26 agosto 2010. In Salento, una giovane scompare. È una ragazza bionda, silenziosa, misteriosa. Si chiama Sarah Scazzi. L’Italia intera rimane cosa può essere successo a una quindicenne dall’aria così innocente? Molte saranno le ipotesi che si alterneranno durante i quarantadue giorni di ricerca. Ipotesi che sveleranno intimi segreti e rancori taciuti, arrivando a costruire un incredibile reality show dell’orrore e del grottesco in salsa pugliese. Avetrana, il paese dove tutto si svolge, ne sarà l’inaspettato set a cielo aperto. Le indagini porteranno prima alla confessione dello zio della ragazza, Michele Misseri, e quindi alla condanna all’ergastolo della zia e della cugina di Sarah, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, che negli anni hanno continuato a dichiararsi innocenti. Eppure, come rivelano i due autori, la tragicommedia salentina – divenuta il primo processo mediatico del nostro paese – nonostante confessioni e condanne non può ancora dirsi risolta. Nel segno di A sangue freddo di Truman Capote e de L’avversario di Emmanuel Carrère, Sarah è un romanzo verità ambizioso e spietato, dallo stile insieme lirico e tagliente, che alla precisa ricostruzione di ciò che è accaduto – e, piuttosto, di ciò che è stato deliberatamente taciuto – unisce una riflessione sul male e sulla sua spettacolarizzazione, sulle conseguenze delle proprie azioni e su quanto siamo disposti a sacrificare per le persone che amiamo.
3,5 Un libro interessante e ben fatto, da leggere se si vuole approfondire questa triste storia. Come spesso accade, quello che è stato mostrato in tv è solo una parte, e nemmeno troppo accurata, di una vicenda molto complessa: in questo libro inchiesta è possibile approfondire degli aspetti per avere un quadro più ampio e oggettivo della vicenda e del processo.
Sicuramente dietro questo libro c'è un lavoro enorme, così come enorme è la mole delle carte che sono state esaminate, quindi non deve essere stato per niente un lavoro semplice. In ogni caso, in alcuni punti l'ho trovato poco lineare e per questo non ho dato le 4 stelle piene.
Non esagero se dico di essere in difficoltà a recensire questo libro, perché dopo averlo finito di leggere, anzi, di ascoltare (in quanto ho ascoltato la versione audiolibro), dentro di me è rimasto un mix di emozioni contrastanti, le stesse che mi hanno accompagnato per tutta la lettura. Sapevo che ripercorrere la storia di Sarah non sarebbe stato facile, ma le pagine di questo libro, a tratti, sono state delle vere e proprie pugnalate al cuore.
La prima cosa che voglio assolutamente premiare è la precisione con la quale viene raccontata questa storia, che parte dalle radici, scavando nelle vite di tutti coloro che ne hanno fatto parte: dalle figure che hanno fatto solo una “comparsa” sino ai colpevoli, o presunti tali, di questo orribile omicidio.
Gli autori ci regalano dettagli che nessuno di noi conosceva, ci danno un’immagine molto più ampia di tutti coloro coinvolti nel delitto lasciando spazio, ad ognuno di noi, di crearsi una propria idea lontano da tutte quelle che, al tempo, sono state le influenze dei mass media. Il testo risulta scorrevole, nonostante i tanti (dovuti) dettagli ed alcuni importanti flash-back ed al contempo ti rapisce completamente immergendoti nelle vicende rendendoti un diretto spettatore di ogni scena che si sussegue.
Voglio dire grazie agli autori, Grazie per esservi documentati in maniera precisa, anzi, “chirurgica” senza tralasciare niente, Grazie per averci fatto conoscere ogni dettaglio di questa vicenda, delle indagini, del percorso processuale dettato da ambiguità e colpi di scena. Grazie perché avete riacceso il ricordo di Sarah, facendocela conoscere meglio quando era un’adolescente come tanti la cui vita è stata spezzata per chissà quale verità ancora , forse, nascosta.
Consiglio senza ombra di dubbio la lettura (o l’ascolto ) di questo libro.
