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La stanza del vescovo

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Estate 1946. Un giovane uomo solca per diporto le acque del Lago Maggiore; conosce così l'enigmatico dottor Orimbelli, che lo invita a casa sua, dove vive con la moglie molto più anziana e la bella cognata Matilde, vedova. Il giovane - attratto e nello stesso tempo respinto dal mistero che si respira nelle stanze della villa - finisce con l'accettare l'ospitalità di Orimbelli. Un tragico avvenimento viene però a turbare il clima tranquillo dell'estate, e quello che fino a quel momento è stato un fine ritratto della vita di provincia assume all'improvviso i contorni del giallo, tingendo di colori insospettati un romanzo sapido e intenso, indimenticabile capolavoro della narrativa del Novecento.

160 pages, Paperback

First published January 1, 1976

127 people are currently reading
562 people want to read

About the author

Piero Chiara

101 books36 followers
Pierino Angelo Carmelo "Piero" Chiara (Luino 1913 – Varese 1986) è stato uno scrittore italiano, tra i più noti della seconda metà del XX secolo.

Piero Chiara was an Italian writer. He was born in Luino, on Lake Maggiore (northern Italy) into a family of Sicilian origin. Sought by the Fascist milice during World War II, he fled to Switzerland in 1944. He returned to Italy two years later, starting the activity of writer.His most famous work is La stanza del vescovo of 1976, which was turned into a film by Dino Risi soon afterwards.
He died in Varese in 1986.

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35 (4%)
Displaying 1 - 30 of 99 reviews
Profile Image for Nood-Lesse.
426 reviews324 followers
January 23, 2024
I matafioni della randa

Se un giorno sono partito per visitare il Lago Maggiore e le sue isole, la colpa se la devono spartire Ernest Hemingway e Bernard Malamud. Se quando sono tornato ho letto un libro di Andrea Vitali, la colpa invece è stata del lago. Cercavo uno scrittore italiano che ne avesse scritto e fu grazie alla recensione a Vitali che mi fu consigliato di leggere Piero Chiara. Il lago in questo libro è una presenza viva, sembra quasi un mare quando viene percorso in lungo e in largo da “La tinca”, la barca del protagonista. Siamo nell’immediato dopoguerra e per capire quale fosse l’atmosfera è emblematico questo passaggio:
Capii che non era facile per lui, e del resto neppure per me, essere diversi o migliori dopo aver fatto fronte, negli anni lasciati alle spalle, allo sconvolgimento di un mondo che era cambiato nelle nostre mani, tra combattimenti e prigionie, fughe e salvataggi, senza darci il tempo di capire una semplice verità: che aver assistito a quegli avvenimenti e avervi preso parte, anche contro voglia, non era stato un danno ma una ricchezza. Convinti invece che ci avessero rubato gli anni migliori, a guerra finita volevamo, un po' tardi e quando era oramai tempo d'altre imprese, inventarci una nuova giovinezza, di recupero, profittando de l'età ancora fresca e di un certo vigore del corpo

A mio avviso questo è il cuore del romanzo, una sensazione tardoadolescenziale che hanno provato in molti, per le ragioni più varie; fortunatamente da allora in poi, nessuno (qui in Italia) a causa della guerra. Dopo la precisazione è più facile seguire i protagonisti che vogliono godersela, talmente benestanti da non aver bisogno di lavorare, da poter dedicare il loro tempo e le loro energie alla conquista di donne libere o impegnate, donne che come loro vogliono mettersi la guerra alle spalle, donne che in guerra hanno perso il loro uomo sposato per procura. Quando c’è stata una sete di rinascita simile? Dopo gli anni di piombo? Dopo la pandemia? (A proposito, la pandemia è finita? È bastato smettere di parlarne perché finisse?)
Dopo la guerra i tifosi allo stadio si mescolavano senza che ci fossero i disordini a cui assistiamo oggi, la violenza si era espressa per un quinquennio, gli uomini avevano le batterie dell’odio scariche. Ci fu un breve periodo in cui il pisano e il livornese, il bresciano e il bergamasco, il gobbo e il bauscia si abbeveravano allo stesso stagno senza reti di protezione.
Sarà che ero nel clima in cui Chiara mi aveva immerso, sarà che dopo mille libri son sempre il solito ingenuo, ma la svolta noir mi ha colto di sorpresa. C’è stato un omicidio, da lì in avanti è venuto meno il mio interesse quando si è trattato di leggere della ricerca dei moventi, dell’individuazione del colpevole, della contro inchiesta privata. Ho portato a termine il libro e a sorpresa l’introduzione (leggetele sempre dopo) mi ha rivitalizzato. Il curatore Giancarlo Vigorelli, propone un paragone ardito fra la stanza del vescovo e Addio alle Armi ed afferma di aver discusso più volte con Piero Chiara del passo in cui Hem cita il lago. Segue la contrapposizione dei personaggi, dei momenti storici e la conclusione inaspettata:

