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Terra bruciata: Come la crisi ambientale sta cambiando l'Italia e la nostra vita

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Non c'è il 2020 verrà ricordato per la pandemia di Sars-CoV-2. Eppure non è stata l'unica emergenza che abbiamo dovuto affrontare. Bastano pochi dati per rendersene l'aprile del 2020 è stato il più caldo d'Europa da quando si effettuano registrazioni, ed è seguito a un inverno che ha fatto segnare 3,4 gradi in più rispetto alla media del trentennio 1981-2010. Come ci fa notare l'autore in queste pagine, la crisi sanitaria e quella ambientale sono entrambe sono globali, entrambe sono causate dal nostro modello di sviluppo - fatto di deforestazione e urbanizzazione incontrollate, senza nessun rispetto per l'equilibrio degli ecosistemi - ed entrambe hanno investito il nostro Paese con particolare violenza. Già, perché morfologia del territorio e posizione geografica piazzano l'Italia in prima linea sul fronte dei cambiamenti climatici. Il libro che avete in mano vi condurrà in un viaggio attraverso l'Italia per capire cosa succede al nostro i ghiacciai che si ritirano, le coste erose dall'innalzamento del mare, le città sempre più arroventate. Venezia minacciata dall'acqua alta e la Sicilia in via di desertificazione. Ma l'allarme non riguarda solo il coinvolge l'agricoltura, il turismo, la sicurezza delle nostre case e la disponibilità di energia idroelettrica. Colpisce, insomma, la vita quotidiana di ciascuno di noi. Il punto non è più quale pianeta lasceremo ai nostri nipoti, bensì in che condizioni versa, oggi, il Paese in cui viviamo. Con passione e competenza, unendo l'inconfutabilità dei dati scientifici alla potenza del reportage in presa diretta, Stefano Liberti ci porta alla scoperta di un'Italia in cui convivono realtà esempi già all'avanguardia nella tutela dell'ambiente e una politica nazionale inadeguata e immobilista. E ci ricorda che è arrivato il momento di passare all'azione, promuovendo una presa di coscienza collettiva e stimolando un dibattito franco, costruttivo e non ideologico, su una questione che non può più essere rimandata.

237 pages, Kindle Edition

Published September 22, 2020

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About the author

Stefano Liberti

15 books23 followers
Stefano Liberti (1974) pubblica da anni reportage di politica internazionale sul manifesto e altri quotidiani e periodici italiani e stranieri. Nel 2004 ha pubblicato -­ insieme a Tiziana Barrucci -­ Lo Stivale meticcio. L’immigrazione in Italia oggi (Carocci). Collabora con il programma televisivo C’era una volta ed è tra i curatori di mwinda, sito di analisi geopolitica sull'Africa. Un suo reportage è incluso nell’antologia Il corpo e il sangue d’Italia (minimum fax 2007). Per minimum fax ha pubblicato A sud di Lampedusa (2008), con il quale ha vinto il prestigioso premio di scrittura Indro Montanelli, e Land grabbing (2011). Ha ottenuto il premio giornalistico Marco Luchetta, il premio Guido Carletti per il giornalismo sociale e il premio L’Anello Debole (sezione tv) (tratto da www.minimumfax.com)

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Displaying 1 - 4 of 4 reviews
Profile Image for Daniele Scaglione.
Author 13 books15 followers
October 16, 2020
Può darsi che sia ora di smetterla di parlare di cambiamento climatico. Nel senso che, forse, discutere di parti di CO2 nell'aria, di temperatura, in salita, di acidità degli oceani, ha un limite: le vedono in pochi, queste cose. Aggiungo che, parlando di cambiamento climatico in senso generale espone al rischio di infilarsi in discussioni un po' frustranti con chi sostiene che non è vero nulla e che - come dimostra un grafico tirato fuori chissà dove - in una particolare località di un fiordo, in qualche momento del sedicesimo secolo la temperatura era più alta di oggi e, dunque, il riscaldamento globale è una bufala.

Forse, dobbiamo parlare soprattutto dei cambiamenti che stanno avvenendo, che in buona parte sono già avvenuti e noi ci siamo in mezzo. Questo libro lo fa benissimo. Stefano Liberti racconta il viaggio che ha compiuto attraverso i luoghi più colpiti d'Italia.

Viaggio che inizia con i ghiacciai alpini, il cui ritrarsi è davvero impressionante, anche intorno al re di quelle vette, il Monte Bianco. Liberti segue il corso del Po, sino al mare, dove l'acqua salata ha già conquistato considerevoli fette di terreno. Racconta Venezia che affonda: la storia di Anna e Gianni, che vivono a pianterreno, in questa città, è straordinaria, nel far capire cosa vuol dire, in concreto, affrontare i problemi legati al cambiamento climatico (anche se Venezia affonda non solo per via del mare che s'innalza, questo Liberti lo spiega benissimo).

Il libro racconta la forza distruttrice del vento Vaia, che ha cancellato boschi nel Triveneto. Liberti incontra gli apicoltori e i contandini che lottano contro la famelica cimice asiatica. Parla di come la Sicilia stia diventando un'isola tropicale e di come le grandi città affrontino il loro destino, che è quello di essere delle isole di calore.

È un libro che parla di lavoro, anzi, di come cambiano i lavori. Ci sono i lavori strettamente connessi all'emergenza climatica. Quelli di climatologi e fisici dell'atmosfera, che cercano di capire come vanno le cose. Quelli di chi cerca di arginarne le conseguenze, come il Chief Resilience Officer della città di Milano.