Tre stelle e mezzo Sarah La ragazza di Avetrana di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni (Fandango libri) è la storia vera di Sarah Scazzi.
Non è stato facile digerire questo libro: non riuscivo a dimenticare (e forse è giusto così) che questa è una storia vera. Mi sentivo strana, quasi colpevole. Non riuscivo a staccarmi da questo libro. La morbosità che ho imputato ai telespettatori di dieci anni fa è la stessa che ho provato io leggendo il libro. E Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni non risparmiano nulla ai lettori, nemmeno i particolari dell'autopsia. Pagine che spezzano il cuore.
Ho parlato di morbosità. Questa è una parola sgradevole lo so, e con questo non voglio dire che nel libro ci sia morbosità, anzi. Sarah La ragazza di Avetrana non è un prodotto carico di curiosità, non è un'operazione di sciacallaggio ma è un libro inchiesta che inchioda diversi personaggi (persone) alle proprie responsabilità.
Sì, perché se a luglio mi aveste chiesto: "Chi ha ucciso Sarah Scazzi?", io non avrei avuto dubbi sulla risposta e ne avrei data una, superciale ma convinta. Dopo aver letto questo libro credo che verità reale e giudiziaria non coincidano. E quindi non potrei rispondere con certezza alla domanda.
Da ragazzina amavo guardare e leggere di gialli irrisolti realmente avvenuti. Con il passare degli anni questa passione per la nera è andata scemando ma la scintilla si è riaccesa con Sarah La ragazza di Avetrana.
In questo libro si ripercorrono le vite di tutti i protagonisti coinvolti in questa vicenda proprio per offrire un quadro generale e dettagliato. RECENSIONE COMPLETA: www.lalettricecontrocorrente.it
Un'inchiesta giornalistica molto ben strutturata che delinea la storia familiare di Sarah Scazzi e delle famiglie Misseri e Serrano e ripercorre gli ultimi giorni di vita di Sarah, raccogliendo tutto quello che è stato detto e intercettato dei presunti colpevoli. Sì, perché anche se Sabrina Misseri e Cosima Serrano stanno scontando la condanna all'ergastolo, mentre Michele Misseri è appena uscito dal carcere di Lecce, non è ancora chiaro chi sia stato il vero omicida di Sarah, anche perché l'attenzione mediatica e la mania di protagonismo di persone estranee ai fatti hanno inquinato prove e dichiarazioni; e testimonianze di dubbio valore sono state considerate oro colato dagli inquirenti. Sicuramente l'esecutore materiale è uno dei tre, ma tutti e tre continuano a nascondere la verità, il vero movente, o forse lo dicono e non vengono creduti.
Conoscevo già la storia perchè seguita in diretta, ma ho trovato questo libro molto dettagliato ed esaustivo. Per gli amanti del true crime o per chi non conosce la storia di Sarah vi consiglio di leggerlo.
Sono venuta a conoscenza di questo romanzo proprio su questa piattaforma, Goodreads, ritrovandomelo per puro caso in lettura sulla home, forse e solo un mesetto fa. Scoprire che era stato scritto addirittura un romanzo sul caso Scazzi, mi ha lasciata molto incuriosita, perché ricordo che ben dieci anni fa, ero tra quelle persone che avevano seguito la vicenda attraverso il telegiornale. All'epoca, avendo solo quindici anni, non l'ho seguita passo passo, ma di questo caso ne ho un ricordo comunque molto vivido nella memoria per quanto sia stato per mesi e mesi sulla bocca, facendone addirittura un caso mediatico.
Posso solo affermare che questo libro è stato tosto, e molto pesante, per quanto vada a spiegare in ogni singolo e minuzioso dettaglio, ogni particolare di questa tremenda tragedia accaduta ad Avetrana.
