Welkom in de bizarre bibliotheek van dandy Pierre Gould! Welkom in de wondere wereld van auteur Bernard Quiriny! In Een bizarre bibliotheek leidt de ik-persoon de lezer vol verwondering en met stijgende verbazing door de wel zeer eigenaardige boekenverzameling van de eigenzinnige dandy Pierre Gould. Samen met de ik-figuur ontdekt de lezer dat de tien afdelingen van deze bibliotheek wel zeer speciale exemplaren bevatten. Er zijn boeken waaraan op mysterieuze wijze verder wordt geschreven, zelfs al is de auteur van de aardbodem verdwenen, boeken die onleesbaar worden zodra de lezer niet piekfijn gekleed is, matroeskjaboeken, boeken die zo saai zijn dat de auteur ze al tijdens het schrijven vergeet, boeken die het leven van hun lezer redden maar ook die hun lezer doden, of hun auteur…
Bernard Quiriny, born on June 27 1978 in Bastogne, Belgium, is a Belgian author, doctor of law, critic and professor of law at the University of Bourgogne.
Een heel fijn boekje met korte verhalen over een bibliofiel die toch wel heel boeiende boeken op de planken staan heeft. Zeer originele insteek rond boeken en literatuur! Aanrader van jewelste
4 sterren is hopelijk niet te karig om jullie aan te zetten deze parel op te vissen. Ergens tussen JL Borges en Flann O'Brien in schenkt Quiriny ons een absurde, geestige, overvloedige ode aan boeken.
Het leest als een ideeënbundel, niet als kortverhalen. De fantastische en surrealistische ideeën kunnen hier en daar een ongemakkelijke ondertoon hebben, en ze in het weird territorium brengen, maar blijven vooral in het fantastische bestaan. Heeft heel wat potentieel, de speling met literatuur en werkelijkheid doet me denken aan werken van Jeff Noon. Benieuwd naar wat deze mede-Belgische auteur nog allemaal in zijn mars heeft.
Ik heb echt geen idee hoe ik dit boek moet beoordelen. Het was erg moeilijk weg te leggen maar tegelijkertijd zit er totaal geen verhaal in. Het is een aparte smaak die ik niet weet te plaatsen.
Di Quiriny avevo apprezzato molto "I racconti carnivori" per la sua capacità di elaborare un fantastico tagliente e surreale. Qui si cimenta con una serie di raconti, anzi sarebbe meglio dire "resoconti" sulla falsariga delle Città invisibili o delle sperimentazioni "oulipiane". Evidenti e a volte espliciti i rimandi a Borges, ma tutta la collezione risulta, a mio avviso, troppo difforme e sfilacciata, priva di un nucleo coagulante o di una profondità alla quale ci ha abituati Calvino, per fare un esempio. È una collezione spassosa e stuzzicante, il tutto rimane a livello epidermico.
Een verhalenbundel die in feite 10 hoofdstukken is die samen horen, maar er is geen lijm die hen bindt. Zonder omkadering of zelfs maar een klein beetje achtergrond bij de personages springen de verhalen van de hak op de tak. En toch heb ik genoten van dit boek, de fantasie en de humor is geweldig. Echt een ontdekking, ik ben benieuwd naar meer werk van Bernard Quiriny...
“La biblioteca di Gould” è un’affascinante raccolta di racconti nati dalla penna di Bernard Quiriny ed editi in italiano da L’Orma editore, una delle mie case editrici preferite. Paragonato a Le città invisibili di Calvino, è un insieme eterogeneo e meraviglioso di storie, lette e vissute, visitate e ricordate da Gould, un estimatore, un bibliotecario, un viaggiatore. Perdersi tra le pagine di questo volume è tanto facile quanto indimenticabile.
