Quattro ragazzi e un’estate che si trasforma in un’avventura imprevedibile. Come la vita, come il primo amore.
Se dovesse scegliere un superpotere, Mario Brivio non avrebbe dubbi: l’invisibilità. Sarebbe il modo migliore per attraversare inosservato i corridoi del Boccaccio, lontano dagli sguardi del Bistecca e degli altri bulli della scuola. L’alternativa è quella a cui pensa sua mamma: spedirlo a trascorrere l’estate a casa della zia, a Castelnero, un paesino del Piemonte ai piedi delle montagne dove non conosce nessuno. Ma l’estate per un ragazzo di tredici anni – persino per uno apparentemente senza speranza come lui – è una stagione piena di magia, ed è proprio lì, tra boschi, torrenti e vecchi ponti di legno, che Mario incontra Tata. Tata, la ragazza più bella che abbia mai visto; Tata, la compagna di giornate trascorse a intagliare tronchi, costruire armi, e ad assaporare l’intensità di sentimenti fino ad allora sconosciuti. Insieme a lei, Mario diventa per la prima volta parte di un gruppo. O meglio, di una banda. Una banda di sole ragazze: Tata, Jo e Inca. Fino alla notte della tragedia. La notte in cui l’estate finisce e comincia un nero inverno, che ognuno di loro dovrà affrontare da solo. Un viaggio dentro un bosco fitto di paure, al termine del quale Mario e la sua banda si ritroveranno, mano nella mano, non più bambini.
Bah. Devo dire che questo libro non mi ha detto proprio niente, anzi. L’ho trovato vuoto, soprattutto nella prima metà, che è stata davvero lentissima e noiosissima, mentre nella seconda l’ho trovato decisamente troppo superficiale, dato i temi di cui si cercava di parlare, senza riuscirci per nulla, anzi; tutto il romanzo, poi, ha avuto un qualcosa di irrealistico che proprio non mi è andato giù. Peccato eh per la seconda metà, perché davvero c’erano degli spunti davvero niente male, anzi. A tutto ciò si aggiunge che tutto il libro va avanti davvero a fatica, sia a causa dello stile che risulta lentissimo, sia perché comunque la storia è raccontata in modo noiosissimo; diciamo che è stato un vero miracolo se non l’ho buttato giù da una finestra, ma mi sono sforzata di arrivare all’ultima pagina.
Il grande problema del romanzo, però, alla fine non è nemmeno la trama, perché i protagonisti sono decisamente peggio. Non ne ho mandato giù uno che sia uno. Mario è un vigliacco a cui piace fare la vittima e che non fa altro di farsi mettere i piedi in testa da chiunque gli passi davanti. Ma il peggio è sicuramente Tata, una ragazza vuota, insulsa, ma soprattutto crudele con chiunque le passi davanti, dal primo all’ultimo momento, tant’è che ancora non ho capito come sia possibile che sia così piena di amici e non di gente che l’ha sfanculata dopo più o meno 3 secondi.
Nel complesso, quindi, un libro che nella seconda metà aveva un po’ di potenziale, ma che decisamente non è stato sfruttando, lasciando che alla fine prevalesse un libro davvero insulso e stop.
Questo romanzo è bellissimo. Ha dentro tutto quello che chi non ricorda che cosa significa essere ragazzini vorrebbe non direi ai ragazzini, e che i ragazzini hanno invece una voglia e un bisogno assoluto di sentirsi dire.
l’ho trovato noioso, lento e stupido. mario è un bambino egoista e fastidioso. molte cose sono state raccontate e non si è spiegato come sono andate a finire, come il braccio rotto di angela: come l’hanno presa i genitori?, cosa gli ha raccontato? queste sono cose che mancano e che mi sono chiesta durante la lettura. aggiungere quel minimo di “fantasy” è stata una mossa insensata, perché fino a quando si è “scoperto” il sottomondo, non si è mai parlato di queste cose ed era una storia (quasi) realistica. non mi è piaciuto per niente e non lo consiglierei neanche al mio peggior nemico
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Una coltellata che mi ha aperto il petto e strappato il cuore. È questo che significa crescere: bisogna morire quando si lascia l'infanzia, farsi male.
Mario, il protagonista, ha 13 anni e una famiglia ferita. Durante un'estate nei boschi conosce delle ragazze che diventeranno la sua banda. Sono un gruppo di preadolescenti raccontate senza filtri, reali: fanno cose che sembrano crudeli solo perché siamo troppo cresciuti. Noi abbiamo perso l'intensità e il coraggio, ma le ragazze non hanno paura e Mario imparerà a stare in piedi con loro.
Sarà un'estate di riti di passaggio e perdite, fino ad un inverno che riapre le ferite. È una storia dolorosa in molti modi e il finale mi ha fatto venire i brividi. Non sto esagerando.
