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Malaussène #3

La Petite marchande de prose

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<"L'amour, Malaussène, je vous propose l'amour !"
L'amour? J'ai Julie, j'ai Louna, j'ai Thérèse, j'ai Clara, Verdun, le Petit et Jérémy. J'ai Julius et j'ai Belleville...
"Entendons nous bien, mon petit, je ne vous propose pas la botte ; c'est l'amour avec un grand A que je vous offre : tout l'amour du monde !"
Aussi incroyable que cela puise paraître, j'ai accepté. J'ai eu tort.>
Transformé en objet d'admiration universelle par la reine Zabo, éditeur de génie, Benjamin Malaussène va payer au prix fort toutes les passions déchaînées par la parution d'un best-seller dont il est censé être l'auteur.
Vol de manuscrit, vengeance, passion de l'écriture, frénésie des lecteurs, ébullition éditoriale, délires publicitaires, La petite marchande de prose est un feu d'artifice tiré à la gloire du roman. De tous les romans.

403 pages, Mass Market Paperback

First published January 23, 1990

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1742 people want to read

About the author

Daniel Pennac

159 books1,422 followers
Daniel Pennac (real name Daniel Pennacchioni) is a French writer. He received the Prix Renaudot in 2007 for his essay Chagrin d'école.

After studying in Nice he became a teacher. He began to write for children and then wrote his book series "La Saga Malaussène", that tells the story of Benjamin Malaussène, a scapegoat, and his family in Belleville, Paris.

His writing style can be humorous and imaginative like in "La Saga Malaussène", but he has also written essays, such as "Comme un roman", a pedagogic essay."La Débauche", written jointly with Jacques Tardi, treats the topic of unemployment, revealing his social preoccupations.

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4 stars
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1,049 (15%)
2 stars
151 (2%)
1 star
41 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 199 reviews
Profile Image for Cristian Fassi.
108 reviews240 followers
December 12, 2020
In questa terza puntata della saga dei Malaussene, il fratello maggiore Benjamin si vede impicciato in una serie di questioni che considera disastri personali, una di queste lo mette specialmente di cattivo umore: il matrimonio di sua sorella Clara (la sua preferita, il suo amore platonico) con Clarence, il direttore di una prigione modello piena di artisti (meglio trattenersi qui di fare spolier).

Clarence viene assassinato e l'intera tribù che conosciamo già dai primi due episodi si prende cura di Clara, mentre il Commissario Rabdomant fa giurare ai Malaussene che rimarranno lontani da qualsiasi problema prima che le cose si complichino e vadano a rotoli, come al solito.

In questo modo, Benjamin, non vuole più fare il Capro Espiatorio alle Edizioni del Taglione, dedito al rifiuto di manoscritti di nuovi autori, decide poi però di accettare l'incarico che li offre la Regina Zabo, la prosivendola del titolo e capo editore, di fingersi uno scrittore famoso che al momento è anonimo e per questioni di marketing deve avere una faccia, uscire pubblicamente in TV e continuare a vendere milioni di libri.

Da qui si va dritto alla follia più assoluta, condita di grandi frasi e idee, malumore, velate allusioni al mondo dell'editoria e una dose di intelligenza e simbolismo difficile da eguagliare.

Cinismo, umorismo e uno stile magnifico che l'autore non riesce a nascondere, anche se a volte sembra che si vergogni di scrivere così bene. Queste sono le chiavi della letteratura di Daniel Pennac, questo romanzo potrebbe essere classificato come un noir o un giallo solo per la trama poliziesca, ma i personaggi sono pittoreschi e gli ambienti parigini surreali.

Personaggi indimenticabili, trama rocambolesca, conclusione furiosa.
Meraviglioso.
708 reviews186 followers
June 7, 2011
La vita non è un romanzo, lo so... lo so. Ma solo lo spirito del romanzo può renderla vivibile.

