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נזירה
"נזירה" היא הנובלה השלישית המצטרפת לשתי אחיותיה "איטליה" ו"ענן". כל אחת לחוד ושלושתן יחד הן פנינה ספרותית יוצאת דופן, פרי עטו של הסופר האיטלקי מרקו לודולי.
אַמַרַנטָה היא נזירה, המתמנה על ידי אם המנזר להיות מורה. למרות רתיעתה הראשונית מהתפקיד, היא נטמעת אט־אט בהווי הכיתה שאותה היא מחנכת, לומדת להכיר את תלמידיה והוריהם, ובמיוחד היא נקשרת לתלמיד בשם לוּקָה, ילד שתקן שאינו לוקח חלק בחיי הכיתה. אַמַרַנטָה עסוקה בהתבוננות ובכלל זה היא בוחנת את משמעות היותה נזירה בעולם העכשווי של ימינו. הילד לוּקָה עוזר לה בדרכו המיוחדת.
פשטות המבע של אמַרַנטָה, יכולתה להתבונן נכוחה בפרטי הדברים ולתאר בשקט ובצלילות את המציאות הסובבת אותה, כמו גם את עולמה הפנימי, כל אלה מאפיינים את כתיבתו של ל ו ד ו ל י ומקנים לנזירה, ולנובלות האחרות שלו, איכויות של שירה אינטימית ומרגשת.
מרקו לודולי, 1956 , יליד רומא, הוא סופר איטלקי, זוכה פרסים ספרותיים רבים. לודולי משמש כמורה ואף חיבר ספר ביקורתי על מערכת החינוך באיטליה.
אַמַרַנטָה היא נזירה, המתמנה על ידי אם המנזר להיות מורה. למרות רתיעתה הראשונית מהתפקיד, היא נטמעת אט־אט בהווי הכיתה שאותה היא מחנכת, לומדת להכיר את תלמידיה והוריהם, ובמיוחד היא נקשרת לתלמיד בשם לוּקָה, ילד שתקן שאינו לוקח חלק בחיי הכיתה. אַמַרַנטָה עסוקה בהתבוננות ובכלל זה היא בוחנת את משמעות היותה נזירה בעולם העכשווי של ימינו. הילד לוּקָה עוזר לה בדרכו המיוחדת.
פשטות המבע של אמַרַנטָה, יכולתה להתבונן נכוחה בפרטי הדברים ולתאר בשקט ובצלילות את המציאות הסובבת אותה, כמו גם את עולמה הפנימי, כל אלה מאפיינים את כתיבתו של ל ו ד ו ל י ומקנים לנזירה, ולנובלות האחרות שלו, איכויות של שירה אינטימית ומרגשת.
מרקו לודולי, 1956 , יליד רומא, הוא סופר איטלקי, זוכה פרסים ספרותיים רבים. לודולי משמש כמורה ואף חיבר ספר ביקורתי על מערכת החינוך באיטליה.
101 pages, ebook
First published April 6, 2008
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Community Reviews
Displaying 1 - 8 of 8 reviews
December 26, 2017
Sigaretta, ruba, uomo
«Sorella» è la narrazione di uno smarrimento interiore.
«Sorella» è Suor Amaranta, che è suora senza una vera vocazione, un po' per caso, storia di una giovane donna che decide di nascondersi al mondo e che più che regalarsi a Dio sceglie di regalarsi il silenzio, e con il silenzio una vita al riparo da voci e sguardi sconosciuti.
Si crede al riparo da tutti e da tutto, Amaranta, finché un giorno la madre superiora cui nulla sfugge, nemmeno il cuore vacillante e l'animo indeciso della sua sorella, le affida una classe di bambini dell'asilo, ben sapendo che Amaranta non ama i bambini.
Ed è lì, a contatto con quelle vite che anziché fragilità esprimono energia allo stato puro, e l'incontro con uno di loro in particolare, che il fragile equilibrio sul quale Amaranta è vissuta fino a quel momento si spezza e che avviene il corto circuito.