Non essendo ferrata in generale su casi di cronica, non me la sento di esprimere chissà quale pensiero, anche perché non mi sento in grado di farlo. Però, posso affermare che è un libro curato, scritto benissimo, che ha soddisfatto la mia curiosità, e che nel leggerlo, soprattutto nei primi capitoli mi ha suscitato parecchia ansia, anche perché essendo io stessa coetanea di Sarah Scazzi, mi sono sentita molto vicina alla sua persona. Adesso, lei avrebbe venticinque anni, la mia età, e qualcosa mi dice anche che saremmo potute essere davvero buone amiche.
Concludo che nonostante ciò che ho letto, dato che il libro esplora tutta la vicenda da tutti i punti di vista, sono rimasta piuttosto scioccata che a distanza di dieci anni, Valentina Misseri porti ancora le parti alla madre e alla sorella, condannando il padre, quando lui è stato solo una vittima della moglie e della figlia, nonché complice. Si nota proprio che nella famiglia Misseri, ci sia del marcio.
Detto ciò, è stato un libro bello tosto, pesante e crudo. Consigliato, se si è curiosi su questo noto caso mediatico.
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Un resoconto dettagliato e completo di tutto quello che è successo nei dieci anni dalla scomparsa della quindicenne Sarah Scazzi.
Questo è stato un caso di cronaca italiana singolare non solo per la crudeltà con cui è stata spezzata e occultata una giovane vita, ma anche per il coinvolgimento di terzi che si sono insediati nella tragedia non tanto per dare giustizia alla piccola Sarah, ma per un loro tornaconto economico e di popolarità mediatica.
I miei complimenti agli autori di questo libro che in modo oggettivo hanno riportato la storia di Sarah, romanzandola al minimo, basandosi soprattutto a testimonianze e interviste. Hanno seguito un progetto davvero non facile perché questo caso, per chi è riuscito a seguirlo tra il 2010 e il 2020, è stato stravolto e interpretato tantissime volte da testimoni, giornalisti e avvocati, ma anche dallo stesso colpevole, ormai noto, zio Michele, che ha cambiato così tante volte la versione dei fatti da non essere più creduto.
Personalmente ripercorrere tutto quello che è successo dal 26 agosto 2010 ad oggi, mi ha fatto rivivere un'angoscia tremenda nel cuore. Ho vissuto anche io la mia adolescenza in un paese a pochi km da Avetrana. Conosco benissimo quelle estati fatte di giornate calde, oziose e desolate, dove non succede mai nulla. In paese tutti si conosco. Le pettegole si riuniscono la sera davanti alle porte con le loro sedioline dopo le faccende di casa, a parlare di quello che hanno visto o sentito. Anche io sono stata quella ragazzina che finita la scuola e per evitare di aiutare la mamma nelle odiose faccende di casa, si infilava il costume, infradito e con un telo cercava l'amica o la cugina per andare a mare. Anche io in famiglia ho avuto lo zio che mi metteva a disagio anche se non sapevo il motivo né me ne dava. Anche io desideravo uscire con le cugine più grandi per sentirmi integrata nella loro comitiva e sognare che il ragazzo più carino mi potesse notare. Io potevo essere Sarah e chiunque come me poteva essere lei.
Secondo me non si saprà mai la verità, a volte i segreti famigliari bruciano più di un ergastolo. Rimane la speranza che certi casi non accadono più e la consapevolezza che quella principessa rimarrà per sempre nei cuori e nella memoria di molte persone, proprio come avrebbe voluto la piccola Sarah.
Ho trovato la parte iniziale dove si ricostruiscono il background e le dinamiche del delitto molto interessante, la parte invece focalizzata sulla sentenza e sui vari processi l’ho trovata inutilmente dettagliata e noiosa (le stesse cose vengono ripetute più volte fino a creare una confusione di nomi e vicende anche marginali).
Il saggio sembra essere estremamente di parte, oltre 250 pagine si occupano di difendere la versione di Sabrina e Cosima, mentre vengono dedicate pochissime righe alle ragioni per cui effettivamente ci siano dubbi sulla loro innocenza. Prove e motivazioni alla base della decisione finale sono scacciate via come “dicerie” o assurdità, invece altrettante dicerie che starebbero a confermare l’innocenza delle due Misseri sono analizzate puntigliosamente e a lungo.
