"Sogna una storia 'alla Jane Austen' da sempre, ma vive Moravia." Non è l'inizio di una commedia romantica ma è la vita di Giulia, trentasette anni e il timore costante di aver scelto la strada sbagliata. L'unica volta che si è sentita in pace con la propria coscienza, perché non ha cercato la fine di una storia prima ancora di viverla e ha sposato suo marito, be'... l'amore si è trasformato in quieto affetto. Nel frattempo ha trovato la sua via di fuga dalla realtà, quello che le sembra l'Amore con la "a" maiuscola, e si è incastrata in una conversazione a suon di notifiche che fanno trepidare il cuore, battute brillanti, selfie da inviare con nonchalance e ultimi accessi da controllare. Lui è Carlo, ed è sposato. Essere amanti è romantico solo il primo anno, e ai tempi della messaggistica istantanea solo il primo mese. Perché non c'è niente di peggio delle spunte blu quando lui visualizza e non risponde. Forse. Un giorno Internet salta, i social vanno in down, gli smartphone smettono di funzionare e "sta scrivendo" resta sullo schermo all'infinito. Non sono più i tempi di Harry ti presento Sally, adesso c'è Fleabag. E quando tutte le vie di fuga svaniscono e ti ritrovi in un bar di provincia a controllare ossessivamente la connessione che non torna, rimane soltanto una cosa da smettere di rifugiarti nel mondo del "e se?", tirare fuori dal cellulare tutto quello che ci hai nascosto e prendere delle decisioni. Lucrezia Sarnari, con una scrittura viva e pungente, ci racconta quello che non si osa dire sui sentimenti e sull'amore ai tempi di WhatsApp. Leggendo questa storia inciampiamo nella vita di Giulia ma anche nelle nostre.
Vie di fuga, sottotitolo “La vita da adulti fa schifo”, ecco le prime parole in cui ci imbattiamo nella copertina, in due brevi frasi sono condensati i contenuti del bel libro della Sarnari. Un libro che parla di un argomento molto attuale, ovvero l’influenza della tecnologia nella vita quotidiana.
A causa di una fantomatica tempesta solare in una non meglio precisata parte del territorio italiano vengono a cessare le comunicazioni virtuali, niente social network, assenza di connessione ad internet, impossibilità di fare chiamate dal cellulare, quest’ultimo oggetto è protagonista incontrastato nella storia, prezioso scrigno di un’altra vita, quella virtuale e in questo caso la faccia nascosta della vita vera. Questo infausto accadimento getta nello sconcerto la popolazione, i giovani sono disorientati e confusi, ma è sugli adulti che si avventeranno gli effetti più nefasti.
Un libro corale in cui si vedono più aspetti legati a questa vita nascosta nei cellulari, a partire dalla infelice protagonista, e poi via via scopriremo i segreti delle sue amiche e di tutti gli altri personaggi che compariranno tra queste pagine.
La narrazione vivace riesce a intrigare pur parlando di insoddisfazioni, di insicurezze, di vite quotidiane che non sono sempre facili e spesso trovano il loro equilibrio proprio grazie alla tecnologia, fida custode e celere messaggera delle più recondite pulsioni. Così se lo stallo delle interazioni bloccherà l’invio di una foto privata, la nuova gogna mediatica, l’assenza della vita virtuale con il suo sfogo sfaserà completamente proprio le generazioni più adulte che non troveranno più il loro equilibrio venendo a mancare quella importantissima parte di vita nascosta che rendeva vivibile anche l’esistenza alla luce del sole.
"…quella possibilità, che ci permette di immaginare altre numerose vite, sia salvifica per molti di noi: una via di fuga senza dover davvero fuggire. È sopravvivenza. La verità è sopravvalutata,(…). Fa schifo, lo so, ma non c’è niente di più reale delle nostre zone d’ombra."
Libro ben scritto, agile e sfaccettato, si fatica a staccarsene.