Suor Amaranta, costretta da Luca, bambino problematico capace di attirare la sua attenzione con sole tre parole, esce dal suo nascondiglio per entrare in contatto con il mondo che le gira intorno - un mondo in cui si fuma, si ruba, si ama - in un girare apparentemente a vuoto e senza meta, in cui finirà per accorgersi che l'unico vero incontro, quello che mancava alla sua vita, è l'incontro con se stessa.
È un flusso di coscienza ininterrotto, quello che Lodoli adotta per catapultarci senza paracadute nella mente di Amaranta, che ci travolge e ci sconvolge, il flusso di una mente che sembra non riuscire mai a trovare ristoro né quiete.
Mi è piaciuta la storia, così inusuale, così dolorosa nella sua immobilità; mi è piaciuto seguire Amaranta per le strade di quel quartiere di Roma che è stato anche il mio, quello dove sono cresciuta e ho vissuto più di metà della mia vita; mi è piaciuto seguirla nel suo disagio e nel suo smarrimento pronta a dirle 'guarda è di qua, non ti sei persa, devi solo girare l'angolo', essere al suo fianco nell'attesa che le succedesse qualcosa di irreparabile o del suo esatto contrario, di qualcosa che le permettesse di ricostruirsi.
Mi è piaciuto meno, invece, lo stile di Lodoli, a tratti eccessivamente artificioso, sempre in cerca della metafora a effetto, troppo spesso innaturale, tendenza che troppo spesso ritrovo negli autori contemporanei italiani, come se la semplicità della lingua, per molti, equivalesse ad una assenza di stile.
Nel complesso però, sì, mi è piaciuto, leggerò sicuramente altro di suo, e poi si vedrà.
Io mi sono buttata via, ha risposto, e Dio mi ha raccolta sempre.
«Sorella» è la narrazione di uno smarrimento interiore.
«Sorella» è Suor Amaranta, che è suora senza una vera vocazione, un po' per caso, storia di una giovane donna che decide di nascondersi al mondo e che più che regalarsi a Dio sceglie di regalarsi il silenzio, e con il silenzio una vita al riparo da voci e sguardi sconosciuti.
Si crede al riparo da tutti e da tutto, Amaranta, finché un giorno la madre superiora cui nulla sfugge, nemmeno il cuore vacillante e l'animo indeciso della sua sorella, le affida una classe di bambini dell'asilo, ben sapendo che Amaranta non ama i bambini.
Ed è lì, a contatto con quelle vite che anziché fragilità esprimono energia allo stato puro, e l'incontro con uno di loro in particolare, che il fragile equilibrio sul quale Amaranta è vissuta fino a quel momento si spezza e che avviene il corto circuito.
Suor Amaranta, costretta da Luca, bambino problematico capace di attirare la sua attenzione con sole tre parole, esce dal suo nascondiglio per entrare in contatto con il mondo che le gira intorno - un mondo in cui si fuma, si ruba, si ama - in un girare apparentemente a vuoto e senza meta, in cui finirà per accorgersi che l'unico vero incontro, quello che mancava alla sua vita, è l'incontro con se stessa.
È un flusso di coscienza ininterrotto, quello che Lodoli adotta per catapultarci senza paracadute nella mente di Amaranta, che ci travolge e ci sconvolge, il flusso di una mente che sembra non riuscire mai a trovare ristoro né quiete.
Mi è piaciuta la storia, così inusuale, così dolorosa nella sua immobilità; mi è piaciuto seguire Amaranta per le strade di quel quartiere di Roma che è stato anche il mio, quello dove sono cresciuta e ho vissuto più di metà della mia vita; mi è piaciuto seguirla nel suo disagio e nel suo smarrimento pronta a dirle 'guarda è di qua, non ti sei persa, devi solo girare l'angolo', essere al suo fianco nell'attesa che le succedesse qualcosa di irreparabile o del suo esatto contrario, di qualcosa che le permettesse di ricostruirsi.
