Quarant'anni fa, il 27 giugno del 1980, un aereo di linea in volo da Bologna a Palermo si inabissava misteriosamente al largo dell'isola di Ustica. Ottantuno persone perdono la vita in una strage i cui autori, nonostante innumerevoli indagini e processi, restano ancora 'ignoti'.
Una ricostruzione storica per andare oltre le verità giudiziarie.
Senza una verità univoca Un’isola fuori dalle coste italiane che da quarant'anni ha perso il suo statuto di località geografica per diventare luogo dell’immaginario dei “Misteri italiani”, fatto di illazioni e teorie di complotto. Dopo quarant'anni, dopo essere passato più volte dalla prova dei tribunali, è tempo che questo “episodio” passi alla prova della Storia con un trattamento preciso e onesto, che tiene conto del contesto internazionale e incrocia tutte le documentazioni relative al caso, senza lasciarsi andare ad ipotesi fantasiose e costruzioni di scenari impossibili da dimostrare (come la storia processuale del caso ha ampiamente dimostrato). Asettico, ma necessario.
“La cosiddetta ‘strage di Ustica’ è un capitolo della storia italiana ben noto all'opinione pubblica. Sui misteri legati al disastro del DC-9 Itavia, inabissatosi nelle acque del mar Tirreno la sera del 27 giugno 1980 con ottantuno persone a bordo, sono state scritte opere letterarie, inchieste giornalistiche e sceneggiature per spettacoli teatrali, film e documentari. Assai presente nella pubblicistica e nella memoria collettiva nazionale, si tratta però di una vicenda su cui ancora mancano una ricostruzione e una riflessione in chiave storica.”