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Il mondo che avrete. Virus, Antropocene, Rivoluzione

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Il lockdown è stato una forzata, lunga pausa, in cui per legge sono state sospese attività produttive, incontri sociali, manifestazioni culturali. “Sospendere” non è di certo un’idea estranea alle società umane: per esempio, la vediamo teorizzata dagli scettici del mondo antico in contatto con l’India, applicata nella cultura ebraica, praticata dai BaNande del Congo. La differenza è però notevole tra le sospensioni programmate, il cui scopo è di arrestare periodicamente le più importanti attività economiche, obbligando le società a ripartire da zero, e il nostro recente lockdown, un’esperienza straniante e inattesa, del tutto estranea al nostro modo di pensare. Una parentesi che si vorrebbe chiudere definitivamente per riprendere il cammino interrotto, quel “progresso infinito” con cui la civiltà occidentale ha voluto segnare la sua storia e la sua presenza nel mondo.
In questa situazione, che cos’ha da offrire il pensiero antropologico? Deve salire sul carro del progresso o, al contrario, lavorare “contro” l’accecamento prodotto da questo mito? L’antropologia si fa portatrice di testimonianze spesso lontane nel tempo e nello spazio, in grado di mettere in luce le “vie di fuga” tracciate da ogni cultura, le sospensioni, anche traumatiche, con cui si pongono domande cruciali sul presente e sul futuro. Non è vero che le società da noi definite “tradizionali” e “premoderne” abbiano lo sguardo rivolto soltanto al passato: al contrario, non è raro trovare al loro interno un confronto esplicito tra generazioni allo scopo di garantire ai giovani un futuro vivibile.
Dall’osservazione partecipante del lockdown e dalle riflessioni sulla “cultura dell’Antropocene” in cui siamo invischiati, emerge drammaticamente il “furto di futuro”, l’impressionante debito economico ed ecologico che gettiamo sulle spalle delle nuove generazioni. Come venirne fuori, se non ideando un altro modo di vivere, una rivoluzione che abbia come obiettivo quello di rifondare la convivenza tra noi e gli altri abitanti della Terra, tra noi e la natura?

187 pages, Paperback

First published October 1, 2020

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About the author

Marco Aime

80 books30 followers
Marco Aime è un antropologo e scrittore italiano, docente di antropologia culturale presso l'Università di Genova.

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Displaying 1 - 6 of 6 reviews
Profile Image for A..
14 reviews
January 31, 2024
Nonostante sia un libro dalle dimensioni contenute, ogni pagina è densa di nozioni interessanti e stimolanti. Gli autori scrivono in modo chiaro e semplice da comprendere, rendendo il testo adatto a un vasto pubblico. La composizione in tre capitoli, uno per ogni autore, consente a chi legge di scandire facilmente la lettura, avendo così un filo del discorso ben organizzato.
Il libro riesce a mettere insieme più discipline in modo armonioso. Riferimenti filosofici, antropologici, scientifici, storici e sociologici si mescolano in modo tale da fornire una vasta gamma di informazioni al lettore. Tutto ciò è utile a mettere in discussione i dannosi dualismi che oggi caratterizzano soprattutto il pensiero dell'uomo occidentale: umano/non umano, popoli di natura/popoli di cultura, sviluppo/sospensione, noi/altri.
Il testo pone l'attenzione su problemi più che mai attuali, sottolineando l'impossibilità di un progresso illimitato, che tutto consuma e distrugge. L'essere umano viene oggi posto al di sopra della natura e non più considerato parte di essa; ora la natura è un mero strumento di profitto.
La parte che ho gradito di meno è quella in cui viene trovata una soluzione nella classe d'età giovanile, vista come motrice di cambiamento. Lo stesso Aime scrive che spesso si usano espedienti retorici per allontanare la responsabilità da chi parla, spingendola verso qualcun altro. Io credo fortemente nella capacità dei giovani di ricostruire un nuovo modo di vivere più sano e sostenibile, ma non credo sia giusto delegare esclusivamente a loro questo compito. Il futuro non è solo nell'interesse dei giovani e per questo è necessario che tutte le classi d'età si uniscano nel cambiamento.



Profile Image for Aurora Faletti.
107 reviews3 followers
August 29, 2021
“Voi avete finito le scuse e noi stiamo finendo il tempo”
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REMOTTI vede la pandemia come una sospensione forzata. Attesa che l’essere umano, accecato dal furore del fare, non può accettare. Non esiste l’idea di limite, l’inarrestabilità è la sua ragion d’essere. Come poter mettere in pausa una mega cultura così totalizzante come la nostra?

FAVOLE crea una bellissima comparazione con società e culture altre. “È tutto inedito ma un ricco archivio ci permette di non considerarlo del tutto imprevedibile e incomprensibile”.
Sono stati riattivati confini non più relegati ai libri di storia, manzoniani.
E no, non c’è stato un “ritorno della natura” si è solo ricominciata a vederla, considerarsi fuori da essa è il diritto che si è arrogato l’essere umano di dominare il pianeta peccando di ύβρις.

AIME disegna un’umanità sempre più affamata, ripronta al “business as usual” che parla di “sostenibilità” solo come cosmesi di “sviluppo”.
Propone quindi sobrietà (epicuro guess who’s back) non come un ritorno al passato ma in una nuova prospettiva. Rivoluzione culturale che è posta sulle spalle di chi ora non ha spazio, i giovani.
Ma è qui che c’è volontà di cambiare.
Il futuro ha un cuore antico ma un’anima giovane.
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Profile Image for EireenVerse .
84 reviews10 followers
March 24, 2023
Ho iniziato questo libro per curiosità, trovandolo come alternativa al libro di testo scelto per un esame. Sono rimasta piacevolmente sorpresa.

La scrittura semplice, lineare, aiuta e accompagna il lettore in questa analisi della società post-Covid19, scattandole una fotografia che ha un gusto attuale e lontano.
La consapevolezza ti colpisce parola dopo parola, sia grazie a scelte lessicali ben precise, che alla struttura stessa del libro. Struttura tutt’altro che complessa, tanto che per poter godere dell’analisi non bisogna possedere molti strumenti, ad eccezione della voglia di guardare e andare oltre.

Il libro è diviso in tre capitoli, collegati tra loro da un filo comune, scritti da tre autori differenti.
Non si può leggere i capitoli singolarmente, senza correre il rischio di perdersi parte del discorso, rimanendo nella “cecità”. L’indagine effettuata si muove tramite sotto-capitoli, domande e qualche digressione fondamentale.

Un’analisi chiara, dura e sincera del presente ma soprattutto del futuro.





Profile Image for Alessandra Innocenti.
81 reviews
February 23, 2021
Una questione complessa spiegata nel modo più semplice possibile. Una prospettiva antropologica sull'attualità.
39 reviews
July 5, 2023
3 capitolo, ognuno scritto da un Antropologo iper competente.
Il mio preferito è stato il primo, di Remotti.
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