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Per un pugno di cioccolata: E altri specchi rotti

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Questi dieci racconti narrano vicende di fame, sofferenza, speranza, miseria, memoria, guerra e solidarietà. Raccontano vicende degli anni '30 e '40 del Nazismo e del Terzo Reich, ma lo fanno nel modo sublime dei grandi scrittori: partendo da personaggi della quotidianità. Aguzzini che si intrecciano a fanciulle indifese, spie e anziani nascosti per sfuggire alla morte, donne eroiche e soldati fragili. La grande letteratura dell'autrice de "Il rogo di Berlino" e "Lasciami andare madre" (Adelphi) è qui rappresentata in pagine di lucida disamina dell'animo umano.

126 pages, Kindle Edition

Published April 22, 2020

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About the author

Helga Schneider

35 books53 followers
Nasce nel 1937 in Slesia (territorio tedesco che dopo la seconda guerra mondiale sarà assegnato alla Polonia). Nel 1941 Helga e suo fratello Peter, rispettivamente di 4 anni e 19 mesi, con il padre già al fronte, vengono abbandonati a Berlino dalla madre, che arruolatasi come ausiliaria nelle SS diverrà guardiana al campo femminile di Ravensbruck e successivamente di Auschwitz-Birkenau.
Helga e Peter vengono accolti nella lussuosa villa della sorella del padre, zia Margarete (dopo la guerra morirà per suicidio), in attesa che la nonna paterna arrivi dalla Polonia per occuparsi dei nipoti. La donna accudisce i bambini per circa un anno nell'appartamento situato a Berlin-Niederschönhausen (Pankow), dove i piccoli avevano vissuto in precedenza con i genitori.
Durante una licenza dal fronte, il padre conosce una giovane berlinese, Ursula, e nel 1942 decide di sposarla. Ma la matrigna accetta solo il piccolo Peter e fa internare Helga prima in un istituto di correzione per bambini difficili, e poi in un collegio per ragazzi indesiderati dalle famiglie, o provenienti da nuclei familiari falliti.
Dal collegio, che si trova a Oranienburg-Eden, presso Berlino, nell'autunno del 1944 la zia acquisita Hilde (sorella della matrigna) riconduce Helga in una Berlino ormai ridotta a un cumulo di rovine e macerie. Dagli ultimi mesi del 1944 fino alla fine della guerra, Helga e la sua famiglia sono costretti a vivere in una cantina a causa dei continui bombardamenti effettuati dagli inglesi e dagli americani, patendo il freddo e la fame.
Nel dicembre del 1944 Helga e suo fratello Peter, grazie alla zia Hilde collaboratrice nell'ufficio di propaganda del ministro Joseph Goebbels, vengono scelti, insieme a molti altri bambini berlinesi, per essere "i piccoli ospiti del Führer", null'altro che un'operazione propagandistica escogitata da Goebbels, che li porterà nel famoso bunker del Führer dove incontreranno Adolf Hitler in persona, descritto dalla scrittrice come un uomo vecchio, dal passo strascicato, con la faccia piena di rughe e la stretta di mano molle e sudaticcia.
Nel 1948 Helga e famiglia rimpatriano in Austria stabilendosi in un primo momento ad Attersee, accolti dai nonni paterni. Dal 1963 Helga vive in Italia dove ha pubblicato molti libri.
Nel 1971, venuta a sapere dell'esistenza ancora in vita della madre che l'aveva abbandonata, sente il desiderio di andarla a visitare a Vienna dove la donna vive. Scoprirà che la madre, dopo 30 anni, non ha rinnegato nulla del suo passato, di cui conserva orgogliosamente come caro ricordo la divisa di SS che vorrebbe che Helga indossasse e alla quale vuole regalare gioielli, di dubbia provenienza. Stravolta da quell'incontro, tuttavia Helga vorrà, con non diversi risultati, tornare a trovare la madre nel 1998. Da questo secondo incontro negativo e traumatico a causa della fede irriducibile della madre nell'ideologia nazista nasce il libro Lasciami andare, madre, uscito in Italia nel 2001.

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Displaying 1 - 3 of 3 reviews
Profile Image for Gianni.
386 reviews50 followers
January 16, 2020
e sai... mi sono sbagliata, lei non è la mamma che cercavo. Mi dispiace tanto, ma non è nemmeno la nonna che ti aspettavi. So che sei deluso, ma...”. Genitori e figli, nonni e nipoti, amanti fanno i conti con gli aspetti psichicamente più dilanianti di quanto è stato seminato dal nazionalsocialismo, “5 Maggio 1945. Hitler mi ha rubato anche i miei figli. Ho voglia di morire”.
Con questa raccolta di racconti Helga Schneider fa i conti con la memoria e con la Storia e lo fa a molti anni di distanza dalla caduta del nazismo, provando una strada diversa dalla dicotomia giusto-sbagliato ma riconoscendo anche l’umano bisogno di una riconciliazione interiore, anche nell’orrore della tragedia. Le storie narrate si snodano tra gli anni ‘40 e i giorni nostri è in alcune c’è anche un doloroso racconto autobiografico. In mezzo a tanta miseria, distruzione, fame ci sono ancora piccoli rigurgiti di nazismo mai sopiti, di devozione cieca al fuhrer, che stridono e fanno inorridire. La descrizione delle città sventrate dai bombardamenti, la narrazione della miseria, della fame e degli abbandoni denotano un’aderenza totale si fatti storici, proprio come sono stati riportati da Sebald ne la Storia naturale della distruzione e da cui sembrano uscire.
Non tutti i racconti mi sono sembrati dello stesso livello, ma per quanto emerge e per il tono pacato mi sembra che il libro meriti un giudizio più che positivo.
Profile Image for Antonella Imperiali.
1,254 reviews142 followers
February 2, 2025
1. Per un pugno di cioccolata
2. Eli Sommers
3. Vojnà kaputt!
4. I disertori
5. La bicicletta rossa
6. Sep muore di pace
7. Pàvel Anatòl
8. Friedrich
9. L’uomo che amava i temporali
10. Noi torneremo! Aspettando il nuovo Reich
11. L’ultima volta con Peter. Ricordo di un fratello
12. Italia, Bologna, 1971. Una nazista per madre.

Questi i titoli dei racconti, per lo più ambientati a Berlino durante i bombardamenti dell’ultima guerra; un conflitto durissimo che ha portato, come si sa, morte, dolore, povertà, fame e molto altro ancora, non solo ai deportati, ma proprio ai tedeschi, molti dei quali stanchi della politica e della pazzia del Führer.
Ma descrivono, in diversi spaccati, anche i rapporti che l’autrice ha con alcuni componenti della propria famiglia, il fratello e la madre soprattutto.
Alcuni racconti sono meglio di altri, ma tutti lasciano un qualcosa: sgomento, rabbia, impotenza... sicuramente non indifferenza.


🗣 Parola del mese (gen/25): cioccolata/o
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