È un libro per lettori e lettrici già esperti, empatici ed allenati, oppure per il biennio. Secondo me è un libro in cui le vostre ragazze e i vostri ragazzi si specchierebbero tantissimo. Da leggere insieme, se non avessi paura dei groppi alla gola.
Bella lettura. Bella scrittura. Trama che vorrei aver scoperto da giovane e non da quarantenne. Perché? Perché mi avrebbe emozionata, mentre ora la sbircio con gli occhi di zia. Per una quarantenne è una lettura "leggera", ma non frivola, col ritmo delle vacanze da bambini che son quasi ragazzi.
Mario è quello che oggi si definirebbe un ragazzino timido e impacciato che non riesce ad inserirsi socialmente in un gruppo di coetanei. C'è un trauma nel passato di Mario, sua sorella Eva si è persa molti anni fa e questo potrebbe aver segnato la sua infanzia e formato il suo carattere. Sua mamma Rubina ha difficoltà a parlare con lui e prova a mandarlo dalla zia a Castelnero in Piemonte. Qui Mario incontrerà Tata, con la quale affronterà avventure di ogni tipo, scoprirà il suo carattere, formerà la sua tempra e vivrà dolore e gioia come non gli era mai successo. La cosa più segnante però sarà il fatto di far parte di una banda, anche se lui sarà l'unico maschio tra le femmine. Quando l'estate finisce però, accade una tragedia, non perchè si debba fare ritorno a casa, ma per la morte di una delle ragazzine della banda. Dopo alcuni mesi una lettera viene consegnata ai componenti della banda, quello che c'è scritto fa pensare al fatto che la tragedia dell'estate precedente non sia mai avvenuta. Per queso i ragazzi devono fare ritorno a Castelnero e provare a capire quel mistero. Nonostante la trama faccia pensare ad altro, il libro è monocorde, molto ripetitivo e privo di attrazione per i miei gusti. Peccato!
Una storia davvero semplicissima, o almeno appare tale dalla trama, che non è poi così ricca di eventi. In realtà, scavando sotto la superficie, emergono problematiche non da poco, quali il bullismo, l'amicizia profonda e la rivalità, il primo amore, . Mi sono trovata perfettamente (ed incredibilmente) a mio agio tra i protagonisti, pur essendo fin troppo cresciuta per scorrazzare assieme a loro, perché questi mi hanno fatto riscoprire la bellezza della spontaneità e dell'ingenuità tipica della prima adolescenza. Un'innocenza che dovrà affrontare batoste sicuramente dolorosissime, ma direi fondamentali per lo sviluppo personale e la scoperta di verità inimmaginabili.
"Il mondo non è di nessuno, lo sapevi? Io ne sono sicura. Eppure, proprio per questo, credo che possiamo prendercelo noi e farci quello che vogliamo, basta che sia qualcosa di BELLO. […] tocca a noi, Mario. Noi siamo vivi."
3.5/5 Una lettura per ragazzi amabile. Nonostante io non sia più una ragazzina, ho apprezzato tanto questa lettura. Ben scritto, ritmo equilibrato. La prima metà del libro è leggermente noiosa, ma con la seconda parte si viene risucchiati tanto da non vedere l'ora di sapere come va a finire. Un ragazzo ci si rispecchierebbe tantissimo negli stati d'animo di Tata, Mario e Inca e Jo. Un po' mi ha ricordato la mia adolescenza, con gli alti e bassi o i repentini cambi di umore. Consigliatissimo ad un pubblico giovane, un po' meno a chi è già adulto (ma comunque consigliato se si vuole tornare un po' indietro col tempo).
Quando l'ho preso in prestito da Amazon Reading non avevo capito fosse un libro per ragazzi. Mi aveva attirato la trama che parlava di estati passate lontane da casa , di comitive che esistono solo in quei luoghi e per quel tempo... insomma quella che è stata la mia vita fino a più o meno 18 anni ( 20 anni fa). Un libro che fino a metà però ha faticato a prendermi , ma raramente lascio un libro a metà , gli dò sempre una possibilità. E non sbagliavo. Il libro decolla in un susseguirsi di eventi e in un turbine di sentimenti che , se sono stati forti per me, immagino per un ragazzo in età pre-adolescenziale. Non avendo figli non conosco esattamente come sono i ragazzi di oggi , li trovo lontani anni luce da me , e non so se ha ragione chi dice che il libro non è adatto. Non mi esprimo in merito. La mia avventura con i libri è iniziata a quell' età ed è un'avventura che continua ad oggi. Perciò sono dell'idea che un libro è un tesoro prezioso a prescindere, un mondo da scoprire. Sicuramente questo libro vale la pena di essere letto. A qualsiasi età.
