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Di pipistrelli, di scimmie e di uomini

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La tranquilla e indaffarata quotidianità del fiume Ebola, assiepato di barche e circondato dalla luce illibata di un cielo terso, rischia di sgretolarsi quando un virus mai davvero sopito ricomincia a mietere vittime. Poco distante, all'ombra di un enorme mango che segnala l'inizio della savana, la piccola Olympe raccoglie un cucciolo di pipistrello. Qualche ora dopo un gruppo di cacciatori bambini rientra al proprio villaggio con il cadavere di un gorilla. Intanto, Agrippine e Virgile - una dottoressa e un ricercatore - si apprestano a salpare in piroga per dare il la a una campagna di vaccinazioni. Saranno due mondi lontani, un Occidente che investe in speculazioni economiche e ambientali e un'Africa rurale ancora in preda agli atavismi di un ingombrante passato coloniale, a ritrovarsi d'un tratto egualmente impreparati di fronte a una minaccia invisibile. In "Di pipistrelli, di scimmie e di uomini" - che prende il titolo dalla catena del contagio - Constant indaga e riconnette tra loro gli avvenimenti minuti e insignificanti che si nascondono dietro l'insorgere di un'epidemia, consegnandoci un potente romanzo sull'universalità del rapporto tra l'essere umano e le sue paure.

192 pages, Paperback

Published June 18, 2020

41 people want to read

About the author

Paule Constant

18 books3 followers
Paule Constant est une écrivaine française, qui a passé une grande partie de sa vie à l'étranger: Afrique, Asie et Amérique du Sud. Depuis le 8 janvier 2013, elle est membre de l'Académie Goncourt.

Paule Constant is a French novelist, who spend many years abroad: Africa, Asia and South America. Since january, 8, 2013, she is a member of the Académie Goncourt.

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Displaying 1 - 6 of 6 reviews
Profile Image for Come Musica.
2,062 reviews627 followers
August 20, 2020
Siamo in Congo, in un villaggio sulle rive del fiume Madulé. Ai piedi di un mango gigante, Olympe, un giorno, scopre un nuovo giocattolo vivente e ne resta completamente affascinata: "Oympe adorava l’albero del mango con il suo fogliame cangiante verde e nero, l’ombra ampia e fitta, i frutti simili a tanti cuori appesi a un filo."
E Olympe, come tutte le bambine, si intenerisce davanti a questo cucciolo di pipistrello che riesce ad accarezzare completamente con un dito: "Che aspetto ha la felicità quando si accompagna al trionfo, la gioia quando si trasforma in tenerezza, l’esaltazione quando sboccia nella pienezza della riconoscenza come un fiume che straripa sommergendo foreste e campi per nutrirli del suo limo?"

Alla felicità di Olympe, si aggiunge la felicità dei fratellini che con il gruppo degli uomini rientrano al villaggio con una carogna di scimpanzé: ed è subito fermento per la preparazione di un grande banchetto a base di carne. Questi duplici eventi sanciscono l'inizio della fine: il salto di specie è avvenuto, il virus si è diffuso.

Agrippine è una giovane medico di Medici senza Frontiere che arriva nel villagio per le sue ricerche, dove incontra il giovane ricercatore Virgile: "Restava solo da individuare il vettore che tutti quegli stravolgimenti avrebbero finito per risvegliare, il minuscolo portatore di un virus sconosciuto che avrebbe infettato l’intera regione, il microscopico ingranaggio volante o strisciante che avrebbe scatenato un dramma mondiale. «Perché minuscolo?» chiese Agrippine."

"Provi a pensare: se scoppiasse un’epidemia in un villaggio a cinquanta chilometri da qui, dovremmo innanzitutto venire a saperlo, poi andarci, fornire una diagnosi e trovare i farmaci adeguati. E poi che si fa? Portiamo i malati dalle suore? Li trasportiamo in città in piroga, due alla volta? Si immagini un’epidemia che devasta uno dopo l’altro i villaggi lungo il fiume, una catena di contaminazione che arriva fino alla megalopoli, che entra in città dalle bidonville colpendo cento, mille persone… che raggiunge l’aeroporto internazionale e il giorno stesso decolla verso il resto del mondo!»"