L’autrice svolge il tema che ha scelto in modo arguto, amaro e ironico grazie a personaggi ben caratterizzati, una narrazione trascinante e un finale sardonico. seguici sul blog
La protagonista di Vie di fuga di Lucrezia Sarnari è Giulia, trentasette anni, sposata, con una vita sentimentale che gli sta stretta, e che ha allargato da qualche mese accogliendo nella sua vita Carlo, il suo amante.
Carlo lo può vedere solo nei weekend, quando Giulia se ne va a Roma per un corso di scrittura che magari la può aiutare a realizzare un piccolo sogno, vivere scrivendo libri. Durante la settimana Carlo si fa sentire, tramite messaggi su WhatsApp, che fanno battere il cuore a Giulia, che le fanno pensare che quello sia il suo amore più grande e più vero. Un bel problema quando, si pensa per una tempesta solare, ogni via di comunicazione è impossibilitata. Niente chiamate, niente messaggi.
Oltre a Giulia, in Vie di fuga facciamo la conoscenza delle sue due migliori amiche, Irene e Francesca. Anche le due amiche devono affrontare dei problemi, inerenti la vita sentimentale, la propria identità, il proprio lavoro. E Giulia scopre che a volte, anche chi pensiamo di conoscere perfettamente, nasconde qualcosa. Segreti che vengono confessati e racchiusi in un telefono, in un messaggio, ma che non si ha il coraggio di dire alle persone che ti vogliono bene, guardandole in faccia.
E poi ci sono anche Lara, Stefano e Camilla; tutti e tre studenti, due migliore amiche, e una coppia che sta cercando di riconoscersi come tale, di non aver paura del giudizio degli amici, e di rimediare a un errore che può risultare distruttivo.
Insomma, Vie di fuga è un libro che si basa sulle relazioni, relazioni vere, concrete e realistiche, che sembrano messe in contrapposizione con le relazioni virtuali.
È un libro leggero, che si fa leggere velocemente e che non ha grosse pretese. Con questo non intendo sminuire il romanzo, voglio dire che non è il solito libro che tenta di farti il sermone sull’importanza delle relazioni reali, sui pericoli nascosti nei social e nel mondo virtuale. Certo, Vie di fuga ti permette anche di riflettere su questo, ma senza risultare pesante, senza voler insegnare nulla.
E Giulia, be’, immagino che sia un personaggio che si ama o che si odia. Io non lo so cosa provo per lei. Non la odio, quello no, ma non posso nemmeno dire che la amo. Non condivido il suo modo di comportarsi con sé stessa, con il marito, con le amiche. Spesso e volentieri si mette al centro dell’attenzione, quando è chiaro che l’attenzione si dovrebbe focalizzare sull’amica che in quel momento si sta sfogando e sta soffrendo. Ma forse siamo tutti un po’ così. Forse anche noi, quando qualcuno si sfoga, cogliamo l’occasione per portare in piazza il nostro problema, simile a quello della persona che si sta sfogando, per dire come noi l’abbiamo affrontato, per dire come noi ne siamo usciti, per dire come noi pensiamo sia meglio comportarsi. Noi, noi, noi.
Al di là del tradimento di Giulia, qui ognuno avrà un suo modo di vedere le cose, credo che con lei ci si possa rivedere facilmente. Alla fine Giulia cerca “semplicemente” la felicità. E il problema è che quando pensa di averla trovata, tempo qualche giorno, qualche mese, qualche anno, si rende conto che le manca di nuovo qualcosa. E non è forse così per molti di noi? Ci diamo un obiettivo, ci convinciamo che una volta raggiunto quello saremo felici, e sarà così, ma per un breve periodo di tempo, perché poi ci porremo un nuovo obiettivo da raggiungere, in un loop senza fine.