Storia di ragazzi, ma anche per noi adulti. Mi sono ritrovata nei boschi a respirare aria di muschio, resina e funghi in cerca del sentiero che porta alla scoperta del mio posto ne mondo, con nuovi amici...
"Non eravamo pronti. Ma non lo saremmo mai stati perché ad aspettare di essere pronti si finisce per non esserlo mai"
"I bulli esistono, ma potete sconfiggerli. Non dimenticatelo, nemmeno quando i bulli siete voi" Storia di ragazzi, ma anche per noi adulti. Mi sono ritrovata nei boschi a respirare aria di muschio, resina e funghi in cerca del sentiero che porta alla scoperta del mio posto ne mondo, con nuovi amici...
"Non eravamo pronti. Ma non lo saremmo mai stati perché ad aspettare di essere pronti si finisce per non esserlo mai"
"I bulli esistono, ma potete sconfiggerli. Non dimenticatelo, nemmeno quando i bulli siete voi"
Mario è un tredicenne che, bloccato dalle paure della mamma, fatica a stare con i suoi coetanei. Un'estate in un paesino di montagna cambierà la sua prospettiva, che è quella del lettore. Alla fine tra le altre scoperte capisce che si può dare la vita per i propri amici, e c'è chi gli scrive "non devo dimostrare niente a nessuno e odio le etichette". Avvincente, ma per chi? Non per un post-adolescente, non adatto ad un pre-adolescente, forse per un adolescente?
A metà strada tra "I ragazzi della via Paal" e "Stand by me", un romanzo di formazione al femminile, raccontato dalla voce di un 14enne, Mario, alle prese con un lutto feroce da superare, bulli di paese, primi amori e...un viaggio all Inferno per recuperare un'amica che si è perduta. I colpi di scena non mancano, fino alla fine. Le chiavi di lettura sono molteplici. Bello davvero.
Non avevo alte aspettative per questo libro, mi ispirava sì, ma pensavo che fosse un libro semplice per bambini, invece no, è molto forte, soprattutto sul finale, e all'inizio può sembrare un po' noioso, confusionario e ripetitivo, ma non è affatto così, né tantomeno scontato. Che dire, le mie aspettative le ha di gran lunga superate e lo consiglio molto!
libro stupendo, mi sono impersonificata nei personaggi già dalla prima pagina e mi è dispiaciuto tantissimo per il bullismo di Mario. per il finale ho pianto troppo, Laura, detta anche inca, non meritava tutto ciò, è stato un vuoto sentir dire che era morta, poi in un modo così brusco. la lettera finale è qualcosa di stupendo, che leggo e rileggo all' infinito...
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Questo libro l'ho letto senza neanche leggere la trama e mi ha rapito dalla prima all'ultima pagina. È scorrevole e molto accattivante. Mi ha fatto tornare bambina in un secondo e, essendo cresciuta in un piccolo paesino, mi sono immedesimata subito nei personaggi. Ho adorato ogni cosa di questo libro e lo stra consiglio a chiunque.
(non sono madrelingua italiana) -- Non l'ho letto tutta, ma tutto è sembrato un viaggio nel tempo in un luogo sconosciuto ma, nello stesso tempo, familiare. È un avventura pieno di emozioni. Un viaggio di scoperta dell'anima coraggiosa, nascosta tra le penombre delle paure. Una fuga ai boschi, in pratica!
'Mi immaginai come doveva essere baciarla. Mi ci chiusi dentro a quel pensiero che sapeva di dolci alla panna, gelato sotto il sole di agosto e cioccolata bollente quando fuori c’è la neve. Sapeva di tutte le cose buone che ti prendono sotto la pelle, giù giù fino al midollo. Chissà se era davvero così.'
Un romanzo che mi ha appassionato, con un ritmo e una storia potenti! Entra di diritto in una biblioteca di classe. È la storia, in prima persona, di Mario e di un’estate che cambia il corso dell’esistenza. Una storia metaforica quanto realistica di come si diventa grandi. E di quanto sono forti e vere le relazioni e le emozioni quando si hanno 13 anni. Bello!
Questo libri mi è piaciuto moltissimo, il rapporto che c'è fra questa banda è inspiegabile, insieme si ritrovano ad affrontare, avventure e disavventure, ma purtroppo anche una tragedia, che cambierà per sempre tutto. Lo consiglio davvero!
Mi è piaciuto molto, all’inizio non mi prendeva tanto ma poi mi ha sorpreso abbastanza. Non è uno tra i miei libri preferiti, però non mi è dispiaciuto leggerlo. Avrei preferito finisse in un altro modo :) e mi ha sorpreso il finale.
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Interessante, per la tipologia di scrittura adottata, quasi sincopata, nervosa, per la storia che non si capisce dove voglia andare a parare e ti sorprende a tratti, per le tematiche. Personaggi tutti fastidiosi, ma stranamente veri, e un misto di adrenalina e filosofia.