Il contagio aumenta e Agrippine affronta l'epidemia come una partita a scacchi, per la quale lei aveva predisposto il suo attacco: "un virus sconosciuto che aveva fatto la sua prima vittima, una serie di contaminazioni a catena, un’epidemia folgorante che per svilupparsi imboccava tutte le strade della globalizzazione e nell’arco di tempo di un volo intercontinentale sbarca nelle megalopoli e colpisce l’intero pianeta."

"In fondo un’epidemia è un’equazione a due incognite: il numero di abitanti delle città e il numero di aerei che decollano o atterrano ogni secondo nel mondo."

Le cause scatenanti il salto di specie sono sempre le stesse, sia che si tratti di Ebola sia che si tratti di Covid-19: "deforestazione intensiva, disinsettazione sfrenata, uso smisurato di fertilizzanti e pesticidi."

Un'intera popolazione decimata; il rito del traghettamento dei morti lungo il fiume sulle pagode: "C’è un momento terribile, quello in cui i nostri cari ci lasciano, e c’è un momento orrendo, quello in cui siamo noi ad abbandonare i defunti in mani estranee, come se le nostre non fossero in grado di eseguire­ rituali­ così simili a quelli dell’amore."

E alla fine l'urgenza del somministrare il vaccino per bloccare la diffusione del virus.

Un romanzo molto poetico, in un'Africa incantata, dove non c'è tempo per soffermarsi sul dolore provocato dall'imprevibilità di un'epidemia, perché bisogna pensare ai vivi: «Lei saprebbe dire che cos’è l’attaccamento?» chiese Agrippine. «Credo sia quel sentimento che, qualsiasi cosa accada, in qualsiasi momento, ti riporta alla persona che ti aspetti corra in tuo aiuto nel dolore ed esulti delle tue gioie, anche se non può condividerle con te.»

"Se aprissi uno studio medico mi specializzerei in dolori rimossi, quelli che albergano nel segreto del nostro corpo per ricordarci un’angoscia trascurata, una rabbia dimenticata. I santi non sono gli unici a portare le stigmate, le sofferenze scavano ferite profonde anche nella nostra carne, e ogni lamento trattenuto prima o poi fuoriesce sotto forma di urla disumane. Tutto si paga, nessuno sfugge alla propria sofferenza, neanche a quella di un istante."
Profile Image for Patrizia Galli.
155 reviews23 followers
September 8, 2020
La storia prende il via in Congo, in un minuscolo villaggio sulle rive del fiume Madulé, che lungo il suo corso prende anche il nome di Ebola; una bambina, Olympe, gioca con un piccolo animaletto che ha trovato ai piedi di un mango, un pipistrello. E’ talmente piccolo che le basta un dito per accarezzare tutto il suo corpicino. Sempre nello stesso villaggio i ragazzi maschi con gli adulti del villaggio sono di ritorno da una battuta di caccia: hanno trovato un gorilla gigantesco, che significa carne da mangiare, finalmente. Attorno al fuoco le storie riguardo alla sua cattura si susseguono, una più fantasiosa dell’altra; ma la verità è chiara a tutti, soprattutto perché il corpo del silverback, una scimmia delle montagne, puzza, è già in decomposizione. Ma nessuno si sogna di intervenire, perché quel corpo significa cibo per tutto il villaggio, più quelli vicini, a voler essere generosi.
Al racconto di questo avvenimento nella foresta si interseca quello di Agrippine, una volontaria di Medici senza Frontiere, venuta in Congo proprio sulle sponde del Madulè, per intraprendere una campagna di vaccinazioni per i villaggi lungo il corso del fiume. Agrippine arriva su di una piroga, attraversando le acque caffellatte del fiume Madulé che, piano piano, si confondono in quelle color Coca-Cola dell'affluente Ebola. Agrippine è desiderosa di lasciarsi alle spalle il suo comodo mondo occidentale, desiderosa di dimenticare se stessa. In mezzo alla missione di suore in cui alloggia Agrippine conosce anche il giovane Virgile, ricercatore venuto a studiare la medicina post-colonialista. Virgile, forte dell’esempio del nonno materno, ha già deciso che l'Organizzazione Mondiale della Sanità riproduce il modello coloniale: è contro le vaccinazioni, contro l’intrusione dell’occidente, che pensa di ficcare il naso in affari africani per risolvere i problemi lasciati dal colonialismo e dallo schiavismo.


