettore nel vortice della disperazione che immediatamente assale le due famiglie.
In realtà la neo sposina qualcosa ha fatto, ma per comprendere appieno dobbiamo calarci nella mentalità di 100 anni fa.
E' vero, Marta non ha tradito fisicamente il marito Rocco. Le lettere che Marta scambia con Alvignani sono il frutto di una corrispondenza emotiva, un legame platonico che non sfocia in un tradimento concreto. Tuttavia anche il semplice scambio di lettere con un uomo viene percepito come un atto scandaloso e sufficiente per accusarla di infedeltà.
Ed in effetti Alvignani le da del "tu", chiaro segnale di un corteggiamento.
Marta forse ingenuamente o forse perché vittima di un matrimonio combinato ed infelice, si lascia lusingare da queste avance e tiene nascosta al marito questa corrispondenza: di questo è sicuramente colpevole.
Un pò come se oggi il coniuge avesse una chat privata con una persona che la sta corteggiando...
Rocco, trovando una di queste lettere, si lascia travolgere dalla gelosia e dal sospetto, senza cercare di comprendere o dialogare con Marta. La sua reazione riflette più la sua insicurezza e il peso delle convenzioni sociali che una reale valutazione dei fatti.
Spinto da una gelosia cieca condanna la moglie e la sua famiglia a una fine indecorosa, che li allontanerà da tutto e da tutti.
In un dialogo magistrale lo stesso padre di Marta, incolpa la figlia ed anzi rincara la dose: se suoi moglie avesse fatto una cosa simile non l'avrebbe solo cacciata di casa, ma l'avrebbe uccisa per difendere il proprio onore
Innocente... Con quelle lettere? Avresti fatto lo stesso, dunque, tu? Sta' zittal Non arrischiarti accusarla!
Non la scuso, gemette ella, piano. Ma se ho la prova, io, la prova che mia figlia merita il castigo che le si vuole infliggere... Ah, questo, tonò cupamente l'Ajala, questo l'ho detto anch'io a quell'imbecille...
Vedi? grido la moglie, quasi ilarata da un lampo di speranza.
Ma poi egli mi chiese se io, al posto suo, avrei perdonato... Ebbene, no! Perché io, aggiunse, riafferrando per le braccia la moglie e scrollandola forte, io non t'avrei perdonato: ti avrei uccisa!
Senza colpa.
Per quella lettera, Non ti basta?
Marta, si, sarà colpevole, si piego allora ad ammettere la madre, ma d'una leggerezza, non d'altro. Ma ora tu che vuoi fare? Partire, affrontare colui, tu! E non intendi che la sciagura, cosi... Lasciami dire, per carità! Ho fede, io, ho fede che un giorno, presto, la luce si farà...
Non scusare! Non scusare!
Non scuso Marta, no; accuso me, va bene. Me, me, perché io non dovevo lasciarlo fare questo matrimonio...

Quello che segue è una escalation drammatica che culmina con la morte del padre per il dolore causatogli dal disonore e il figlio che Marta aveva avuto da Rocco.
Questa scena così teatrale e drammatica mi ha lasciato a bocca aperta per la sua incisività
Improvvisamente, barcollando, urlando, con le braccia levate, furibonda dagli spasimi e dalla paura, irruppe in quella stanza Marta, discinta, scarmigliata, inseguita dalla madre e dalle donne assistenti. Ma. ria, Anna Veronica si levarono spaventate e le corsero dietro anch'esse. Marta andò a urtare contro l'uscio del padre e, battendovi con la testa e con le mani, chiamava, supplicava:
Babbo! Apri, babbo! Non mi far morire cosi! Apri, babbo! Muojo, perdonami!
Le donne, piangendo, gridando, cercavano di strapparla di là. Il medico la prese per le braccia.
Codeste sono pazzie, signoral Via, via: il babbo verrà; si lasci condurre...
Le donne la circondarono, la tolsero quasi di peso, la trascinarono nella camera del travaglio.
Quivi la adagiarono sfinita su i guanciali.
Poco dopo, María, ch'era ritornata a origliare all'uscio del padre, entrò nella camera della sorella, con faccia stravolta, tutta tremante, a chiamare la madre; la condusse all'uscio del rinchiuso e, tendendo di nuovo l'orecchio, le disse: Senti? senti? Mamma, senti?
Veniva dalla stanza, attraverso l'uscio, un romor sordo, continuo, come un ruglio di cane aizzato.
...
Nella camera al buio giaceva Francesco Ajala, bocconi sul pavimento con un braccio proteso l'altro storto sotto il letto.

