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Commissario Mineo #1
L'assassino scrive 800A. Le iraconde indagini del commissario Mineo
Il commissario Saverio Mineo odia molte cose: per esempio i guanti, la forfora, i piedi brutti, la fretta, i pigiami a righe, il suo assistente Milito e sua moglie. Ma la cosa che odia di più sono i delitti, perché lo costringono a fingere di lavorare, mentre lui vorrebbe starsene in pace a leggere «La Gazzetta dello Sport», nel suo ufficio o al limite su una panchina vista mare.
In fondo, perché dovrebbe succedere qualcosa nei tranquilli paesini di Cinisi e Terrasini? E invece sembra che il destino abbia deciso di accanirsi e ogni giorno ne capita una: esecuzioni sommarie, cadaveri ritrovati ai piedi di una scogliera, effrazioni misteriose, persino un arresto che ha dell’incredibile… A ogni nuova segnalazione, la prima reazione di Mineo è: speriamo di sbrigarcela in fretta.
La seconda: non potrebbero occuparsene i carabinieri? Ma poi trascinato controvoglia sulla scena del crimine, assieme al fido ispettore La Placa e al fatuo medico legale dottor Costanza, quasi sempre Mineo finisce per risolvere il caso grazie al suo super-udito e alla sua distrazione. Già, perché lui arriva alla folgorazione decisiva solo soprappensiero, per associazione di idee.
Con questo brillante giallo d’esordio, Francesco Bozzi combina gli ingredienti del romanzo di genere in una miscela inebriante di umorismo e suspense. Il suo commissario siciliano irrompe sulla scena con una forza che smentisce la sua stessa indolenza, rivelando dietro le sembianze dell’antieroe scontroso il fascino dei personaggi capaci di raccontare la condizione umana e la nostra realtà.
In fondo, perché dovrebbe succedere qualcosa nei tranquilli paesini di Cinisi e Terrasini? E invece sembra che il destino abbia deciso di accanirsi e ogni giorno ne capita una: esecuzioni sommarie, cadaveri ritrovati ai piedi di una scogliera, effrazioni misteriose, persino un arresto che ha dell’incredibile… A ogni nuova segnalazione, la prima reazione di Mineo è: speriamo di sbrigarcela in fretta.
La seconda: non potrebbero occuparsene i carabinieri? Ma poi trascinato controvoglia sulla scena del crimine, assieme al fido ispettore La Placa e al fatuo medico legale dottor Costanza, quasi sempre Mineo finisce per risolvere il caso grazie al suo super-udito e alla sua distrazione. Già, perché lui arriva alla folgorazione decisiva solo soprappensiero, per associazione di idee.
Con questo brillante giallo d’esordio, Francesco Bozzi combina gli ingredienti del romanzo di genere in una miscela inebriante di umorismo e suspense. Il suo commissario siciliano irrompe sulla scena con una forza che smentisce la sua stessa indolenza, rivelando dietro le sembianze dell’antieroe scontroso il fascino dei personaggi capaci di raccontare la condizione umana e la nostra realtà.
240 pages, Kindle Edition
Published June 4, 2020
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About the author
Francesco Bozzi
5 booksFrancesco Bozzi è autore televisivo, radiofonico e sceneggiatore. Ma è molto più noto come «l’immortale creatore del commissario Mineo».
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Community Reviews
Displaying 1 - 4 of 4 reviews
June 20, 2020
Il commissario Saverio Mineo odia l’estate, i pigiami per uomo a fantasia e detesta la semplice idea che qualcosa possa trovarsi fuori posto, turbando la sua idea di ordine cosmico, a partire dalla quella criptica scritta, “800A”, apparsa sulle mura del commissariato di Cinisi.