Ma c'è anche il lavoro di chi, agricoltore, si vede cambiare la situazione sotto gli occhi. E, allora, ha cominciato a coltivare manghi, avocado e altri frutti tropicali. La capacità di adattarsi non risolve certo il problema del cambiamento climatico, ma è necessaria, già oggi, e a breve diventerà indispensabile.

Qualcosa manca, nel libro di Stefano Liberti. Ma non perché lui abbia dimenticato di mettercela, ma proprio perché non c'è. Mi riferisco alle classe politica. L'Italia - Liberti lo ripete tante volte - è uno dei paesi al mondo che più subisce e più subirà le conseguenze del cambiamento climatico. Eppure è uno dei paesi dove i politici - e i media - ne parlano di meno. L'Italia è uno dei paesi dove è più forte il movimento di Fridays For Future, eppure, queste giovani e questi giovani sono senza interlocutori politici.

L'emergenza climatica non entra neppure nei dibattiti elettorali, cosa che invece sta avvenendo anche negli Stati Uniti d'America (se poi, oltre a entrare nei dibattiti influenzerà anche le scelte degli elettori, lo sapremo tra qualche settimana).

Una soluzione non esiste. Ci sono, piuttosto, una serie di cose da fare. Il libro di Stefano Liberti, parlando dei cambiamenti concreti che già sono in atto, mi sembra vada nella giusta direzione.
Profile Image for Lia.
196 reviews
May 8, 2022
Il territorio italiano è un hotspot climatico e gli effetti del surriscaldamento globale vi si manifestano in maniera particolarmente evidente già adesso. Dalle vaste aree destinate a finire sommerse come il ferrarese e la laguna di Venezia, alle molteplici coltivazioni locali che probabilmente a breve converrà sostituire con specie tropicali, questo report si compone delle varie testimonianze di figure penalizzate in vario modo dal cambiamento climatico, come agricoltori, pescatori, produttori di vini, apicoltori, amministratori locali, ecc. Anche se la situazione è persino più preoccupante di quanto tendiamo mediamente a figurarci, l'autore non manca di fornirci alcuni esempi virtuosi utili a non perdere la speranza in un'inversione di rotta efficace, per ricordarci che il contrasto al cambiamento climatico non va vissuto "come un costo, ma come una risorsa; la sostenibilità ambientale un valore da rivendicare con orgoglio, non un peso sulle finanze cittadine".
Se di mestiere facessi l'insegnante, mi ingegnerei per invogliare i miei studenti a leggere questo libro. Il lavoro di Stefano Liberti è encomiabile come sempre.
Profile Image for Vanessa.
11 reviews3 followers
April 10, 2022
Semplicemente, è un libro da leggere.

Stefano Liberti ci porta in un viaggio attraverso l'Italia flagellata dai cambiamenti climatici, dando voce alle realtà colpite ma anche a tutte quelle persone che non si danno per vinte e trovano nuovi modi per fare imprenditoria.

Dai ghiacciai, alle Langhe, al Po, fino alla Sicilia; l'Italia è un hotspot dei cambiamenti climatici e gli effetti sono sempre più evidenti. Venezia sta morendo, la Sicilia si sta desertificando, le temperature continuano ad aumentare e le istituzioni restano immobili, distanti di fronte a questa realtà che tra pochi anni renderà molte zone del nostro paese inabitabili.

"Spesso in questo Paese si parla all'infinito dei problemi che ci affliggono. Sarebbe bello mutare prospettiva e cominciare a guardare avanti: immaginare soluzioni."

Ed è così, in un insieme di catastrofi e distruzione, che Liberti mette su carta il mondo che ci troviamo ad abitare, non senza però lasciare un ultimo flebile spiraglio di speranza.
Profile Image for Alberto Arcidiacono.
Author 5 books
August 29, 2022
Il Mediterraneo è un hotspot climatico, un “punto caldo”, ossia un’area che si sta scaldando più rapidamente di altre. E l’Italia, per le sue caratteristiche morfologiche e la sua particolare posizione geografica, è al centro dell’emergenza climatica. Eppure, in un gigantesco processo di amnesia collettiva, questo tema rimane ai margini del dibattito pubblico. Perché? Com’è possibile che in tempi di elezioni, temperature record e siccità, questi temi non rappresentano il tema centrale della programmazione politica?

Terra Bruciata è un grido d’allarme, un lungo viaggio che attraversa l’Italia da Nord a Sud, dai ghiacciai alpini che si stanno sciogliendo alle coste erose dall’innalzamento del mare, dai campi agricoli arsi dalla siccità alle città sempre più arroventate. In un perfetto stile da giornalismo d’inchiesta, Stefano Liberti interloquisce con scienziati, agricoltori, pescatori, urbanisti, semplici cittadini. Il suo intento è quello di descrivere gli effetti presenti e quelli previsti per il futuro, le azioni di chi sta cercando di mettersi al riparo e di adattarsi alla nuova situazione.

Un libro da leggere per renderci conto della situazione, grave, in cui si trova il nostro Paese. Ma anche un reportage ricco di spunti di riflessione su come effettuare un cambio totale di paradigma, che sia all’altezza delle sfide che ci attendono nei prossimi anni. Consigliato.
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