Condivido i dubbi sulla sentenza ma per me questo non è un saggio bilanciato, è evidente fin dalle prime pagine che i due giornalisti abbiano un ovvio pregiudizio, per me totalmente non professionale.
Un’analisi molto migliore della vicenda - che pone sempre dubbi sulla sentenza, ma in maniera molto meno di parte - è stata fatta nel podcast Indagini di Stefano Nazzi, che consiglio vivamente.
Un buon 3,5* (eddai goodreads, facci mettere i mezzi punti!!!)
Libro-inchiesta che considererei come un intero colpo di scena di 350 pagine. Pian piano l'opinione scontata e superficiale di chi legge (e che avevo ovviamente anche io in partenza) viene completamente rivoltata. Si conclude il tutto con uno sguardo completamente diverso sulla vicenda e, nel mio caso, un filo di vergogna per aver sempre dato per scontata la verità sulla base di quelle che possono essere le simpatie/antipatie e l'influenza dei media, le cui armi potentissime sono ben spiegate in questo libro.
Consigliato sopratutto agli amanti del genere e a chi si intende un minimo di ambito giuridico (per me a un certo punto la descrizione del processo e di tutte le parti coinvolte è risultato un po' noiso). Me lo sono divorato in meno di 3 giorni.
Da questo libro è stato tratto un bel documentario in quattro episodi prodotto da Groenlandia, il che mi ha fatto pensare dovesse essere una lettura interessante. Interessante magari lo è, ma non per i motivi che pensavo.
Innanzitutto il titolo non dovrebbe essere Sarah, ma Sabrina. Il che non sarebbe nemmeno un problema se non fosse che, semplicemente, questo libro non è imparziale. Dopo un capitolo introduttivo sulle origini delle famiglie Serrano-Misseri-Scazzi e sulla povera morta, la narrazione si sposta subito prima su "zio Michele" Misseri e poi sulla povera innocente cugina sopravvissuta, accusando PM e giurie di visione tunnel senza rendersi conto di fare lo stesso errore per la parte opposta.
A Piccinni e Gazzanni non interessa assolutamente nulla del fatto che Misseri non riuscisse a fornire una ricostruzione convincente dell'orribile delitto che si attribuiva, né del fatto che in auto abbia praticamente ammesso in un soliloquio di aver confessato per coprire la sua famiglia: conta che il movente di Sabrina non sarebbe un movente mentre quello di Michele lo sarebbe, anche se è venuto fuori dal nulla, Sarah non ha mai parlato di avances da parte sua e l'unica cosa vagamente inquietante del mezzo secolo di vita dell'uomo è stata dire alla figlia preadolescente, un ventennio prima, di non spogliarsi più davanti a lui. Cosa, questa, che ha probabilmente in comune con qualunque bifolco pudico e devoto del Sud, così come l'atto di dare un paio di volte addirittura 5 o 10 euro alla nipote, che per gli autori di questo libro è praticamente una pistola fumante e di conseguenza configura i miei zii e nonni come pedofili assassini di me medesima, benché io sia viva e non mi abbiano mai toccata.
Nel tentativo di scagionare Sabrina gli autori calpestano allegramente la reputazione dei professionisti che hanno assistito Michele accusandoli di fatto, come fece lui beccandosi una querela, di averlo ingannato con false promesse e convinto ad attribuire l'omicidio alla figlia. Viene anche fatta passare per megalomane inaffidabile l'ex cliente di Sabrina, il cui nome ora mi sfugge, apprezzata dagli inquirenti perché (vedi un po' questi stravaganti) non si contraddice, fa racconti lineari e spinge il famoso fioraio a raccontare quello che ha visto (o sognato, come diceva lui).
L'unica cosa sulla quale mi sento senz'altro di convenire con Piccinni e Gazzanni è che l'ergastolo per Cosima Serrano appare eccessivo visto che solo qualche testimonianza visiva la colloca nell'evento e non ha di fatto un movente personale. Mi fa però sorridere (si fa per dire) che in favore della donna si dica che la gente "la disegna così" perché non è simpatica o ben vestita, visto che a quanto pare Michele Misseri è rimasto l'unica persona antipatica e malvestita in questa storia di cui è lecito pensar male senza sensi di colpa.
