"Mi chiamo Alice Allevi e ho un grande la medicina legale. Il più classico degli amori non corrisposti, purtroppo. Ho imparato a fare le autopsie senza combinare troppi guai, anche se la morte ha ancora tanti segreti per me. Ma nessun segreto dura per sempre. Tuttavia, il segreto che nascondeva il grande scrittore Konrad Azais, anziano ed eccentrico, è davvero impenetrabile. E quella che doveva essere una semplice perizia su di lui si è trasformata in un'indagine su un suicidio sospetto. Soltanto Clara, la nipote quindicenne di Konrad, sa la verità. Ma la ragazza, straordinariamente sensibile e intelligente, ha deciso di fare del silenzio la sua religione. Non mi resta che studiare le prove, perché so che la soluzione è lì, da qualche parte. Ma studiare è impossibile quando si ha un cuore tormentato. Il mio Arthur è lontano, a Parigi o in giro per il mondo per il suo lavoro di reporter. Claudio, invece, il mio giovane superiore, il medico legale più brillante che conosca, è pericolosamente vicino a me. Mi chiamo Alice Allevi e gli amori non corrisposti, quasi più delle autopsie, sono la mia specialità."
Alessia Gazzola, nata a Messina nel 1982, è medico chirurgo specialista in medicina legale. Ha esordito nella narrativa con il romanzo L’allieva, che ha fatto conoscere e amare al pubblico italiano, e a quello dei principali Paesi europei dove è uscito, un nuovo e accattivante personaggio: Alice Allevi. Ama viaggiare, leggere e cucinare. Vive a Verona con il marito e le sue due piccole bambine.
Credo di averli letti tutti, ma di non averli mai aggiungi qui dentro. Sarà che mi vergogno? Ma no, la Gazzola, insieme alla Basso, sono le mie autrici preferite quando voglio leggere una page turner grado di impegno mentale nullo ma non un libro del cazzo. Non so se sia chiaro, ma è il meglio che oggi riesco a fare.
In realtà sto leggendo un libro complesso, claustrofobico, con una lingua che non molla mail il colpo e, qualche volta, devo posarlo e prendere in mano qualcosa che scorra facile e che lasci scorrere facile anche i miei pensieri. Potrei non leggere ma è difficile, per me, non farlo. Sono giorni intensi, di stanchezza, di caldo che odio, di scrittura frenetica. Ho bisogno di tramonti lenti, di birre ghiacciate e di aria dal mare.
La Gazzola si incastra perfettamente in tutto questo e grazie Kobo che la tiene quasi sempre in offerta. Al prezzo di due o tre caffè ho compagnia per qualche ora. E attenzione, Alice Allevi è una ragazzetta simpatica e intelligente, fa piacere seguire le sue vicissitudini, i suoi giri di pensieri. La parte 'giallo', come al solito, è quella che mi annoia. Non ricordo i particolari, non so mai chi è chi, insomma quando si svela il colpevole il più delle volte mi ritrovo a dire ah. Ma va bene così.
A vote servono canzoni malinconiche, pensieri sciolti piedi sulla sabbia per continuare a ad essere se stessi.
Eccomi davanti al secondo libro della serie che vede come protagonista Alice Allevi, specializzanda di Medicina Legale. Con il primo libro della Gazzola entriamo in punta di piedi nel suo mondo, la conosciamo, scopriamo il suo modo di pensare e soprattutto la sua propensione a non limitarsi a svolgere il proprio lavoro, ad andare oltre. Con questo secondo libro tale propensione va alle stelle. Alice infatti si trova invischiata nel caso di Konrad Azais. Tutto fa pensare ad un suicidio, a partire da quella strana lettera di addio, eppure alla fin fine nessuno ne è convinto; la morte naturale, data l'anziana età dello scrittore, sembrerebbe l'ipotesi prima, ma quella lettera... e così Alice, spinta anche dall'ispettore Calligaris che con fare sornione sfrutta lo spirito intuitivo di Alice per venire capo di un caso tutt'altro che semplice, supera ancora quel confine sottile tra dovere e giustizia e si mette in moto. Solo il giallo e l'indagine? Ma no, perchè in questo libro il cuore di Alice è completamente in tumulto: da un lato Arthur così giusto per lei, ma anche così inaffidabile e lontano, e dall'altro Claudio, una relazione con lui porta la parola disastro da tutte le parti, eppure...
In questo libro la storia è molto più complicata rispetto all'inizio di questa serie. Il giallo che c'è alla base è un intreccio di nomi e storie, ma soprattutto di indizi e di rivolgimenti. Il o i sospettati sono in continuo mutamento, si alternano al girare della pagina successiva. Insomma, i colpi di scena sicuramente non mancano. Con una storia così complessa ho trovato "in più" la parte finale. Ora, seguitemi bene perchè non è facile spiegarsi senza dirvi troppo. Arriviamo ad un certo punto in cui si capisce cosa è successo veramente allo scrittore, ecco uno lì direbbe ok il libro è finito... è invece no, mancano ancora un centinaio di pagine in cui troviamo una ulteriore puntualizzazione su questa vicenda, che non vede la morte del solo Azais ma di un'altra persona. Mi è sembrato di leggere un secondo libro, collegato alla prima parte, ma quasi indipendente. Ho notato questa cosa anche per il ruolo che hanno i personaggi in tutto ciò. Nella prima parte troviamo ovviamente Alice, ma c'è anche Claudio, c'è Arthur e tutti i personaggi che solitamente troviamo nel loro mondo; nella seconda parte, in queste famose 100 pagine finali, invece quasi tutto si riduce ad Alice e Calligaris. Non ho ancora capito se questo stacco così netto mi sia piaciuto o meno. La parte finale ha infatti una sua curiosità intrinseca, fa chiudere quel cerchio che si è aperto all'inizio, tuttavia mi è sembrata troppo netta la separazione. Spero solo di essermi spiegata...