Il racconto è veloce e avvincente, ci si affeziona alla piccola Olympe, vittima di una tribù che l’avrebbe voluta maschio, additata come colpevole di una strana epidemia che comincia a mietere vittime tra i giovani del villaggio, preda di spasmi ed emorragie, lasciata a morire da sola sulla stessa riva del fiume che vede giungere Agrippine per la sua campagna di vaccini. Il merito dell’autrice è sicuramente quello di mescolare perfettamente il ritmo della vita africana, con i suoi colori e i suoi profumi, i suoi riti e le sue credenze, con quello occidentale, smanioso di recuperare gli errori del passato, probabilmente commettendone di nuovi.
Assistiamo impotenti al nascere e dilagare di un’epidemia, l’Ebola, che ci ricorda ancora una volta quanto la promiscuità di vita tra uomo e animali selvatici sia estremamente pericolosa, quanto la deforestazione sia una catastrofe, quanto il consumo di bushmeat (la selvaggia proveniente dalla foresta) sia temibile e quanto le rovine di un sistema coloniale abbiano lasciato un mare di povertà, corruzione e ignoranza che non lascia scampo a chi ci vive.
Profile Image for Julie lit pour les autres.
643 reviews86 followers
March 26, 2017
3.5 / 5

Parler de l'éclosion de l'épidémie d'Ebola avec "poésie et humour", est-ce vraiment possible? Jusqu'à la moitié de ce court roman d'une conteuse chevronnée, j'en doutais un peu. C'est quand le pétillant de la narration se fait moins "balloune" dans son humour que le texte, à mon avis, prend vraiment son envol. Les histoires de la petite fille à la chauve-souris et des garçons chasseurs de singes qui courent au bord du fleuve Ebola, et celles, en parallèle, du sociologue et du médecin qui s'affrontent dans un choc des idées sur la vaccination, témoignent avec une ironie douloureuse de l'arrogance de certains qui "vont aider", qui "veulent sauver". À lire pour le portrait faussement léger de l'éthique et des raisonnements douteux de certains lorsqu'il s'agit de crises humanitaires. La dernière phrase du roman, très réussie, est parfaitement assassine. J'oserais peut-être le suggérer aux lecteurs de Check-point, de Jean-Christophe Rufin, en appuyant sur la façon très différente de dénoncer qu'ont choisi les deux auteurs.
12 reviews
February 19, 2024
Terribile. Se si legge la seconda di copertina sembra un saggio divulgativo sul virus ebola, invece è un romanzo, scritto pure male. Buona parte del libro è usata per introdurre alcuni personaggi e narrare il contesto, poi spariscono in quella finale e tutto prende una velocità narrativa inspiegabile verso la fine che non ti fa capire il senso strutturale del libro.
Uno dei peggiori libri letti in vita mia.
Profile Image for Alain.
1,088 reviews
August 28, 2017
Des tableaux africains magnifiquement décrits, avec des personnages hauts en couleurs, envoutants, et en même temps criants de vérité. Manque peut-etre une histoire qui dépasse la simple empathie.
Profile Image for Eleanor Velt.
22 reviews2 followers
May 7, 2016
J'ai beaucoup aimé ce roman, son ambiance, sa langue. Il est fait de mélanges plus que d'oppositions de des cultures européennes et des cultures africaines. Tout s'entrelace dans le récit, il y a comme quelque chose de connu qui nous tient la main vers la découverte d'autre chose. Les sciences humaines se confrontent à la médecine. Les légendes se mêlent aux certitudes. Je recommande le voyage !
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