E come mi comporterei io se da domani i social smettessero di funzionare? Posso dire che starei bene? Certo, se smettessero di funzionare solo per me e non per gli altri andrei in paranoia, poco ma sicuro. Ma se smettessero per tutti, se tutti fossimo costretti a riallacciare contatto con la realtà e con gli altri solo incontrandoci di persona, starei bene. Certo, sarebbe faticoso. La cosa positiva dei social e di internet in generale è che ti dà la possibilità di mantenere un contatto con persone fisicamente lontane. Da qualche anno ho regolarmente delle chiacchierate con una persona che vive a Milano, con una che vive a Rieti, con un’altra che vive in Sardegna. Vivo all’estero, e internet mi permette di vedere i miei genitori, anche se tramite uno schermo, tutte le volte che voglio. I benefici ci sono. Ma i social e la possibilità di essere connessi virtualmente non sempre è positiva. E ammetto, più di qualche volta quello che succede nei social influenza il mio benessere psicofisico.
Mi sa che mi sto perdendo in chiacchiere, però vedete? Vie di fuga ti porta a pensare; quindi, tirando le fila del discorso, direi che se cercate un libro leggero per l’estate, che abbia comunque dei contenuti al suo interno, vi consiglio il romanzo di Lucrezia Sarnari.
Se chiedi a ognuna di loro se è felice, loro non mancheranno di rispondere di sì. Io, invece, ho smesso di chiedermelo, a patto di non restare ferma dove sono. Improvviso, faccio casino, ma non voglio tornare mai più nel pantano. Non ho rivalutato l’onestà verso gli altri, qualche segreto, alcune piccole omissioni possono aiutarci a vivere meglio, lo penso ancora. La cosa con cui non voglio più scendere a compromessi, invece, è la sincerità verso me stessa. Ci provo, anche se non sempre ci riesco.
In realtà 4,5 stelline “Vie di fuga” è sicuramente un romanzo insolito. Non aspettatevi la solita storia perchè a me ha regalato numerose sorprese. Il romanzo vuole far riflettere su come i rapporti di coppia cambino nel tempo contrapponendo e seguendo quindi la storia di Giulia e Mattia, quasi quarantenni e una coppia di adolescenti, Stefano e Camilla. La protagonista principale, Giulia, è una donna che non riesce facilmente ad accettare la vita adulta con i suoi impegni e i suoi sacrifici. Anche per questo la sua vita di coppia con Mattia non va per nulla a gonfie vele. Lui ormai non la guarda più e lei non ha la voglia di sforzarsi per farla andare, questa storia. E da qui nasce la sua via di fuga, Carlo. Quindi la Sarnari si è presa una bella responsabilità andando a toccare un tema così controverso come il tradimento. Io solitamente sono sincera non amo particolarmente i romanzi in cui si parla di tradimento ma qui è stato inserito in un contesto che mi ha fatta sorridere e che procedendo con la lettura ha preso un significato molto importante, che è appunto quella via di fuga per sopravvivere quando non si ha il coraggio di affrontare di petto le situazioni. La Sarnari ci fa un ritratto ironico e spesso cinico dell’attualità anche portando alla luce l’importanza che hanno al giorno d’oggi i social e il diverso approccio che hanno i “grandi” rispetto ai ragazzi. Il down delle connessioni è appunto un modo per far emergere come essi riescano a cambiare il nostro modo di porsi verso le persone e le situazioni che ci presenta la vita. La storia è molto originale e inusuale, è questo mi ha fatto amare il libro. L’ho trovato molto bello in quanto con semplicità e senza essere pretenzioso questo romanzo è riuscito a farmi riflettere su di versi argomenti ed è riuscito ad intrattenermi e alla fine pure a emozionarmi. Sono sincera, Giulia diverse volte l’avrei strozzata per la sua immaturità ma molte volte mi ci sono pure rispecchiata. Io che da bambina non volevo crescere e ora che sono cresciuta vorrei ritornare alla spensieratezza di una volta, senza rotture di scatole e senza troppe responsabilità. Potendomi permetere di sbagliare anche un po’ di più. Lo stile è diretto, scorrevole e frizzante infatti mi ha tenuta incollata alle pagine sino al finale che come vi ho accennato mi ha emozionata e fatta sorridere lasciandomi pure a bocca aperta perchè non me lo aspettavo proprio. Se, come di solito faccio io, dovessi trovare il pelo nell’uovo avrei voluto vedere un percorso di formazione di Giulia leggermente più marcato ma come ho detto è il pelo nell’uovo
Quindi che dire, il romanzo a me è piaciuto molto in primis per lo stile ma anche sopratutto per la storia e i personaggi imperfetti che vivono una vita imperfetta e che fanno sbagli come è naturale nella vita. Quindi sì, promosso!
