In questo libro pubblicato per la prima volta nel 1956 Günther Anders muove dalla diagnosi della «vergogna prometeica» – cioè dalla diagnosi della subalternità dell’uomo, novello Prometeo, al mondo delle macchine da lui stesso creato – per affrontare il tremendo paradosso cui la bomba atomica ha posto di fronte l’umanità, costringendola fra angoscia e soggezione. La vergogna prometeica è legata anche a un senso di «dislivello», di non sincronicità, tra l’uomo e i suoi prodotti meccanici che, sempre più nuovi ed efficienti, lo oltrepassano, facendo sì che egli si senta «antiquato». Oltre che perfetta, la macchina è ripetibile, standardizzata, riproducibile in esemplari sempre identici; quindi possiede una specie di eternità che all’individuo umano è negata. Donde una rivalità, una impari gara dell’uomo, una inversione dei mezzi con i fini, di cui Anders in questo libro analizza con straordinaria anticipazione tutta la portata. In particolare là dove tratta delle tecniche di persuasione, soprattutto radiofoniche e televisive che ci assediano con immaginifantasmi, sostanzialmente irreali, di fronte a cui diventiamo passivi, maniaci, incapaci di pensare e di comportarci liberamente.
Günther Anders (born Günther Siegmund Stern) was a German philosopher, journalist, essayist and poet. He was trained in the phenomenological tradition, he developed a philosophical anthropology for the age of technology, focusing on such themes as the effects of mass media on our emotional and ethical existence, the illogic of religion, the nuclear threat, the Shoah, and the question of being a philosopher. In 1992, shortly before his death, Günther Anders was awarded the Sigmund Freud Prize.
Libro pa la asignatura d Antropología. Lo recomiendo mucho. Se hace un poco pesado de leer a veces pero vale mucho la pena. Explica el ser humano de la modernidad. El cómo ha afectado la técnica. En cuanto a la televisión, la radio, la información. Nuestra pasividad, falta de reflexión, de identidad debido a todos estos factores. Me parece increíble la idea de la “vergüenza prometeica”, en cómo la técnica ha superado todas nuestras capacidades. Y consigue a través de esa idea explicar la bomba atómica o cómo nos sentimos incapaces de empatizar con meros números de muertos en la tele. Somos capaces de saber lo que pasa en Gaza pero de ninguna manera llegar a comprenderlo. Podemos empatizar con uno o varios muertos pero no con miles y cientos de miles. Lo mismo le pasa a quien lanza una bomba, o una bomba atómica. O cómo a través de una empresa y la especialización de funciones somos incapaces de comprender la moralidad del fin de dicha tarea o acción. Explicando así la burocracia durante el Holocausto y la falta de empatía o de comprensión de lo que hacían muchos nazis que simplemente “acataban” órdenes. O cómo nos hemos convertido en sujetos pasivos viendo el mundo desde nuestra casa, a través de una imágen que parece objetiva pero que realmente no lo es. Y cómo nos alimentamos de ese mundo, nos lo dan masticado y no hacemos preguntas. Lo escribe durante los años 60 o algo así. Madremía si este tío lo hubiese escrito ahora. Le da un infarto con las redes sociales y con tiktok. Realmente consigue predecir los efectos de la técnica, que incluso se han agravado. Cuenta muchas más cosas pero bueno tengo que digerirlas y estudiármelo un poquillo. Cuánto más sé sobre el mundo más asco y cinismo me da👍.
Simplement phénoménal. Si Nietzsche était le prophète des deux siècles qui suivaient sa vie, Anders est, à mon sens, le prophète du reste de l’humanité. Il est aussi troublant qu’impressionnant de lire des analyses aussi justes (et pourtant si visionnaires!) sur les relations que nous entretenons avec la technologie et avec notre nature d’êtres organiques, non produits. Le premier essai de cette collection, celui sur la Honte prométhéenne, est à mon sens un sommet de la philosophie contemporaine, mais l’ensemble de l’ouvrage est remarquable.
«In questo libro pubblicato per la prima volta nel 1956 Günther Anders muove dalla diagnosi della "vergogna prometeica" – cioè dalla diagnosi della subalternità dell'uomo, novello Prometeo, al mondo delle macchine da lui stesso creato – per affrontare il tremendo paradosso cui la bomba atomica ha posto di fronte l'umanità, costringendola fra angoscia e soggezione.»
Il saggio di Anders, lungi dall'essere invecchiato male, è terrificantemente attuale e pone seri dubbi a noi uomini e donne dell'epoca delle AI, sul dove stiamo andando.
Seri üretim ve kopyalama kapitalizmini post-yapısalcı görüşe doğrudan bağlamayı beceren iyi ötesi bir teori kitabı. Üstelik son derece somut ve güncel kaygılardan yola çıkıyor ve ana akım felsefi görüşleri de temelinden eleştiriyor. Çok iyi. Burnunuzun dibindekini görmeyi unuttuysanız kesinlikle okuyun.
Ich wüsste zu gerne, was Günther Anders zu Smartphones etc. sagen würde! Er hat doch eine sehr pessimistische Sicht auf neue Entwicklungen, aber regt dadurch dennoch zum Nachdenken an.
Splendido, strabordante saggio sul rapporto fra uomo e tecnica. Colpisce per lo stile, per la lucidità e per l'essere moltissimi anni avanti (siamo nel 1956) rispetto a quanto scritto su media e tv da pensatori come Popper o Baudrillard. Ottime soprattutto le parti sulla "vergogna prometeica" e sul rapporto tra fantasma e matrice. E questo è solo il primo volume.