L’intricata stradina di montagna si svelava lentamente, curva dopo curva, senza mai mostrarsi nella sua interezza. La gente del posto diceva che quella era una valle ferita ma discreta. D’improvviso la villa apparve nella sera. Il ragazzo fermò l’auto e osservò il suo riflesso nello specchietto. Gli tremavano le mani. Era il momento della verità. Quel complesso meccanismo di leve, molle e insicurezze chiamato Giovanni Cerioni si fece coraggio e si diresse verso il cancello.
Ci sono istanti capaci di rivoluzionarti la vita, perché ti disarcionano dalla sobria routine a cui sei abituato e ti scaraventano in luoghi in cui non saresti mai andato (e che stranamente ti parlano più di quelli che ti hanno visto crescere). Per Giovanni, ingegnere ventisettenne alto e curvo abituato a tenere sempre lo sguardo basso per controllare che i piedi siano ben ancorati al terreno – perché si sa che la più grande paura degli ingegneri è quella di volare via -, uno di quegli istanti è quando l’esuberante madre Milly, poco prima di spirare, gli regala l’ultimo grande dramma: il nome di suo padre. Un altro, altrettanto fondamentale, è quando lui decide di andare a cercarlo, quel padre che non ha mai conosciuto, per esaudire l’ultimo desiderio (o ordine?) della mamma: “Chiedi a quello stronzo di venire al funerale”.
Ma ancora Giovanni non lo sa, mentre il suo dito inciampa sul campanello della villa dell’uomo, che, una volta varcato quel cancello, nulla per lui sarà più come prima. Perché mettendo piede nella casa – e nella vita – del padre, una vecchia gloria in cerca di oblio, entrerà anche nel suo mondo, fatto di sensi di colpa e segreti incartapecoriti, mezze verità, spacciatori improbabili, musica, animali impagliati, preti facili al vizio, bestemmie, nasi che raccontano di destini perfetti, gatti che ogni tanto si credono leoni, e nebbia. Una nebbia per alcuni invadente e pericolosa in cui è facile perdersi, ma che per chi, come Giovanni, ha puntellato la propria esistenza di tranquille certezze, diventa ossigeno che sa di libertà
RECENSIONE A CURA DEL PROFILO INSTAGRAM E BLOG FRANCELOVEBOOKS
Forse sono di parte ma, leggere questo libro è stata davvero una boccata di aria fresca. Il perché della mia precedente affermazione? Beh seguo l'autore già prima della stesura del suo primo romanzo essendo lo scrittore dei testi e anche il cantate della boy band ''Pinguini Tattici Nucleari'' che io adoro e seguo moltissimo.
Il libro Ahia (nonché titolo del suo nuovo EP in uscita a dicembre) parla di questo ragazzo Giovanni che dopo la scomparsa della mamma Milly, va alla ricerca di suo padre. Un uomo conosciuto e di fama che non si aspetterebbe mai, in un periodo cosi complicato della sua vita, che suo figlio gli suonasse al campanello senza preavviso.
La vita di Giovanni non è la classica vita di città che si pensa. Ha un lavoro importante certo, ma non è tutto oro ciò che luccica, ed è proprio questo il senso del libro.
Conoscendo la grande dote di Riccardo nel gestire testi e frasi non avevo dubbi che questo libro sarebbe stato uno dei miei preferiti dell'anno, tutto così scorrevole e pieno di significato che neanche ti rendi conto di dove davvero ti voglia portare finché non ci arrivi: ti fa capire come la vita a volte così semplice e scorrevole possa essere invece un archivio di dolori e delusioni. Vediamo tutto proiettato nel se e nel ma, e se non fosse andata cosi? e se ora non fossi qui? cosa sarebbe successo? beh il significato del libro è proprio questo, non chiediamoci come sarebbe andata se le cose fossero state diverse, ad esempio se il papà di Giovanni e la mamma non si fossero lasciati o se lui ora non fosse lì a conoscere il padre così diverso da lui, ma chiediamoci ''perché no''. Perché non doveva andare cosi? in fondo chi siamo noi per decidere il nostro destino? il destino è cosi rose e fiori come si spera o anche un destino crudele può essere giusto e sereno in fin dei conti?