Chiara, di istinto, rovescia e capovolge Hemingway, che nella sua brama incessante di vita, più altrui che propria, sottintendeva un persistente assedio di morte, a tal punto che la corrida era l’appuntamento coincidente del vivere fulmineo e del morire di schianto: e la morte gli girò intorno più volte, finché finì a darsela con le sue mani. Chiara, come il suo Casanova invece, tanto ama la vita e gode a raccontarne a catena i casi, che tende a distanziare la morte, a rarefarla, sino a farla intervenire nei suoi personaggi quando sono piuttosto stremati di vicende, di passioni, così da essere, essa stessa, un caso stesso della vita.
Profile Image for Siti.
406 reviews165 followers
May 29, 2018
Romanzo ambientato sulle rive del lago Maggiore, circondate da splendide ville che ospitano però esistenze sfatte nell’immediato dopoguerra, siamo nel 1946. “Una spiaggia di aride cose” come da Vittorio Sereni, citato in esergo.
Il protagonista e voce narrante di questo decadente scritto è un giovane di trent’anni, appena rientrato dalla Svizzera dove si era rifugiato per non combattere la guerra. Possiede un’imbarcazione e, una sera mentre attracca nel porticciolo di Oggebbio, in una delle numerose soste della sua ultima vacanza dalla vita prima di riprenderla in mano, viene avvicinato da un signorotto del luogo, un avvocato, ben ammogliato. Con una serie di pretesti Orimbelli, questo il suo nome, quasi lo circuisce e lo trascina dentro la sua esistenza fatta di sotterfugi, amanti, evasioni, in perenne atteggiamento godereccio e al tempo stesso furtivo, sleale, scorretto. Gli racconta segreti, gli presenta amanti, ma soprattutto ne anticipa le mosse, autonominandolo quasi il suo perfetto antagonista, nel sottile e antico gioco della seduzione e della conquista. Lo fa soggiornare nella stanza del vescovo nella sua villa, dove ospita anche la bella cognata Matilde, vedova di un ufficiale morto in Africa da dove lui è invece rientrato. Le uscite con la barca si moltiplicano in un crescendo di possibilità che coinvolgeranno a spirale tutti i personaggi, escludendoli o integrandoli, creando nuovi scenari tesi a collassarsi in un susseguirsi di eventi tragici. L’ambientazione lacustre è perfetta, a mio avviso l’aspetto più notevole dell’opera, le incursioni erotiche, sornioni ed efficaci e mai volgari, utili a caratterizzare personaggi e periodo storico, il modulo narrativo teso al giallo ma d’ambiente in un realismo efficace e molto italiano. Lo consiglio anche se La spartizione è per me decisamente superiore.
Profile Image for Sandra.
963 reviews333 followers
March 30, 2015
Non è un giallo classico, è un romanzo molto triste con un protagonista onnipresente, il lago Maggiore con i mille paesini che lo costeggiano, i colori della terra e dell’acqua che si rispecchiano, i venti che ne animano le acque solo in certi momenti del giorno, quando non c’è calma piatta. La calma piatta è quella che descrive in due parole la vita dei protagonisti “umani” fino a quando non si incontrano: il narratore, un giovane appena rimpatriato dalla Svizzera alla fine della seconda guerra mondiale, dove aveva vissuto come internato (Piero Chiara visse realmente l’esperienza nei campi di raccolta svizzeri), e il dottor Temistocle Mario Orimbelli, rientrato dalla campagna d’Etiopia dopo soste lungo la penisola italica in attesa della liberazione del nord Italia. I due si conoscono a Oggebbio ed iniziano a trascorrere il tempo in barca, nelle traversate del lago, da una sponda all’altra, a volte da soli, più spesso in dolce compagnia femminile, di nascosto dalla temibile moglie dell’Orimbelli, la signora Cleofe, seriosa e distinta dama proprietaria della villa sul lago –e di altre ricchezze di famiglia- in cui i due uomini, come guerrieri stanchi tra una battaglia e l’altra, si ristorano, l’uno forzatamente nel letto coniugale, l’altro nella stanza del vescovo, contenente cimeli appartenuti a un antenato vescovo della signora Orimbelli, che guarda un po’ si chiama Berlusconi. Proprio nella villa si compirà un fattaccio che non svelo, che darà il tocco di giallo alla storia, anche se, ripeto, non è il giallo il colore di questo romanzo, ma un malinconico grigio che col tempo si stempera in un azzurro acceso, come lo stato d’animo dei protagonisti, appena usciti da una guerra che aveva sconvolto il loro mondo e le loro vite ancora giovani, invecchiandoli prima del tempo, ed ora, tornati a riprendere il filo delle loro esistenze, sentono il bisogno di recuperare il tempo perso dedicandosi al libertinaggio più grossolano e disimpegnato, per cancellare lo spettro della morte che li aveva accompagnati negli anni bui della guerra. In fondo uno stato d’animo che attraversava l’Italia e gli italiani in quel momento storico, e che Piero Chiara ha saputo narrare da par suo, con la sapienza e la bravura che ne hnno fatto un maestro della narrativa italiana.
Profile Image for Jeanette.
4,088 reviews836 followers
January 21, 2024
Way, way back in the day (probably when it was less than 5 years old) I started reading this book. And only got to about 30 or so pages. And became immensely surprised to see the slim thing on a "new" library shelf- seeing it's reprinted despite being nearly 50 years old. So I took it and read it now in two short sittings. It's novella curt- 151 pages.

So here's the thing. This is almost like a "divorce, Italian style" movie set scenario. The men are horrendous users and the women are little more than observable meat. And it's a rather accurate worse case nuance for the period just before it was written (circa 1976).

But it's full of ambiance too. Of lake and boating Italia by the just returned from far places post war men survivors and the hoity-toity worlds of leisure living villa owning patrons. Nude sun bathing crowd overall, most within convoluted types of sexual morality practices.

Its prose flows and it does connote how some men think. And some Italian men act. It's a sample for what were some "eyes" of that age. Not all eyes. And not all male Italians either.

Adding this later, I forgot. It is an excellent travelogue though for the features of Lake Maggiore.
Profile Image for Doug.
2,546 reviews913 followers
January 11, 2020
2.5, rounded down.