Ok, ci siamo. Adesso è ufficiale: La prosivendola strappa la quinta stelletta e si aggiudica la menzione nella mia personalissima Wall of fame! Ebbene sì, credo che Pennac con questo terzo romanzo abbia veramente dato il meglio di sé: di sicuro è il più ricco, il più ricco di spunti, di riflessioni, il più ricco di voci narranti, peraltro, e dalla trama più intricata.
A ben vedere, lo schema narrativo, usato e riusato, è ben riconoscibile, ma Pennac riesce a fargliela, al lettore... e le sorprese non mancano mai, davvero.
Libero dalla monopolizzante voce di Benjamin e dalla monotonia degli spazi fortemente chiusi che ha caratterizzato i primi due romanzi (l'abitazione dei Malaussene, il variabile luogo di lavoro di Benjamin, la caserma di polizia), il lettore può finalmente girovagare liberamente nel vastissimo mondo creato da Pennac, scoprendo nuovi luoghi e tantissimi nuovi personaggi. Divertente Loussa, che inevitabilmente prende il posto di Van Thien, singolare ma decisamente adorabile il profilo della Regina Zabo, la petite marchande de prose. specie nella rievocazione affettuosa del vecchio Loussa; e poi c'è Julie, la passionale Julie, il singolare ministro Teston, e lo scrittore galeotto. Sorprendente il gioco di specchi raffinato che Pennac realizza: Benjamin, di professione capro espiatorio, che non vive di un'identità propria, come la stessa Julie finisce col rimproverargli, si ritrova ad impersonare il ministro Teston, ossia lo scrittore fantasma J.L.B., che a sua volta ha rubato l'identità al vero e inconsapevole scrittore... Per non parlare poi dell'esplorazione del mondo editoriale, nonché di quello medico, con tanto di dibattito sotterraneo sull'eutanasia.
Insomma, io non ho dubbi: in questo romanzo c'è tutto, davvero tutto.
Profile Image for Riccardo Mazzocchio.
Author 3 books88 followers
November 21, 2021
Non all'altezza della Fata Carabina, secondo me. Ma è sempre lui...Esilarante la diatriba tra i due dottori Marty e Berthold, esponenti del punto di vista medico e chirurgico, rispettivamente ma anche del senso etico e dell'arrivismo. Commovente la dedica all'amico scomparso che aveva ispirato il personaggio dello zio Stojil: "La vita non è un romanzo. Ma solo lo spirito del romanzo può renderla vivibile..."
Profile Image for Utti.
508 reviews35 followers
October 30, 2018
Gli amori ritrovati
Quando a circa undici anni ho iniziato a leggere Pennac è stato amore fin dall'inizio. Mi sono attaccata alle sue pagine senza riuscire mai a smettere.
Quando mi hanno regalato il nuovo libro della saga Malaussene ho scoperto con sgomento che non ricordavo nulla delle trame ma solo l'entusiasmo con cui avevo letto tutti i libri di Daniel.
Così ho ricominciato vent'anni dopo da dove tutto era iniziato e sono partita involontariamente da la prosivendola. Una tribù con il suo bombardamento di suoni e di vita, una storia ingarbugliata e, in questo caso, una casa editrice.
Mi sono resa conto che in vent'anni non è cambiato proprio nulla: mi entusiasmo per lo stile, per le idee e per la capacità di raccontare storie al limite tra l'onirico e il reale.
Non vedo l'ora di continuare.
Grazie Daniel per regalarmi sempre alcune delle letture più genuinamente entusiasmanti della mia vita.
Profile Image for axelle.
24 reviews26 followers
October 28, 2020
Je pense que c’est mon préféré des trois pour le moment et c’est aussi celui où Benjamin est le moins présent... il y a-t-il un lien entre ces deux faits...
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Mark Jaroski.
6 reviews2 followers
January 9, 2012
The third book the Malaussène series demonstrates a maturity which allows Pennac to combine the absurd humour of the first with the Film noir darkness of the second. There are still some tiny issues, perhaps, but I think of them as beauty marks: a deux-ex-machina or a bit of hyperbole here and there can easily forgiven after the joyous romp that Pennac takes us on through Paris, Vercours, and the joy of language and writing.

The author's other passion - teaching - shows itself from time as the characters educate themselves, and especially in the interactions of the children of the Malaussène clan.

At other moments the book becomes a sort of meta-novel, exploring the process of creation especially in fiction writing as well as the glories and perversities of publishing.
Profile Image for The Frahorus.
991 reviews99 followers
April 14, 2025
Terzo romanzo appartenente alla serie Malaussène, dopo Il paradiso degli orchi e La fata carabina.

