Milano, gennaio 2020. In una chiesa a due passi da piazzale Loreto, mani ignote depositano un cellulare con un video di un inquietante duplice omicidio. La prima vittima è un sacerdote, esperto in esorcismi, con una croce rovesciata incisa sulla schiena. Il carnefice si presenta come Caino e annuncia nuovi delitti. Una donna danese viene uccisa a forbiciate, i capelli tagliati corti. È la firma del Viaggiatore, un serial killer che da anni sta insanguinando il Nord Europa. Esiste un legame tra il Viaggiatore e Caino? Ancora una volta toccherà al vicequestore Bruno Ardigò, il Cacciatore di Assassini, braccare questi mostri, scavando in un passato torbido. Un’indagine a sfondo religioso che si snoda in una Milano sempre più nera, tra il cimitero di Chiaravalle e i quartieri intorno alla Stazione Centrale, dove i murales dei sottopassi ferroviari raccontano gli intrecci e i misteri che legano i delitti.
Fabrizio Carcano è nato a Milano nel 1973. Giornalista professionista, attualmente è caporedattore dell’agenzia di stampa «Lombardia Notizie». Con Mursia ha pubblicato Gli angeli di Lucifero (2011), Mala Tempora (2014), L’ultimo grado (2014) e L’erba cattiva (2015), tutti romanzi noir dedicati ai misteri e al lato oscuro di Milano.
Uno dei pregi di Fabrizio Carcano è sempre stato quello di saper raccontare Milano facendola vivere e riconoscere a chi ci abita, nelle sue strade, nei suoi riferimenti a persone, strade e locali che quasi ti sembra di stare lì con i suoi personaggi. Anche questo romanzo in questo senso non manca di far questo pure se con qualche forzatura che non capisco se è voluta o ingenua -- perché per esempio riferirsi alla zona di NoLo con l'articolo (il NoLo)? oltre a questo stavolta però è proprio l'intreccio a funzionare poco e male. Due omicidi in apertura del romanzo cui ne seguono altri (anche del passato) e che poi si scoprono collegati, anche se si fa fatica a capire come, perché la spiegazione è davvero troppo stiracchiata, e soprattutto uno spento commissario Ardigò che posto davanti a una situazione del tutto nuova per lui viene poi lasciato abbandonato un po' lì senza che il tutto abbia un'evoluzione o produca in lui una reazione sensata e spiegata (chi lo ha letto o leggerà capirà). Altri personaggi poi francamente inutili nell'economia del romanzo come la giornalista inglese che non si capisce bene che ruolo abbia nella storia, perché c'è finita dentro insieme all'italiana con cui ha una relazione e soprattutto cosa c'entra nella spiega finale. Altri personaggi come il giornalista Malerba, che gli aficionados di Carcano conoscono bene, citato un paio di volte come per dare un contentino al lettore. L'intreccio è debole e onestamente stavolta non mi ha preso, e oltre tutto pare che l'editor non abbia fatto il suo lavoro di revisione prima della pubblicazione, con paragrafi e capitoli affastellati uno dopo l'altro e in alcune parti molta confusione fra un personaggio e l'altro tanto che per alcune righe non capisci chi sia il protagonista della scena. Qualche accenno alla pandemia visto che il romanzo è stato completato durante il primo lockdown non basta purtroppo a rendere il tutto più interessante. Due stelle e mezzo se si potesse, ma a tendere più verso il basso.