Un quadro storto lo agita ma un cadavere lo manda decisamente fuori giri, considerando l’impatto che le indagini avranno sulla sua routine giornaliera, rigidamente calcolata al secondo dal suo cronografo da polso con cui misura ogni singolo spostamento. Mineo detta legge in commissariato, i suoi sottoposti sono abituati alle sue eccentricità e fanno di tutto per non turbarne il rituale quotidiano: la lettura metodica de La Gazzetta dello Sport, dalla prima all’ultima pagina, sconcertato dal fatto che accanto allo sport, ci siano notizie di attualità. Eppure, sembra che a Terrasini e Cinisi – i luoghi della narrazione – non ci sia più tregua e fra esecuzioni sommarie, cadaveri ritrovati ai piedi di una scogliera, effrazioni misteriose e un arresto rocambolesco, Mineo è tristemente costretto a lavorare.
E come se non bastasse, il commissario deve fare i conti con la moglie che lo tempesta di telefonate per assegnarli la lista della spesa. La sua è una vita costruita all’insegna del minimo sforzo, per cui è vietatissimo azionare la sirena in macchina, altrimenti quella sera a tavola, Mineo dovrà rispondere ad un mucchio di domande e raccontare la sua giornata alla consorte. Tutte cose che è meglio evitare. Quindi niente sirena: «tanto il morto non scappa. Al limite è l’assassino che scappa».
Ecco l’identikit del protagonista de “L’assassino scrive 800A. Le iraconde indagini del commissario Mineo”, scritto da Francesco Bozzi e in uscita il 4 giugno per Solferino. L’autore, palermitano doc classe ’65, apprezzato sceneggiatore, è l’autore di riferimento di Rosario Fiorello da più di vent’anni – fra pubblicità e show televisivi – un’esplosività che ritroviamo in questo personaggio che si lancia nella mischia del mondo del giallo italiano con un personaggio lontanissimo dal cliché: Mineo è irritante ma geniale, catartico per il suo vezzo di parlare chiaro e non soprassedere sui difetti di nessuno. Uno così o lo ami o lo odi, senza vie di mezzo.
A ben vedere, ha qualcosa dell’Hercule Poirot di Agatha Christie per i piccoli vezzi e quel suo procedere per la propria strada, incurante di ciò che pensano gli altri, attento a cogliere particolari insignificanti anche grazie ad una sorta di super-udito. Mineo coltiva le proprie ossessioni, come tutti - «i famosi cento passi che dividono la casa in cui abitava don Tano Badalamenti da quella di Peppino Impastato» erano davvero cento passi? - il commissario si cruccia, vorrebbe esserne certo ma a Cinisi e Terrasini i crimini si susseguono e giunto sulla scena del crimine - affiancato dal fidato ispettore La Placa e dal logorroico medico legale, dottor Costanza – si impunta su minuzie, segue un proprio filo logico per poi risolvere i casi con improvvise deduzioni, un flusso di pensieri che giunge col soprappensiero.
Sornione e liberamente tratto dall’indolenza dello stereotipo del dipendente regionale siciliano, ormai tristemente noto a suon di scandali, Bozzi non ci propina l’ennesimo eroe schiacciato dal sistema e a caccia di giustizia, virando con decisione sul versante opposto. Ci troviamo fra le mani un uomo che si rifugia nella routine, scontroso e saccente ma dall’intuito brillante e l’humour pungente, capace di improvvisi lampi di logica che irrompono sulla pagina, risolvendo le indagini. Mineo, diciamolo chiaramente, è un uomo normale che potremmo davvero incontrare in commissariato. Uno capace di risolvere davvero le indagini solo per poter tornare a leggere il giornale in santa pace.