Even at a brief and quickly read 151 pages, this novella seems extremely padded, with page after page just detailing winds and storms, sailing minutiae and various ports of call. Not only that, but the 'shocking' finale is rather ho hum and pro forma, and any comparisons to Patricia Highsmith are merely superficial. The best thing about it is probably the provocative cover photo on this edition. A disappointment.
Profile Image for Antonio Ippolito.
413 reviews37 followers
September 22, 2025
Sempre delizioso Piero Chiara!
In questo breve romanzo, la faticosa ricerca della maturità dopo un difficile periodo bellico.
La "ricerca" avviene tra una avventura amorosa e l'altra e mille percorsi a vela sul Verbano, ma porterà comunque a rendersi conto delle ambiguità della vita
_______________________________________
Rileggendo qualche anno dopo, mi accorgo che questo romanzo di formazione, ambientato nel '46, potrebbe anche essere un'allegoria dell'Italia che esce dall'oppressione innanzitutto psicologica del fascismo: l'Orimbelli ne incarna tutti gli aspetti peggiori, dal gallismo alle vanterie per la "guerra d'Africa" alla patologica necessità di manipolare il prossimo fingendo elevati e virili valori; per poi sfuggire alle proprie responsabilità una volta costretto ad affrontarle, e finire impiccato.
Penso che a Chiara interessasse solo descrivere il passaggio della "linea d'ombra" da parte del suo protagonista; tuttavia anche l'allegoria può funzionare.
Resta un po' di malinconia per la scelta finale del protagonista, e per la bella e sfortunata Matilde, il cui patrimonio le ha fruttato solo due matrimonii imposti, anni di solitudine o di vita da amante, dopodiché perde anche il suo principe azzurro e rimane sola..
Profile Image for Raffaello.
197 reviews74 followers
June 18, 2025
"I due giorni più felici di un proprietario di barca sono quando la compra e quando la vende".

Avrei preferito che "questo" proprietario di barca scegliesse (finalmente) qualcosa di diverso a fine libro. Probabilmente lo avrebbe desiderato qualsiasi lettore coinvolto nella vicenda.

Chiara sa scrivere, sa coinvolgere, sa far ridere. Stavolta ha saputo pure farmi incazzare.
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,259 reviews152 followers
March 15, 2020
Siamo nel 1946.
Il protagonista è un giovane che, reimpatriato da poco dalla Svizzera, in cui ha vissuto la guerra come internato, solca ora le tranquille acque del Lago Maggiore a bordo della sua barca a vela, la Tinca.
La calma dopo la tempesta.
Un paesaggio lacustre, delicato e dipinto da verdi paesini e da ville color pastello, e i giorni che, stanchi dal tumulto della guerra, riprendono ora a vivere con ozio e tranquillità. Una sera il nostro protagonista, gettata l’ancora in un noto paesino sulle rive del lago, conosce un signorotto locale, il dottor Temistocle Mario Orimbelli, rientrato dalla campagna d’Etiopia, il quale lo invita presso la sua sontuosa villa dove abita con la moglie, la seriosa signora Cleofe e la bella cognata Matilde, vedova (o presunta tale). I due uomini iniziano a trascorrere le giornate da soli, veleggiando fra una sponda e l’altra del lago e tra un intrallazzo amoroso e l’altro, fino a quando un fattaccio spezzerà la monotonia di questo languido idillio.
Mi è piaciuto molto, “La stanza del vescovo”. Molto più di “Una spina nel cuore”, che mi aveva fatto conoscere la scrittura di Piero Chiara tempo fa. Non tanto per la storia, che non definirei né gialla (come ho letto altrove) né drammatica, ma semplicemente per le penetranti, visive, malinconiche atmosfere lacustri che dipinge con chiarezza, e per quello stato d’animo scanzonato e disimpegnato da dopo guerra che Chiara caratterizza alla perfezione. Un retrogusto amaro capace di donare al romanzo una raffinatezza oggi sempre più rara.
Profile Image for Vaniglia Harris.
308 reviews
July 25, 2024
La stanza del vescovo, Piero Chiara (Mondadori 1976) letto una prima volta nel 1977, la seconda nel 2024

"Fui svegliato dal campanone della parrocchiale di Pallanza che suonava la messa. Era domenica, infatti, e avevo dormito fino alle nove." [...] "Con le campane che tuonavano nel cielo, lasciammo il porto diretti a Santa Caterina. Avevo dormito poco e mi sentivo stanco. La giornata si annunciava splendida e la sponda, allontanandosi, mi mostrava l’Isolino, presso terra, e la punta della Castagnola poco oltre, con qualche globo di foglie già rosse o gialle tra il folto degli alberi. L’autunno di quell’anno stava mettendo piede sul lago, silenziosamente e quasi di soppiatto, come un inserviente invisibile ma rapido nei movimenti che avesse l’incarico di cambiare lo scenario di un palcoscenico, per prepararlo all’ultimo atto di una commedia o di un dramma."

Già, il campanone di San Leonardo a Pallanza, proprio lì accanto vivevo da bambina, a tiro del suo suono inconfondibile. Campanile, campanilismo...e una perché dovrebbe mettersi a rileggere Piero Chiara, adesso, così datato, così scorretto verso le donne, così anacronisticamente pruriginoso, se non per campanilismo? Mi parla del mio lago Maggiore, dei miei posti, mi porta in giro fra Cannero, Oggebbio, Cerro, Caldè, Santa Caterina, Pallanza, Intra, racconta le ville, i fiori, la vegetazione rigogliosa: una bellezza!

"Ero passato chissà quante volte in barca davanti a quella villa senza farci caso, come davanti a tante altre, grandi e piccole, che si spingono coi loro parchi nel lago, sull’una e sull’altra sponda. Vecchie, signorili dimore, coi giardini gonfi di verzura, le darsene coperte di glicini o di viti del Canadà, tutte con le facciate verso il lago, la gran parte chiuse e silenziose. “Quanti amori” pensai “quante vicende dietro quelle nobili fronti.” E diedi volta alle vele, per cogliere il primo soffio di tramontana che sbucava dal promontorio di Cannero."

In una di queste ville, Villa Cleofe, si svolge la vicenda. Protagonisti due giovani fra i trenta e i quarant'anni: "relitti di due guerre...sì alleano, come tutti i superstiti per andare in cerca insieme e fin dove è possibile, di una nuova ragione di vita, che cercano dove non pare si possa trovare, cioè tra meschine avventure amorose". Così li descrive lo stesso autore, evitando di definirli per quello che sono: accaniti dongiovanni, predatori indefessi e scorretti, che per un'intera estate scorrazzano su e giù toccando porti e alberghi di molte località del lago, accompagnandosi ad una girandola di donne. Finché improvvisamente la narrazione assume - meno male! - i contorni di un giallo e l'intera faccenda si fa più divertente.