Passiamo invece a loro tre, Alice Arthur e Claudio. Dunque, che a me Arthur stia sulle scatole non è un mistero. In questa seconda avventura possibilmente mi è stato ancora più antipatico. Sembra proprio fregarsene di Alice, lui vuole vivere a Parigi e viaggiare nei posti più assurdi del mondo, punto. Non cerca un modo per rendere Alice partecipe di tutto ciò, la considera più una fermata tra l'Angola e la Francia che una vera storia d'amore. Il problema è che Alice nonostante questo si incaponisce con lui mettendo da parte Claudio. Il secondo problema è che io mentre leggo tutto questo urlo al libro, le intimo di darsi una svegliata, di lasciare in Angola o in Costa D'avorio Malcomess Jr e di sguazzare nel mare di casa nostra... E mi ci diverto un sacco in tutto questo. Quindi ora non vedo l'ora di capire quali altre vie prenderanno queste storie!
In conclusione, Un segreto non è per sempre, titolo quanto mai azzeccato, mi ha convinto, la storia mi è piaciuta ma soprattutto mi ha fatto affezionare ancora di più ai suoi personaggi (si ogni tanto mi sono pure arrabbiata). Sono ancora in dubbio su quella parte finale: è stata veramente necessaria nell'economia del racconto? Sicuramente l'avrei voluta meglio amalgamata con il resto del romanzo.
due stelle e mezzo Con questo libro partecipo alla challenge La ruota delle letture e ad essere sincera non sono stata felicissima di aver ricevuto la Gazzola come obiettivo. Ne l'allieva mi ero infatti scontrata con una protagonista che non è riuscita a conquistarmi a causa del suo modo di essere un po' superficiale, poco attento e che per gran parte del libro mi aveva irritata tremendamente. In questo romanzo, Alice Allevi è un po' migliorata rispetto al precedente volume ma nonostante ciò non è riuscita comunque a coinvolgermi.
La storia benchè interessante e piena di idee mi ha lasciata freddina. La morte sospetta di un famoso autore, il coinvolgimento della famiglia e di un vecchio compagno morto suicida alternato alle vicende amorose della Allevi sono la trama principale del libro, che nonostante scorra discretamente ogni tanto si intoppa con pagine che poco servono allo svolgimento della storia. Avrei voluto più incisività sul risvolto giallo, perchè quello rosa che a mio parere predomina su tutto non mi convince. Alice appare confusa sulle sue scelte, il momento prima sembra essere tutta emozionata per Arthur e quello dopo ci ripensa a causa del di lui lavoro per buttarsi tra le braccia di Claudio. Un trio amoroso che capperi proprio non mi entusiasma.
Forse è patologico ma sono praticamente insensibile ai sentimenti di questo personaggio e ribadisco che la struttura investigativa del romanzo parte bene ma si sviluppa in modo troppo lento per i miei gusti trascinandosi per gran parte del racconto. Migliore sicuramente de L'Allieva ma non nelle mie corde. Non so se continuerò la serie.
Leggere Alessia Gazzola significa imbattersi in Alice Allevi, la specializzanda di medicina legale più famosa d’Italia. Uscito nelle librerie il 19 aprile, "Un segreto non è per sempre" segna il ritorno della frizzante quanto pasticciona protagonista dell’"Allieva", romanzo d’esordio della scrittrice messinese e ormai conosciuto in tutto il mondo.
Un nuovo caso da risolvere, oscure volontà testamentarie e un libro della discordia: Alice si trova ancora una volta immersa nel mistero che solo il suo coinvolgimento e la sua passione riusciranno a sciogliere. Ma per far questo ci vuole calma e concentrazione, non una storia d’amore a corrente alternata, un capo intrigante e consapevole del proprio fascino, oltre alla lotta per la sopravvivenza in quel rocambolesco mondo degli inferi che è l’Istituto di medicina legale.
Un romanzo che stempera le tinte cupe e inquietanti dei thriller con l’ironica freschezza di una protagonista che entra subito nel cuore del lettore. Impossibile non innamorarsi di questa – quasi – Bridget Jones italiana, la cui verve si imprime tra le righe di una storia che corre veloce grazie a colpi di scena e battute esilaranti. Un romanzo che sembra fatto di ossimori, dove l’amore si contrappone all’omicidio, il senso di colpa alla purezza di cuore, dove Arthur si contrappone a Claudio, e Alice si contrappone – con umorismo – a se stessa.
Alessia Gazzola è riuscita a creare un mondo capace di appassionarti, delle storie che rilassano mentre ti tengono legato alla pagina, una Roma sbarazzina che fa da scenario – mai ingombrante – alle avventure di quella che di certo è la nuova eroina dei romanzi seriali italiani.
