Le donne non sono più cattive, né meno cattive degli uomini, semplicemente lo sono in modo diverso. Quando a sollevare la paura al livello di orrore è l’immaginazione femminile, l’orrore è essenzialmente orrore quotidiano: non l’invenzione di quel che è orribile, perché strano, ma la scoperta di quanto vi sia di orribile in quel che è quotidiano. Dagli orrori tragicamente possibili, quali la violenza del potere – non solo e, forse, non soprattutto fisica – alle realtà capovolte, riflesse, rovesciate come un guanto, un filo rosso fatto di “brividi sottili, arcani, inquietanti” tiene uniti questi racconti. Un orrore autentico, sottile e molteplice, ma anche pragmatico, ragionevole e concreto. Il lettore verrà condotto nei sotterranei più affascinanti e misteriosi che ci siano: quelli della natura umana e femminile. Poiché se non vi è orrore dove non vi è immaginazione, non vi è orrore fuori di noi che non rifletta quello che è in noi.
Marguerite de Navarre, also known as Marguerite d'Angoulême and Margaret of Navarre, was the queen consort of King Henry II of Navarre. As patron of humanists and reformers, and as an author in her own right, she was an outstanding figure of the French Renaissance. Samuel Putnam called her "The First Modern Woman".
Cercherò di essere breve. Partiamo dal fatto che il titolo è fuorviante, non vi sono racconti ma capitoli estratti da romanzi gotici e non solo; il gotico che viene inteso in questa raccolta non è solo quello di fantasmi e abbazie decadenti, ma anche dell'orrore dello schiavismo e della cattiveria umana, un orrore più terreno e meno favolistico, ma anche la parodia del genere così da avere un capitolo tratto da L'Abbazia di Northanger di Jane Austen, uno da L'Italiano e uno da I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe, forse la più iconica tra le scrittrici del gotico, o ancora dal Frankenstein della Shelley, per passare ad Aphra Behn ed il suo Oroomoko sugli orrori della schiavitù o a Madame d'Aulnoy con Il ramoscello d'oro tratto da I racconti delle fate. Un merito di questo libro è far conoscere anche scrittrici che qui in Italia non sono molte prese in considerazione (io stessa non ne conoscevo molte), grazie anche alle piccole biografie scritte per ognuna delle sedici scrittrici, anche se alcune di queste si soffermavano di più sui difetti e le mancanze della loro scrittura che sui pregi, una cosa che mi ha un po' perplessa. I difetti di questo libro sono perlopiù tecnici, prima di tutto il font usato, troppo sottile ed usato in un corpo troppo piccolo, per chi vede poco o è dislessicə (o entrambe le cose come nel mio caso) la lettura diventa molto stancante, io per esempio ho impiegato il doppio del tempo per finirlo anche se ha solo poco meno di 300 pagine. L'altro difetto sono gli errori di battitura. Tanti, troppi. Almeno uno ogni 3 o 4 pagine, alcune volte anche su più pagine di seguito. Questo mi fa capire che non c'è stato un editing, o comunque un editing serio, prima della messa alle stampe, potrei capirlo per un autoprodotto ma per un libro di una casa editrice che costa la bellezza di 16€ per me è una grande pecca e per questo dico che non vale comprare la versione cartacea di questo libro come invece ho fatto io.
Ahimè, l'idea era buona, peccato per la sua realizzazione. Innanzitutto, vi è già un primo errore nel titolo: non sono racconti gotici, bensì estratti dei romanzi di diverse autrici. Il che è anche interessante come idea, ma di conseguenza la raccolta va presentata in modo del tutto differente. Ad ogni modo, il neo più grande è rappresentato dalla quantità di errori presenti (punteggiatura, battitura di intere frasi), come se non ci fosse stato un processo di editing. Volendo evidenziare, invece, gli aspetti positivi, sicuramente la raccolta dà la possibilità di conoscere autrici poco note (se non del tutto sconosciute) e invoglia il lettore a recuperare le loro opere.
Ho avuto il piacere di leggere Gotico Femminile in collaborazione con la Casa Editrice.
La scelta della autrici e dei testi è davvero molto accurata però, il titolo è fuorviante in quanto non si tratta di racconti ma di capiroli estrapolati da romanzi.
Lo consiglio a chi vuole approcciarsi alla letteratura gotica ma nel caso ne siate appassionati vi conviene controllare prima la lista dei testi presenti perché potreste averli già letti.
3.5/5 Allora intanto il titolo è un po’ fuorviante perché non ci sono solo racconti ma anche estratti da romanzi, alcuni molto famosi come Jane Eyre o Cime Tempestose. In ogni caso ho trovato la raccolta interessante se non altro per il motivo che mi ha fatto conoscere diverse autrici di cui ora vorrei leggere i romanzi. Ho trovato molto utili anche le introduzioni alle autrici prima di ogni racconto.
I miei “racconti” preferiti sono stati la novella XXXI di Margherita di Navarra tratta da L’Eptameron, “Paesaggio” di Madame de Staël tratto da L’Alemagna e infine “La voce malefica” di Vernon Lee da Possessioni.
2.5⭐️ “gotico femminile” è una raccolta che esplora le voci femminili nel panorama del gotico e dell'horror, portando in primo piano paure e ansie profonde, spesso legate alla condizione femminile. Le autrici presenti, da epoche diverse, offrono una varietà di stili e atmostere, creando storie inquietanti, evocative e ricche di simbolismi. Questa antologia riesce a fondere il terrore con temi come il corpo, la psiche e la libertà individuale, offrendo una prospettiva unica e raffinata sull'horror gotico. Tuttavia a mio avviso è una lettura che potrebbe piacere a chi vuole esplorare nuove voci nel genere, ma nel complesso lascia l'impressione che ci fosse un potenziale non del tutto sfruttato. Due stelle e mezzo per l'impegno e alcune buone idee, ma il libro non riesce a emergere come una raccolta memorabile. In definitiva una lettura piacevole per gli amanti del genere ma non imperdibile.
Sicuramente il sottotitolo è fuorviante perché nella maggior parte dei casi si tratta di estratti da romanzi e non racconti brevi indipendenti (che sono comunque presenti, ma in minor numero). Resta comunque una lettura interessante per scoprire o riscoprire molte autrici italiane e straniere che sono spesso dimenticate, ignorate e non vengono prese in considerazione quando si studia letteratura (escludendo Jane Austen, le sorelle Brontë e Mary Shelley) o che a volte vengono solo menzionate all’interno del contesto storico senza approfondimenti riguardo alla loro produzione.
Una mezza delusione. Le storie di per sé sono molto belle ma credo manchi un buon apparato critico che sarebbe la cosa più significativa di un libro che riporta testi già pubblicati e non inediti.