Se volete leggere qualcosa che parli davvero di Sarah c'è un bellissimo pezzo del 2017 su Vanity Fair, anche online, firmato da Imma Vitelli.
Recensione a cura della pagina instagram Pagine_e_inchiostro: Sarah è l'inchiesta giornalistica di uno dei primi processi mediatici del nostro è Paese: il Delitto di Avetrana. Siamo nel 2010, in un piccolo paesino della Puglia; una ragazza di soli quindici anni viene trovata m0rta e il dito si punta immediatamente sulla famiglia, in particolare sugli zii e sulla cugina. L'intera Avetrana sembra trincerata nell'omertà: della famiglia Scazzi, di cui faceva parte la giovane Sarah, si parla spesso e quasi mai bene. Per la famiglia Misseri, composta dagli aguzzini di questa storia, c'è il rispetto che si riserva alle famiglie povere, ignoranti e austere che si sono fatte da sé.
Tra l'attenzione mediatica morbosa, le false testimonianze prese per oro colato dagli inquirenti e l'inquinamento delle prove forensi, il caso di Avetrana sembra tutt'altro che chiaro. Flavia Piccini e Carmine Gazzanni devono aver fatto un lavoro titanico per cercare di darci un quadro chiaro e completo.
Dopo la ricostruzione genealogica della famiglia, che riesce a dare plasticità e radici ai volti coinvolti, si ricostruiscono accuratamente gli avvenimenti rilevanti precedenti alla tragedia, fino ad arrivare alle indagini e agli atti processuali postumi. Quest'ultima parte è un po' pedante rispetto alle altre ed è riservata più che altro a chi ha nozioni di giurisprudenza, risultando più problematica ad un lettore inesperto. Di incredibile riflessione la parte finale, che indaga la dimensione mediatica del caso e come essa abbia influito negativamente sul corso delle indagini. Difatti, diverse persone non coinvolte nei fatti si sono presentate a testimoniare, pur di ottenere risonanza mediatica o un ritorno economico, salvo poi ritrattare. La morbosità dei casi di cronaca non smette di stupire, mettendo a nudo i lati più abietti dell’Uomo, anche di fronte alle tragedie.
Pro e contro della loro opera: la precisione del loro lavoro è chirurgica, anche quando si parla di dettagli minimi, intricati flashback o complicate ricostruzioni giudiziarie. Ma, diversamente dalle altre inchieste giornalistiche, nella parte finale del caso mi sembra che trapeli un'opinione personale degli autori riguardo la colpevolezza dei presunti aguzzini. Forse perché coinvolti a lungo nelle ricerche, la Piccini e Gazzanni mancano della neutralità di cui sono soliti.
Anche se Sabrina Misseri e Cosima Serrano stanno ancora scontando la loro pena, Michele Misseri è stato scarcerato pochi mesi fa. E vien da chiedersi se giustizia sia stata davvero fatta.
In un caldo giorno di fine agosto di 10 anni fa, Sarah Scazzi scompare. Il suo esile corpo viene ritrovato nascosto in un pozzo in contrada Mosca, nelle campagne di Avetrana. A seguire la storia della quindicenne c'è l'Italia intera che, incollata ai programmi televisivi, è impaziente di trovare e punire il colpevole.