Dino Risi ha saputo cogliere il meglio e il grottesco della vicenda e, affidando i personaggi ad un cast indiscusso - fra cui spiccano Ugo Tognazzi e Ornella muti - ne ha tratto una pellicola divertente e godibile.
Profile Image for Virginia.
1,285 reviews166 followers
January 7, 2020
I always believe every book blurb, doncha know... and this one alluded to "its shocking and satisfying final act." So I kept reading.
Two aimless wasters potter about on a boat, looking for women who aren't any more to them than meat:
...he lost himself in descriptions of the unbelievable on that giantess, her creamy skin and other exquisite bits correspond to various cuts of veal: haunch, loin, rump, shoulder, rack.
They entertained themselves with stories of medieval pirates who would kidnap village women,
use them until they were finished with them, and then toss them in the lake like rubbish.
A reminder to be careful of who your heroes are?
The entire book was a forewarning of the "shocking act" near the end, to the extent that there was no shock just disappointment. And the only satisfaction we achieve is finding out what was in the bishop's trunk, a sad collection of "war trophies." Ick.
One of the least engaging books I've ever read.
Profile Image for Alan M.
738 reviews35 followers
October 28, 2019
Originally published in 1976, this new English translation of Piero Chiara's classic Italian novel is very welcome.

In post-war Italy, an unnamed sailor finds himself caught up with the enigmatic residents of a villa on the shores of Lake Maggiore. Mario Orimbelli, his wife, and sister-in-law Matilde live a slightly sinister existence, and as the narrator finds himself on his boat with first Orimbelli, and then Matilde, sexual couplings aplenty take place, and intrigue is never far away. There are dark secrets from the recently-ended WW2, and family skeletons in the closet to emerge. When one of the main protagonists is found dead, who (if anyone) is to blame?

With clear affiliation to the likes of Patricia Highsmith, this is an intriguing and lyrical study of desire, trust and family secrets. I'm very glad that Chiara's work will get a wider audience. Definitely recommended. 3.5 stars rounded up to 4 because this is an author that deserves to be read.
Profile Image for Arwen56.
1,218 reviews336 followers
March 15, 2015
Bel romanzo La stanza del Vescovo.

Protagonista indiscusso è il lago in sé, i suoi colori, le sue rive, le sue isole, le darsene nascoste e i suoi cantucci isolati. Lago che, nella fattispecie, è quello di Verbano o Lago Maggiore che dir si voglia, tanto famigliare a Chiara, che è nato a Luino. E i suoi venti, l’inverna e le montive. Ma che a me, che invece sono più avvezza alle sponde del Lario, ha richiamato alla memoria al posto di quelli, la breva e il tivano. E altri colori, altre rive, altre isole, altri inaspettati ripari per chi navighi a vela in quelle acque.

Su questo sfondo si dipana la vicenda di uomini e donne comuni che, a dispetto del quieto e, al contempo, vigoroso scenario, portano comunque avanti le proprie meschinerie, le proprie misere trame, la propria incapacità di crescere.
Profile Image for Meg Ulmes.
966 reviews5 followers
February 14, 2020
3.5 rating if I could. This book is an easy read--on the surface--but the reader has to fill in a lot of the gaps that the author leaves in his plot and characters. I enjoyed reading it, but I'm still figuring it out.
Profile Image for Chancellor Fangirl.
245 reviews7 followers
December 23, 2019
The genuinely excellent prose is all that pulled me through this not terribly interesting story about a couple of ugly men who, nonetheless, nail numerous women while sailing around a lake one summer in Italy until there's suddenly a murder, which even manages to be kind of yawn inducing.
Profile Image for Shan.
213 reviews10 followers
June 19, 2022
La stanza del Vescovo (Paperback)
by Piero Chiara
#LLCChallenge2022 #categoria26 Un romanzo italiano uscito tra il 1950 e il 1999, questo è del 1976 (18/50)