Tutto è sbagliato, i malintesi funzionano male nella vita, puoi vivere in una totale assenza di comprensione fino alla fine, puoi vivere nella menzogna e chiederti perché anche quando ormai è troppo tardi, ma la vita è cosi, imperfetta e poco chiara, quando finalmente ti sembra di aver capito e aggiustato tutto alla fine non è mai così, perché non si smette mai di capire davvero la propria vita sopratutto quando qualcuno nasconde un grosso segreto ma come dicevo prima questo è il destino e bisogna prendere tutto così com'è.
Vediamo come la vita del padre di Giovanni, grande cantautore in tempi passati, possa essere una vita di grandi sensi di colpa senza mai davvero fermarsi ed accettarli, semplicemente cercando di colmarli con qualcosa che distrugge solo tutto ciò che ancora è rimasto.
Non tutto è perduto, non tutto può essere dimenticato, semplicemente bisogna conviverci, continuare a vivere senza affrontare ciò che ci attanaglia può portare a non vivere mai completamente.
Considerazioni finali su questo libro? cosa posso dirvi se non LEGGETELO SUBITO? un libro che vi fa riflettere molto sulla vita e su come non tutto è perduto. Il tutto contornato da una scrittura super scorrevole senza buchi di trama o momenti di noia, davvero un ottimo esordio per Riccardo, questo libro per me è un 4 stelle, pur avendolo amato tantissimo, voglio tenere le 5 stelle per un suo libro futuro, che a parer mio, oltre che un grande compositore di testi, è anche un autore davvero in gamba.
Sicuramente un ottimo esordio, si sente che il buon Zanotti è abituato a giocare con le parole ad incatenare per formare idee e suggestioni, il libro risulta scorrevole e intrigante. Protagonista assente e presente la Morena, che è un po' se stessa e un po' una metafora e anche un po' un mezzo, insomma Zanotti non la fa proprio semplice. Protagonista presente la vita, con le sue sfumature, i suoi drammi, i sentimenti. Questi libro mi è piaciuto, non mi ha fatto innamorare ma mi è piaciuto. Speriamo si vada oltre l'esordio.
Primo volume del cantautore di una band che apprezzo molto. Con molta sincerità ammetto che non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi così coinvolta all'interno di questa storia, rapita dalla semplicità delle parole utilizzate ma soprattutto mi sono ritrovata all'interno di una canzone che dura 133 pagine. Ed è una canzone che fin dal primo ascolto mi ha emozionato e che avrà per sempre una parte del mio cuore. Non so se posso essere totalmente oggettiva in questa recensione per ovvi motivi: sono una fan. Ovviamente non sono qui a gridare al capolavoro ma posso affermare con totale serenità che questo libro è stato una scoperta, ho visto un altro lato creativo del cantante dei Pinguini e mi è piaciuto parecchio.
Considerata l’assoluta crush adolescenziale che mi è presa per i Pinguini Tattici Nucleari, inclusa una serata in cui San Siro mi è sembrato più bello, emozionante e coinvolgente che mai, la vera sfida sarà quella di recensire “Ahia” senza citare neppure uno dei miei testi preferiti del momento.
Cominciamo dalla base: Riccardo Zanotti, anche noto per essere il frontman dei Pinguini, è una penna di assoluto livello. Ho scelto l’ausiliario con attenzione perché qui non tratta di “avere” una bella scrittura: qui si tratta di essere abitati da una capacità rara di gestire (giocare) parole, ritmo, punteggiatura, mettere tutto ciò a disposizione di una trama solida e catturante e intrecciare un dialogo con il lettore. “Ahia” è così, una storia raccontata davanti a un pinot grigio ghiacciato, con un sorso di Cognetti, qualche retrogusto di Benni (il gatto!) e alcune cose che mi hanno ricordato Tibor Fisher, che molto ho amato.