Un linguaggio pulito, che non lascia da solo il lettore quando si parla di aspetti prettamente legati alla medicina, la scrittrice stuzzica il pubblico inserendo continuamente riferimenti alla realtà quotidiana: quella delle pubblicità, delle hit del momento, degli attori più in voga. E così, con questo semplice procedimento la mimesis si perfeziona, Alice diventa un’amica con cui chiacchierare, condividere pettegolezzi – di cui per altro è ghiottissima –, e avanzare ipotesi sul caso che tiene sulle spine polizia e medici legali.
Suspence, humor, ma anche romanticismo: niente di smielato, stucchevole, il triangolo amoroso che il lettore si trova davanti coinvolge con leggerezza, entrando nella confusione della giovane specializzanda e cercando insieme a lei di capire quale sia la via più giusta, al scelta da fare.
Quando un libro ci fa ridere, ci tiene compagnia, ci mette addosso una carica pungente è inevitabile che crei anche dipendenza, di quelle buone s’intende. Il lettore vuole conoscere ancora un altro pezzo della vita della protagonista, ormai affezionato, vuole continuare a scoprire con lei i misteri che si annuvolano fitti alle porte dell’Istituto di medicina legale, freme nell'attesa di sapere quando questo potrà avverarsi, quando potrà tornare a leggere di Alice.
Nonostante le numerose scrittrici straniere di serie thriller, nonostante l’enorme quantità di fiction di questo genere, Alessia Gazzola è riuscita a creare un personaggio femminile che trasuda italianità da tutti i pori senza diventare macchiettistico. Forse «tutto questo Alice non lo sa», ma mescolando i punti forza di generi diversi è nata una protagonista che, se non unica, è di certo molto brava a catturare e fissare su di sé gli occhi dei lettori.
Volevo sforzarmi di arrivare alla fine, ma mi sono cosí annoiata che ho deciso di non torturarmi oltre. L'"entusiasmo" del primo libro si é completamente dissolto. Una protagonista che se nel primo romanzo appare goffa ma mossa da buone intenzioni (...circa), nel secondo diventa completamente insulsa. Le capitano situazioni talmente surreali che é palese che la scrittrice le ha inserite solo perché pensava di far ridere, calcando la mano su scene tra l'altro giá viste nel primo romanzo, col risultato che non fanno ridere per niente. Non si sa come né perché, Alice - una ragazza banalmente normale, non particolarmente affascinante sotto nessun aspetto - continua ad avere uomini intorno che ronzano come vespe. Il rapporto con Arthur non ha senso, e non perché la protagonista é confusa (come vuol farci credere l'autrice) ma perché era necessario creare il triangolo amoroso Alice-Claudio-Arthur pur di rendere interessante la storia. Triangolo che prende il sopravvento a discapito del mistero, su cui in teoria dovrebbe basarsi il romanzo, relegato ad un mero contorno. Il passaggio dalla vita personale di Alice al caso di Azais si svolge, ogni santa volta, con frasi del tipo "Non riesco a non pensare a Claudio/Arthur/cose, cosí decido di indagare sul caso".
Bello bello bello!!! Secondo capitolo della nostra Alice ormai investigatrice provetta più che futura coroner. Scrittura semplice, velo ed a leggere e che ti cattura con queste sue descrizioni così fresche e vere!!!! Yukino è la migliore anche se ormai è passata in secondo piano.
Alice questa volta è alle prese con un caso di interdizione per uno scrittore famoso da parte dei suoi figlie..che ovviamente si trasforma in omicidio. Caso intricato e pieno di colpi di scena. E intricata è anche la sua vita sentimentale.
Mi è piaciuto davvero. Complimenti alla Gazzola, questo libro è molto meglio del primo. Unica pecca: non si può far finire così un libro!!!!Ora voglio assolutamente leggere il terzo che so Uscirà a gennaio..sarà mio!!!!!!
Proprio brutto e inutilmente lungo. La trama gialla è una frittata rigirata cento volte e i ruoli e i comportamenti dei personaggi sono improbabili al limite del ridicolo. La trama rosa, il filo che unisce questo capitolo della saga al primo, è leggera e di insuperabile banalità. Si vede che piace, nulla da dire, visto il successo riscosso. Per me, basta così.
E niente... sono stata risucchiata nei meandri di questa brillante serie come non mi succedeva da ANNI! Ragazzi io ci ho provato, lo giuro, ma non riesco a staccarmi e questo è un grande male… perché ormai questa serie per me viene al primo posto! ODDIO serate tra amici, addio lavoro, addio studio! Sono diventata una Alice dipendente! Adoro il suo modo di essere e di pensare, adoro i suoi errori, le sue figuracce ma anche la sua gioia innata, la sua semplicità, il suo volere mettere sempre il naso dappertutto! Adoro il suo cuore ballerino e le sue avventure! Alice per me è come una migliore amica (molto fortunata perché ha modo di interagire con l'adorato CC!). Lo stile è semplicissimo ma fantastico, mi diverto da morire a leggere perché tutto è ben intrecciato e realistico. La quotidianità di una vita da studentessa, gli amori, le amicizie che si tingono sempre di giallo, con una spontaneità che mi incanta ogni volta! Complimenti all’AUTRICE! Prossimo volume… A ME! 😎
Mi è piaciuto meno de L'allieva, dove forse aveva giovato il fattore 'novità'.. Il caso è un po' scialbo, la storia abbastanza slegata e il contesto temporale è un pastrocchio.. però nonostante ciò la Gazzola è riuscita a farmi passare alcune ore in allegria - talvolta a farmi proprio divertire! - e a farsi divorare come - ahimé - non mi accade più da tempo, quindi io il libro lo premio!! Sono rimasta un po' male per la parte di enigmistica che la trama proponeva.. Non è vero niente, io impazzisco per le trame alla "Collezionista di ossa", per intenderci!!!