In definitiva proprio perché Marta è profondamente onesta sceglie sempre la strada più ardua: a Rocco poteva omettere di essere incinta, lui stesso glielo dice, e poter tornare da lui; non chiede mai perdono, ritenendosi innocente, subendo le conseguenze nel paese e a scuola.
Difatti la sua tentata conversione non riesce.
A differenza dell'amica Anna, ella in cuor suo non deve chiedere scusa per niente per cui anche questa strada le è preclusa.
Ostracizzata dalla famiglia e dal paesino intero, si porta dietro il senso di colpa insieme alla madre ed alla sorella.
La madre dopo la disgrazia si vergogna di andare in giro, di essere guardata dalla gente del paese e non vuole sentire i commenti dei vicini. Si rassegna a qualsiasi cosa accada e, nonostante trovi quasi sempre una soluzione spesso non dimostra di voler tirare su l'“onore” della famiglia, ma di stare a subire le disgrazie.
E la madre si mise a pettinarla, come soleva ogni mattina quando ella si recava a scuola. Finito, guardò la figlia: Dio non le era sembrata mai tanto bella... E provò un vivo ritegno pensando che doveva uscir con lei per la città, condurla tra gli sguardi maligni della gente, a un'impresa che, nella schiva umiltà della propria indole, non sapeva né comprendere, né apprezzare. Pensava che quella bellezza, quell'aria di sfida che Marta aveva nello sguardo, avrebbero forse dato cagione alla gente d'esclamare: Guarda com'è sfrontata!
Sei cosi accesa in volto... le disse, schivando di guardarla; e avrebbe voluto ni gli occhi bassi per via. aggiungere: Scesero finalmente la scala e s'avviarono strette fra loro, mentre Maria, dietro i vetri della finestra, le seguiva cogli occhi, trepidante.
La signora Agata avrebbe voluto essere almeno della metà men alta di statura, per non attirare tanto gli sguardi della gente e passare inosservata; correre in un baleno quella via che le pareva interminabile. Marta invece pensava all'incontro con le antiche compagne, e non si dava col pensiero tanta fretta di sottrarsi alla via

E poi c'è lui, l'amante responsabile delle disgrazie della famiglia Ajala.
Nonostante il suo supporto a Marta, Alvignani è responsabile dell’equivoco che rovina la vita della donna. Le lettere scambiate tra loro, pur non avendo implicazioni fisiche, riflettono un legame che può sembrare inappropriato nel contesto matrimoniale e sociale dell'epoca. In un certo senso, la sua presenza contribuisce indirettamente a far crollare il fragile equilibrio del matrimonio di Marta.
Alla fine Alvignani sembra sincero ma forse sfrutta la sua posizione per approfittare di lei, nel testo non è mai esplicitato ma hanno rapporti sessuali il che ovviamente era molto rischioso.
Il seduttore è una figura sfumata, che si muove tra il sostegno sincero e una certa irresponsabilità. Non è un eroe romantico, ma nemmeno un puro antagonista: rappresenta piuttosto un uomo influenzato dalle passioni, dall’orgoglio e dalla complessità delle relazioni umane. Pirandello lo utilizza per sottolineare il modo in cui le apparenze e le interpretazioni soggettive possono influenzare i giudizi morali e le azioni degli individui.
In questa ambiguità Marta vive il dramma di essere definita dagli altri e di non poter affermare la propria identità. Marta cerca di emanciparsi, ma si scontra con le limitazioni imposte dal suo tempo.
Voglia o non voglia: è forse più possibile, ora, dopo quello che è avvenuto fra te e me? Hai potuto sperarlo, rallegrartene? Dio! Che hanno fatto di me... Che sono divenuta io? Mi hai aspettata; ci sono venuta, qua, in casa tua, coi miei piedi; e, ora che mi hai avuta, me ne posso pure andare da quell'altro?
Come sospetti bassamente di me! esclamò l'AIvignani, avvilito.
Ah, io di te? E tu di me che pensi, se hai potuto sperare che... Ma non sai il peggio ancora! Ah, la mia testa... la mia povera testa...
E Marta si premette forte le tempie con le mani che le tremavano.
Il peggio? fece Gregorio Alvignani.
Si, si: per me non c'è più scampo, ormai. Sappilol La morte sola.
Che dici?
Sono perduta! M'hai perduta... Sono venuta apposta per dirtelo.
Perduta? Che dici? Spiègati!
Perduta: non capisci? grido Marta. Perduta... perduta...
Gregorio Alvignani restò come basito, guardando fiso, con terrore, Marta, e balbetto.
Ne sei certa?
Certa, certa... Come ingannarmi? rispose Marta, lasciandosi cadere su una seggiola. Sono venuta per dirti questo. Come nasconderò a mia madre, a mia sorella il mio stato? Se ne accorgeranno... No, no: prima morire! Per forza io ora debbo morire. Non mi resta più altro