Mi è piaciuto meno, invece, lo stile di Lodoli, a tratti eccessivamente artificioso, sempre in cerca della metafora a effetto, troppo spesso innaturale, tendenza che troppo spesso ritrovo negli autori contemporanei italiani, come se la semplicità della lingua, per molti, equivalesse ad una assenza di stile.
Nel complesso però, sì, mi è piaciuto, leggerò sicuramente altro di suo, e poi si vedrà.
Io mi sono buttata via, ha risposto, e Dio mi ha raccolta sempre.
August 25, 2017
Amaranta è una donna sola e senza fede che a sedici anni si è fatta suora per nascondersi dal mondo. Amaranta mette l’abito per non subire quello che hanno patito i suoi, per non ripetere la vita di sua madre, alcolizzata. Non è vocazione, ma la fuga dalla vita, la voglia di rifugiarsi e di scappare.
E così Suor Amaranta invecchia in convento, dove i muri assicurano protezione, “le sorelle hanno le voci limpide di chi non è mai disturbato da alcun pensiero, tutte dolcemente intonate”.
Un giorno la Madre Superiora assegna ad Amaranta una nuova missione: fare la maestra ai bambini della scuola materna. Amaranta, non amando la vita, non sopporta i bambini, perché li trova ingordi, irritanti e appiccicosi. I bambini irrompono nella vita degli adulti con la loro vitalità scardinando certezze e, a volte, smascherandoli. E Amaranta sarà costretta a mettersi in discussione, a capire quanto ha scelto di non vivere: “Che la vivano gli altri, la vita, se ci tengono tanto, che si diano appuntamenti e baci e spinte. Io voglio avere il viso pallido delle suore, grani freddi tra le dita”.
La sua vita cambia quando incontra Luca, un bambino introverso e taciturno. Luca dice a Suor Amaranta solo tre parole; che però significano molto perché, dice la suora: “Avevo un compito, non potevo fallire, mi sentivo inadatta, sempre inadatta da quando sono nata, sempre a cercare un armadio in cui nascondermi.” Tre azioni, tre trasgressioni che cambieranno radicalmente la sua vita, facendole capire che bisogna saper chiedere, bisogna saper prendere, bisogna saper dare.
Luca dice: una sigaretta, e Amaranta la chiede a un tipo e si mette a fumare. Luca le chiede di rubare e lei diventa ladra. Infine Luca le dice: un uomo. E Amaranta dona la sua verginità a un disgraziato allo sbando.
Che Luca sia Gesù? Qualche segnale, nel testo, può far pensare a quest’idea. Ai genitori adottivi Luca è stato venduto per trenta denari. E il racconto è pieno di piccoli richiami biblici ed evangelici: la cruna dell’ago, una visione di pani e pesci moltiplicati quando Amaranta osserva il bancone del supermercato. Luca comanda alla "Sorella" di essere fragile e umana, e sono tre le tappe del cammino che la guiderà a conquistare se stessa, scoprendo che tra gli umili e gli sfortunati ci sono squarci di bellezza. Si sporcherà con le emozioni, ma alla fine del romanzo sarà salva.
Il racconto di Suor Amaranta è semplice e immediato, si legge rapidamente e si segue come se si ascoltasse la confessione di qualcuno che ci sta davanti. Molto interessante soprattutto nella sua prima parte, quando l’angoscia di Amaranta è ancora tutta interiore e inconfessata.
E così Suor Amaranta invecchia in convento, dove i muri assicurano protezione, “le sorelle hanno le voci limpide di chi non è mai disturbato da alcun pensiero, tutte dolcemente intonate”.
Un giorno la Madre Superiora assegna ad Amaranta una nuova missione: fare la maestra ai bambini della scuola materna. Amaranta, non amando la vita, non sopporta i bambini, perché li trova ingordi, irritanti e appiccicosi. I bambini irrompono nella vita degli adulti con la loro vitalità scardinando certezze e, a volte, smascherandoli. E Amaranta sarà costretta a mettersi in discussione, a capire quanto ha scelto di non vivere: “Che la vivano gli altri, la vita, se ci tengono tanto, che si diano appuntamenti e baci e spinte. Io voglio avere il viso pallido delle suore, grani freddi tra le dita”.