Ho scelto di leggere questo libro perché cercavo una lettura leggera “da ombrellone”, ma certamente non mi aspettavo di inciampare nella banalità assoluta sia stilistica che contenutistica. La trama è scarna, niente di più rispetto a quanto si legge sulla terza di copertina; la caratterizzazione dei personaggi fortemente stereotipata e sciocca; la narrazione alterna capitoli nella contemporaneità a capitoli nel passato senza dare nessun valore aggiunto: non tutti gli scrittori possono vantare la capacità di sfruttare con efficacia questo stile narrativo.
Recensione presente nel blog www.ragazzainrosso.wordpress.com Giulia ha trentasette anni, insegna in un liceo di Perugia ed è sposata col collega Mattia. La donna, che coltiva il sogno di diventare scrittrice, trascorre i weekend a Roma per frequentare un corso di scrittura creativa ed è nella Capitale che la sua strada incrocia quella di Carlo, uomo sposato col quale intessa una relazione. Vedendosi raramente, i due trascorrono ore a mandarsi messaggi ma improvvisamente, a causa di una tempesta solare, la connessione sparisce. Tutti si lasciano prendere dal panico (Giulia inclusa). È arrivato il momento per lei di riflettere e prendere finalmente una decisione.
“Ogni volta che ricevevo un messaggio da Carlo che non fosse di risposta al mio, avvertivo un piccolo crampo al cuore e subito dopo una sensazione di benessere che si diffondeva in tutto il corpo. Se non lo sentivo prima di andare a letto, invece, dormivo male per tutta la notte, svegliandomi di continuo per lottare e mettere a tacere la voce che mi diceva che tra noi era finita o che lui si stava stancando di me.”
Nella società contemporanea dove i social network e internet in generale rivestono una grande importanza, è impensabile anche solo immaginare di vivere disconnessi, lontani da quel mondo digitale nel quale tutti abitiamo. È quello che accade ai protagonisti di questo romanzo corale, catapultati di punto in bianco in una società ormai obsoleta.
Giulia è una donna dalla psicologia alquanto complessa. Insegnante attenta e precisa sul lavoro, ha una vita privata alquanto difficile, ricca di confusione. Non è più innamorata del marito, si è abbandonata a una relazione extraconiugale che probabilmente non la porterà da nessuna parte, cerca costantemente di essere al centro dell’attenzione, sfoga la sua personale frustrazione mostrandosi agli occhi delle amiche come una donna che è perfettamente in grado di gestire un matrimonio ormai raffreddato e una relazione adulterina. Giulia è stanca di tutto questo, ma non ha il coraggio di compiere una scelta definitiva che influenzerà la sua vita futura. Ed ecco che il misterioso blackout della connessione si rivela provvidenziale. Con i cellulari è tutto più semplice, quasi non ci si rende conto di ciò che si scrive o del materiale che si invia, l’immediatezza del mezzo non consente riflessioni o ripensamenti. Quando, invece, tutto si spegne e si ha il tempo di restare soli con se stessi ci si guarda dentro.
Assieme alle vicende di Giulia sono presentate quelle delle sue tre amiche più care e dei suoi alunni. Tutti, in maniera differente, sono alle prese col medesimo problema che avrà inevitabili ripercussioni nelle loro vite.
Lo stile della prosa è semplice, scorrevole e talora ironico. L’intera narrazione occupa lo spazio temporale di due giorni e nei capitoli si seguono le vicissitudini di tutti i personaggi presentate in terza persona mentre gli intermezzi dedicati al rapporto tra Giulia e Carlo sono narrati dalla stessa donna in prima persona.