In finale è un crescendo un pò troppo teatrale, ma che comunque ho apprezzato, così come la riconciliazione finale tra Marta, incinta di Avigliani, e Rocco che ciò nonostante la accoglie.
Profile Image for Alesia.
9 reviews
February 2, 2024
L’esclusa è un romanzo che ho trovato un po’ pesante nella prima parte e che mi ha quasi convinta a lasciar perdere ma, leggendo la seconda parte mi sono ricreduta.
La prima parte risulta opprimente, asfissiante proprio come opprimente é diventato il mondo per Marta Ajala, accusata ingiustamente di adulterio da tutti intorno a lei.
All’inizio della seconda parte la ragazza riscopre, seppur brevemente, la libertà da un mondo accusatore e da uomini che si definiscono vittime del suo gesto.
Marta è un personaggio interessante che vede e non capisce le ipocrisie delle persone che la circondano, il loro cieco sottostare a convenzioni retrograde alle quali però alla fine dovrà sottomettersi anche lei.
Non credo che questo sia il miglior romanzo di Pirandello ma sicuramente é un’ interessante analisi della figura femminile schiacciata dalle regole della società patriarcale.
Profile Image for Giordano Bruno.
244 reviews10 followers
October 26, 2024
Più cerco di scriverle, più mi accorgo di non saper scrivere vere recensioni dei libri che leggo, specialmente quando affronto autori e libri importanti. Comunque... Dopo, Verga, Deledda, Svevo e Pavese, non mi sono voluto far mancare anche un Pirandello... e ho fatto bene! Questo suo primo romanzo, non c'è che dire, è proprio bello, il buon vecchio Luigi ci sa fare, lo si capisce subito. Volevo recuperare un po' di autori italiani, che ho sempre trascurato preferendo i vari Dickens, Austen, Hugo, ecc. Molto onestamente, credo di preferire ancora i classiconi di autori inglesi e francesi, ma con queste ultime letture e riletture gli italiani hanno sicuramente scalato qualche posizione in classifica, Pirandello e Svevo in particolare. L'esclusa mi ha catturato: se il primo capitolo mi ha lasciato leggermente stranito con tutto quel parlare di corna (già...!), dal secondo, la vicenda ha cominciato a coinvolgermi. Belli i personaggi, con un gran personaggio femminile per protagonista. La vicenda, per quanto semplice, non sapevo dove sarebbe andata a parare e anche il finale non è per niente scontato. Insomma, applausi per Pirandello che con questo suo romanzo d'esordio dimostra senz'ombra di dubbio di saperci fare. Che poi non c'era certo bisogno che venissi a dirvelo io.
PS ottima l'edizione Garzanti, ricca di note (comodissime da leggere in digitale, per di più a un prezzo irrisorio).
Profile Image for pal:).
194 reviews
April 12, 2021
Letto per scuola: alcune pagine mi sono particolarmente piaciute, ma il finale mi ha lasciato un po' interdetta per la semplicità e l'apparente mancanza di significato.
Profile Image for Maryam.
93 reviews
July 22, 2025
scusa ma può un libro finire così? mah
Profile Image for Donato.
182 reviews18 followers
October 9, 2020
Why am I only giving this three stars? [1] Because it's Pirandello and he needs to be held to a higher standard. So it's not that it's bad, it's just that it doesn't quite reach the level we're used to with Pirandello. It's got the hilarious and theatrical set pieces; it's got the irony; it's got the perspicacious observation of human behavior and family dynamics; in sum, it's got the ingredients for a great book, but they're just not mixed together in that way that great literature is. So we get a yummy cake, sure, but not that dish that you just want to keep eating and eating.

The ostensible protagonist is the "excluded one" of the title, Marta Ajala. But she doesn't even appear in the first scene, at least not in person. In fact, the first person we encounter (in the very first sentence) is her father-in-law (she herself doesn't appear until page 20).

So who's the real protagonist? Her family? her husband's family? the whole town? No, it's society, whose yoke we all have around our necks, forced to do its bidding, not free do be who we are. There's the great scene in Part One, Chapter 10, where we see the literally physical and powerful force of society during a religious procession (oh the irony!). There's an almost throw-away scene where one of Marta's fellow teachers complains about a certain kind of ironic literature, saying, "voi da un canto piegate il collo al giogo, e deridete dall'altro la vostra supinità" [2] Is he talking about literature, or we poor humans tied to our yokes? (In fact the word "yoke" ("giogo") is used several times in the book.) And then there's the ending, which I won't give away, but let's just say that its "openness" can only lead us to the society-as-protagonist conclusion.


[1] OK, let's give it 3.5, just to put it above my usual three-star reviews.

[2] "On the one hand you bend your necks to the yoke, and on the other you deride your own servility." (Part Two, Chapter 2, my translation.)
Profile Image for Banshees .
112 reviews1 follower
June 7, 2020
Un clásico de la literatura italiana, un libro que nos habla de una joven esposa que es rechazada por su marido al créer que lo engaña, un mal entendido que la marca y la hace caer en la desgracia, Excluida de la sociedad y llevada à la tragedia, un libro que te sumerge en los pensamientos de los personajes y su psicología, una protagonista que llega à sentirse culpable de algo que no hizo pero que a lo largo del libro se da cuenta que ella no tiene la culpa de nada.
Hay que tener en cuenta la época en que esta escrito, para entender más el comportamiento de los personajes, y es triste saber al leerlo que muy à pesar de en que época se escribo hay cosas que desgraciadamente no han cambiado.
Pirandello retrata la sociedad de su tiempo desde una perspectiva crítica con el patriarcado, la omnipresencia de la religión católica y la hipocresía social generalizada. No plantea el conflicto con una protagonista pasiva, que se regodee en su papel de víctima, sino con una que, pese a sufrir pérdidas, insultos y degradaciones, sigue adelante con una gran firmeza.
Me gusto mucho à pesar de el final, que sinceramente me dejo con ganas de más.
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