In questa nuova avventura della famiglia Malaussène troviamo Ben che deve affrontare il matrimonio di sua sorella Clara la quale sta per sposare un uomo molto più anziano di lei, Clarence di Sant'Inverno (lui 58 anni, lei quasi 19), direttore di un carcere innovativo dove vengono esaltate le capacità artistiche dei prigionieri. Sembra andare tutto bene quando, purtroppo, viene assassinato Clarence e viene consigliato a Ben di non indagare sulla vicenda, visto che ogni volta rischia sempre di essere additato come presunto colpevole (ma poi sempre scagionato perché innocente). Ma i guai per Ben arriveranno lo stesso, visto che decide, su consiglio della sua capa, la Regina Zabo, di diventare l'immagine pubblica di uno scrittore che vuole rimanere incognito: J.L.B., fonte primaria di tutti i guadagni della casa editrice. E subirà un attentato, rischiando la vita.

Alla fine della storia nascerà È Un Angelo, figlio di sua sorella Clara e del defunto Clarence.

Che dire, un'altra folle storia della famiglia Malaussène, piena come al solito di umorismo e cinismo, di surrealismo e di noir.
Profile Image for Gaetano Laureanti.
491 reviews75 followers
November 8, 2017
Quando la vita è appesa a un filo, è incredibile il prezzo del filo! (assioma quasi lapalissiano)

Terzo episodio della serie; l’ho praticamente divorato, ansioso più che mai di assistere al dipanarsi della matassa; l’intreccio della storia è infatti più ingarbugliato del consueto, rasentando… l’impossibile!

Scritto con il consueto stile fluido di Pennac che sto imparando ad apprezzare, mi ha piacevolmente intrattenuto con tutti i componenti della strampalata comunità di Benjamin Malaussène che ormai fanno parte del mio immaginario fantastico, compresi i nomi dei neonati sempre incredibili (niente onomastico per loro?).

Inizia con:
Prima c’è stata quella frase che mi ha attraversato la mente: “La morte è un processo rettilineo.”

Un frase da tenere ben presente durante tutto il racconto!

Ho vissuto diversi stati d’animo durante la lettura, tutti comunque intensi e coinvolgenti, anche quando la razionalità mi frenava… le emozioni.

Se non vi aspettate un semplice romanzo giallo realistico, questo è il libro che fa per voi.
Profile Image for Theut.
1,886 reviews36 followers
July 6, 2017
Capolavoro :)
Già i primi due (ora come "all'epoca") mi erano stra-piaciuti, questo è il migliore, con un Pennac che si butta in una narrazione completa, dove i personaggi sono a tutto tondo (anche la regina Zabo con il suo corpo scheletrico) e la storia raggiunge vertici di umanità ed empatia.
Che dire? mi sto avvicinando all'ultimo volume e temo un po' l'effetto "altissime aspettative"...
254 reviews5 followers
October 25, 2020
A son habitude, Daniel Pennac nous entraîne dans des engrenages rocambolesques , sans sortir des limites du possible.
Les personnages sont très attachants et les évènements agréablement imprévus, même dans la mort.
Pour moi, c'est le roman par excellence qui combine la joie de la lecture avec la distraction du conte.
Profile Image for LauraT.
1,382 reviews94 followers
November 29, 2010
"Il trattato di Versailles ha prodotto dei tedeschi vessati che hanno prodotto degli ebrei erranti che fabbricano palestinesi erranti che fabbricano delle vedove erranti incinte dei vendicatori di domani... "
Come al solito con Pennac non c'è bisogno di tante parole.

Profile Image for Lupurk.
1,103 reviews34 followers
August 5, 2025
So di averlo già letto, perché l'avevo segnato, nel 2001...ma non ricordavo NIENTE, assolutamente, di questo libro! Oggi lo ascoltavo con un'ansia e una brama pazzesche. Non voglio ripetermi, ma lo stile di Pennac lo adoro. In questo mi sembra ancora meglio. Bella la trama, belli un sacco di passaggi, dei colpi di scena da rimanerci secchi, bella l'improbabilità del tutto, ma la naturalezza con cui viene narrata.
Profile Image for Stela.
1,073 reviews437 followers
May 24, 2025
Sympa, comme tous les romans de Pennac, mais je l'ai trouvé moins amusant que les autres et trop mirobolant.
Profile Image for Juliette.
127 reviews6 followers
September 18, 2024
This novel is very entertaining and very French. Much respect to the translator, Małgorzata Cebo-Foniok, who’s managed to transfer its specific humour to another language – it's a true show of skill and knowledge.

Apart of being a crime novel, this book is a humorous but adequate depiction of what goes on in the publishing industry, with one exception – there’s an assumption you can get rich – very rich – I’m talking mansion-and-butler-rich from being a bestselling and profuse author of fiction. This was perhaps true in the 1980’s or 1990's, but let me offer a 2024 update on that: ahahahahahahahahahaha. Allow me a second – I must wipe the tears from my eyes. They are not tears of joy.