La parte del caso investigativo ci presenta un giallo onesto, al lettore vengono dati, con una certa accurata centellinazione, tutti gli indizi per risolvere il, anzi, i misteri.
La parte a contorno riguarda l'ambito letterario e più in generale artistico, e si nota come l'autrice sia a suo aggio a descrivere questi ambienti, resi in maniera realisticamente convincente.
La parte sentimentale, sebbene resti l'anello debole per me, migliora comunque rispetto al primo libro della serie.
Lati positivi: scorrevole, il personaggio di Alice è simpatico, parla molto di libri e di lettura, non si prende troppo sul serio, rilassante Lati negativi: finale un po' abbozzato
Mi è sembrato migliore del primo libro della serie, "L'allieva". I tormenti amorosi di Alice, se pur sempre presenti, mi sono sembrati meno preponderanti rispetto al romanzo precedente, e anche se interrompono la trama gialla non la soffocano completamente. Alice stessa mi è sembrata un po' meno piagnona e lamentosa e un pochino più attiva sul lavoro (o perlomeno la Gazzola ha avuto la carità di non ripetere ogni mezza pagina quanto la nostra protagonista sia goffa e pasticciona). La trama gialla non è male, ho trovato interessante le figure di Konrad Azais e dei suoi figli, ma è un po' troppo tirata per le lunghe. Ad un certo punto del libro Alice non fa altro che andare e tornare dalla villetta di Tarquinia di Selina Azais, ogni volta per fare una nuova domanda... Mi ero stufata io di vederla per casa, figuriamoci Clara e Selina!!! Forse se un buon editor avesse tagliato un 70-80 pagine la storia ne avrebbe tratto solo beneficio. E un appunto linguistico: Clara, la nipote del morto, ha 15 anni. A quell'età non puoi parlare della "piccola Clara" o dei "piedini di Clara", che minimo ha il 38 di piede... Secondo me queste sono espressioni che si possono usare con bimbi più piccoli, non con un'adolescente incazzosa anche se tanto carina e delicata...
Questo secondo libro della serie mi ha convinta di più, si vede che la Gazzola sta crescendo, anche Alice sta crescendo, sia come specializzanda in medicina legale, sia che come detective. In questo libro c’è più giallo che rosa, più intrecci, più colpi di scena, solo le figuracce di Alice sono diminuite, anche se un po’ mi dispiace 😂😂. Lo stile sempre semplice, coinvolgente, che si fa leggere velocemente. Non vedo l’ora di leggere il prossimo.
Un segreto non è per sempre è il secondo romanzo nella serie di Alice Allevi. Avevo letto il primo libro diverso tempo fa e, pur avendolo trovato carino, avevo temporeggiato a continuare la serie, ma sono felice di essermi finalmente decisa perché questo seguito si è rivelato una piacevolissima lettura.
Ho ritrovato lo stile leggero e frizzante del primo libro, ma, al contrario di quest'ultimo, il "giallo" mi è sembrato molto più sviluppato e riuscito. Il mistero riguarda la morte improvvisa di un famoso e controverso scrittore ungherese, quindi esplora il mondo della letteratura e degli autori e tratta temi come l'ispirazione o la difficoltà di conquistare pubblico e critica.
Lo scrittore e i suoi familiari, legati da una serie di intrighi e segreti, sono ben caratterizzati, e il cast principale di personaggi è ben strutturato e simpatico. La personalità di Alice, e in particolare la sua vita amorosa, è spesso altalenante e può risultare irritante, ma le sue vicissitudini sono sempre molto divertenti da seguire. E, pur odiando i triangoli amorosi, non mi è dispiaciuto quello con Arthur e Claudio, anche se personalmente non mi piace nessuno dei due...
Il primo libro non mi aveva entusiasmato ma almeno mi aveva svagato un po'. Questo secondo capitolo della serie è stato proprio un tedio, ho faticato a finirlo! E dove minchia è la medicina legale?!?
La cosa veramente triste è che, presa dall'iniziale foga, ho comprato altri 3 libri della serie L'Allieva. Ho già l'ansia.
Anche questo secondo libro della serie de’ L’Allieva mi è piaciuto, inoltre ho particolarmente apprezzato il giallo da risolvere: uno scrittore tormentato, un amore negato, segreti e dissidi familiari e il tutto condito dall’atmosfera parigina. Tra Alice Allevi e Claudio Conforti si inizia a intravedere già qualcosa...