Piero Chiara è stato uno degli scrittori che hanno caratterizzato di più la seconda metà del novecento italiano, la sua poetica è delicata anche quando le immagini virano verso il morboso perché non lo toccano, anche quando il sentimento non è puro ma solo impulso. Le donne del nuovo millennio, inclusa me, si irrigidiranno un po' nel leggerlo. Perché no, le donne non sono solo un ginocchio tondo o un seno a pera e se sono racchie, non sono tutte sono arpie, o se sono bellissime, non sono tutte sono accondiscendenti. Quindi sì, ci sono gli stereotipi di genere, ma dobbiamo accettarlo ricorrendo al relativismo culturale, alcuni suoi contemporanei ci raccontavano le donne allo stesso modo, in maniera bidimensionale, eccezion fatta per Pavese e pochi altri, quindi nessun sussulto politically correct, anche se è un atteggiamento che cerco sempre di seguire. La bravura dell'autore però vince tutto, ci sono brani ne "La stanza del vescovo" che hanno del sublime, che sfiorano il morboso ma non si impregnano di volgarità, come si diceva, sono pura poesia, e seppur la donna non è quella eterea del Dolce Stil Novo e nemmeno quella Preraffaellita di Dannunzio,donna che diventa divinità naturale, qui essa è frutto da spolpare, da ammirare nelle sue fluttuazioni "Era una giovane donna prosperosa, bionda, pallida, con gli occhi grandi e innocenti, un po’ flaccida all’apparenza, ma ben piantata sopra un torso a fuso dal quale prorompevano, sotto il velo di chiffon che la paludava, due seni da battaglia, a popone per colpa di un reggipetto mal sagomato, ma una volta liberi certamente a pera spadona, da tanto che s’impennavano quando alzava il busto per bere e per dar fiato ai polmoni.
Un fiore di magnolia, pensai, una tuberosa grassa e delicata, con chissà quale bulbo nascosto. Un po’ linfatica forse, con una bocca dolce-amara e lo sguardo atterrito, ma per vaghezza, o per finto timore di quei nemici che dovevano essere diventati per lei gli uomini, dopo la perdita certo crudele e precoce dell’unico e insostituibile che le era toccato."
Anche il personaggio principale, che non ha un nome, che racconta i fatti in prima persona, all'inizio sembra della stessa sostanza dell'untuoso avvocato nullafacente Temistocle Mario Orimbelli, ma poi nello snodarsi della vicenda lo conosciamo meglio, è un puro, ha una sua moralità e sente che la vita comoda non gli appartiene. Sappiamo tutto di lui: viene da Luino ( probabilmente è l'alter ego dello stesso Chiara nato anch'egli nello stesso luogo), non ha partecipato alla Seconda Guerra Mondiale, rifugiandosi così in Svizzera (cosa che fece anche Chiara). Chiara è anche il narratore dei storie che si sviluppano sui ed accanto ai grandi laghi, come Simenon lo è dei fiumi...perché ho messo in mezzo Simenon? Arrivate fino alla fine, all'ultimo quarto, quando il romanzo da minimalista diventa giallo e saprete il perché. Ma voi mi direte: "va bene il pippone, ma di che parla questa Stanza del vescovo? "Arrivo al punto. All'inizio sembra che la stanza del vescovo sia una specie di MaGuffin, un espediente distrattivo, una frase evocativa che non ha ripercussioni sulla storia, e invece no, alla fine questa stanza assumerà un valore importante, una sorta di sancta sanctorum (il baule in particolare ed il suo contenuto) dei segreti dell'Orimbelli. Essa ospitava in estate il vescovo, il parente prelato ricco della ricca vedova Cleofe Berlusconi. Cleofe, donna cinquantenne, autoritaria, dura, gelosa, sospettosa (ne ha ben donde motivo) sposata in seconde nozze con il già citato Temistocle Mario Orimbelli. Nella contemporaneità della storia però è il giovane di Luino che vi passa le sue notti. I fatti narrati si svolgono fra il 1946 e il 1947, e sono ambientati sul Lago Maggiore, percorso dal protagonista in lungo ed in largo sul suo cutter "Tinca". Il giovane attraccando a Oggebbio conosce l'Orimbelli, diventano, quasi subito, amici, nonostante la differenza d'età. Ed è così che il narratore entra a far parte dello strano terzetto: l'Orimbelli, la moglie Cleofe, da lui descritta come un'odiosa megera, e infine la bella, giovane e prosperosa cognata: Matilde. Il protagonista e il quarantenne Ormbelli diventano compagni di scappatelle da un paese lacustre all'altro, agevolati dagli spostamenti veloci della barca . Alcol, alberghi, ristorantini tipici, giovani turiste svizzere e studentesse nostrane (tutte più o meno consenzienti a seconda che si tratti del bel navigatore o del vecchio laido) sono gli elementi di questo girotondo libertino e liberatorio . A mio parere però la narrazione, che riguarda il sesso libero e spensierato delle ragazze che incontrano, appartiene più alla generazione in cui il romanzo è stato scritto (1976) che al dopoguerra. Successivamente in una delle trasferte, in cui è presente anche Matilde, la barca viene fermata dai carabinieri che comunicano al gruppo che la signora Cleofe è morta annegata, e qui, a una cinquantina di pagine dalla fine, il racconto da scanzonato diviene più limaccioso, si cambia registro, si cambia addirittura genere letterario! Per quanto mi riguarda l'ultimo quarto è il più avvincente. Matilde piace moltissimo al nostro protagonista ma questa ragazza, sposatasi per procura con il fratello di Cheope e diventata poi vedova di guerra, è in qualche modo opzionata (per usare un termine calcistico) dallo stesso Orimbelli, e quinti innamorarsi di lei o corteggiala è tabù. Orimbelli è un pallone gonfiato, millantatore, ha passato gli anni della guerra con il cognato: Angelo Berlusconi in Etiopia, ma non a combattere, a differenza del parente, ma in una prigione. Prima di tornare ha soggiornato un periodo a Napoli dove si dice che abbia inanellato una serie di relazioni extraconiugali. Il giovane navigatore inizia a capire che le cose non sono come sembrano. Consiglio questo romanzo considerando però le premesse sopra, mutatis mutandis.

Curiosità: da questo romanzo è stato tratto, nel 1977, un film alla cui sceneggiatura ha partecipato lo stesso Chiara, diretto da Dino Risi e interpretato da Ugo Tognazzi e Ornella Muti.


Profile Image for FerroN.
137 reviews25 followers
July 22, 2019
(3,5)

“La stanza del Vescovo” è un romanzo breve che trae origine da un racconto in seguito ampliato e rielaborato; l’io narrante – uno dei protagonisti della vicenda – è un personaggio parzialmente autobiografico, costruito attingendo ad esperienze giovanili (il periodo dell’internamento in Svizzera e le navigazioni sul lago).
Personaggi principali sono due uomini che, superate le vicissitudini della guerra, si incontrano per caso nel porticciolo di Oggebbio nell’estate del 1946; nasce subito un legame che li conduce ad un’assidua frequentazione e quotidiane escursioni in barca a vela su e giù per il Lago Maggiore. Brezze, venti, temporali, correnti, nebbie e foschie si sovrappongono e alternano in uno scenario romantico e – non fosse per i persistenti ricordi della prigionia e dell’esilio – quasi al di fuori del tempo; è un paesaggio onnipresente e vivido che fa da sfondo ad avventure galanti con belle donne e a scorribande tra alberghi lussuosi, ville aristocratiche e luoghi carichi di storia, leggende e suggestioni.
Per entrambi, trentenne l’uno e quarantenne l’altro, è una sorta di ricerca del tempo perduto e della giovinezza rubata, quasi la compensazione di un decennio di rinunce e privazioni; ma verso la fine dell’estate un drammatico evento interrompe il piacevole e – apparentemente – spensierato andirivieni lungo le sponde del lago. I colori sbiadiscono e si raffreddano, mentre la vicenda si carica di mistero; anche se i toni del “giallo” diventano via via dominanti, lo spirito del romanzo rimane riflesso nella dedica posta in apertura (versi di Vittorio Sereni):

“Già l’òlea fragrante nei giardini
d’amarezza ci punge: il lago un poco
si ritira da noi, scopre una spiaggia
d’aride cose...”