To sum up: a hilarious book with many memorable quotes, but one slight problem: you have to be reading it for the first time to truly enjoy it. The plot relies heavily upon your ignorance of what happens next. I like to reread the books I've really enjoyed, and I’m afraid, the plot twists make this one unrereadable. I realize that’s not a word.
Profile Image for Alberto Schiariti.
95 reviews15 followers
March 22, 2011
Terzo capitolo di questa saga che mi sta conquistando sempre di più. L'unico punto negativo è proprio il fatto che mi sto avvicinando alla fine e già so che mi mancheranno tutti i componenti del mondo creato da Pennac. C'è poco da aggiungere rispetto ai precedenti capitoli, ma solo perché il livello di questi primi 3 libri è veramente altissimo. Se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, forse in questo c'è un pizzico di casualità un po' troppo incredibili, ma Pennac vi spiegherà tutto nella postfazione. Se già avete letto i primi due, comprate questo ad occhi chiusi, in caso contrario vi consiglio vivamente di partire dall'inizio per apprezzare fino in fondo le sfumature de "La Prosivendola".
Profile Image for martin eden.
165 reviews30 followers
December 2, 2019
Je découvre les romans de Pennac et je préfère ses essais.
J'ai aimé les 2/3 de ce roman, je me suis laissée bercer par son style mais je me suis aussi lassée. La fin est vraiment farfelue, mais pourquoi pas finalement. Ce qui m'a le plus dérangée, ce sont les longueurs : le tout aurait pu être bien plus efficace en étant 100 pages plus court.
Par contre, j'ai aimé le clan Mallaussène, j'ai aussi aimé comment Pennac travaille ses personnages, comment il développe leur personnalité.
Profile Image for Lisachan.
339 reviews32 followers
July 10, 2013
Era e resta il mio preferito del ciclo Malaussène. Regina Zabo ♥
Profile Image for Stefano Menchetti.
304 reviews3 followers
October 31, 2021
Benjamin : Io ti amerò fino alla fine dei miei giorni
Julie : Accontentati di amarmi ogni giorno

Dalle prime pagine del libro sembrerebbe una storia d’amore ma la Prosivendola è un caleidoscopio di generi un po’ thriller, un po’ noir, un po’ di romanticismo e tanta fantasia.
Terzo volume della serie Malaussène, il “capo espiatorio” creato dalla penna geniale di Pennac; più articolato dei primi due, in alcuni passaggi diventa anche un po’ incomprensibile, ma è sempre un salto tra l’assurdo e l’ironia con protagonisti grotteschi ma eccezionalmente descritti e decisamente contemporanei.

Per rilanciare le vendite del suo autore di maggior successo, del quale non si devono conoscere né il nome né il viso, la regina Zabo, tirannica regina e geniale 'prosivendola' della casa editrice Taglione, decide di reclutare un sostituto che incarni pubblicamente il misterioso J. L. B. e chi se non il capo espiatorio Benjamin Malussene. L'operazione riesce, ma il sostituto rimane vittima di un attentato durante uno show delirante e da qui in poi, e siamo appena ad 1/3 del libro, è tutto un susseguirsi d’eventi paradossali.

Nel primo volume, il paradiso degli orchi, Pennac ha attaccato la società perbene, nel secondo ,La fata carabina , l’assalto è toccato alle istituzioni mentre in questo Pennac attacca l’apparato editoriale sempre con garbo ed ironia ma con determinazione.
Personalmente l’ho trovato più moscio e confuso dei precedenti ma sempre una piacevole lettura.