Basta un dettaglio per catturare la mia mente, soprattutto quando non si conosce un autore. Le suggestioni che si avvicendano nelle pagine di Quiriny, uno scrittore belga vulcanico e pieno di inventiva, sono memorabili e nascono dal presupposto che ci siano mille mondi, nascosti o pienamente esposti. Cicerone di questo viaggio tra anfratti e città diventa Gould un uomo dalle mille risorse e interessi. Gould è uno spirito libero, uno studioso che si immerge in mondi vicini e lontani, in una serie di rocambolesche avventure che non lasciano spazio alla noia o al disinteresse. I racconti si distinguono in tre macrocategorie: “Una collezione molto particolare”, “Dieci città” e “La nostra epoca” che rappresentano di volta in volta, una sezione della vastissima biblioteca di Gould, una città visitata in uno dei suoi innumerevoli viaggi intorno al mondo, o una riflessione più o meno articolata su un tema di interesse generale. Ogni città incarna un aspetto incauto dello sviluppo del nostro mondo, l’effetto collaterale della espansione demografica dell’Occidente ricco o la perdita di un aspetto del passato che probabilmente ha solo peggiorato la nostra situazione nei conglomerati urbani. E allora c’è la città del silenzio e quella la cui periferia degradata fagocita sempre più lo spazio residenziale. La città con un modellino della città che a sua volta ha un modellino della città e così in una spirale che sembra rinchiudere lo spazio tempo. Affascinantissimi sono anche i volumi che popolano gli scaffali di Gould dalla sezione dei libri noiosi a quelli che nascondono altre storie dentro le storie. Ci sono volumi che si riducono ogni tot di tempo un po’ di più o libri rinnegati dai loro scrittori. Una sezione molto divertente è quella dei libri di “Cucina”, in cui spicca un volume con ricette che fanno venire l’acquolina in bocca solo a leggerle, ma che poi ci si rende conto fanno uso di ingredienti improbabili o addirittura inesistenti. Tutti i libri naturalmente danno il senso spietato di cosa si cerca nella lettura, ma soprattutto disegnano i confini di una libertà che investe solo il lettore che si introduce nell’evoluzione di un mondo che sembra perdersi, ma che poi si ritrova proprio tra le pagine più imprevedibili. Anche gli scorci della sezione più libera, si addentra in riflessioni uniche. Come quella che si sviluppa in “Tutte le strade portano a Roma” e che in un insieme di possibilità analizza una delle teorie degli universi paralleli, tema che mi ha sempre affascinato incredibilmente. Ogni nostra scelta, crea una biforcazione e questa un possibile mondo che si sviluppa intorno al fatto che si è intrapresa un’azione piuttosto che un’altra. Non mancano anche oggetti misteriosi che nascondono risvolti impenetrabili e affascinanti che restano incollati alla mente del lettore.
Il particolare da non dimenticare? L’uovo…
Una raccolta fantasmagorica che colpisce dritta l’immaginario di ogni lettore e bibliofilo. Quiriny, sagace e impressionante, accompagna il lettore in un viaggio spassoso e intelligente, mai banale, ma sempre ricco di spunti particolari e affascinanti. Buona lettura guys!
"Filosofeggiare sulla morte e meditare sul senso dell'esistenza sembra adesso meno urgente. Dobbiamo rallegrarcene? A ben guardare non ne abbiamo alcun motivo. La vita un tempo ci sembrava assurda; pensavamo che senza la morte lo sarebbe stata meno. In realtà è il contrario: abbiamo scoperto che la vita è ancora più assurda senza la morte e cominciamo a rimpiangere i bei vecchi tempi in cui morire era obbligatorio, facile e irreversibile: i bei vecchi tempi, insomma, in cui morire era rassicurante."
Quiriny ti abbraccia con una scrittura paradossale che ricorda in parte Calvino, Borges, Vian e Cortazar, ma più eloquente e stranamente realistica. Tre serie di brevi narrazioni tutte accomunate dal personaggio di Pierre Gould che ho immaginato sempre ben vestito e con aria superiore mentre ti osserva e studia attraverso le lenti dei suoi occhiali dalla montatura sottile.
Improvvise resurrezioni di massa, città estremamente silenziose, persone che cambiano nome ogni ora, libri rinnegati dai propri scrittori, macchine da scrivere che scrivono solo capolavori, amanti che si trovano le corpo del proprio compagno dopo l'amplesso, città in cui si vive solo un giorno su due e si dorme il resto del tempo.
Dalla prima all'ultima pagina, La biblioteca di Gould è un libro molto strano. Capi senza coda, code senza capi, si alternano in una lettura tutt'altro che rettilinea e deterministica. Ho l'impressione che Quiriny si sia divertito molto, nella scrittura; e sono contento che sia riuscito a trasmettere questa felicità del paradossale nel suo lettore.
Questo libro di Quiriny è molto più vasto di quanto possa sembrare e incorpora anche una vastissima geografia immaginaria... http://www.piegodilibri.it/libri-disp...