Alice Allevi, giovane specializzanda in anatomia patologica, bistrattata e sottovalutata da tutti…anche se ogni tanto qualche momento di gloria riesce a prenderselo…un pò superficiale e pasticciona, ma che si sa riscattare per simpatia e normalità. Per non parlare delle sue velleità investigative, quasi quasi più sue che non la medicina legale, è un “personaggio” che ha saputo conquistarsi da subito le mie simpatie. Perchè Alessia Gazzola ha saputo caratterizzarla bene nelle sue peculiarità e nel suo essere, alla fine, “comune”. Una semplice ragazza dei giorni nostri…piena di pensieri contraddittori sulla prorpia vita privata, ma ricca di interessi e di curiosità (che la farà finire ovviamente in un sacco di guai). Come sono ben caratterizzati i personaggi secondari e comprimari. Arthur: fidanzato, reporter giramondo, figlio del “Supremo” -il capo di Alice-, di origine inglese ma con dimora attuale a Parigi (per cui all’inizio del romanzo Alice si farà in quattro per vincere un micro seminario nella città dell’amore…con intenti tutt’altro che accademici), egoista e -insomma- a conti fatti stronzetto. Claudio: medico legale, dongiovanni, ambiguo -ma non poi così tanto alla fine dato che si capisce benissimo cosa vuole- con Alice, arrogante, so-tutto-io, egoista e -insomma- a conti fatti- stronzetto (eumh?! XD). Yukino: compagna di appartamento, giapponese in Italia per studi, fonte di vivacità e amante delle sane maratone di anime/serie tv, con una passione poco nascosta per i cani che le farà adottare un bastardino che poi rimarrà ad Alice. Ambra, Lara, Cordelia e chi più ne ha più ne metta. Ma una cosa li accomuna tutti, sanno rendersi simpatici o antipatici a seconda…ma comunque risultano sempre veri. Mi ha stupito, più che altro, quanto in rapporto siano presenti più personaggi antipatici e/o egoisti rispetto alle controparti simpatiche. Una scelta strana, atipica, che ha saputo donare un “non so che” in più al romanzo. Perchè invece di infastidire questi “anti-eroi” mi hanno fatto sorridere spesso e volentieri per le loro idiosincrasie. Poi, come la stessa autrice ha più volte rimarcato, i suoi romanzi non intendono accostarsi ai medical-thriller di Patricia Cornwell bensì essere dei chick-lit che mescolando al loro interno una parte urbana e spigliata ad un’altra più seria dovuta alla medicina e all’investigazione. Un’investigazione deduttiva dove Alice, per la sua proverbiale e maledetta curiosità, non resiste ad immischiarsi dove non dovrebbe. Non riesce a fare a meno di domandarsi cosa sia successo e quindi rimurgina e pensa, pensa e rimurgina, si fa coinvolgere a livello umano dove dovrebbe invece mantenersi distaccata e professionale, come la medicina richiede. Spingendo chi le stà attorno, con quel suo savoir-faire da sono-in-cerca-di-guai, a darle manforte…loro malgrado. In tutto questo è coadiuvata e supportata dall’ispettore di polizia che la sprona, molto più di quanto facciano i suoi capi del reparto di medicina legale per stimolarla nel lavoro medico di tutti i giorni (e poi ci si chiede perchè cerchi sbocchi alla vivacità che le è propria), a invischiarsi sempre più nei casi. Finchè la frittata è fatta…di nuovo. Il caso nascerà, questa volta, con la dipartita di un noto scrittore -l’anziano Konrad Azais- che verrà trovato morto in casa della figlia presso cui viveva, per cause apparentemente naturali. Ma estremamente sospette alla nostra Alice…sopratutto se si pensa che la stessa era stata inviata pochi giorni prima, su ordine del tribunale, per una richiesta di interdizione fatta dai tre figli maschi dell’uomo, arrabbiati per una lettera in cui il padre annunciava di aver destinato in eredità il suo intero patrimonio ad una non meglio identificata LEI. Gli interrogativi, le nuove e sempre più sorprendenti scoperte porteranno il lettore a incolpare prima l’uno, poi l’altro dei famigliari di Azais, senza venirne però mai a capo. Altri segreti di famiglia verranno alla luce e si intrecceranno alla vicenda in un modo veramente ben gestito da Alessia Gazzola, che riesce a mantenere quindi fino alla fine il lettore sul filo del dubbio.
Il secondo capitolo della saga di Alice Allevi è stata una conferma! Lo stile e la scrittura, scorrevole e frizzante, sono rimaste invariate. La storia, più articolata rispetto al primo libro, mi ha decisamente convinto, mischiando tutte le sfumature gialle e rosa che un libro di questo genere deve avere. Alice Allevi è quella che mia nonna avrebbe definito "una sagoma" e penso di non poterne più fare a meno...devo leggere il terzo libro! Un altro grande applauso alla Gazzola!
Un segreto non è per sempre è il secondo capitolo della serie incentrata sulle vicende di Alice Allevi, una specializzanda in medicina legale che con il suo essere così spontanea e goffa, e grazie anche al suo innegabile intuito, ha conquistato il cuore di tantissimi lettori.
Ammetto di non aver avuto minimamente idea dell’esistenza di questi libri se non dopo aver visto il loro adattamento televisivo, che mi ha invogliato ad iniziare la lettura.
Premettendo che non sono una grande amante del thriller né di libri troppo violenti, posso dire di essere stata piacevolmente stupita da questo lato del romanzo.