Cit:”la vita non è un romanzo, lo so…lo so ma solo lo spirito del romanzo può renderla vivibile.
448 reviews2 followers
April 24, 2024
Je dois commencer par dire que Danniel Pennac semble très à l'aise d'utiliser le n word. Il ne devrait pas. Moi, en tout cas je ne suis pas à l'aise de le lire. Ce n'est pas une question d'époque; j'ai lu des livres 50 ans plus vieux qui ne commettent pas cette erreur. Je pense que ça a fortement teinté ma perception du livre. Pourtant ma lecture commençait bien, j'aimais beaucoup le style et l'intrigue m'interpellait. Mais la deuxième moitié m'a un peu perdue et pas seulement à cause des potentielles vues politique de l'auteur. Déjà, je n'ai pas cru une seconde que l'auteur aurait le culot d'amener son histoire dans la direction qu'il proposait . Mais aussi j'ai trouvé la deuxième partie pas mal plus pauvre en évènements et thématiques que la première. Je ne sais pas si je vais essayer un autre des livres de l'auteur et c'est dommage parce que son style me plaisait beaucoup.
Profile Image for Chiara Rovere.
95 reviews2 followers
April 19, 2024
Voglio qualsiasi cosa ha assunto Pennac per descrivere questa famiglia. Also, Jérémy l’unica J che mi merito >>>>
Profile Image for Silvia Azzaroli.
Author 5 books5 followers
January 26, 2014
E come vi avevo detto eccomi a recensire il seguito de "La Fata Carabina" (a sua volta seguito di "Il paradiso degli orchi", primo libro del ciclo Malaussène, che prima o poi leggerò), ovvero "La prosivendola".
Io non ho l'assoluta certezza che Daniel Pennac avesse in mente fin dall'inizio una saga, di fatto i suoi libri funzionano tanto da soli quanto in gruppo, è però abbastanza evidente che il tutto (almeno finora) funzioni molto bene, senza sbavature o forzature di nessun genere; quindi mi viene da pensare che questi libri gli siano sgorgati davvero dal cuore e dall'anima.
Non sono libri perfetti, nessuno lo è, è oggettivamente impossibile farlo, tuttavia leggendo questi romanzi non posso fare a meno di notare la differenza abissale che vi è con la cosiddetta saga del "Cimitero dei libri dimenticati" di Zafòn, dico cosiddetta perché si vede benissimo che è una forzatura. Scritta bene, scorre bene, ma troppo cose nascono a posteriori, troppe e si fa fatica a legarle con quello che, a tutt'ora, resta il più bel libro di Zafòn, ovvero "L'ombra del vento."
Qui è diverso, appunto.
Scusate la lunga premessa.

Questo libro è magnifico, ha un inizio un po' altalenante, ma vi è un motivo, serve ad introdurre meglio l'ambiente di lavoro dell'adorabile Benjamin Malaussène, che non è un eroe perfetto, non lo sarà mai, è però un uomo che mette la sua famiglia al centro di ogni cosa, anche al di sopra dei suoi ideali, dice e fa delle grandi stupidaggini, si mette in casini più grandi di lui, eppure ha uno strano senso dell'onore, un particolare senso della famiglia che comprendo non solo la sua miriade di fratelli e sorelle, comprende anche i suoi amici del quartiere Belleville, dove vi sono armeni, polacchi, ebrei, africani dell'Africa orientale ed asiatici, e la regina Zabo dell'Edizione del Taglione.
Scopriamo finalmente questo luogo un po' meglio, dove, come in un normale luogo di lavoro, ci sono litigate rabbiose, incomprensioni di vario tipo, arrivismo, aria di truffa e, solo in minima parte, un po' di amore per la letteratura.
A proposito di quest'ultima cosa Pennac gioca con il lettore ribaltando continuamente i punti di vista, anche se la storia è quasi sempre raccontata in prima persona da Ben, noi possiamo percepire tutti i punti di vista, senza eccezioni e l'autore francese, da bravo narratore qual è, riesce a farci simpatizzare per colui che ha sparato al povero Ben che, fa tanta per pena, anche se il suo guaio, come al solito, se l'è cercato.
E si finisce per amare anche la temibile, strampalata regina Zabo, al secolo Isabelle, che dietro la sua aria di donna arrivista e gelida, nasconde l'animo di un'avida lettrice di vera poesia e vera letteratura e finirà per intenerirsi dopo le traversie del suo capro espiatorio (sempre Ben) e della di lui famiglia, nonché di fronte al suddetto assassino che non vi riveliamo.
Julie, la compagna di Ben, ci viene dipinta in vari modi, fino a svelarci il suo vero volto solo alla fine, tanto che si fa fatica, alla fine, a capire chi sia la vera Julie, troppo presi come eravamo dagli splendidi inganni creati da Pennac.
A proposito di inganni e storie irreali, l'autore francese dimostra di saperci prendere in giro molto molto bene, rendendo verosimile anche la cosa più folle e surreale, grande lezione per chi scrive: spesso non è solo il cosa che conta in una storia, ma il come la si scrive.
Forse il più grande difetto di questo libro è l'assurda storia d'amore della sorella prediletta Clara con Sant'Inverno: qui, ahimè, Pennac è caduto nel banale e nello stereotipo accoppiando la giovane verginella con l'ometto di una certa età perché affascinata dalle sue idee e dalla sua personalità.
Mi verrebbe da sgridare lo scrittore, dicendogli che, in questo caso, ha dimostrato di conoscere poco la natura femminile, tuttavia questa banalità è compensata da Isabelle, Julie, Therese e persino da Clara, oltre che dalla piccola Verdun.
Nota assolutamente esilarante del libro è la lotta a coltello tra il dottor Marty, anche lui della tribù dei Malaussène e il dottor Betrold, il primo dottore fin troppo umano, il secondo idiota incredibile eppure grande chirurgo. Memorabile la frase di Marty sul collega rivale:
"Lei è la mia prova. Se un tale imbecille come lei è il migliore chirurgo del mondo, ho la mia prova"

