Da quando il tenente dei carabinieri Giorgio Roversi è stato trasferito in Sardegna ha dovuto imparare ad ambientarsi in una terra che non ha niente in comune con la sua amata Bologna. Ma adesso Roversi sta per tornare a casa, dove lo aspetta un caso irrisolto che lo tormenta da mesi. L’imputato, Roberto Della Grada, è un amico di infanzia e le prove a suo carico sembrano inconfutabili. Eppure c’è qualcosa che non convince Roversi. Se non vuole rischiare di distruggere la sua carriera, il giovane tenente dovrà fare molta attenzione: quel caso è lo stesso che provocò il suo trasferimento forzato in Sardegna per motivi disciplinari. E così Roversi approfitta di una licenza per dedicarsi a indagini segrete sulla vicenda. Per fortuna può contare su un fedele alleato: Luigi Gualandi, ex ufficiale veterinario dell’Arma. Ha così inizio un’indagine molto intricata, che porterà Roversi e Gualandi indietro nel tempo, nel tentativo di far emergere una volta per tutte la verità.
Trasferta bolognese per il nostro tenente Roversi che torna a casa per scagionare – in modo non molto ortodosso – gli amici di infanzia dalle accuse di duplice omicidio. Un romanzo ben scritto: una trama bella arzigogolata fa da sfondo ai rapporti – di amicizia, familiari, d'amore – tra i vari personaggi. *** A trip to Bologna for our lieutenant Roversi who returns home to exonerate – in a not very orthodox way – his childhood friends from the accusations of double homicide. A well-written novel: a beautiful convoluted plot forms the backdrop to the relationships – of friendship, family, love – between the various characters
A dire la verità, più di una volta mi sono persa durante la lettura. L’accavallarsi degli avvenimenti, le diverse ricostruzioni possibili e i numerosi personaggi coinvolti hanno reso arduo lo stare dietro ai fatti. Gran bell’intreccio, il cui inizio ha radici in un non molto lontano passato, buoni i colpi di scena e le rivelazioni, ottimi i personaggi e il contesto degli avvenimenti; unica pecca: la soluzione difetta per prevedibilità. L’ambientazione bolognese è senz’altro buona, ma ho sentito la mancanza delle belle descrizioni del paesaggio sardo cui Zucca mi ha piacevolmente abituata.
I nostri cari Roversi e Gualandi si spostano a investigare a Bologna, con un caso quanto mai intricato che prende il via mesi prima, dato che si tratta proprio del caso a causa del quale il tenente Roversi è stato trasferito a Sassari. Tra una striscia di Tex e l'altra, un foglio di scorza Majani e tanti altri piccoli dettagli storici e di costume che ci riportano automaticamente nel 1962, ci addentriamo nel mondo dell'ippica e delle scommesse sui cavalli, più o meno legali, su furti di gioielli e anche su minuscoli stati dell'Europa dell'Est, ormai inglobati dall'URSS. Un caso in cui pochissime persone sono chi dicono di essere, compresi i nostri due investigatori, che spesso si trovano ad agire sotto copertura. Accanto al caso "ufficiale" c'è il mistero dei giochi enigmistici trafugati della signora Luisa e il problema dell'eccessiva diffidenza e autorità di Mutti, la suocera di Gualandi, che a Sassari sta facendo irritare il personale della tenuta, che minaccia ormai di andare via. Per fortuna c'è Caterina!
Una lettura intrigante e coinvolgente, una storia complessa di cui avevamo letto già nei libri precedenti della serie e che si dipana, finalmente, un po’ alla volta, portando a soluzione tutti i misteri che erano rimasti in sospeso.
Le stelline sarebbero tre e mezza esattamente, perché la lettura è comunque piacevole e divertente. Un bel giallo vieux jeu la cui ambientazione anni 60 va a pennello allo stile, ai personaggi e anche alla trama, complicatissima e non a caso ricca di riferimenti enigmistici. Applicando troppo la propria mente a stare dietro alle varie soluzioni e ai capovolgimenti proposti, si vedono troppo bene le forzature fatte alla logica perché il baraccone della trama regga in piedi. Ce ne sono troppe per arrivare al livello di una Dorothy Sayers o di una Agatha Christie, alle quali l’indole del racconto mi ha fatto pensare. [E qui segue qualche spoiler.] Per esempio, gran parte del caso riposa su una conversazione al telefono che è stata ascoltata da un consorzio criminale che sarà poi eliminato da una delle parti da quella telefonata. Il problema è che la telefonata è fra due amanti di madrelingua tedesca, che avrebbero parlato di cose assolutamente segrete... in italiano, neanche a fare apposta per farsi capire da orecchie nemiche, allorché a Bologna nulla sarebbe stato più facile che parlare semplicemente il tedesco, cosa naturale comunque nel loro caso. I due avversari che poi uccidono la metà della coppia di amanti sono però italiani, e nulla ci fa presumere che sappiano il tedesco almeno quanto lo stesso autore (e ci veniamo). Questo punto è ancora più grave considerando che il libro contiene un sacco di riferimenti ai problemi di lingue straniere, e pure esplicitamente al tedesco. Poi c’è dietro una storia di famiglia a sfondo di primo e terzo Reich tedesco che per quanto complicata, fa acqua da tutte le parti, a cominciare da una stessa famiglia che si vuole di nobiltà tedesca, ma usa un sacco di nomi di battesimo che sono tutto salvo tedeschi: a cominciare da quello della protagonista, Alessia, chiaramente italiano (l’equivalente germanico sarebbe Alexa o Alexandra, la doppia s al posto del nesso -x- è più italiana della pastasciutta), poi Miroslav (slavo) e addirittura Ferenc, che è ungherese e farebbe Franz in tedesco. Purtroppo sono pasticci in cui gli autori italiani incorrono spessissimo, e quando moglie e suocera del sidekick più importante del detective si chiamano proprio Brunilde (grafia corretta Brunhilde) e Bertha (qui la “h” si è salvata), sono cose che ti fanno perdere la motivazione di persistere con un autore, se il tedesco lo sai. Aggiungo che lo stesso vale quando sai l’italiano e lo vedi corrotto in un testo tedesco - succede pure.