* * *

Nota: Introduzione-Spoiler.
Nonostante sia focalizzata su analogie e richiami tra “La stanza del Vescovo” e “Addio alle armi” di Hemingway, l’Introduzione di Giancarlo Vigorelli (presente in molte edizioni Mondadori) anticipa a grandi linee la trama del romanzo, il finale della storia e la sorte dei protagonisti; e, per concludere, ne riporta integralmente gli ultimi due paragrafi.
Profile Image for Jane.
1,202 reviews1 follower
February 2, 2021
A quick read, a story whose setting...primarily in a villa on Lake Maggiore, is the essential element of the story which involves a man, Orimbelli, who is greedy for life, and a man, the unnamed narrator, who literally sails into his life and seems open to almost anything. The book takes place primarily on the lake, or on cliff side restaurants...The islands, coastal towns, the names for the winds that push the small boat, the Tinca, across the enormous lake. The setting is extraordinary; the lives of these two men, one a user, one who seems willing to be used, propel the plot. It's almost the polar opposite of Jack, the book by Marylynne Robinson I read recently, which is a book dark with religion and regret, lit by a steady, illegal love. This book is filled with sun and wind and water, with spending and callousness and debauchery. I have to admit that I absolutely loved the setting. And I am impressed that it contrasts so starkly with Robinson's book. In fact, it makes me appreciate what a dark heavy slog through religious, political and family torment her book was. It was serious in a way this book wasn't. Yet it was a perfect counterpoint. I loved being on that sailboat speeding across the lake when the wind was right. The darkness was in the relationships. In "Jack," the relationship between Della and Jack was the only source of life in a deranged and merciless world.

A wonderful passage between the narrator and someone he has begun to fall in love with: "I waited for him for so long, but last year, after I met you, I could remember his face or even his voice....
You're right not to feel bad about it. Maybe Penelope did the same thing, not with one of the men who wanted to marry her, but with someone we don't know about, someone anonymous, who'd be sure to disappear when her husband returned, or she decided to remarry. We can't wait for anyone. No one is waiting for us. Each of us lives and loves however, wherever and whenever he can.
This was empty talk, an attempt for her, as well as for me to adjust to living in the world. Not so much the one that was emerging after the war, but the world as it always is--bitter and difficult for everyone, all the time.
Profile Image for Blair.
65 reviews
April 2, 2020
This book so far is two men sailing around sleeping with women. One man is old, married, and is a horndog.

The main character makes racist comments about Asian people:
- "Eyes look like they are always squinting"
- "They can tell each other apart, but they all look the same to him"
Both characters make sexist comments about women
- "Her breasts were large and elevated, but if she would not be wearing a bra surely, they would fall and be shaped like pears"
- Refers to women as prey and leftovers
- “just like all fat ladies”
- – reference how the boat shook like hit by the wind when the large woman boarded
- Can this dude stop describing boobs???

The old man tells a story where his brother-in-law’s penis was cut off in war and refers to him as “no longer a man”

The old man says “women belong to everyone” …. Nah they belong to themselves



This whole book was pointless.
Profile Image for Marta Folgarait.
692 reviews7 followers
January 25, 2021
Romanzo leggero, ironico e con un pizzico di suspense. Unica nota amara: la considerazione della donna come merce alla portata di chiunque
Profile Image for Macy.
9 reviews
December 8, 2022
still trying to figure out why this book was called the bishop’s bedroom tbh
Profile Image for Pascale.
1,366 reviews66 followers
December 3, 2020
Just as inane as the other book by Chiara I've read. In fact I didn't recognize the name and picked up this mostly because of its setting on Lake Maggiore where I spent a few blissful days a couple of months ago, but even the descriptions of the area, of which Chiara was a native, are generic. The story has no psychological depth and the bishop is totally irrelevant. The narrator falls in with a thoroughly shady and amoral character, Orimbelli, who lives in a posh villa with his wife, Cleofe, and a younger woman named Matilde. Matilde is still technically married to Cleofe's brother, but the marriage was never consummated and the groom has been missing for 10 years. Orimbelli goes sailing with the narrator, a pretext to pick up girls in various ports. Orimbelli plays dirty tricks on his "friend", and it's not clear why the narrator puts up with him at all. Eventually Cleofe dies, and if you can't guess what happened to her long before the denouement, you must be very slow on the uptake.
Profile Image for Maria Beltrami.
Author 52 books73 followers
May 17, 2016
Il dopoguerra, il Lago Maggiore, una villa misteriosa e un misterioso triangolo, poi quartetto e poi chissà. Un suicidio sospetto.
Pochi elementi per una scrittura ammaliante che costruisce una storia assolutamente perfetta, da leggere e rileggere.
Profile Image for Emanuele Giarlini.
8 reviews
March 23, 2014
Un bel libro, non troppo impegnativo. Lo consiglio a tutte le persone che abbiano voglia di intraprendere una lettura "riposante" e senza grosse pretese
307 reviews3 followers
July 6, 2018
Neste finalzinho de ano, entre o Natal e o Ano Novo tive a boa idéia de ler O quarto do bispo, (José Olympio: 1986) um pequeno romance de Piero Chiara, publicado originalmente em 1976 com o nome de La stanza del Vescovo. Um ano depois de sua publicação este romance foi adaptado para o cinema, com direção de Dino Risi. Em italiano, recebeu o mesmo nome do livro, mas no Brasil o filme ficou conhecido como Venha dormir lá em casa esta noite (1977), e estranhamente classificado como comédia.
Nunca havia lido nada do autor, até mesmo porque depois de sua morte em 1986 pouco foi traduzido para o português. Localizo, além do livro mencionado acima, só um outro romance de Piero Chiara em português, O Balordo, (Melhoramentos, 1986) com o mesmo nome no original, que aparentemente retrata a vida num pequeno vilarejo italiano.