(non posso dirvi di cosa ovviamente, non vi faccio rivelazioni)
In questo libro la parte del lettore della famiglia era affidata a Von Thian, l'ispettore mezzo cinese, anche baby sitter della piccola Verdun, poliziotto integerrimo, che porta vari lutti: dalla morte della moglie passando dalla figlia in convento di clausura fino alla nostalgia dell'amico allievo.
Altra piccola segnalazione per Loussa, l'amico africano di Ben, innamorato perso di Isabelle, grande amante del cinese, malinconico venditore di libri in detta lingua che, per lui, conquisterà il mondo.
Grande libro, grande giallo, grande storia sull'umanità e scusate se ho divagato.
Voto Nove.
Profile Image for Mariaelena Di Gennaro .
474 reviews140 followers
December 31, 2017
"Mi stia a sentire, Malaussene, l'ho assunto come capro espiatorio perché si beccasse le piazzate al posto mio,perché subisse le grane con un piantino al momento giusto, perché risolvesse l'irresolvibile spalancando le sue braccia di martire, in poche parole perché lei si facesse carico. E lei si fa carico in modo straordinario! Nessuno al mondo potrebbe farsi carico meglio di lei e sa perché?
Me lo aveva spiegato mille volte: perché, secondo lei, ero un capro espiatorio nato, ce l'avevo nel sangue, una calamita al posto del cuore ad attirare le frecce. Ma quel giorno, aggiunse dell'altro:
-Non solo, Malaussene, c'è un'altra cosa: la compassione! Lei ha un vizio raro: compatisce.... "

