A come Amore, B come Baci, C come Confessione, D come Desiderio… Sono ventisei, tante quante sono le lettere dell’alfabeto, le storie contenute in questo libro, frutto di una rubrica settimanale di grande successo tenuta da Eshkol Nevo sulle pagine di Vanity Fair. Raccolte tutte insieme, costituiscono un’opera indispensabile per i lettori dell’autore della Simmetria dei desideri e di Tre piani, un originale viaggio all’interno della costellazione dei desideri, dei sentimenti e degli impulsi da parte di uno scrittore capace di penetrare come pochi nelle pieghe più riposte dell’animo umano. C’è la F di Ferita, dove un piccolo incidente capitato in un supermercato può cambiare il significato di parole grosse come «razzismo» e «antirazzismo»; la G di Guerra, dove una Escape room diventa pretesto, per un ex pilota, di rievocare il passato; c’è la I di Italo Calvino, in cui una passeggiata per le vie di Rondovia, una città progettata perché nessuno dei suoi abitanti si trovi a incontrare per strada un amore del passato, dà la sensazione di averla già conosciuta attraverso le pagine delle Città invisibili. Storie, dalla A alla Z, attraversate dalla «perturbante fragilità» e, insieme, dalle «ambizioni vanagloriose» (Alessandro Piperno) dei personaggi di Nevo.
Eshkol Nevo (Hebrew: אשכול נבו) studied copywriting at the Tirza Granot School and psychology at Tel Aviv University. Today, Nevo owns and co-manages the largest private creative writing school in Israel and is considered the “godfather” of many upcoming young Israeli writers. He has published novels, short stories and nonfiction. His novels have all been top bestsellers. Nevo, whose novels are very successful abroad, has received the Book Publishers Association's Gold and Platinum Prizes (2005; 2008; 2011), the FFI-Raymond Wallier Prize (Paris, 2008), the ADEI-WIZO Prize (Italy, 2011) and the Steimatsky Prize for Neuland (2012). Homesick was a finalist for the prestigious Independent Foreign Fiction Prize (UK, 2009), and World Cup Wishes was a finalist for the Kritikerpreis der Jury der Jungen Kritiker (Austria, 2011).
Supponete di avere tra le mani un insolito vocabolario, che abbia una sola parola per ogni lettera.
A come Amore B come Baci C come Confessione D come Desiderio E come Empatia F come Ferita G come Guerra H come Hotel I come Italo Calvino
E che dopo ogni pagina con la lettera ci sia un’opera di Pax Paloscia che rappresenta ciò che è raccontato dopo.
E continuate ad andare avanti con le lettere e trovate J come Johannesburg K come Karaoke L come Libro M come Matrimonio N come Notte O come Oregon P come Perdono Q come Quasi R come Ricchezza S come Sesso T come Tabù U come Uno V come Verità W come Web X come X-Files Y come Ypperlig Z come Zehu
Questo insolito vocabolario al posto della definizione della parola, ha una storia. Un vocabolario con ventisei storie. Sono quelle che Eshkol Nevo ha scritto ogni settimana su Vanity Fair. Storie che hanno cadenzato le settimane della vita dello scrittore da febbraio 2019 a febbraio 2020. Singolare che si narri anche di un’epidemia e magari ci fosse una così: il mondo sì che diventerebbe un posto migliore: tutti contagiati dall’empatia.
“Una donna, alla stazione del treno di Bologna, si è posata una mano sul cuore e ha detto: in quello che hai scritto ho trovato la salvezza.”
Invece io dico, in quello che ha scritto ho trovato “bellezza”. E come la donna, anch’io “Non ha spiegato in che senso, o perché. Non ce n’era bisogno.” E al posto de "La mano sul cuore (che) parlava per lei.”, è il sorriso che parla per me, quello della meraviglia davanti a qualcosa di bello.
Esce per Neri Pozza oggi in eBook il “Vocabolario dei desideri” di Eshkol Nevo, che sarà in libreria in versione cartacea, a partire dal 4 giugno.
Le tavole sono così belle che questo libro è bello da avere (anche) nella versione cartacea.
Raccontì di una paginetta e poco più. Con disegni (belli). Il semplice, il piccolo, il leggero a volte è roba molto, molto complicata. L’aggettivo stucca ed è salottoso, ma qui ci sta bene: deliziosi.
26 brevi storie, una più belle dell'altra. La bellezza sta proprio nel fatto che in sole due pagine Eshkol Nevo ci racconta una storia con un passato, un presente e un futuro. Sono storie brevi scritte per una rubrica di Vanity Fair Italia, 26 storie come le lettere dell'alfabeto, A come Amore, B come Baci, C come Confessione fino alla Z, Z come Zehu che nella lingua di Nevo significa basta, perché era giunto per lui il momento di tirare le somme di questo suo viaggio. E noi con lui.
Deliziosi racconti, uno per ogni lettera dell'alfabeto, abbinati a strepitosi pezzi artistici di Pax Paloscia. Il testo è frutto della raccolta dei pezzi della rubrica che l'autore teneva su Vanity Fair, si parla di attualità, letteratura, significato delle parole ma soprattutto e principalmente di uomini e donne, di persone, del loro essere e dei loro sogni e volontà. Uno scrittore che sicuramente approfondirò, ho scelto di conoscerlo tramite i racconti per la facilità d'approccio ma anche incuriosita dalla riproposizione delle opere di Paloscia: credo che la narrativa breve quando ben realizzata sia una collana con inanella pezzi unici uno dietro l'altro, l'autore crea un mondo con poche pennellate e ti entra nel cuore con poche ma perfette frasi. Ed in questa raccolta è proprio così, i protagonisti li conosciamo perfettamente, per quanto è funzionale al racconto, in poco: l'autore non ha bisogno di dilungarsi per centrare il punto della narrazione.