Nonostante le storie sulle investigazioni e sulle tante autopsie a cui Alice assiste, non sono stata per nulla disturbata da questo aspetto, anzi spesso molti dettagli hanno risvegliato la mia curiosità (inoltre si nota chiaramente che la scrittrice è del settore e sa benissimo di cosa sta parlando). L’ambientazione della storia varia dall’Istituto Legale dove studia/lavora, al commissariato in cui collabora, avendo però sempre come punto di riferimento il piccolo paesino di provincia da cui Alice proviene.
Certo, non è particolarmente intricata come trama, ma ha il vantaggio di essere una lettura scorrevole anche per chi, come me, non si approccia spesso al genere.
Ma volete sapere il vero motivo per cui ho iniziato a seguire Alice? Rigorosamente, esclusivamente e inequivocabilmente solo per lui… Claudio Conforti, diretto superiore della nostra piccola (improvvisata) investigatrice. Si, è vero, lei ormai sta con Arthur Malcomessquantoseinoioso (tra alti e bassi) ma può una relazione a distanza, che viene vissuta nei ritagli di tempo, essere considera tale?
“Quando rifletto su chi è Arthur, sui suoi obiettivi sul suo modo di essere, mi sento tempestata da un’infinità di incertezze, ognuna più crudele dell’altra. Dalla più banale – quale futuro esiste per noi, e in quale frazione temporale è esattamente ubicato questo futuro? – alla più insolente – è davvero la persona giusta per me? – alla più abnegante – sono davvero la persona giusta per lui?”
In questo libro Alice inizierà a porsi diverse domande sul tipo di rapporto che sta vivendo, complice anche una sempre maggiore attrazione per il medico legale più tenebroso (e anche un po’ cinico) di cui io abbia mai letto. Un uomo che nonostante sia spesso troppo diretto e scontroso, suscita in lei forti emozioni, al punto da confonderla.
“E ancora, nascondo a me stessa che esiste una parte di me, non so ancora quanto forte, che prova qualcosa per Claudio, qualcosa che porto dentro da tantissimo tempo.”
Inoltre adoro lo stile della Gazzola, che con semplicità arriva dritta all’obiettivo, esternando spesso concetti talmente belli che mi sono messa a rileggerli più volte. Sono stata tentata di citarveli tutti ma la cosa avrebbe potuto prendermi troppo la mano!
Insomma un libro con il giusto mix di giallo e romance, mai noioso, mai ripetitivo ma sempre una continua avventura che vivremo attraverso gli occhi della nostra allieva preferita.
Avevamo lasciato la nostra Alice con una nuova offerta di lavoro da consulente, sono passati alcuni mesi da allora e Alice sarà di nuovo alle prese con un nuovo ingarbugliato caso: la morte sospetta di un importante scrittore, Konrad Azais.
L’unica ad sapere qualcosa su questa morte è la nipote di Azais, Clara, che dice di non ricordare nulla di quella sera, toccherà alla nostra Alice trovare il modo di farle ricordare qualcosa, ma c’è davvero bisogno di ricordare??? Clara è una ragazza molto scaltra, cosa nascondo veramente dietro al suo assordante silenzio??? Questo è solo una parte di quello che Alice dovrà scoprire perchè dietro alla morte di Azais si nascondono segreti persi nel tempo, tutto sta nel capire il movente, ma se non fosse solo il quello che crede la polizia?? Ebbene si amici miei, Alice stavolta ha una bella gatta da pelare! Ma oltre alla vita lavorativa bella piena di eventi, anche quella privata non è da meno. Durante un convegno si ubriaca e va a letto con Claudio (che diciamolo non aspettava altro XD), prende forma il triangolo amoroso che era appena stato accennato nel primo libro (io continuo ad essere TEAM CONFORTI). Vedremo anche un altro lato di Claudio che, grazie ai ricordi di una sua vecchia amica, ci fa capire quanto sia cambiato negli ultimi anni, senza però farne capire il reale motivo, o forse accennandolo solamente, ma immagino che dovremo scoprirlo nel prossimo libro. Arthur ha finalmente una reazione normale, si arrabbia parecchio quando scopre la verità, ma comunque non riesce a piacermi neanche un po’, troppo perfetto, troppo tutto. Insomma, come avrete capito c’è taaaanta roba in questo libro, tante cose che Alice deve scoprire e noi con lei. Alessia Gazzola riesce a non perdersi, cosa che di solito succede in un secondo libro, appassionandoci come in L’allieva, l’ironia, i guai di Alice, li ritroviamo sempre in questo libro e, a parer mio, sono un mix letale. L’ho divorato in un giorno come il primo, non potevo farne a meno, attenti amici miei, Alessia Gazzola potrebbe portare dipendenza, non so proprio come fare a sopportare l’attesa per il prossimo libro XD
ma già un deciso miglioramento rispetto alla bieca chick lit che era il primo.
Qui almeno la parte gialla è dignitosa, anche se le lungaggini sono tante e si incarta un poco verso la fine.