Il lettore è abbastanza coinvolto dagli eventi, a mio parere l’attenzione cala leggermente durante le lunghe riflessioni di Giulia.
Un romanzo sui rapporti di coppia reali e virtuali. Una lettura che invita ogni tanto a posare i cellulari e ad affrontare se stessi senza filtri.
Si potrebbe pensare sia una storia di un tradimento o una storia d'amore un po' contorta, ma in questo bellissimo libro c'è tanto di più.
Oggigiorno l'uso dei cellulari è un fattore centrale della vita, non solo per i social ma anche per attività lavorative e finanziarie. Veri e propri buchi neri, a cui affidiamo i nostri segreti più intimi. Ed è proprio un down delle reti cellulari e di internet a scaturire due giorni di confusione nella cittadina perugina.
"Le relazioni, oggi, non sono del tutto reali se non dentro i nostri telefoni."
Giulia, costantemente in chat con il suo amante Carlo, non sa che fare se non quello di disperarsi e affidarsi al giudizio delle amiche, che scopre quanti segreti ben più grandi dei suoi avessero affidato ai loro cellulari.
Una storia sull'amore e i sui tradimenti, sui segreti e sulla tecnologia, oramai in controllo delle nostre vite, che atrofizza la vita degli adulti, che si accontentano di una irrealistica vita digitale parellela.
"Ora sono più felice? No, ma più serena sì, sapere di non essere rimasta immobile per il momento mi basta. [...]. Ho scoperto che della vita delle mie amiche, le persone che pensavo di conoscere meglio al mondo, so meno di quanto sappiano le loro chat Wathsup. E che, loro dopo il down, hanno deciso di richiudere il vaso e ricacciare dentro i mostri. Se chiedi a ognuna di loro se è felice, loro non mancheranno di rispondere di sì. Io, invece, ho smesso di chiedermelo, a patto di non restare ferma dove sono. [...]. La cosa con cui non voglio più scendere a compromessi, invece, è la sincerità verso me stessa. Ci provo, anche se non sempre ci riesco."
Vie di fuga di Lucrezia Sarnari – libro di narrativa pubblicato da Rizzoli nella collana Rizzoli Narrativa lo scorso 3 giugno.
Se dovessi trovare un aggettivo per descrivere il nuovo libro di Lucrezia Sarnari, senza ombra di dubbio sceglierei terapeutico. Ultimamente sto leggendo tantissima narrativa, e dopo aver voltato l’ultima pagina mi succede sovente di fermarmi a riflettere su quanto letto e di prendermi del tempo per metabolizzare la lettura e lasciarla sedimentare dentro di me. La mia prima reazione a Vie di fuga è stata di rigetto, non nei confronti del romanzo, che come dicevo sopra ho decisamente trovato terapeutico, il rifiuto è arrivato verso il mondo virtuale che calpestiamo quotidianamente dimenticando di poggiare i piedi per terra e di vivere quello reale. Istintivamente avrei voluto staccare la spina , prendermi una pausa da tutto, come quando fai una grande abbuffata di carboidrati e il giorno dopo in preda ai sensi di colpa ti imponi un regime detox a base di tisane e tè miracolosi. Ma queste scelte drastiche sono davvero la soluzione ad un sovraccarico di virtuale? Come si può collocare tutto in prospettiva dando il giusto peso alle relazioni, di qualsiasi genere, nate su internet e non perdere il senso della realtà? Durante i mesi del lockdown internet è stato lo strumento che ci ha salvato dal perdere il senno, il lavoro o la scuola. Ma nel resto del tempo vogliamo davvero misurare le nostre relazioni in base alla velocità di risposta? Vogliamo davvero che una spunta blu condizioni la nostra vita e ci faccia riflettere su quanto contiamo per gli altri in base al tempo che impiegano a rispondere dopo aver visualizzato? Quando abbiamo permesso ai cellulari di influenzare così tanto la nostra vita, di diventare un prolungamento naturale del nostro corpo, e perché ci sentiamo smarriti e nudi, se un giorno usciamo di casa e dimentichiamo di prenderlo? E adesso immaginate che cosa potrebbe succedere se una tempesta solare mandasse in tilt le connessioni e facesse crushare