Per quanto i racconti raramente mi piacciono, devo dire che questi, in ordine alfabetico, hanno tutto sommato qualcosa che li accomuna tutti oltre all'autore e mi hanno lasciato sempre lo spazio per concludere da sola le storie che iniziavano a raccontare.
La scrittura di Nevo, pulita ma profonda, arriva al cuore del lettore in brevissimi racconti che percorrono le lettere dell'alfabeto. Un'ulteriore conferma della bravura di uno dei migliori autori attuali.
Ho adorato Tre piani e non ho voluto vedere il film per non rimanerne delusa. Questo è tutto un altro libro, seppur l'atmosfera che crea l'autore è parimenti poetica. Ogni lettera diventa uno strumento per analizzare una parola e per ripercorrere un episodio, una breve narrazione un racconto. Oltre al contenuto, mi preme evidenziare la bellezza dell'edizione e delle illustrazioni contenute. Un viaggio tra le parole, i sentimenti, le atmosfere di questo strepitoso autore.
Ultima lettura di corsa in coda all'anno, regalo di un'amica. Esteticamente è un libro piacevolissimo, ben curato e realizzato, le illustrazione di Pax Paloscia meravigliose, ma il contenuto mi ha lasciato abbastanza indifferente (non so se vale il prezzo, abbastanza alto, di questo volume). In realtà credo semplicemente che non sia il genere di storie romantiche che mi interessa leggere a quest'età.
Una piccola perla del catalogo Neri Pozza. Ogni storia di questa raccolta attrae in maniera diversa, con diversa forza, ma non riesce mai a lasciarti indifferente. Le illustrazioni poi sono meravigliose.
“E poi ha detto: non essere triste. Per favore. E ha detto: anch’io. E ha detto, lo so. Ma non ci possiamo fare niente. E ha detto, vieni qui. Guardami. Siamo fortunati. Ricordatelo: siamo fortunati. Chiunque abbia vissuto anche una sola notte d’amore, è fortunato."
Non so, forse mi aspettavo di più dopo tre piani. In ogni caso lo stile è sempre lì, e rende godibili queste poche pagine... Ad ogni modo, solo alcuni racconti mi sono davvero rimasti impressi ma, come sempre capita con le raccolte, penso che avrei dovuto leggerne uno al giorno.
L'unica cosa che mi è piaciuta è appunto la copertina.. il resto sinceramente mi lascia molto perplessa.. Racconti per una rivista uniti insieme per formare un libro, a mio modesto parere, insipido.. peccato :(
Vocabolario dei desideri è una serie di racconti brevi (due paginette ognuno) dalla A alla Z, che vanno da “A come Amore” a “F come Ferita” fino a “Z come Zehu”, che in ebraico vuol dire “basta”. Il tutto è accompagnato da opere in mixed media di Pax Paloscia, una per ogni storia. L’immagine di copertina è quella per “C come Confessione”.
Non so mai come recensire le raccolte di racconti, ma continuo a provarci.
Dunque, i racconti… Pur essendo brevissimi, affrontano temi molto importanti quali l’amore, il desiderio, il razzismo, l’empatia; Eshkol Nevo riesce a renderli molto forti in poche parole e riesce a coinvolgere il lettore, tanto che l’ho letto praticamente tutto in una volta e, anche a voler fare delle pause, volevo riprendere in mando il libro.
È difficile scegliere il mio preferito, perché credo che tutti mi abbiano lasciato, a modo loro, qualcosa. Scegliero “F come Ferita”, perché credo sia quello che mi è rimasto più impresso, anche dopo giorni.
Lo stile di scrittura è molto scorrevole, almeno secondo me, e riesce a farti immedesimare nei personaggi, pur con la brevità che caratterizza questi racconti e che ci fa conoscere i protagonisti per pochi istanti soltanto.
Ammetto che le opere di Pax Paloscia non mi sono piaciute tantissimo, ma avevano un loro perché nel contesto e nel confronto con le storie dell’autore.
Nel complesso, è stata una buona introduzione a questo autore che ho scoperto grazie alla Biblioteca Cabral di Bologna. Non vedo l’ora di leggere gli altri romanzi che ho preso a prestito!
A come amore, B come baci, C come confessione, D come desiderio. ⠀ Questa raccolta racchiude 26 microracconti, uno per ogni lettera dell’alfabeto. Su richiesta di Vanity Fair Italia, Eshkol Nevo ha tirato fuori, ogni settimana, una pillola colorata, l’ha aperta sul foglio e ne sono uscite parole. ⠀ Poche pagine, massimo due, sempre anticipate dalle bellissime illustrazioni di Pax Paloscia che creano il luogo, l’atmosfera, in cui queste storie si svelano. Pensavo ne avrei letto uno ogni tanto e invece l’ho mangiato in un paio d’ore, un confetto colorato alla volta. Uno per l’amore, uno per l’ansia, uno per il sesso, e così via, fino a finire il barattolo. Calvino, Matrimonio, Oregon, Supermercato, Berlino, X-Files, Ikea. Pescate il vostro confetto, non vi deluderà. ⠀ “Per un anno grazie alla rubrica sono stato uomo, e anche donna. Sposato, e anche divorziato. Traditore, e anche fedele. Vecchio. E bambino. Italiano. E anche americano. E anche sudafricano. Forse è proprio per questo che scrivo. Per essere chi non sono. Vivere la vita che non vivo. Forse è per questo che leggiamo.”
Molto bello, scritto benissimo e lancia tante idee di storie che - se un bravo autore si volesse sbizzarrire - potrebbero essere anche unite e collegate in un solo romanzo. Si legge in due orette scarse.