Trentaquattro storie: frammenti in movimento, dattiloscritti, riletti, annotati e illustrati - offrono al lettore uno spaccato eterogeneo di umanità. Donne, uomini, ragazzi e anziani tenuti assieme da un unico denominatore comune: il desiderio di essere compresi, di non essere lasciati soli nella sofferenza. Ogni racconto è un'immersione asfissiante nelle profondità umane; emozioni differenti tra loro eppure simili, come i riflessi distorti della stessa immagine riprodotta all'infinito da due specchi messi a confronto. «Non sapeva perché fosse incapace di confessare i risentimenti e le frustrazioni che covava finendo per avvelenarsi e per avvelenare pure i fogli - né sapeva, poi, come esprimere i bisogni, e i sentimenti, come confessare i propri sogni e come aprirsi. Non sapendo come dire queste cose... Le scriveva.»
"A te che leggendo questo libro, sentirai di rispecchiarti in un disagio. Io ti capisco". Questa la dedica, la premessa fin troppo azzeccata per un romanzo in cui, attraverso racconti più o meno lunghi, attraverso squarci e frammenti di vita si raccontano le diverse sfumatura del "disagio". Luca prende in esame ogni possibile declinazione, ogni possibile sfumatura da quelle più personali e intime a quelle più contemporanee e di denuncia della società attuale. Lo stile di scrittura è molto semplice, schietto, amichevole come fosse lui stesso a raccontarci queste storie e la resa grafica del romanzo lo rende ancora più intimo e incisivo come se stessimo scavando nella psiche dell'autore oltre che dei personaggi di sua invenzione (anche se non poi così tanto dal momento che molte di queste storie sono reali e vere e, forse per questo, ancora più dolorose). è difficile non riconoscersi in qualcuno dei personaggi, non aver provato uno dei disagi scritti rendendoci partecipi delle storie di persone di tutti i giorni e delle loro vicende quotidiane. Sono stralci molto semplici, a volte anche solo di poche righe, ma grazie alla sua scrittura, l'autore riesce a evocare immagini e metafore molto forti, crudeli, reali. è un abbozzo e ha la "pretesa" di essere tale, ma proprio in questa sua semplicità, in questa sua schiettezza sta la sua forza perché ci appare ancora di più come un pensiero che potremmo aver avuto noi, condiviso noi, scritto noi.
Basta che vi riconosciate anche in uno solo di questi 34 racconti e ne sarà valsa la pena leggere questo libro. “Io ti capisco” questa la frase d’esordio e questa l’empatica delicatezza, quasi propria di un terapeuta, con cui l’autore ti accompagna facendoti scendere di girone in girone nel nucleo più profondo e infernale del disagio. Originale. Profondo. A volte disturbante. Pungente qua e la’. Condiviso. Commovente. “Il primo passi di Mauro fu un gran bel saltello, per questo su di lui le aspettative crebbero finché non fu deciso che dovesse essere un circense. Da quel momento in poi ci si aspettò che camminasse invece di gattonare; e lui stesso da sé lo pretendeva, ma solo per compiacere gli altri. Gli sarebbe bastato meno, eppure pareva che non fosse capace di farlo.” (Il circense) e voi? In quale disagio vi riconoscete?
Vi siete mai sentiti inadeguati, inferiori, insicuri, incapaci, incompresi, inutili, inibiti, insofferenti, fuori posto? Questo è il libro per voi. Ma vi siete mai chiesti se avete mai fatto sentire qualcuno in questo modo? Perché se non vi è mai capitato, allora è il momento di farlo: questo libro vi farà rimuginare sugli errori commessi. L'obiettivo di Luca Maletta era di far riflettere sulle situazioni che possono causare per l’appunto un disagio, e credo proprio che ci sia riuscito... almeno con me! I racconti sembrano divisi in macro-sezioni in cui vengono trattati i disagi in maniera diversa e sotto una luce differente di volta in volta. Le storie dei protagonisti scuotono il lettore da quel torpore in cui è caduto, un torpore che non permette il discernimento tra comportamenti giusti e sbagliati, che cancella il confine tra misura e abuso. La veste grafica è unica: il volumetto si presenta come un dattiloscritto, un libro vissuto, che ha assaggiato il fuoco, ha assaporato qualche goccia di caffè, è stato letto e riletto, scarabocchiato e annotato; è ancora un manoscritto aperto. Una rete di riferimenti e citazioni accompagna la lettura, partendo da due racconti più autobiografici (La voce, sbarrato, sembra ricongiungersi con il ringraziamento finale a Enrico De Luca per aver dato voce a Luca quando non aveva ancora una voce propria), i quali però abbracciano tutto l'universo, il presente, il passato, donne, uomini, ragazzi, ragazze, anziani signori e signore.
Parlare di questo libro non è facile. Non è un romanzo, non ci sono personaggi ricorrenti, non c'è una trama. C'è una parola che lega tutto quanto: disagio.
Disagio /di·ṣà·gio/ sostantivo maschile 1. Condizione o situazione sgradevole per motivi morali, economici, di salute. 2. ARCAICO - Mancanza (di cosa necessaria od opportuna).
