Luogo d’incontri e contaminazioni, nel basso Medioevo il Mediterraneo fu, anche e soprattutto, un luogo di aspri scontri. Genova e Venezia – così come Pisa o la corona catalano-aragonese – si resero protagoniste d’una lotta senza quartiere, ricorrendo a ogni mezzo, lecito o illecito, per assicurarsi il controllo delle principali rotte di trasporto. Sin dalla fine dell’XI secolo, le due città, grandi potenze navali e commerciali, erano andate imponendo il proprio predominio sul Mediterraneo orientale, moltiplicando i propri insediamenti. Le loro attenzioni s’erano volte all’Egitto e alla costa siro-palestinese, divenuti dopo le crociate una parte essenziale del mondo. La conquista veneziana di Costantinopoli, nel 1204, rivoluzionò il quadro politico, dando avvio ai primi scontri tra le due marine. Con la cosiddetta ‘guerra di San Saba’, conclusasi con la cacciata dei genovesi da Acri, capitale del regno di Gerusalemme, si giunse per la prima volta allo scontro aperto. Da questo momento, il Grifo e il Leone esprimeranno un’accesa rivalità, scandita da innumerevoli battaglie navali, che si protrarrà per oltre un secolo e mezzo.
Antonio Musarra è professore associato di Storia medievale presso Sapienza Università di Roma. Fellow di Harvard, si occupa di storia marittima e navale del Mediterraneo medievale, di storia delle crociate e dell’Oriente latino e di storia francescana.
Lettura estremamente utile, per notare il punto di vista delle repubbliche (che spesso nei temi di storia generale vengono trattate da appestate/legate solo al denaro). La prosa all'inizio è piuttosto brusca, ma migliora con l'avanzare del testo. Molto interessanti i riferimenti alla poesia locale.
Libro molto interessante sulla lotto tra le Repubbliche marinare di Venezia e Genova per il controllo delle rotte commerciali nel Levante ed in Nord-Africa. A tratti pesante ma nel complesso chiaro e scorrevole.
Una precisa e completa cronaca dello scontro plurisecolare fra le repubbliche marinare. Decisamente carente per quanto riguarda l’approfondimento socioeconomico.Peccato…