tutto il sistema: come ricorrere alla nostra via di fuga, all’evasione per non sentirci soli se manca il contatto virtuale? Giulia ha 37 anni, è una prof di lettere in un liceo perugino, sposata con Mattia da quasi sei anni, una insicurezza cronica e una fame d’amore che l’hanno spinta a legarsi al suo uomo più per necessità di non sentirsi sola che per reale interesse e trasporto. La sua via di fuga si chiama Carlo, un giornalista milanese che ha incontrato a Roma in una delle tante trasferte per inseguire il sogno di diventare scrittrice. Sogno che ha accantonato quando ha intrapreso la relazione segreta con il giornalista. Il loro rapporto è fatto solo di weekend torbidi in anonimi alberghi romani e il resto della settimana ad unirli è il contatto telefonico, messaggi bollenti , telefonate e tante promesse per il futuro. Il down di internet getta nel panico Giulia che teme che questo sottile filo che la lega a Carlo possa interrompersi.
“Ogni volta che ricevevo un messaggio da Carlo che non fosse di risposta al mio, avvertivo un piccolo crampo al cuore e subito dopo una sensazione di benessere che si diffondeva in tutto il corpo. Se non lo sentivo prima di andare a letto, invece, dormivo male per tutta la notte, svegliandomi di continuo per lottare e mettere a tacere la voce che mi diceva che tra noi era finita o che lui si stava stancando di me.”
Diverse e più contenute sono invece le reazioni al down tecnologico delle migliori amiche di Giulia, Irene e Francesca. Irene lavora in un negozio di abbigliamento, fidanzata con Gabriele da oltre dieci anni, è colei che cerca di tenere Giulia con i piedi per terra, di farla ragionare, ma anche lei in fondo è un po’ spaesata dalla mancanza di connessione. Lei che il telefono lo usa solo per controllare i movimenti del suo fidanzato attraverso una app, temendo che Gabriele possa tradirla. Francesca è invece la più razionale delle tre, caporedattrice nel giornale locale cittadino, è quella che mette tutto nella giusta prospettiva, ma è davvero la donna più inquadrata o anche lei ha la sua via di fuga? Potrei raccontarvelo ma vi toglierei il piacere di scoprirlo da soli.
Lucrezia Sarnari torna in libreria a distanza di quasi due anni dalla pubblicazione di Dieci cose che avevo dimenticato con un altro imperdibile romanzo. Se il suo esordio mi aveva incantata, con Vie di fuga mi ha definitivamente convinta che siamo di fronte ad una delle penne più brillanti in Italia. Adoro le autrici che scrivono così bene di donne, e Lucrezia ce le mostra sempre a 360 gradi in tutte le loro sfumature, con pregi e difetti, forza e punti deboli. Non sono entrata in empatia con Giulia; nonostante sia un libro corale che coinvolge più personaggi, tutti ben delineati e funzionali alla storia, è la vita di Giulia che prende il sopravvento per tutta la narrazione. E non vi nascondo che ho faticato a capirla, a giustificare le sue scelte, comprendere le sue emozioni, ma è stata un’antipatia di breve durata, e ho realizzato che faticavo a farmela piacere forse perché era colei nella quale riuscivo ad identificarmi meglio. Mi sono rivista in Giulia, nelle sue insicurezze, nella sua smania di essere amata, nella sua voglia di essere il centro nevralgico per qualcuno. E trovo che questo sia un grandissimo pregio dell’autrice, quello di costruire storie e personaggi credibili e facilmente identificabili anche nelle nostre vite. Dovete assolutamente leggere Vie di fuga, ascoltare la meravigliosa playlist che Lucrezia ha caricato su Spotify; vi garantisco che vi ritroverete ad urlare a squarciagola tutte le canzoni in essa contenuta e, se vi va, potete seguire l’autrice sui social e partecipare alle iniziative legate a Vie di fuga. Ad esempio, rispondete alla sua domanda: a chi inviereste il vostro ultimo messaggio prima del down tecnologico? Io di sicuro sbaglierei a cliccare il destinatario del mio messaggio e non lo manderei alla persona giusta.