“Ahia” contiene un mondo: contiene caratteri e sentimenti, un paesino e la sua atmosfera, vento e pioggia, “smack”, un gatto che è ogni gatto, caratteri spigolosi, ricordi, incertezze, sorrisi che allontanano la morte, paure.
Li contiene perché i libri “in fondo sono solo scatole / Dove la gente si rifugia quando fuori piove”.
Date una chance a questo libro dopo che siete arrivati a metà. All'inizio non ero convinta, alla fine però... si sente Riccardo Zanotti, nella storia, nelle parole, nel linguaggio, nella musica che è sottofondo e protagonista silenziosa. Bella storia. Non scatta troppo la scintilla, ma comunque piacevole.
Sarà che la voce di Riccardo accompagna ormai tutte le mie giornate, ma fin dalla prima pagina mi è sembrato di ascoltare la sua voce raccontarmi questa storia. Romanticismo a parte, come prima prova di scrittura direi che Riccardo Zanotti ha superato le mie aspettative. Ho ritrovato in questo libro il suo stile di scrittura, le sue metafore e le sue descrizioni, la sua cultura e il suo umorismo; ho ritrovato l’autore insomma, e non è forse questo lo scopo di un libro? Lasciare dei pezzi di sé a qualcuno? La storia narrata è una di quelle senza pretese ma che accompagnano dolcemente le giornate. Ogni personaggio ha il suo spazio e tutto è in armonia
« La cosa più difficile è accettare che alcune cose del passato siano finite per sempre, e non possano più essere recuperate. È accettare che ci sono libri e film lasciati a metà che non finiremo mai. Che ci sono albe che avremmo potuto contemplare, ma non ci volevamo svegliare presto la mattina. E soprattutto che quelle porte lasciate socchiuse in attesa che le persone uscite dalla nostra vita tornassero per sempre a trovarci rimarranno per sempre così. »
Un libro che soffre di un processo creativo e di revisione fin troppo breve. Nulla è effettivamente pessimo, ma si vede che Zanotti si sforza di creare un'atmosfera mistica, quasi alla Murakami, senza mai riuscirci. Spesso mette le mani avanti, come ogni volta cui parla dell'amore, ma non basta mettere le mani avanti per accettare i concetti espressi, che mancano di profondità vera. Poteva fare molto di più. Poteva ponderarlo molto di più.
Il libro inizia con una scelta di vocabolario complesso: mi ha dato l'impressione che alcune parole fossero state scelte per pavoneggiarsi. Gli ultimi capitoli perdono questa abitudine fastidiosa, ma hanno un andamento temporale che personalmente ho trovato irritante. Mi piace molto Riccardo Zanotti come cantautore, ma come scrittore non molto.
3 ⭐️ Partiamo con il fatto che amo i pinguini e li seguo da anni, e dunque ero sicura che il modo di scrivere di Riccardo fosse ad doc, solo ascoltando i testi delle sue canzoni. La storia è abbastanza scorrevole, forse da lui mi sarei aspettata un altro tipo di storia, ma tutto sommato non è stata una lettura pesante.
Un romanzo travolgente che si legge in poco tempo. Ti risucchia in sensazioni contrastanti: il benessere di chi trova un contenitore di moltitudini come chi legge e il senso di colpa dell trama. Sognerai di essere un tranquillo pesciolino rosso, perché dentro il mare non piove.
è un bel libro, tuttavia penso che giochi molto lo spessore di riccardo in questo momento: è un grande cantante nonché intrattenitore, perciò penso che la mia opinione sia un po’ influenzata dalla mia ammirazione per lui. a volte l’ho trovato un po’ lento, ma è ricco di perle e bei passaggi.
Ahia! è il Romanzo d’esordio del cantante dei Pinguini Tattici nucleari ed è l’esempio di come un artista possa cimentarsi con successo in generi diversi fra loro.
Si tratta di un romanzo contemporaneo scritto in modo brillante, mai noioso, ricco di profondi spunti di riflessione in cui l’autore riesce a raccontare, con un tocco di leggerezza e ironia, anche un momento difficile come la morte di una madre senza però cadere nel grottesco o nel banale.