La protagonista pare più convincente (almeno sembra aver messo un poco la testa a posto lavorativamente parlando e si comporta con discreta serietà, sorvolando sulla volta che raccatta il cadavere sbagliato) e anche l'aspetto rosa è meglio inserito nel racconto. Tra i due "oggetti" del sentimento di Alice io parteggio decisamente per Claudio che trovo un personaggio decisamente ben riuscito e di una sincerità di intenti rinfrescante: Cosa c'è che non va in me, Alice? E' vero, ho una personalità narcisista. Sono un donnaiolo, perchè una botta non la nego a nessuna. A parte questo... sono un bel ragazzo di trentasei anni, brillante e in salute. Chi potrebbe resistere a cotanto uomo? ^_^. Una con il cervello in zucca, penso. E stranamente Alice almeno per ora ce la fa. Anche se come in ogni rosa con conflitto che si rispetti ha già combinato la frittata cedendogli durante un convegno, utilizzando il trito alibi dell'ubriacatura. Seeeeeeee.
Mancano un poco la freschezza e l'ironia che caratterizzavano il primo libro, ma la maggiore maturità mi pare compensi abbondantemente.
Lettura piacevole e divertente.
Postilla: sarebbe utile, comunque, che qualcuno segnalasse all'autrice che non è necessario piazzare il nome della marca ad ogni piè sospinto: la frase (peraltro zuccherosa e inutile) La morbidezza dei suoi capelli è da invidia, non riesco a ottenere lo stesso risultato nemmeno con litri di balsamo tal dei tali avrebbe lo stesso impatto (?) anche se non individuasse il balsamo tal marca. Stessa cosa, ma meno fastidiosa, la continua citazione della colonna sonora sullo sfondo, ma qui può essere una scelta stilistica.
“Conoscere per caso una persona e poi ritrovarla il giorno dopo nella sala delle autopisie, è un conto. Ma due volte? Non è che per caso porta sfiga? E’ questo che inizierà a pensare Alice, quando per la seconda volta in poche settimane, troverà sul tavolo settorio una persona da poco conosciuta. . Alice con determinazione e tenacia, sta dimostrando a tutti all’interno dell’istituto il suo valore. Valore che viene riconosciuto da alcuni e denigrato da altri. Un giorno viene chiamata dal professor Anceschi per affiancarlo durante una perizia psicologica. Konrad Azais è un anziano scrittore famoso, un pà eccentrico, un po’ dal carattere estremamente difficile, al limite dell’odioso quasi insopportabile. Eppure, per quanto sia impenetrabile come persona, ad Ancechi e ad Alice sembra una persona in perfetta salute mentale, nelle sue piene facoltà. Sembra andare tutto bene, se non fosse che una semplice visita per indagare sulle facoltà mentali dello scrittore, si trasformano in indagini sulla sua improvvisa morte. Alice l’aveva visto il giorno prima e sembrava stare bene, com’è possibile che d’improvviso sia morto? Cos’è quella strana lettera trovata sulla scrivania? Può davvero essere un caso di suicidio? Oppure una morte naturale? Oppure forse c’è la mano, il gesto di qualcuno dietro alla sua morte? Nonostante la promessa fatta a se stessa per evitare di finire nuovamente nei guai. Alice inizierà ad indagare sulla vita di Konrad e sulle persone che lo circondavano. Nel frattempo la vita personale di Alice continua ad essere un po’ altalenante. Durante il primo romanzo Alice e Arthur si erano lasciati, per poi provare a tornare insieme a distanza. Ma sarà davvero una buona idea? O non farà altro che far soffrire entrambi tentare di portare avanti un qualcosa che sembra destinato a non avere un lieto fine?
Stile, trama e personaggi.
Anche in questo secondo capitolo lo stile si presenta scorrevole e coinvolgente. E’ impossibile non farsi coinvolgere nelle vicende dei personaggi, perchè il lettore si ritroverà completamente immerso nei pensieri e nelle sensazioni che prova Alice, essendo scritto in prima persona dal suo punto di vista. Alice non riesce a non farsi coinvolgere, anche se si era ripromessa di inalzare un muro per proteggersi dal dolore e per evitare di finire nei guai. Ovviamente non riesce a restare indifferente, è una persona estremamente empatica e curiosa, così anche noi lettori ci ritroviamo ad immergerci completamente nel caso di turno. La mia parte preferita di questi romanzi resta la parte medical, tutti gli studi dietro e soprattutto vedere Alice all’opera. Alice mette in atto tutte le sue conoscenze per far venire alla luce la verità. Alice ci mette tutta se stessa per dare loro giustizia. . In questo secondo volume ho avuto l’ulteriore conferma della forzatura del personaggio di Arthur. Personalmente ritengo che ai fini della trama sia un personaggio del tutto inutile. Non sono riuscita ad apprezzarlo fin da subito, perché l’ho percepito come forzato. Non sono mai riuscita a sentirlo, a percepirlo. Alla fin fine sappiamo veramente poco di lui, quasi nulla. Non sono mai riuscita ad entrare in sintonia con lui. Non sono riuscita a percepire il sentimento che in teoria lega Alice e Arthur. Non riesco, trovo questo “triangolo” troppo forzato. All’epoca dell’uscita del romanzo (2011), andava molto questo trope, era molto diffuso. Per me è un personaggio piatto, mentre ho trovato molto più interessante il personaggio di Cordelia, la