A narrativa de Piero Chiara, em O Quarto do bispo, com a tradução de Teresa Ottoni, é misteriosamente clara, breve e sedutora. Não me surpreendi ao ver que este romance havia sido logo transportado para o cinema, porque através de sua leitura não pude deixar de pensar nos grandes filmes italianos da década de 1960, filmes em que o nefasto se faz presente de maneira oblíqua e cotidiana.

O ritmo da narração é ditado pelo Lago Maior (Lago Maggiore) pano de fundo do romance. Narrado na primeira pessoa, Piero Chiara nos faz cúmplices do mistério que envolve as águas e os ventos do lago. Há um ritmo vagaroso, deliberado e sinistro que nos leva a desfrutar com o narrador da calma, da majestade e das belezas do Lago Maggiore, sem, no entanto, perdermos a sensação do nefasto. Chiara nos deixa perpetuamente à espreita, à espera de um acontecimento fatal, de um evento ameaçador que desconhecemos, mas que sabemos sinistro. O mistério está onipresente nas águas do lago, nos ventos dos Alpes, nas imagens quase oníricas que nos acompanham. Algo acontecerá que não sabemos exatamente de onde virá e que forma terá ao se concretizar. Seu suspense é soberbo!

A ação se passa logo depois da Segunda Guerra, em 1946, durante o período de um ano. Neste tempo somos levados em pequenas viagens, de um canto ao outro por um barco a vela, sem nenhum propósito além do prazer, como se à deriva, por diversas aldeias italianas, por uma miríade de pequeninos portos particulares e públicos. A presença constante, onipresente e gigantesca é do Lago Maior, que entre a Itália e a Suíça, não só é um dos principais lagos alpinos, mas o segundo maior lago da Itália. Suas grandes casas, quintas, sítios revelam uma classe abastada, mal acomodada, sofrida, arcaica e enraizada à beira d’água. Um grupo social que perdeu a direção, o propósito de sua existência.

O mistério não chega a se resolver completamente quando terminamos com a leitura do livro. Claro, há uma morte, uma investigação e a descoberta de como alguns eventos se desenvolveram. Mas muito ainda permanece misterioso, poderia se dizer encantado na bruma das águas lacustres. A razão é simples: o mistério é nosso. É o lado humano que nem sempre conhecemos de alguém, é o imponderável do comportamento humano que ocasionalmente se revela e surpreende.

Este livro é uma pequena obra prima. E se você assim como eu ainda não conhecia Piero Chiara, sugiro que vá ao sebo mais próximo de sua casa e compre um volume deste pequenino romance. Vale a pena.

28/12/2008
Profile Image for Rebecca.
1 review1 follower
January 8, 2024
Parliamoci chiaro, il problema di questo libro è uno e uno solo ... Le donne. O meglio, la rappresentazione del genere femminile.
Ma fermi, fermi so già cosa state per dire "è stato scritto anni fa,come puoi giudicarlo con i nostri standard?", "è parte della mentalità dell'epoca, è rappresentativo del suo tempo" ... Ma credetemi, non è questo il caso.
Di classici ne leggo tanti, e nel farlo accetto una sorta di patto implicito: non posso aspettarmi le stesse sensibilità di una persona di oggi da parte di qualcuno vissutə in un'altra epoca. Sarebbe assurdo.
Quando leggo Dostoevskij mi piace il suo antisemitismo? Certo che no, ma sono conscia che i suoi sono i pensieri di un uomo del suo tempo e tendo ad andare oltre.
Ma in questo caso non si tratta di semplice incompatibilità culturale.
Qui si tratta della rappresentazione di un intero genere come fosse, a conti fatti, niente più che un oggetto, o un elemento del paesaggio. Le donne, in questo romanzo, sono completamente passive, nel senso più estremo del termine. Subiscono le decisioni altrui ( degli uomini ) senza la minima esitazione o opposizione, si lasciano trascinare dagli eventi quasi non avessero alcun potere per fermarsi. Il loro unico compito, ai fini della trama è l'essere depredate sessualmente ed economicamente.
Come potete immaginare è alquanto deprimente, oltre che fastidioso da leggere. Mentre gli uomini riuscivo ad immaginarli perfettamente durante la lettura, come persone reali e pulsanti di vita, le donne emergevano come pupazzi gonfiabili che se ne stavano lì, ai margini della storia, a farsi guardare.
Piero Chiara non sa descrivere le donne, questo mi è chiaro. Quando un intero genere ti riesce piatto e bidimensionale (solo tette e patrimonio), è certo a causa di una carenza nella scrittura oltre che di una probabile forte misoginia. Ma se del fatto che Chiara fosse un misogino non mi interesso della sua incapacità di descrivere una donna sì.
In sostanza una lettura che avrebbe potuto essere piacevole, se non fosse per questi fantocci che puntualmente sbucano da ogni dove e rendono la storia meccanica e grottesca. Il lettore non può fare a meno di domandarsi se l'autore abbia mai avuto occasione di parlare con una donna, o se si sia sempre limitato ad ammirarne le tette come un poveraccio.

Ma queste sono solo supposizioni.

