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496 pages, Hardcover
First published October 1, 2018
Il libro intreccia e dipinge meravigliosamente le vite di Jan Zwartendijk e Chiune Sugihara, rispettivamente console olandese e giapponese a Kaunas, in Lituania, durante i primi anni della seconda guerra mondiale. I due diplomatici riuscirono a dare una speranza a migliaia di profughi ebrei in fuga dai nazisti creando una via di fuga attraverso l’Unione Sovietica, concedendo visti di transito per il Giappone e per Curaçao, colonia olandese.
Ma in realtà non è solo la loro storia, è il racconto di moltissime vite di diplomatici, consoli, persone comuni, che con il loro contributo riuscirono a svolgere un ruolo determinante nel salvare la vita a quanti più ebrei poterono. Qui ci sono le storie di chi salva e chi viene salvato da quella parte di umanità ancora capace di provare empatia e amore in un periodo storico raccapricciante. («Zelda trovó per sè e per la figlia un posto su un carro tirato da un cavallo. (..) ma il contadino invece di dirigersi a tutta velocità verso est, andò dritto a un posto di guardia militare e disse ai soldati: ho un carico di ebrei per voi. Poi si dileguó con i loro beni. I tedeschi ordinarono ai fuggiaschi di mettersi in piedi contro un muro. A ognuno assegnarono un numero da 1 a 12: dovettero scriverlo su un cartoncino e appuntarselo ai vestiti con una spilla di sicurezza. Trascorsero l’intera notte così, in piedi contro un muro, al freddo, immobili. Sul far del giorno l’oberscharfhurer gridò a tutti i numeri pari di spostarsi di lato. Poi le SS-schutzen spararono ai numeri dispari... »).