Un quadro storto lo agita ma un cadavere lo manda decisamente fuori giri, considerando l’impatto che le indagini avranno sulla sua routine giornaliera, rigidamente calcolata al secondo dal suo cronografo da polso con cui misura ogni singolo spostamento. Mineo detta legge in commissariato, i suoi sottoposti sono abituati alle sue eccentricità e fanno di tutto per non turbarne il rituale quotidiano: la lettura metodica de La Gazzetta dello Sport, dalla prima all’ultima pagina, sconcertato dal fatto che accanto allo sport, ci siano notizie di attualità. Eppure, sembra che a Terrasini e Cinisi – i luoghi della narrazione – non ci sia più tregua e fra esecuzioni sommarie, cadaveri ritrovati ai piedi di una scogliera, effrazioni misteriose e un arresto rocambolesco, Mineo è tristemente costretto a lavorare.
E come se non bastasse, il commissario deve fare i conti con la moglie che lo tempesta di telefonate per assegnarli la lista della spesa. La sua è una vita costruita all’insegna del minimo sforzo, per cui è vietatissimo azionare la sirena in macchina, altrimenti quella sera a tavola, Mineo dovrà rispondere ad un mucchio di domande e raccontare la sua giornata alla consorte. Tutte cose che è meglio evitare. Quindi niente sirena: «tanto il morto non scappa. Al limite è l’assassino che scappa».
Ecco l’identikit del protagonista de “L’assassino scrive 800A. Le iraconde indagini del commissario Mineo”, scritto da Francesco Bozzi e in uscita il 4 giugno per Solferino. L’autore, palermitano doc classe ’65, apprezzato sceneggiatore, è l’autore di riferimento di Rosario Fiorello da più di vent’anni – fra pubblicità e show televisivi – un’esplosività che ritroviamo in questo personaggio che si lancia nella mischia del mondo del giallo italiano con un personaggio lontanissimo dal cliché: Mineo è irritante ma geniale, catartico per il suo vezzo di parlare chiaro e non soprassedere sui difetti di nessuno. Uno così o lo ami o lo odi, senza vie di mezzo.
A ben vedere, ha qualcosa dell’Hercule Poirot di Agatha Christie per i piccoli vezzi e quel suo procedere per la propria strada, incurante di ciò che pensano gli altri, attento a cogliere particolari insignificanti anche grazie ad una sorta di super-udito. Mineo coltiva le proprie ossessioni, come tutti - «i famosi cento passi che dividono la casa in cui abitava don Tano Badalamenti da quella di Peppino Impastato» erano davvero cento passi? - il commissario si cruccia, vorrebbe esserne certo ma a Cinisi e Terrasini i crimini si susseguono e giunto sulla scena del crimine - affiancato dal fidato ispettore La Placa e dal logorroico medico legale, dottor Costanza – si impunta su minuzie, segue un proprio filo logico per poi risolvere i casi con improvvise deduzioni, un flusso di pensieri che giunge col soprappensiero.
Sornione e liberamente tratto dall’indolenza dello stereotipo del dipendente regionale siciliano, ormai tristemente noto a suon di scandali, Bozzi non ci propina l’ennesimo eroe schiacciato dal sistema e a caccia di giustizia, virando con decisione sul versante opposto. Ci troviamo fra le mani un uomo che si rifugia nella routine, scontroso e saccente ma dall’intuito brillante e l’humour pungente, capace di improvvisi lampi di logica che irrompono sulla pagina, risolvendo le indagini. Mineo, diciamolo chiaramente, è un uomo normale che potremmo davvero incontrare in commissariato. Uno capace di risolvere davvero le indagini solo per poter tornare a leggere il giornale in santa pace.
July 31, 2021
Il personaggio del Commissario Mineo è originale (almeno nel mondo del giallo) e sembrava promettente. Nella narrazione purtroppo il personaggio viene caricato in maniera eccessiva e finisce per stancare presto.
September 18, 2022
Il commissario Mineo è un uomo molto pessimista e questo aggiunge al romanzo un pizzico di umorismo, dal momento che non riesce a sopportare niente e nessuno. La cosa che sopporta di meno è il suo lavoro
October 14, 2020
Il comm. Mr Magoo.Ma che grande stupidata.Fare humour è una cosa seria, se non ci riesci non ci provare nemmeno.Abbandonato velocemente.
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