Quiriny è scrittore dalla parola esatta e molteplice, come da lezione di Calvino, parola che crea, parola che tradisce, parola che inganna. Stile raffinato e misuratissimo, ricco di ironia, intelligenza e umorismo. Di fronte a lui l'alter ego Gould, in un libro che scava in diverse dimensioni temporali, come una ricerca particolare e perenne di qualcosa che possa dirsi letteratura, e prima di questo possa scriversi tale. Una biblioteca che è fatta di biblioteche infinite, autori rinnegati che danno vita a resurrezioni di massa, “racconti matrioska”, scaffali ipotetici, ricette impossibili, scambio di corpi e di nomi e di età; scrittori oblio, scrittori architetti, scrittori follia, scrittori noia, libri perfezione, libri correzione, libri vapore, libri fermentati, libri suicidio, collezioni di assurdo, poesia, storia, memoria, città doppie, città amnesia, città copie, città specchio. In una cibernetica infinita convivono grafie e fantasmi, modelli di libri, riproduzioni di città, quadri e libri deperibili, quadri cinematografo, labirinti di carta, enciclopedie parallele, myse en abyme, vite dentro e fuori il sensibile e l’esperibile. Collezioni, città, epoche: e scacchi, enigmi e misteri. Una gemma di letteratura combinatoria e oulipiana, con Borges (Babele e Funes) come riferimento, che ha il dono di rendere felice ogni lettore appassionato e lasciarlo a bocca aperta. Una satira feroce e malinconica del nostro modo di vivere. Un libro che frequentemente sembra di aver già letto. Un libro da leggere nascondendoci i propri segreti.
“Fra le altre meraviglie della sezione mi imbatto in un grande quaderno completamente bianco. “Oh!” esclama Gould. “Non volevo parlargliene ma, visto che le è capitato tra le mani, le dirò qualcosa in merito: pazienza se le sembrerò immodesto. Questo quaderno contiene un mio romanzo ed è proprio grazie a lui che anche io ho trovato posto nella mia collezione. Non per vantarmene, ma credo che si tratti del caso di rinnegamento più rapido di tutta la storia della letteratura rinnegata: ne avevo concepito la trama nei minimi dettagli; avevo messo a punto l’ambientazione e la psicologia dei personaggi, portato a termine i dialoghi, meditato a lungo sia l’incipit che la chiusa. Ho tenuto tutto bene in mente per intere settimane, prima di arrendermi all’evidenza: era un brutto romanzo, bruttissimo. Così brutto che l’ho rinnegato in nuce, prima ancora di scriverlo. Un bel record, non le pare?”
B. Quiriny, “La biblioteca di Gould”, L’Orma Editore.
Tre stelle e mezza. Il libro è strutturato in tre sezioni principali: “Una collezione molto particolare”, “Dieci città” e “La nostra epoca”. Nei nove racconti di “Una collezione molto particolare”, Pierre Gould, personaggio feticcio di Quiriny (anche se il suo nome di battesimo non viene mai citato in questo libro), introduce un non ben definito interlocutore-amico, nonché voce narrante dell’opera, all’interno della sua mirabolante biblioteca soffermandosi a descriverne i pezzi più particolari e rari, spesso unici. Per il lettore appassionato si tratta sicuramente della parte più bella e divertente, dove la cultura e la vivace intelligenza di Quiriny danno il meglio di sé. Fra tutti cito il racconto “La letteratura e la noia”, dove Gould illustra la sezione in cui raccoglie “solo le opere superbamente noiose, libri che siano, letteralmente, l’ipostasi del tedio”. Era tempo che non leggevo qualcosa di così garbatamente ironico ed esilarante. La recensione completa su http://www.ifioridelpeggio.com/allons...
Sono pochi “i libri che parlano di libri” che non stuccano: La biblioteca di Gould è semplicemente bellissimo.
Diviso in tre filoni di racconti, il narratore aspirante scrittore e Gould il mentore bibliofilo esplorano libri impossibili, città inesistenti e una “nostra epoca” irreale. Il risultato è surreale e spassoso. Borges sarebbe il primo termine di paragone a saltare in mente anche se non venisse citato fuori e dentro il testo, ma Quiriny è tutto preso dal sottile gioco letterario senza la pretesa di scrivere l’erede di Finzioni.
Leggerò altro di questo autore, mi darò una mossa a recuperare Le città invisibili, e seguirò il consiglio della quarta di copertina avventurandomi con Marcel Aymé.
Tres beau livre, fascinant et atypique. Quiriny nous plonge dans le monde extraordinaire de Gould avec ses livres tres particuliers, ses villes magiques et son époque ou tout change et se révolue, un véritable chamboulement! Oeuvre d'une imagination dingue tres élaborée et tres intellectuelle. Le seul hic, c'est que peut-etre on n'est pas completement plongé dans ce que l'on lit, tant les textes sont brefs. Mais peu importe, cela reste un véritable petit délice de lecture, et puis de toute façon, le livre n'est joyau que dans sa totalité, dans sa 'collection'. Je vous inviterai donc volontiers a plonger dans le monde merveilleux de Gould pour des petits moments d'oubli. :)
Quiriny nous promène une nouvelle fois, avec talent dans la bibliothèque de son personnage fétiche, Pierre Gould. Ne cherchez aucune certitude dans les nouvelles de Quiriny, tout est remis en question continuellement : les règles de jeu, une ville dans la ville, même votre propre nom n'est pas à l'abri de l'imaginaire de l'auteur. Essayez Quiriny, vous en sortirez ... décontenancé.