Sarah non lo sa eppure il suo è stato il primo grande processo mediatico del Paese. La gente ha espresso opinioni e giudicato i curiosi personaggi avetranesi, i piccoli segreti di ognuno sono stati esposti in piazza e, come in un'arena, c'era chi faceva il tifo per zio Michele, per Sabrina o per Cosima. Tutto questo però non ha aiutato nella ricerca della veritá, come viene messo in luce dai due autori Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni. Dal 2010, infatti, nonostante le condanne definitive sono ancora tanti i dubbi e le incertezze. Grazie a testimonianze, confessioni e atti ufficiali questo romanzo verità ricostruisce in maniera minuziosa ogni attimo della vicenda. "Di certo c'è solo che quel 26 agosto Sarah è entrata nella casa degli zii in via Deledda con l'idea e il sogno del mare, con il pensiero di un gelato con Sabrina in riva al mar Ionio, che è il più temibile e il più cristallino. Mentre si avvicinava alla villetta rossa, i pantaloncini corti, la canottiera, i capelli sciolti nel vento, Sarah deve aver notato le palme che sbucano ancora adesso oltre la recinzione; sono due, superano il tetto, verso il cielo d'acquerello. In quel momento lei, che oggi avrebbe avuto venticinque anni, inconsapevole e felice è entrata nella sua ultima ed eterna estate".
Normalmente non seguo molto la cronaca nera e anche del caso di Avetrana sapevo qualcosina, ma certamente non tutti i dettagli. Mi sono imbattuta casualmente in questo libro letto da un'amica di goodreads e mi sono detta: "perché no?" Effettivamente il testo fa una ricostruzione molto accurata degli avvenimenti precedenti la tragedia e, successivamente, delle indagini e dei vari processi. Anzi, a dirla tutta, l'analisi dei documenti processuali è fin troppo pedante e, per me che non mastico nulla di giurisprudenza, è stata un po' complicato arrivare fino in fondo e più di una volta mi sono persa tra testimonianze, ritrattazioni e nuove testimonianze.. Diciamo che la lettura di questo libro mi ha fatto venire più di qualche dubbio sull'esattezza delle sentenze emesse e mi ha fatto pensare che le indagini siano state guidate da un preconcetto di fondo e cioè che Michele Misseri non potesse essere in grado di uccidere e occultare un cadavere da solo. Non so quale sia la verità su questo caso ormai risalente a più di 10 anni fa. Di certo penso che abbia avuto una dimensione troppo mediatica e che questo inevitabilmente abbia influito sulle indagini. Troppe persone si sono presentate come testimoni pur di apparire in televisione e guadagnarci qualche soldo, salvo poi ritrattare quando si rendevano conto che la cosa diventava più grande di loro. Da tutta la vicenda emerge un contesto socioculturale estremamente povero, in cui il pettegolezzo diventa facilmente verità assodata.
Subito dopo aver visto Avetrana. Qui non è Hollywood ho iniziato questo libro, cui la serie si sarebbe ispirata. Entrambi i prodotti li ho approcciati con un po’ di senso di colpa: una vicenda che ha generato così tanta sofferenza rischia di venire percepita come fiction. il tutto come fiction. Proprio su come questa vicenda si fosse trasformata in fretta in una brutta spettacolarizzazione, come ben ricordiamo, si concentra il libro, impegnato, nella prima parte, a restituire dignità di persone a quelli che abbiamo sempre visto dipinti come personaggi, per giunta grotteschi. Successivamente si parla del delitto, indugiando un poco troppo su particolari potenzialmente morbosi come l’autopsia. E poi del processo, e qui abbiamo una grande differenza rispetto alla serie: se questo altro non è che una trasposizione fedele della verità processuale, leggendo questo saggio pare impossibile non credere che qualcuno abbia voluto indirizzare il processo per condanne arbitrarie e molto al di qua del ragionevole dubbio. Insomma, come per molte inchieste, rimane un retrogusto di sfiducia nella giustizia.
Nonostante l'impostazione spudoratamente innocentista rispetto alle responsabilità di Sabrina e di Cosima (impostazione che non condivido, semplicemente perché la mole di contraddizioni emerse nei tre gradi di giudizio non consente a parer mio di escludere in toto la colpevolezza di nessuno dei tre imputati - in altre parole la vera verità morirà con loro), va dato merito ai due autori di aver saputo qui ricostruire dettagliatamente il contesto sociale che fa da sfondo al delitto di Avetrana. Luoghi, vissuti e dinamiche familiari prendono vita in queste pagine dal taglio piacevolmente documentaristico, permettendoci anche di realizzare l'impatto sconvolgente degli abitanti del posto con il reality dell'orrore contestualmente installatosi davanti alle loro case. Se la morte di Sarah ci ha lasciato una lezione, è forse quella di saper fornire ai nostri figli gli strumenti emotivi e culturali utili a riconoscere per tempo un'interazione pericolosa - sia essa quella con tua cugina oppure quella con tuo zio.