Ragioniamo sul primo significato della parola.
Questo libro ci porta veramente in uno stato che può ritenersi sgradevole. Cominciando a leggere i primi racconti, ci si accorge già dalle prime parole che "c'è qualcosa che non va". Ma capire cosa è decisamente difficile, almeno inizialmente. In ogni racconto, breve o lungo che sia, si è costantemente guidati in realtà parallele, a volte distopiche, a volte reali a volte impossibili.
Condizione sgradevole per motivi morali, economici, di salute. Questo troverete. Racconti che vi faranno sentire a disagio perché moralmente , economicamente o a livello di salute, molto sgradevoli e, decisamente, poco comuni.
Nel paragrafo precedente, si parlava della parola disagio e del suo significato.
Disagio /di·ṣà·gio/ sostantivo maschile 1. Condizione o situazione sgradevole per motivi morali, economici, di salute. 2. ARCAICO - Mancanza (di cosa necessaria od opportuna).
Nel suo significato arcaico, disagio è equivalente a "mancanza". Quanto è vero? Quando ci si sente a disagio, ci si sente carenti in qualcosa, come se mancasse un passo, un respiro, un pensiero. Come se mancasse l'opportunità necessaria ad essere definito normale o non diverso.
Questo libro vi da il senso di questa mancanza.
Ad ogni racconto, breve o lungo, si evidenzieranno le mancanze di qualcosa o qualcuno. Mancanze di opportunità, situazioni non dette, cose non fatte. Mancanze di normalità, di tatto, di gusto, di gioia.
Cosa mi ha lasciato questo libro? Disagio, tanto disagio.
Ma non solo.
Mi ha lasciato una serie infinita di punti di domanda, di frasi non finite, di questioni mai concluse. Mi ha lasciata brancolare nel buio delle domande e sorprendermi nella luce delle risposte. Mi ha lasciato molte cose non dette, storie non finite, dialoghi a mezz'aria. Mi ha lasciata con una vagonata di dubbi e incertezze.
Cosa c'è di sbagliato? Sei tu o sono io? È il mondo a girare al contrario o siamo noi ad andare controcorrente? Cosa è vero e cosa no?
Credo che lo scopo dell'autore di questo libro, su di me sia stato pienamente raggiunto: lasciarmi interdetta. Non è facile farlo, quindi gli faccio i miei più sentiti complimenti 😂
Ho amato questi racconti? No, non tutti quanto meno. Ma forse lo scopo dell'autore non era quello di far amare sempre tutto. Ma, forse, lo scopo era quello di riuscire a far rimanere il lettore un po' a bocca aperta.
Trentaquattro racconti del disagio, che poi altro non sono che racconti della quotidianità di tantissime persone. Luca racconta infatti, anche se in maniera un po' astratta, quello che in realtà è ciò che affrontano in tanti ogni giorno. Vengono trattati temi molto importanti e delicati, e ogni racconto tocca il cuore e fa riflettere su ciò che succede attorno a noi e che spesso ignoriamo o preferiamo non vedere. Alcuni, poi, spezzano proprio il cuore. Personalmente ne consiglio la lettura a tutti perché c'è bisogno di aprire gli occhi, ma sicuramente non è una lettura da fare a cuor leggero. Bisogna essere pronti psicologicamente! Inoltre, l'edizione di Caravaggio Editore di questa nuova collana dei dattiloscritti è bellissima, curata in ogni particolare.
𝚇𝚇𝚇𝙸 𝚂𝙰𝙱𝙱𝙸𝙴 𝙼𝙾𝙱𝙸𝙻𝙸 ↭ I racconti del disagio ↭ @lucamaletta
↝ Collana Editoriale 𝙳𝚊𝚝𝚝𝚒𝚕𝚘𝚜𝚌𝚛𝚒𝚝𝚝𝚒 ( Volume 1 ) ↝ Prima Edizione Maggio 2020 ↝ @caravaggio_editore
📖 Il primo battito lo perdete subito al contatto visivo con questo libro ! Grafica, scelta di Font e formato trasportano subito il Lettore al di là della scrivania, proprio davanti a quel foglio bianco, che s’imbratterà di caffè, note, disegni a margine e fangosa emotività.
↱ Questi Racconti hanno lo spazio necessario per trasportare una suggestione, potente, permeante... oleosa... i personaggi non riescono a varcare la soglia dell’inchiostro, ma riescono a consegnarci tutto il loro carico emotivo.
↱ Solitudine, discromia e note dissonanti compongono questa sinfonia post-moderna, infastidito ed ammaliato il Lettore si trova avviluppato dal torpore, che il suono della penna di Maletta produce.
↱ Man mano prendiamo coscienza del Disagio... parola dopo parola, incatenati alla forma delle lettere, che vibrano di una forza vitale tutta loro.
Questo libro trasforma, impone una scelta... il Lettore non è più come quando è entrato, ma le voci che si alzano dalle pagine lo rendono complice di un’ingiustizia e lo portano ad un bivio: Vittima o Carnefice?