sorella. Ho avuto la sensazione leggendo questi primi due romanzi, che l’autrice si sia sentita quasi obbligata a inserire del romance fin dall’inizio. Sicuramente è una mia personale sensazione, molto probabilmente sbagliata. Ma è anche vero che nel mondo della letteratura all’epoca, si pensava fosse quasi d’obbligo una storia d’amore, anche forzata. Ancora adesso è così, purtroppo. Secondo me questi due romanzi avrebbero funzionato benissimo anche senza il personaggio di Arthur. Avrei preferito si fosse concentrata su tutto il resto che ha scritto, omettendo le scene con Arthur. Ho percepito tutti i personaggi, tranne lui. Purtroppo esiste la convinzione sia in letteratura che nel mondo cinematografico (o serie tv), che senza la componente romance una storia non possa andare avanti. Ma secondo me non è vero. Il romance è perfetto se è inerente alla storia, sennò no. . Per quanto riguarda Claudio, l’altro pezzo del puzzle del triangolo. In questi primi due romanzi non si sbilancia troppo, ma risulta comunque un personaggio molto interessante. Claudio inizia già ad intrigare le lettrici/i lettori, rispetto ad Arthur che risulta piatto e forzato. Claudio è un personaggio che da una parte lascia i lettori nella fase: ancora non so come inquadrarti, ma allo stesso tempo mi intrighi. Dall’altra ti rendi conto che sotto c’è molto altro. Mi spiego, Claudio conosce Alice da quasi due anni all’interno del secondo romanzo, viene ricordato il fatto che si sono conosciuti durante la scelta di Alice al momento di scegliere quale specializzazione intraprendere. Pagina dopo pagina si comprende possa esserci qualcosa sotto anche da parte di lui. Si comprende che in mezzo alle continue frecciatine, alle battute a volte infelici e ai commenti un po’ arroganti e un po’ odiosi, che ci tiene veramente a lei. Quando Alice ha bisogno di lui, lui c’è. . Infine ho trovato bilanciato il mostrare la vita privata e lavorativa di Alice anche in questo secondo volume. Alice è cresciuta in questo secondo romanzo, la troviamo più determinata e consapevole del rischio che ha corso nel precedente capitolo. Non solo aveva rischiato di essere radiata dall’albo dei medici perché si è lasciata coinvolgere troppo. Ma ha rischiaro di essere sbattuta fuori dall’istituto, sempre perché si lascia coinvolgere troppo in faccende che non dovrebbero interessale, lasciando a volte lo studio da parte. In questo volume, per quanto resterà sempre la sua caratteristica principale quella di lasciarsi coinvolgere. Impara anche a dare il giusto peso a tutto, quindi si impegna per continuare a dimostrare a se stessa e agli altri, che può farcela a fare il medico legale. . Voto: 4/5.”
Se L'Allieva tutto sommato poteva dirsi un giallo atipico ma comunque tutto sommato si riesce a leggere, questo è davvero illeggibile dove la parte degli amorazzi di Alice Allevi sovrasta il resto e la parte gialla è talmente stinta da apparire rosa. Visto che la Gazzolo si rifà alla famosa Key Scarpetta della Cornwell bisogna dirle che dovrebbe rileggere i primi volumi - ma anche gli ultimi veramente scadenti sono sempre meglio di questo - per capire come si scrive un giallo con all'interno parti rosa. Mentre nei romanzi di Key Scarpetta tutto concorre ed è funzionale alla storia, la Gazzolo sembra scrivere due romanzi, uno imperniato sul giallo, e un secondo sulle sue vicende personali. Due parti del tutto staccate e che contrastano tra di loro. Qui poi c'è una tale confusione che rende improbabili certe situazioni. Ad esempio a marzo a Roma muore assiderato un barbone, manco fosse un paese del nrod - solo per introdurre un siparietto tra lei e Claudio. Insomma non ci siamo.
L'ho trovato molto più curato del precedente. E' vero che in questo capitolo della serie Alice si trova in un limbo per quanto riguarda i suoi rapporti con i due pretendenti che la tormentono. Claudio sempre più stronzo e Arthur sempre in giro nei posti più pericolosi del mondo, e Alice che pende da una parte e dall'altra ma ancora non ha deciso da che parte stare. A parte i problemi di cuore della protagonista, l'inchiesta è stata trattata nei minimi particolari, quando sembrava che un mistero fosse risolto, venivano messo in dubbio altre cose, diversi colpi di scena e due omicidi con due colpevoli diversi... io avendo già visto l'intera serie televisiva sapevo già dove volesse andare a parare per la morte dello scrittore, invece l'omicidio di Ameliè me lo sono goduta molto di più.
Con questa serie mi fermo qui. La protagonista non riesce proprio a starmi simpatica, non condivido le sue scelte e le sue scenate, per non parlare del triangolo che si sviluppa con i protagonisti maschili. Un secondo prima è completamente innamorata di uno, subito dopo cambia idea ed è presa dall'altro - che poi finisce per rifiutare - in un tira e molla infinito ed assurdo. Veramente snervante! Peccato perché la trama dei gialli non mi dispiace affatto, ma è resa troppo lenta dalle vicissitudini di Alice (molte delle quali sono secondo me assolutamente superflue). Troppe pagine piene di avvenimenti inutili, che uccidono la curiosità causata dalle svolte del caso poliziesco. Non fa per me!