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L’ho finito con grande fatica. L’inchiesta giudiziaria si snoda tra le strade del piccolo centro salentino e gli intrecci familiari di una storia la cui parola fine sembra non arrivare mai. Inquietante il processo giudiziario che subirebbe quello mediatico; il numero di pagine delle ordinanze sono da capogiro, come da capogiro sono le persone a vario titolo coinvolte. Inchiesta madre che si dipana in tante sub inchieste a suon di querele. Persino gli avvocati ne vengono coinvolti. Una storia mediatico/giudiziaria che lascia il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. Complimenti ai due autori. Davvero bravi anche nel tracciare un quadro del tessuto sociale nel quale questa assurda storia si è sviluppata.
Questo libro è il resoconto giornalistico dell’omicidio tristemente famoso di Sarah Scazzi, uccisa con tutta probabilità dalla cugina e dalla zia in complicità nel 2010. Una storia strana in cui prima si è incolpato lo zio, poi sono uscite delle prove sulla zia e la cugina. Una storia in cui l’influenza della televisione, ha probabilmente destabilizzato gli inquirenti che si sono trovati a dover gestire testimonianze in caserma e interviste televisive. Partendo dalla descrizione dei protagonisti di questa triste vicenda, prima su tutte proprio Sarah, gli autori descrivono come gli inquirenti siano arrivati all’individuazione dei colpevoli e lasciano l’ultima parte ai dubbi su come sia stata gestita tutta la situazione. Un libro molto interessante per gli amanti del genere.
Dagli autori di “nella setta” mi aspettavo un libro più obiettivo e imparziale, invece qui si segue la “moda” di riaprire vecchi casi chiusi e stra chiusi gettando ombre e dubbi con teorie innocentiste che, francamente, non hanno basi solidi. Giacché si tira in ballo (di sfuggita) il delitto di Cogne, mi permetto semplicemente di far notare due fatti accertati riguardo a questa tristissima vicenda: 1- Sarah non si è certamente suicidata 2- quando è morta, in casa con lei c’erano le tre persone che, a vario titolo, sono state riconosciute colpevoli. Quanto al fatto che il movente (la gelosia della cugina, la paura di una reputazione rovinata ecc) possa sembrare insufficiente a giustificare un omidicio…le Cronache giudiziare sono piene di gente che ha ucciso anche per molto meno.
Mi sono imbattuto in questo libro a seguito di una vacanza a pochi chilometri da Avetrana. Ricordo (quasi) perfettamente quei giorni del 2010, con le attenzioni di giornali e tv esclusivamente rivolte al caso Scazzi. Impossibile, quindi, per me non approfondire il tutto.
È un libro scritto magistralmente, che non tralascia particolari crudi, spietati e porta alla luce diversi dettagli che dettagli, alla fin fine, non sono. Monta e smonta giudizi e pregiudizi. Impossibile non leggerlo per gli appassionati di cronaca nera.
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Mio guilty pleasure le storie di cronaca nera: libri, podcast, trasmissioni televisive. Il caso di Sarah Scazzi è uno di quelli che più mi affascina, sia perché me ne ricordo bene, sia perché mi sembra incredibile che non si sia ancora arrivati ad una conclusione, benché le condanne siano state pronunciate. Il lavoro di ricostruzione dei fatti e delle testimonianze è davvero svolto benissimo, nonostante sia intricatissimo (per non dire surreale). Sul finale mi è sembrato abbandonasse la neutralità oggettiva per diventare un pochino di parte, ma ci può stare.
