Come seguendo a ritroso l’antica via della seta, dopo l’India The Passenger torna in Europa e scopre il fascino e le contraddizioni di un paese al crocevia tra Oriente e Occidente. Negli ultimi anni è diventato sempre più difficile capire quale sia la vera Turchia, scossa da plebisciti a Erdoğan e dalle manifestazioni di Gezi park del 2013, che sono riuscite a unire nelle proteste gli ultras delle tre squadre di calcio più importanti del paese, dalla resistenza curda e da un colpo di stato ancora irrisolto. Che fine stanno facendo gli oppositori che osano criticare il nuovo sultano? Come i disegnatori dei giornali satirici descritti da Valentina Marcella, oppressi da un controllo sempre più stringente sulla libertà di parola. Un grande reportage del New Yorker ci mostra come la macchina da guerra di Erdoğan sia arrivata anche a sbaragliare ex alleati conservatori come il movimento gülenista, un vero e proprio stato nello stato che per decenni si è infiltrato nell’esercito e nell’amministrazione statale turca. La grande penna di Elif Batuman ci porta a scavare non solo metaforicamente nelle viscere di Istanbul, da cui emergono resti archeologici di valore inestimabile ma di scarso interesse per la lobby dell’edilizia, occupata solo a ultimare il tunnel sotto il Bosforo, sullo sfondo di un revisionismo storico che ribalta quella che era l’immagine della Turchia fondata da Atatürk. Oggi chi è al governo ha scelto di puntare su un capitolo ben preciso della storia nazionale, un’eredità ottomana da celebrare sprigionando tutto il soft power turco, come nel caso delle dizi, le serie tv che stanno conquistando il mondo, sfidando la supremazia della cultura pop americana con i loro valori più conservatori, come ci racconta bene Fatima Bhutto. Ma lontano dal centro nevralgico del paese vivono altre Turchie, marginali e abbandonate come la città curda di Hasankeyf, dove un insediamento di 12mila anni fa viene sacrificato per costruire una diga che sommergerà il borgo, o Gaziantep, città di frontiera e modello di integrazione – tra mille difficoltà – tra la popolazione locale e i profughi curdi. Si racconta anche della scena della musica rap, apparsa a Istanbul negli anni Novanta ed esplosa di recente; di un modo di fare business che rincorre il sogno di una grande ricchezza, malgrado le mille instabilità dell’economia turca, in un pezzo della giornalista turco-britannica Alev Scott; e di un movimento femminista centenario che si trova improvvisamente intrappolato tra due realtà, una laica e una religiosa, e cerca di adeguare la sua lotta a un paese tra i più violenti nei confronti di donne e appartenenti alla comunità Lgbt. Lo scrittore Burhan Sönmez, infine, ci accompagna in un malinconico viaggio alla scoperta del villaggio della sua infanzia, nella regione dell’Anatolia.
Emilia Lodigiani fonda Iperborea nel 1987 con il preciso obiettivo di far conoscere la letteratura dell'area nord-europea in Italia. Una produzione di altissima qualità, che spazia da classici e premi Nobel, inediti o riproposti in nuove traduzioni; a voci di punta della narrativa contemporanea. Oltre ai paesi scandinavi (Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia), Iperborea pubblica la narrativa dell'area nederlandese, estone, islandese (incluse le antiche saghe medioevali) e dal 1998 una collana di saggi letterari per offrire al lettore spunti di approfondimento. Nel 2010 lancia una nuova collana di gialli, "Ombre", alla base della quale rimangono le scelte che caratterizzano da sempre l'editore: l'attenzione alla scrittura, ai temi etici, sociali e politici del nostro tempo.
Un libro maravilloso para conocer las entrañas de un país como Turquía. Quiero destacar la calidad literaria tan impresionante de todos y cada uno de los artículos. Tanto la documentación como la manera de narrar son espectaculares.
Se tratan temas diversos como el feminismo islámico en un país en el que asesinan a más de una mujer al día; el genocidio armenio ocupa un buen lugar así como las protestas de Gezi Parkı que se han convertido casi en una identidad nacional de aquellos que salieron a protestar para evitar la construcción de un centro comercial en un espacio verde y al final acabaron revolucionando al país entero y protestando por la dictadura encubierta del gobierno de Erdoğan.
Me he metido de lleno en el mundo de las series turcas y todo lo que hay detrás (no sabía que está prohibido que las mujeres turcas lleven #hiyab en televisión) y he podido entender cómo de fuerte es la censura y la poca libertad de expresión que sufren los medios turcos en el país.