In ogni caso libro deludente, sebbene la scrittura sia eccellente e la rappresentazione del lago un acquerello delicatissimo.

Ah il libro racconta le vicende di un giovane che alla fine della guerra, tornato a casa, passa l'estate a girovagare sul lago maggiore in barca e casualmente incontra un abitante di una delle ville che sporgono sul lago, con sui stringe amicizia.
Tutto qui, direi che non c'è altro da dire.
Profile Image for Mindo'ermatter.
444 reviews9 followers
February 10, 2020
An Allegorical and Psychological Murder Mystery!

Well worth reading, but only in the right contexts.

This book tells two stories, the first seen in the novel's primary plotline of wealthy Italian families attempting to reestablish a normal life in 1946, while recovering from the catastrophic effects of World War II. The second deeper storyline reflects the sense of loss felt throughout postwar Europe and especially by Italy after its betrayal by dishonest and corrupt leaders.

Because the book was written by Piero Chiara in 1976, thirty years after the the time of the novel's setting, it reflects accepted European attitudes and morals of the time, perhaps making it somewhat objectionable to younger generations because of its male attitudes to and treatment of women in the story.

The main character in the book, an unnamed narrator, also has many direct autobiographical similarities to the author, who was the same age, had similar wartime experiences, and grew up on Italy's Lake Maggiore, the setting for his storytelling escapades.

The story is beautifully written and descriptive of the Swiss-Italian culture and people of the lake's economy, while having honest and engaging dialogues among the often reluctant and dysfunctional characters. The novel's plotline is a contemporaneous tale written as a retrospective account by a reliable narrator, making it a solid standalone book.

This short work moves slowly, creating some tension for the reader trying to understand what's really going on, adding to the charm and slow-burning suspense of the adventure.

From a sociological perspective, the book highlights the meaningless lives of the wealthy who have lost their purpose and productive value in life. However, the novel also reveals the mixed motives of the characters, offering something with which all might identify.

 Jill Foulston's recent translation well portrays the author's original intentions, while using current English that maintains the color and flavor of the time period.

I also enjoyed the Audible narration with characters sounding dramatically different, while allowing for individual reader speed selection for an optimal reader experience.

I gave a 3-star rating because of the dated content and context of the underlying storytelling, but I appreciated having an English edition now available because of the book's historical and cultural influences when first written.

Not a favorite read; however, I still found the short novel a worthwhile investment for a serious reader.
Profile Image for Carrie.
1,419 reviews
July 13, 2020
2.5 Still conflicted on this one. Loved the retro cover and the era it evokes, but the reality of post-war Europe, specifically romantic Italy, was less endearing. Whoever thought morals became loose in recent years needs to look at Europe in the 40s, according to this tale. First published in 1976, the book definitely presents challenges to a woke feminist sensibility. The writing is reminiscent of Hemingway in its outlook and sparse, unemotional prose and definitely has a chauvinistic view of women, who are referred to more than once as "prey." The premise is the itinerant sailing lifestyle of the narrator (unnamed), a 30 year old war refugee, who is spending a summer sailing around the ports of a beautiful resort-y Lake Maggiore in northern Italy. He seems to have a "girl" in every port who is willing to sail with him for a short time without serious romantic entanglements. It's like a nautical series of one-night stands. Until he docks in Oggebbio and makes the acquaintance of Mario Orimbelli, a 40-year old war veteran and essentially a dirty old man. Orimbelli invites him to be a guest at his villa (hence, the Bishop's Bedroom - a dead relative on his wife's side), where he meets the cold, shrewish Signora and her voluptuous niece Mathilde who is a war widow. Orimbelli invites himself along on the sailing conquests, adding his own affairs to the mix, and often seducing the narrator's women as well. This rankles after awhile (for the reader too) and the friendship is a bit strained, although the narrator is easy-going to a fault. Mathilde gets involved in the mix when she accompanies the two men and Orimbelli's true character is thoroughly exposed. When a tragedy calls them all back to the villa, enough doubt has been sown to tarnish all the relationships, and things take a strange triangular turn. The writing is masterful and no doubt a product of the time, but it didn't necessarily make it easier (or enjoyable) to read. On the plus side, it is a short read, so wasn't a huge investment of time or energy.
Profile Image for Federica Politi.
223 reviews17 followers
July 4, 2023
📖”Sapevo per intuito più che per esperienza, che ogni gioco dei sentimenti nasconde sempre un dramma, lo prepara, quasi lo alleva tra allegre divagazioni e spensierate ebbrezze.”

📝Veleggiando sulle acque del Lago Maggiore, un uomo approda in un piccolo porto dove si sente osservato da un signore che dice di essere il dr Orimbelli. Dopo brevi convenevoli lo invita nella villa in cui convive con la moglie e la cognata. Qui si respirano suggestioni particolari che in parte lo attirano e in parte sollevano dubbi che rimangono avvolti nel mistero aprendo nuovi scenari presto minacciati da un fatto che getterà lunghe ombre su quell’estate del ‘46.

📝Un linguaggio desueto che rende questa lettura intramontabile riconsegnando attraverso il tempo un affresco della natura umana sempre attuale. Le azioni dei personaggi, i loro atteggiamenti, più che le loro parole, lasciano intravedere la loro vera essenza creando brevi spiragli da cui poter intuire ciò che succederà.

📖”ma se è il caso, di certe cose posso fare a meno. Dell’amore, no.”

📝Una storia in cui immergersi senza sentire il peso del tempo. In cui dilaga il cieco desiderio di approfittarsi degli altri per poi scoprire che ciò che si è ottenuto non è ciò che si aveva creduto. In cui non si conosce lealtà. In cui l’amore assume diverse sfumature, in cui la fiducia viene tradita e si arriva a scoprirlo troppo tardi.

📖”Non avevo capito, o non avevo osato capire, come tante altre volte. Ed ecco che, per delicatezza, perdevo il meglio della vita.”

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