Questo libro fornisce un racconto dettagliato del delitto di Avetrana e di ciò che successe prima e dopo di quel fatidico 26 agosto. Gli autori danno un quadro completo della famiglia coinvolta e del clima generale del paese, oltre a discutere dettagli relativi alle indagini e al processo. Inoltre viene fatta un'interessante riflessione sulla spettacolarizzazione del male, che in questo intricato caso ha senza dubbio influenzato le indagini le sentenze. Do quattro stelle perché apprezzo la precisione e l'imparzialità del racconto, molto consigliato se vi interessa il true crime.
Ho letto Sarah di Flavia Piccinni, inchiesta sul processo sull'omicidio di Sarah Scazzi a 10 anni dalla sua morte soprattutto perché trovo i libri di questa giornalista sempre molto interessanti e ben documentati. Premetto di non seguire affatto la nera, ho scelto questo libro per la saggista ma non avevo idea di cosa aspettarmi, non sapevo nemmeno come si era concluso il processo. Invece Sarah chi porta in un piccolo paese sconvolto non tanto dal delitto ma dalla incredibile mediatizzazione, dove il celeberrimo quarto d'ora di notorietà non si è davvero negato a nessuno, e dove la pervasività televisiva ha influenzato le decisioni della corte. Flavia Piccinni analizza le deposizioni e le mille contraddizioni, smentite e addirittura sogni che hanno portato all'ergastolo della zia e della cugina di Sarah, due donne che si sono sempre professate innocenti e che non sono mai state credute.
Avevo già letto altre inchieste di questi 2 autori e non sono mai rimasta delusa. non il loro miglior libro (a mio parere) ma l'inchiesta è trattata molto bene e in maniera approfondita.
Una storia che se fosse un film sarebbe irrealistica, il caso di Avetrana è l'esempio lampante di quando la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Curioso vedere come in ogni caso in cui ci sia la Bruzzone poi ci siano "casini" o problematiche varie.
Un libro che parla di un caso di cronaca avvenuto in Italia nel 2010, quello che è stato il primo processo mediatico della storia italiana. Un libro che ripercorre passo dopo passo tutto quello che è avvenuto a partire da quel 26 agosto 2010. Un giorno che ha sconvolto le vite di un paese intero. Un libro che dimostra cosa l’uomo è disposto a fare pur di proteggere le persone che si amano e di proteggere i segreti.
Buona descrizione dei fatti, coinvolgente ma con alcune frasi discriminanti nei confronti dei meridionali. Prolissa la parte processuale e davvero di difficile lettura per i non addetti ai lavori,ma piuttosto banale per i giuristi. Forse si doveva decidere per chi scrivere: per gli appassionati di cronaca giudiziaria e avvezzi al linguaggio giuridico e poco fluido o per un pubblico più ampio. Gli autori non hanno fatto una scelta definita e si vede.
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Interessante e ben scritto. Un approfondimento dettagliato e ben documentato sui terribili eventi di Avetrana. Appassionante racconto su ciò che è accaduto e tutto ciò che è seguito dalla morte della giovane a tutti i vari scambi, dettagli, confessioni e ritrattazioni avvenute nella piccola città. Da leggere per comprendere quanto può essere complesso tentare di arrivare alla verità.
Questo omicidio è stato come una partita a domino:giù una tessera, e giù tutte le altre, che hanno portato alla luce tante piccole verità oscure su un paese della Puglia apparentemente innocuo e anonimo. Sicuramente consigliato a chi vuol saperne di più sul caso Sarah Scazzi
Non mi piace leggere libri di cronaca che non sono imparziali, si capisce chiaramente che gli autori abbiano la loro opinione riguardo all’innocenza o meno dei vari personaggi. Errori di battitura e le note a fine libro invece che a pie’ pagina hanno contribuito alla review.
Libro inchiesta avvincente e dettagliato su uno dei casi più intricati della cronaca nera italiana. Lo sviluppo del romanzo consente al lettore di farsi un’idea personale della vicenda, al netto del clamore mediatico. Consigliatissimo se amanti del genere.
Un libro che non mi sento di recensire in senso stretto. Chiaro é il quadro che viene delineato é chiaro: un delitto tragicissimo, a cui è seguita una, forse altrettanto tragica, moderna caccia alle streghe.