Si todas las ediciones de esta colección son igual de trabajadas y documentadas, puedo aseguraros que podéis llegar a conocer las entrañas de cualquier país leyendo estos artículos. Aquí los que destaco de esta edición:
- Eros y Tánatos en el restaurante, de Sema Kaygusuz - El rap turco, de Begüm Kovulmaz - Lápices afilados, lápices rotos: dos décadas de sátira entre denuncia y censura, de Valentina Marcella -Taksim United: de cómo el parque Taksim Gezi unió a los ultras más irreconocibles, de Stephen Wood.
Al final hay una sección en el que un autor destacado de dicho país hace una serie de recomendaciones: libros, canciones, películas… En este caso es @sahfakelif quien nos recomienda la canción “#Susamam” que en turco significa “No puedo quedarme callado”. Sin palabras.
Prima volta che leggo questa collana e ne sono rimasta molto soddisfatta. Non ha nulla a che fare con una guida, si tratta di una raccolta di saggi dedicata a un paese (qui la Turchia) per conoscerlo meglio.
15. Mesi della cultura straniera (Challenge del 2021)
I love a good essay collection and the Passenger collections are fantastic. They choose diverse writings that are well written and interesting. I learnt a lot about Turkey!
My love affair with Turkey reached fever pitch this July 2022, when I spent two weeks there. To achieve some closure, I purchased The Passenger: Turkey in August, as a dear friend had already read and recommended another iteration - The Passenger: India.
It was a remarkable, eclectic journey into the past, present, and future of this fascinating nation. As an apolitical person, I found the language accessible and the array of essays and ideas insightful. With playlists and further reading lists thrown into the final pages of this tome, I am no closer to the “closure” that I had hoped for… but I guess that is the way of true love.
I was given this book by a friend who knows of my interest in Turkey. I put off reading it for a while as I thought it was a Lonely Planets style book, but it is quite different - a collection of essays about modern Turkish life with a very left-wing, anti-Erdogan stance. I really enjoyed it for what it is, a lot of really interesting vignettes on Turkish life, history, art and culture. A bit uneven, I enjoyed some essays much more than others - but overall very enjoyable, and increased my desire to visit Turkey as a tourist one day.
Avevo già letto quello della Svezia e anche questo devo dire che mi ha stuzzicato.
La sensazione è quella di essere in una rubrica di un tg con un taglio su costume e società della turchia.
Molto interessante la questione delle etnie, daii curdi agli armeni, ma anche quella delle tifoserie di Istanbul storicamente nemiche che però si uniscono in un movimento di protesta antifascista.
Carina la parte di visual data, i consigli di libri e film e la playlist su Spotify.
Mi sarebbe piaciuto anche qualche spunto culinario con storia annessa.
Literatura de viajes de calidad, te permite conocer como es la sociedad turca sin salir de casa. Diferentes artículos, de escritores o periodistas turcos o que viven allí, sobre temas muy variopintos, desde el rap turco pasando por las telenovelas turcas o el último golpe de estado ocurrido pasando por los disturbios del Parque Gezi. Es imposible condensar más la idiosincrasia del país en menos páginas.
Great collection of essays. They are very helpful for understanding where Turkey is now and how it got there. The point is not to agree with every contributor in the book, but rather to appreciate their point of view.
I look forward to reading about other countries in this Passenger series of books. I'm grateful our library has them!
Una piccola perla, proprio come tutti i libri della collana The Passenger. Tanti articoli eterogenei, mai banali o scontati, per cercare di capire meglio un Paese sorprendente e dalla bellezza mozzafiato ma pieno di cicatrici e contraddizioni.
In realtà sono 4.5. Ho trovato il volume islandese molto più bello, ma vista la tensione in Turchia capisco bene la scelta di affrontare temi più "pesanti" in questo volume.
Amo questa collana, ma stavolta ho fatto un po' fatica a terminare la lettura, per me meno coinvolgente del solito, sebbene mi interessasse molto scoprire di più sulla Turchia.
Collana super consigliata se si programma un viaggio e non. Con una serie di editoriali, fa entrare perfettamente nello spirito del Paese/ città protagonista. Prossimo: The Passenger Napoli
I have been reading this for truly more than a year, because every time I pick it up, F. has boatloads of his own commentary to add (which I love!). The Passenger has issues for a number of different countries—I read the Japan issue before visiting in March. They ask contemporary authors to write pieces about what I would call the culture beyond the headlines. This issue has articles about Turkey’s fanatic football clubs, the ships buried in the Bosphorus (written by one of my favorite authors, Elif Batuman), and Turkish humor magazines. The essays always illuminate something bigger about society. The football clubs story, for example, was told in the context of the 2016 Gezi Park protests, one of the biggest popular uprisings in the country’s recent history. I would highly recommend looking up this series for any country you’re traveling to in the future—it’s way better than a travel guide.
Libro muy interesante en formato similar a una revista. Trata varios temas referentes al país con los que hacerte una idea general de la cultura, política y demografía turca. Muy interesante sobre todo para amantes de la narrativa de viajes.