3 stelline perché ormai voglio bene alla tribù Malaussene, ma in realtà il libro mi ha abbastanza deluso e pensare che era partito alla grande!
Dei tre letti finora è quello che mi è piaciuto meno e di cui ho la sensazione che mi rimarrà poco. Ho ravvisato le stesse problematiche che mi avevano bloccata durante la lettura del "Paradiso degli orchi", cioè fatica ad entrare in sintonia con la scrittura particolarissima di Pennac, ma mentre lì la storia era decollata, qui invece questo, a mio parere, non è successo. In alcuni punti della storia lo stile di scrittura si fa eccessivamente ardito, infarcito di metafore troppo surreali, tanto che ho davvero avuto difficoltà a seguire il filo logico di alcune frasi e periodi e questo ha rallentato tantissimo la lettura. È vero, è questo lo stile di Pennac, ricercato, a tratti onirico e assurdo, ma qui per me lo è stato troppo e mi ha fatto smarrire nei meandri della storia che ho trovato piuttosto debole.
Il problema principale per me è stata la nostalgia di Benjamin Malaussene. Si, ci sono tanti altri personaggi, viene approfondita la figura di Julie di cui sapevamo finora troppo poco, ci sono famiglia, amici, nemici, ma per me nessuno può eguagliare l'irresistibile Malaussene, il Capro espiatorio per eccellenza. Qui, a causa di una serie di eventi, la sua presenza si riduce moltissimo, c'è eppure si sente troppo poco e secondo me la narrazione ne ha un po' risentito perché quelli che dovrebbero farne le veci, secondo me non ci sono riusciti pienamente. La storia vive come al solito di molti colpi di scena, misteri da risolvere, inseguimenti e vendette da portare a termine, però non mi ha convinto fino in fondo. La prima parte mi era piaciuta moltissimo proprio perché Benjamin e la sua strampalata e adorabile famiglia recitavano il ruolo di attori principali, poi da quando accade quel colpo di scena che cambia lo svolgersi degli eventi, il mio interesse ha cominciato a calare sempre più perché i Malaussene erano quasi ai margini della storia. Mi dispiace molto perché il libro era cominciato alla grande! Passiamo ora a ciò che invece mi è piaciuto.
In primis l'approfondimento del rapporto tra Benjamin e la sua Julie, descritto con ironia e delicatezza da Pennac e poi sicuramente la figura della temibile regina Zabo, le cui vicende occupano gran parte del romanzo. Mi è piaciuto scavare nel suo difficile passato, scoprire il suo amore sconfinato per la letteratura e i libri e la sua passione per ogni tipo di carta stampata. È proprio lei infatti la "prosivendola" del titolo del romanzo. Qui la vediamo non solo nelle vesti della dispotica direttrice della casa editrice che ha assunto Benjamin come capro espiatorio, ma anche come una donna forte e coraggiosa che si è costruita da sola il suo destino e la sua fortuna. Le parti dedicate a lei le ho trovate molto interessanti. Sono rimasta anche colpita dalla prima parte del romanzo in cui si parla dell'imminente matrimonio di Clara, della paura di Benjamin di lasciarla andare, di privarsi della sua rassicurante presenza, sentimenti che ci fanno capire ancora una volta l'amore sconfinato che ha questo personaggio per i suoi fratelli e sorelle e che riesce sempre a commuovermi. È per loro che finisce nei guai, è per assicurare loro una vita migliore che finisce con l'accettare anche i lavori più infimi, tutta la sua esistenza è votata a proteggere e amare Clara, Louna, Therese, Jeremy, il Piccolo e Verdun. Attorno ai Malaussene si muovono quei personaggi che abbiamo imparato ad amare, come il vecchio Van Thian, Mo il Mossi, Simon, i vicini che ormai li hanno quasi adottati e a loro si aggiungono come sempre nuove figure che animano la vicenda e la infittiscono di misteri in pieno stile Pennac. L'intreccio è accattivante, il lettore vuole assolutamente scoprire chi è il cattivo della situazione, ma nonostante questo a me qualcosa ha fatto storcere il naso.
In definitiva mi è mancato Benjamin e la sua inesauribile scorta di guai, avrei voluto che la famiglia fosse più centrale e che lo stile di scrittura non diventasse in alcuni punti così assurdo e ardito da risultarmi quasi oscuro. Detto questo, continuerò sicuramente a leggere la saga dei Malaussene , perché dei loro fatti e misfatti non ne ho mai abbastanza!
Profile Image for Libertad.
27 reviews3 followers
June 26, 2025
La saga de la familia Malaussène es mi favorita desde que la comencé hace más de 10 años. Hacía mucho desde que me releí el primero de los libros, y como el segundo no lo estaba encontrando por ninguna parte la retomé por el tercero de la serie.

Me lo he leído durante un viaje a París con mucha calma, buscando las localizaciones y calles mencionados, caminando por Beleville y otros lugares que se mencionan. Es muy divertido leer una descripción de los habitantes de un barrio y al poco tiempo pasar por allí y entender cómo efectivamente esas personajes debían ser pijas rematadas.

Ha sido un gusto volver a leer a Pennac. Con algunas diferencias y críticas por el paso de los años sigue siendo divertidísimo con sus personajes, magia realista y eventos imposibles.
Profile Image for Emanuela.
762 reviews39 followers
July 16, 2018
Terzo volume della serie della stramba famiglia Malaussene. Diversamente dagli altri due, questo ha una nota più triste e malinconica, di cui si capisce la motivazione leggendo la nota finale: l’amico a cui è ispirato il personaggio di Strojil è morto durante la stesura dell’opera. E di questa cosa ho sofferto anche io un po’, nonostante non lo conoscessi dal vivo; ma ai personaggi di questa serie non si può fare altro che affezionarsi. In questa nuova avventura, Benjamin, da capro espiatorio, decide di impersonare nientepopodimenoche lo scrittore strafamoso J.B.L. E come conseguenza di ciò, nonostante volesse seguire il suggerimento di Rabdomant di star fuori dalle indagini del caso iniziale, ci si ritrova non solo completamente al centro, ma diventa esso stesso il caso, dopo essere stato colpito in piena fronte da una pallottola che lo riduce in coma per tutta la durata del libro, anche se Therese è strasicura del fatto che si risveglierà perché lei ha visto che morirà a 93 anni nel suo letto! Ed è forse proprio questa sua assenza nelle vicende che non gli fa meritare le 5 stelline come i suoi predecessori, perché la mancanza si avverte e, diciamoci la verità, è il suo personaggio ad essere il fulcro di tutti i libri della serie. Lui con il suo modo di parlare strano, con il suo prendersi cura dei tanti fratelli che la madre abbandona subito dopo la nascita per inseguire i suoi amori in giro per il mondo, con il suo voler solo essere una portaerei, con la sua semplicità e il dover riparare sempre ai milleuno casini che combinano i componenti della sua famiglia, quella più stretta e quella araba allargata. Mirabile chicca l’elemento fortemente psicologico introdotto in questa storia, riguardo il colpevole e il “mangiare il gemello più debole”. Qui sembra meno Pennac l’autore, meno il solito Pennac a cui siamo abituati, ma nonostante ciò riesce comunque a meravigliare!
Profile Image for Eleclyah.
340 reviews41 followers
December 2, 2012