La connessione internet sembra essere indispensabile in questi anni, aiuta ad avere immediate indicazioni stradali, dispositivi informatici funzionanti, informazioni aggiornate necessarie per viaggi, spostamenti improvvisi, ricerche, corsi di formazione, contatti ed è importante nella comunicazione quando si hanno parenti lontani. Comunicazione... già. Parlare. Spesso però questi cellulari sempre a portata di mano, i tablet accessi anche nei bar e sui mezzi di trasporto sembrano essere per noi ossigeno, surrogati dell'affetto, vie di fuga. Ci si aggrappa ai social, al desiderio di dar voce ad emozioni e pensieri che questa vita reale purtroppo non aiuta ad esternare. Vite quotidianamente in lotta tra ciò che si vorrebbe e mancanze che urlano chiedendo attenzioni che vengono soddisfatte, accolte e coccolate da sconosciuti a tanti chilometri di distanza. Questa è la storia di due giorni inaspettati, che getteranno nel panico tre amiche e alcuni adolescenti. La storia di chi si è sempre rifugiato nei messaggi WhatsApp, di chi attende sempre più in tensione la spunta blu, di chi spera in un particolare like, in una carezza virtuale ed improvvisamente tutto smette di funzionare. La connessione si blocca, la città si ferma e quei buchi neri, quelle vie di fuga per sopravvivere e sopportare una realtà che fa male mancano fino a togliere il fiato. E sarà proprio in questo momento di forte panico e attesa che ci si guarda, finalmente ci si ascolta, si scopre che nulla è ciò che sembra, che siamo tutti estremamente fragili, che abbiamo bisogno di un abbraccio vero e che dire alla propria donna "sei bella" godendo della bellezza attraverso gli occhi senza necessità di scattare pericolose foto... non ha prezzo. Quindi appoggiamoli sul tavolo per un attimo e corriamo da chi amiamo, chiediamo aiuto alle amiche e prendiamo in mano la nostra vita. Internet aiuta, ma la concretezza salva.
Incipit: “«Perché non mi prendi mai sul serio?» «Perché ti conosco troppo bene.» «Ti sto dicendo che potrei essermi innamorata.» «Signore, pietà.» «Guarda che dico davvero.» «Potresti?» «Potrei.»”
Inizia con un botta e risposta tra due amiche questo libro. Amiche che sentiamo ogni giorno tramite i social anche se le vediamo per un caffè o un aperitivo. Cosa succederebbe a te che stai leggendo questa recensione se per tre giorni non potessi avere internet e i social a disposizione? Forse quello che succede alla protagonista di questo libro, Giulia, che mette in discussione tutta la sua vita. Il suo matrimonio con Mattia, anche lui professore liceale, innamorato dell’esuberanza di Giulia che non fa nulla anche quando si accorge che lei si sta allontanando perché lei non è portata per le relazioni fisse. La sua relazione con Carlo, l’amante milanese che incontra tutti i weekend a Roma, che non lascia la moglie perché hanno una figlia che ne soffrirebbe. Le relazioni con le sue amiche perché hanno dei segreti, venuti allo scoperto solo perché il non poter usare i social ha portato anche loro all’isteria. E i ragazzi di un liceo, con le loro cotte e le loro ‘cavolate’ a volte gravi come reagiscono a un down prolungato?
Un libro che non ho particolarmente adorato anche perché Giulia mi sta antipatica. Mattia l’avrei preso a librate in testa. E Carlo l’avrei lasciato a Milano volentieri. Al contrario i personaggi secondari mi hanno fatto tenerezza con le loro difficoltà e i loro dubbi.