La narrazione in terza persona è leggera e divertente, con un ritmo veloce che mi ha permesso di voltare pagina dopo pagina svelando punto per punto al momento giusto, senza ma anticipare o ritardare troppo una spiegazione, mantenendo viva la curiosità di scoprire cosa stava per succedere e la voglia di trovare risposta agli interrogativi che circondano Giovanni, il nostro protagonista.
Questo libro mi è veramente piaciuto sotto tutti i punti di vista, ma ho adorato la scelta di umanizzare Teie, il gatto di casa Santi, dedicandogli un paragrafo di indiscussa simpatia che non manca di regalarci alcune perle come questa:
“I predatori
Non dovrebbero mai essere iniziati al sentimento,
alla pietà:
rischiano di rammollirsi.
Un buon soldato smette di essere tale
Quando si rende conto che sta combattendo
Contro anime,
non contro corpi e Teie, purtroppo,
vedeva un’anima in tutto.”
Questa storia è imbevuta di arte: il Padre di Giovanni è un Artista ora in declino, a modo suo anche Giovanni lo è amando la musica e col suo mestiere di ingegnere, ma l’artista più affascinante è decisamente Rachele che inseguendo la tradizione di famiglia fa la Tassidermista.
”…Non è facile fare il tassidermista.
Bisogna scovare un briciolo di vita
E riportarla a galla,
dentro a un mare di morte.
È l’arte degli ottimisti”.
Non mi resta che consigliarlo a tutti aspettando di leggere qualche altra creazione di questo brillante autore.
Ahia! , di Riccardo Zanotti, è un romanzo coinvolgente e davvero originale, in grado di appassionare attraverso continui cambi di prospettiva e una sottile ironia che agisce come scudo per un’amarezza dovuta a mancanze e dolori celati. Qui giocano un ruolo importante le “maschere”, le apparenze, che vanno via via dissolvendosi mostrando la vera natura dei protagonisti e dei fatti. Quest’esordio di Riccardo è stato a dir poco sorprendente e ha dimostrato una maturità, nonché capacità letteraria, fuori dal comune data la “poca esperienza” in questo ambito. Il libro, almeno secondo la mia impressione, è un invito ad andare oltre la superficie, verso la realtà dell’altro, la vera storia che ognuno tiene per sé, aiutandolo, magari, a rivelarsi rendendo meno pesante l’armatura che lo limita e, forse, anche ad abbattere le nostre stesse barriere. È una spinta velata a venirsi incontro e a “togliersi la maschera”. Aspetto con tanta curiosità e trepidazione un eventuale prossimo romanzo.
Seguo con interesse la carriera musicale dei Pinguini dai tempi di Ahia!, prima ero un'ascoltatrice occasionale e ora ascolto con piacere ogni loro album. Sapevo dell'uscita di questo libro, ma non ho avuto occasione di leggerlo fino ad adesso grazie a Kindle Unlimited: volevo sapere come sarebbe cavata Riccardo Zanotti come scrittore di romanzi e non solo di canzoni. A inizio libro ero veramente entusiasta, poi si è un po' perso per strada e ho fatto fatica a seguire il filo della storia: il messaggio però è arrivato: in modo un po' caotico, ma è arrivato e nelle parole rivedevo un po' i testi delle canzoni. Lo consiglio per una lettura leggera, senza alcuna pretesa: per me Riccardo Zanotti ha la stoffa dello scrittore di romanzi, deve migliorare un po'.
La storia è una storia che sicuramente abbiamo già sentito, dunque ciò che mi ha colpita del libro è la tenerezza di come vengono raccontate certe cose, l'originalità di alcune metafore e tutte le curiosità musicali che fanno capire che il romanzo è stato scritto da un musicista. Un'altra cosa super carina è che il tutto sembra una lunga canzone dei Pinguini tattici nucleari, quindi se si apprezza la loro musica si apprezza di sicuro anche il libro. Lettura scorrevole che può tener compagnia in un pomeriggio d'inverno.
• “Fate sempre così voi curiosi: osservate fingendo di guardare, e guardate fingendo di vedere.”
• “Amare gli animali vuol dire comprenderne gli istinti.”