La sua vita cambia quando incontra Luca, un bambino introverso e taciturno. Luca dice a Suor Amaranta solo tre parole; che però significano molto perché, dice la suora: “Avevo un compito, non potevo fallire, mi sentivo inadatta, sempre inadatta da quando sono nata, sempre a cercare un armadio in cui nascondermi.” Tre azioni, tre trasgressioni che cambieranno radicalmente la sua vita, facendole capire che bisogna saper chiedere, bisogna saper prendere, bisogna saper dare.
Luca dice: una sigaretta, e Amaranta la chiede a un tipo e si mette a fumare. Luca le chiede di rubare e lei diventa ladra. Infine Luca le dice: un uomo. E Amaranta dona la sua verginità a un disgraziato allo sbando.
Che Luca sia Gesù? Qualche segnale, nel testo, può far pensare a quest’idea. Ai genitori adottivi Luca è stato venduto per trenta denari. E il racconto è pieno di piccoli richiami biblici ed evangelici: la cruna dell’ago, una visione di pani e pesci moltiplicati quando Amaranta osserva il bancone del supermercato. Luca comanda alla "Sorella" di essere fragile e umana, e sono tre le tappe del cammino che la guiderà a conquistare se stessa, scoprendo che tra gli umili e gli sfortunati ci sono squarci di bellezza. Si sporcherà con le emozioni, ma alla fine del romanzo sarà salva.
Il racconto di Suor Amaranta è semplice e immediato, si legge rapidamente e si segue come se si ascoltasse la confessione di qualcuno che ci sta davanti. Molto interessante soprattutto nella sua prima parte, quando l’angoscia di Amaranta è ancora tutta interiore e inconfessata.
May 22, 2019
Ho trovato bello questo breve romanzo in prima persona. La scoperta della vita da parte di una suora morta interiormente. Tuttavia l’ho trovato anche un po’ “falso” nel senso di “finto” profondo. Eppure con pennellate intense che sono capaci davvero di dipingere il cuore di alcuni personaggi.
March 24, 2024
"Bisogna saper chiedere, bisogna saper prendere, bisogna saper dare." Il libro racchiude questo piccolo insegnamento, per cui vale la lettura.
October 23, 2016
Lo stile rocambolesco ed allegorico, l'introspezione e la psicologia di una Suora senza fede né speranza e i piccoli richiami biblici, evangelisti e talvolta blasfemi mi hanno ricordato il mondo di Isabella Santacroce, uno scenario quasi apocalittico dove non esiste credo e non esiste innocenza. Questo è un romanzo spietato, palpabile a livello fisico e angosciante a livello emotivo. Chi è Luca? Il Diavolo? Dio? La Ragione? Io ancora non lo so. E questo non sapere, quest'incognita, mi tormenta in modo incredibile.
December 7, 2014
Il messaggio e le intenzioni dell'autore sono chiare e rese abbastanza bene. Ma, soprattutto tenendo in conto il velato riferimento al vangelo, non li ho apprezzati. Il tipo di evasione che vive la suora nella vicenda secondo me non combacia poi molto con il messaggio evangelico, ne puo' essere molto credibile come conseguenza diretta dell'idea dell'autore modellata su un personaggio di finzione.
April 24, 2016
Vreemd boek over een non die altijd al non wilde worden, maar eigenlijk geen non is en niet op haar plaats is in het klooster. We wordt op de kinderopvang gezet en door Luca aangezet tot stoute daden, van stelen tot met mannen meegaan. Aan het einde is Luca geëmigreerd en zuster Amaranta de nieuwe moeder overste.
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September 26, 2015
A me questo libro ha tolto il fiato, mi ha travolto, assorbito i pensieri. Bellissimo e struggente.
http://exlibris20102012.blogspot.it/2...
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