Idea accattivante e che fa riflettere ma con me non ha colpito il modo di scrivere dell’autrice.
Cosa farei io con un down di internet per tre giorni? Il primo giorno controllerei la linea assiduamente. Dal secondo mi godrei il silenzio mediatico 😬 L’idea di fare mesi senza internet e senza linea telefonica però la vedo dura, molto dura. Come parlerei con le mie amiche?
Quale sarebbe l’ultimo messaggio che invierei se sapessi che tutte le connessioni e le linee telefoniche stanno per saltare? Ci ho pensato molto durante la lettura di questo romanzo e sono giunta alla conclusione che l’ultimo mio messaggio sarebbe destinato alla Bacci: “Non chiamare Taffo, sono viva!”
Il problema è che questa domanda me la sono posta io (e probabilmente anche altri lettori) e, forse, l’autrice. Ma tutto si ferma qui! “Vie di fuga”, nuovo romanzo di Lucrezia Sarnari, che ringrazio per avermi fornito una copia del suo libro, è una storia che parte da uno spunto interessante e che potrebbe rivelarsi divertente: cosa accadrebbe se tutte le connessioni saltassero? Se nessuno avesse la possibilità di navigare nel web e telefonare? Mi aspettavo un romanzo divertente, ma anche in grado di suscitare in me qualche riflessione. L’unica cosa che, invece, ho letto è stata la storia di Giulia, una trentacinquenne col cervello di una tredicenne, alle prese con un matrimonio in cui si sente prigioniera (e le cui colpe, a suo dire, pare siano da imputare tutte al povero marito) e un amante che, sempre a suo dire, potrebbe accorgersi di non amarla più davanti all’impossibilità di parlarle per qualche ora.
“Vie di fuga” è un romanzo scorrevole e ben scritto, ma che si impantana nelle spire di una storia fragile, noiosa e irritante. Una bella idea che, purtroppo, non è stata messa in pratica.
Credo (in realtà spero per lei... ) che solo l'autrice conosca uomini ( ai quali si è ispirata?) così propensi a parlare dei propri sentimenti, a scrivere lettere e "messaggi lunghissimi" (cit.), a non lesinare lodi e complimenti romantici e apprezzamenti più spinti, senza tabù, con un linguaggio elegante e sentito alle proprie innamorate... Il romanzo è leggero, non mi aspettavo un capolavoro (non lo è, e credo neanche ne abbia l'intenzione) , mi ha piacevolmente intrattenuto, diciamo che ha fatto il suo... Anche se mai e poi mai crederò che esistono gli uomini come quello di cui si innamora la protagonista... 😜 Però... Sognare non fa male...
Non nego di averlo letto tutto d'un fiato, perché comunque è un romanzo breve e semplice, con una struttura lineare che ti fa procedere speditamente. Tuttavia, la trama e le premesse potevano portare a qualcosa di più strutturato; inoltre, parere personale, le frasi estremamente semplici e i dialoghi dal linguaggio colloquiale e fin troppo ironico, a volte al limite del volgare, non sono mai stati di mio gusto.
L'assunto di partenza sarebbe anche buono, un internet down improvviso, di cui nessuno può immaginare la durata. Peccato però che la trama sia sviluppata in modo piatto e noioso, i protagonisti banali e prevedibili. C'è una caratterizzazione molto scontata, lo stile di scrittura non dà piacevolezza e non scorre bene come potrebbe.
Un bel romanzo scorrevole e piacevole. Cosa succederebbe se all'improvviso i social e i telefoni non funzionassero più. I nostri cellulari sono lo scrigno dei nostri segreti, più o meno belli e più o meno raccontabili.
Interessanti riflessioni sul perché abbiamo bisogno di via di fuga, sulle nostre zone d'ombra e su come la vita oggi è attaccata a una linea telefonica. Scorre molto bene e ogni pagina tira l'altra.