• “A volte nulla può cambiarti la giornata come una battuta squallida in un giorno grigio.”
• “ Nella villa, coperte dalla pioggia, tre teste ragionavano dei propri destini, e sei mani pensavano ai modi migliori per plasmarli. Una intendeva accarezzare il proprio destino, l’altra scolpirlo, mentre la terza lo voleva strozzare. Nessuna delle tre aveva capito che il destino, proprio come un Theremin, non va mai toccato. Va solo ascoltato.”
È la storia di un ragazzo (figlio di una rockstar e una groupie) che va a incontrare il padre mai conosciuto dopo che sua mamma glielo chiede come ultimo piacere prima di morire. Durante tutto il romanzo viene descritto il progredire di questo rapporto e dei retroscena della vita di coppia dei genitori di Giovanni, il protagonista, che mai si sarebbe aspettato. Breve e scorrevole, un libro leggero da leggere anche se tocca tematiche importanti in alcuni passaggi. Un po’ frettoloso il finale però tutto sommato piacevole.
Un racconto lungo più che un romanzo. Letto in un pomeriggio, la scrittura mi ha tanto ricordato i testi degli albori dei pinguini tattici nucleari prima che virassero così tanto al pop. Amavo quel modo unico di raccontare le storie, e in alcuni punti di questo libro mi sono fermata a quasi canticchiare le frasi più che leggere. Detto questo sicuramente non è il romanzo dell'anno, ma si fa leggere velocemente per un paio di ore di distrazione.
Da fan del gruppo, ma anche consapevole del fatto che scrivere delle canzoni e scrivere un libro (anche sì un romanzo) non sia la stessa cosa e anzi, non sia così facile e non è detto che tutti riescano a farlo. Eppure, Riccardo Zanotti c’è riuscito, un libro che ti fa vivere le atmosfere del luogo in cui è ambientato il libro, e ti coinvolge anche con dei colpi di scena inaspettati ma anche con tenerissimi squarci di quotidianità. È un’opera prima, ma direi che è un ottimo inizio!
Ammetto di essere partito prevenuto e che, nonostante musicalmente appezzi molto la band, mi aspettassi la classica ciofeca scritta più per cavalcare l’onda che per passione. Sono costretto a ricredermi. Il libro ha una trama sentita e risentita, ma il tutto è scritto con quel tono tra il serio e lo scherzoso (tipico dei suoi testi musiali) che mi ha fatto sorridere ed empatizzare con ogni personaggio.
Credo di preferire lo Zanotti scrittore di testi rispetto allo Zanotti scrittore di libri, ma semplicemente perché questo tipo di scrittura nei romanzi non lo gradisco particolarmente. In compenso é stato bello leggere e poter dire "ah ecco a cosa si riferiva nella canzone". Credo sia un buon inizio per un già ottimo autore di testi che potrebbe diventare un ottimo autore di romanzi.
Un paroliere in grado di funzionare anche su testi lunghi, Riccardo Zanotti. Sentirlo letto direttamente da lui, poi, ha reso la storia ancora più avvincente. In generale uno stile fluido, scorrevole, divertente e sagace e ironico e malinconico allo stesso tempo. Il salto finale forse lo avrei introdotto meglio, ma tutto sommato è stata una piacevole lettura. Consigliato!
Bella storia, ma nulla di eccezionale. Pensavo fosse molto peggio.
"La sambuca è come la democrazia: va sempre bene a tutti, se non è troppa. E se è troppa ? Vomiti l'anima e giuri a te stesso che non la berrai mai più."
Un bel libro, Zanetti che è abituato a d usare le parola per creare situazioni, ti coinvolge in una storia semplice di sentimenti repressi e sconosciuti. Un libro che ti fa sembrare di vivere la stradina, il bar e di conoscere i personaggi. Bravo!
Niente stelline, una breve parentesi di tempo, non tanto intensa da dare fastidio. Come quando tendi la mano per accarezzare un gatto e lui si alza un po' per toccarti brevemente le dita e andare subito via. (a volte sono i gatti che coccolano noi, non tanto il contrario)