Niente più capro espiatorio?
Proprio così: basta, Malaussène non ne può più e per l'ennesima volta dà le dimissioni alla Regina Zabo. Solo che stavolta fa sul serio.
L'amata sorella Clara sta per sposarsi, ma il giorno delle nozze lo sposo, direttore di una prigione di minima sicurezza i cui detenuti hanno la vocazione artistica, viene brutalmente ucciso. Il commissario Rabdomant, che segue il caso, ingiunge a Malaussène di stare fuori dai piedi, per una volta. Così Benjamin accetta la proposta della Regina Zabo. Le Edizioni del Taglione, di cui lei è direttrice, devono tutti gli introiti ai best seller del misterioso J.L.B., un caso editoriale che ha inventato un nuovo genere di romanzo ma che nessuno ha mai visto in volto.
Ebbene, per il lancio del nuovo libro, la Regina Zabo vuole che Benjamin impersoni J.L.B., che si cali nella parte fino a diventare lo scrittore che milioni di persone in tutto il mondo vorrebbero vedere. Malaussène, che ha una famiglia da mantenere e un'indagine in cui cercare di non impicciarsi, accetta.
Ma il giorno della presentazione del libro le cose non vanno come dovrebbero e Benjamin... fa la fine del capro espiatorio, beccandosi una pallottola in testa. Chi mai l'avrà sparata?

Ancora una volta Pennac riesce a tenere con il fiato sospeso. Ma stavolta la storia prende una piega diversa, perché metà del libro non è più raccontata tramite gli occhi di Malaussène, ma per mezzo della sua sgangherata famiglia e degli strani personaggi che popolano Belleville.
Ancora una volta, mille piccole vicende che sembravano non avere nulla a che fare l'una con l'altra si intrecciano finemente dimostrando di essere mille sfaccettature di uno stesso caso...
Un libro immancabile per chi ha apprezzato Il paradiso degli orchi e La fata carabina.
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December 11, 2014
La Morte �� Un Processo Rettilineo

Con questa frase si apre La Prosivendola, di Daniel Pennac, uno dei libri del ciclo della famiglia Malaussene gi�� vista, ad esempio, ne La Fata Carabina. Questa volta il protagonista della serie, Benjamin �� alle prese con una vicenda davvero particolare: dopo aver lavorato come "capro espiatorio" per una casa editrice, la stessa gli propone di diventare il volto di J.L.B., scrittore di fama mondiale della nuova corrente "realistica liberale" inventata dallo scrittore stesso. Lo sfortunato Ben, per��, �� vittima di un attentato e finisce in coma: la sua numerosa e promisqua famiglia �� tenuta in piedi solo dalla speranza datagli dalle previsioni della piccola Therese, la quale profetizza la morte dell'uomo all'et�� di novantatre anni nel proprio letto.

A dispetto della trama, il libro �� venato da una forte ironia che traspare in ogni singola pagina, ogni singola parola. Pennac, maestro dell'intreccio, tesse pagina dopo pagina una tela intricata, appiccicosa, che porta la mente del lettore alle pi�� disparate riflessioni e conclusioni sull'onda di una comicit�� travolgente e al contempo leggera. Ogni singolo capitolo �� vario, irripetibile, unico, l'utilizzo della lingua �� impeccabile, delle pi�� disparate tecniche narrative, dal racconto in terza persona al soliloquio al monologo interiore, senza sbavature. Daniel Pennac ci da una grande lezione di come variet�� e stile possano trovarsi in un romanzo moderno. Che altro dire se non: "Da Leggere"?

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