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Mi piace questa serie ambientata nel 1962 tra Sassari e Bologna in cui l' investigazione procede passo passo, senza troppe deduzioni del protagonista a saltare tappe importanti nel caso. Certo, il libro diventa più lento, ma sembra di stare lì, a investigare con Roversi e compagni.
Qualche sottotrama di troppo, forse, e magari i comprimari un po' meno duri di comprendonio (Guerz, dico a te) renderebbero più snella la lettura. O l'ascolto come nel mio caso.
Ambientazione diversa, questa volta in "continente", a Bologna, e devo dire che un pò mi è mancata la "greffa", ma ottimo libro comunque. L'epilogo forse un pò frettoloso e per questo spero tanto in un continuo della serie.
Io amo il tenente Giorgio Roversi, sin da quando ho iniziato per caso la serie che lo vede protagonista, me ne sono innamorata. Mi piace la sua intelligenza completamente priva di boriosità e vanità. Mi piace la sua umanità e il suo modo di interagire con il mondo. Credo che Gavino Zucca abbia saputo creare una bella storia ricca e onesta.
https://labibliotecadellibraio.blogsp... Letto e recensito da Iaia Il tenente dei carabinieri Giorgio Roversi è stato trasferito da Bologna a Sassari per un atto di insubordinazione, ma ora torna nella sua città perché il suo amico fraterno Roberto della Grada e la sua ragazza Flavia Lanzarini sono stati arrestati per omicidio. Convinto della loro innocenza prende un periodo di ferie e torna a Bologna, per cercare di capire cosa sia successo in modo non ufficiale. Con la sua capacità e con le giuste amicizie riesce a sbrogliare una matassa piuttosto ingarbugliata. Un buon giallo che mette in rilievo l’intelligenza del protagonista e di come sa coinvolgere e farsi aiutare da suo cugino che lavora in Polizia e che ha tra le mani proprio il caso di cui si sta interessando Roversi stesso. E’ scritto in modo molto semplice e lineare e ci sono tutti i ragionamenti e le intuizioni che il tenente fa in ogni suo movimento. La trama è molto complessa, ci sono 4 omicidi, ma il testo è reso gradevole proprio per la sua scrittura e si è arrivati alla fine in modo soddisfacente.
Quarto capitolo della serie con protagonista il tenente dei carabinieri Giorgio Roversi, dove si concludono alcune vicende personali iniziate nei libri precedenti. Sempre piacevole da leggere, ma rispetto ai libri precedenti questo perde molto di naturalezza e rischia a tratti di risultare noioso. Troppe le vicende, alcune veramente fantasiose, che costituiscono l’ossatura della trama, insolitamente intricata, e troppi i personaggi coinvolti, alcuni dei quali, seppure essenziali, restano a lungo sullo sfondo. Il finale aperto lascia sperare in un prossimo episodio, magari ambientato di nuovo in Sardegna e caratterizzato da quella naturalezza e spontaneità nel raccontare cui eravamo abituati.
I libri di questo autore sono molto gradevoli. Non vi aspettate Agatha Christie, si tratta di storie decisamente più semplici e, a volte, volutamente un po' troppo complicate, ma si tratta sempre di storie gradevoli. Belle la "brigata" formata dalla famiglia Gualandi & affini, la compagnia degli anziani notabili e la squadra del tenente Roversi. Una lettura di svago e un salto nella bella Sardegna.
Un giallo vero. Ben orchestrato, ben scritto, senza retoriche, senza compiacimenti. Senza la spasmodica ricerca dell'originalità o del colpo ad effetto. Un libro in cui al piacere della lettura si aggiunge un certo gusto enigmistico per far lavorare le "celluline grigie". Direi un giallo classico, nell'accezione più pura e positiva del termine.
Un giallo molto intricato, Una trama complessa che alla fine lascia in me qualche dubbio sulla coerenza ma che non voglio indagare. La storia complessa ha sempre i soliti personaggi, Manca un poco la presenza di Caterina che appare solo di sfuggita, e la location che si tratta del Bolognese e non della Sardegna. Ma i legami con i libri precedente non lo consentivano. Buono
lungo, eccessivamente arzigogolato e alla ricerca del colpo di scena che non viene perchè già dalle modalità narrative i "colpevoli" sono descritti ambiguamente e in modo poco accattivante. Eccessivo, nella lunghezza, nella fantasia e negli intrecci.
È carino e ormai sono affezionata ai personaggi, ma l'ho trovato un po' confusionario nelle varie ricostruzioni, specie su quelle relative allo scambio dei cavalli. A parte ciò, una lettura piacevole.
Giunti al quarto capitolo delle avventure del Tenente Roversi mi appassiono sempre di più a questa storia tanto da non vedere l'ora di leggerne subito un altro, spero che non tardi ad arrivare!
Come gli altri libri della serie, lettura avvincente e piacevole. L'ho trovata più articolata delle altre, perciò a volte un po' macchinosa da seguire. Tuttavia vivamente consigliata
Il quarto libro della serie conferma il mio apprezzamento per le opere di Gavino Zucca con protagonista il tenente Roversi. Ho già messo nella "wishlist" il quinto episodio... Consiglio vivamente di leggere i libri in ordine cronologico.