Molti dei romanzi di Ian McEwan, da Sabato a Solar fino a Macchine come me, attingono a campi specialistici solitamente preclusi ai profani. Non vi è dunque da stupirsi se nei cinque saggi qui raccolti l’autore sceglie di sottolineare i punti di convergenza, anziché le discrepanze, fra due forme di indagine della realtà, la letteratura e la scienza, tradizionalmente ritenute distanti se non incompatibili. Se in L’originalità delle specie la connessione è individuata nel comune anelito alla priorità, in Una tradizione parallela si evidenzia la necessità condivisa di un canone di riferimento. E in Letteratura, scienza e natura umana è la relazione fra ciò che tutti gli esseri umani hanno in comune e ciò che li distingue, o più precisamente fra genetica e cultura, a fare da trait d’union fra i saperi. Il proliferare di credenze parascientifiche e parareligiose sul tempo dell’inizio e della fine, esplorate in Blues della fine del mondo, dimostrerebbe una pulsione di collettività nelle cose ultime, ma è in definitiva all’Io, con le sue infinite sfaccettature in ambito letterario e neuroscientifico, che tutto si riconduce. È la penna del grande romanziere a fare di una storia di scoperte scientifiche lunga due secoli, da Darwin a Dawkins, un «sublime trionfo della creatività umana».
Ian McEwan studied at the University of Sussex, where he received a BA degree in English Literature in 1970 and later received his MA degree in English Literature at the University of East Anglia.
McEwan's works have earned him worldwide critical acclaim. He won the Somerset Maugham Award in 1976 for his first collection of short stories First Love, Last Rites; the Whitbread Novel Award (1987) and the Prix Fémina Etranger (1993) for The Child in Time; and Germany's Shakespeare Prize in 1999. He has been shortlisted for the Man Booker Prize for Fiction numerous times, winning the award for Amsterdam in 1998. His novel Atonement received the WH Smith Literary Award (2002), National Book Critics' Circle Fiction Award (2003), Los Angeles Times Prize for Fiction (2003), and the Santiago Prize for the European Novel (2004). He was awarded a CBE in 2000. In 2006, he won the James Tait Black Memorial Prize for his novel Saturday and his novel On Chesil Beach was named Galaxy Book of the Year at the 2008 British Book Awards where McEwan was also named Reader's Digest Author of the Year.
La conoscenza scientifica ha in sé una bellezza speciale quanto tremenda. Siamo un puntino minuscolo in mezzo alla vastità del cosmo, non abbiamo così tante certezze, né perfette verità,ma possiamo pensare ed agire con saggezza e maturità,perché forse “a salvarci non verrà nessuno. Dovremo pensarci da soli.”
Il saggio di Ian McEwan ripercorre la storia della scoperta scientifica da Darwin a Dawkin ,un lungo percorso fatto di coraggio fallimento e duro lavoro che non smette e non deve smettere di stupirci. È un invito alla comprensione del mondo che ci circonda con uno sguardo aperto al futuro e a ciò che l’intelligenza artificiale e i cambiamenti climatici possono riservarci, consapevoli dei nostri limiti e impotenti dinnanzi agli eventi che collettivamente provochiamo . Siamo più consapevoli ma conosciamo ancora poco, anche di noi stessi.
“Siamo orfani di un dio consolatore ma anche liberi dalle sue imposizioni. Viviamo in tempi piú duri, ma piú interessanti.”
Già tutti quanti sanno quanto io apprezzi e stimi Ian McEwan e ami qualunque cosa esca dalla sua penna. La notizia dell'uscita di un suo nuovo romanzo è sempre una grande gioia. In questo caso, non si tratta di un romanzo, ma ero in libreria già il giorno dell'uscita. Invito alla meraviglia è una raccolta di discorsi e saggi sulla scienza e sul rapporto con la letteratura. Ognuno dei saggi affronta un diverso aspetto della relazione tra i due, prendendo come esempi diversi scrittori e scienziati. E' una lettura interessante, intelligente, ricca di spunti. Ma non poteva essere di meno da un intellettuale come Ian McEwan che della scienza si è sempre interessato e annovera tra le sue amicizie Richard Dawkins. Mettere insieme letteratura e scienza non stupisce nessuno che lo segua e conosca la sua opera, come non siamo stupiti da quanto sia interessante questa raccolta di saggi. Avevo già letto gli ultimi due, già presenti in traduzione italiana, ma averli tutti riuniti, da riprendere e da risfogliare, è sempre cosa gradita. Come al solito, Invito alla meraviglia non è solo il tema e il titolo di questa raccolta di racconti, ma è anche un'anticipazione di quello che si proverà leggendola. Sempre ottimo Ian McEwan.
Cosa accomuna Scienza e Letteratura? Solitamente consideriamo questi due ambiti agli antipodi eppure è piuttosto evidente la loro finalità narrativa, quell'essere figlie di uno specifico background storico-culturale pur mantenendo intatta la propria peculiarità di linguaggio e di accessibilità. McEwan in questa piccola raccolta di saggi tratta tematiche apparentemente slegate tra loro: la letteratura e la scienza, i loro protagonisti, le paure apocalittiche che ciclicamente attanagliano l'umanità, il ruolo delle religioni, la nascita dell'individualità, la differente percezione dell'artista nel corso dei secoli, il concetto dell'Io come costrutto tipicamente moderno. Non viene esposto tutto in questo preciso ordine anzi spetterà al lettore trovare le "corrispondenze", dare senso a un coacervo di informazioni contenute in poco meno di cento pagine. Vi sentirete a volte disorientati altre entusiasti, ma soprattutto curiosi di andare avanti per trovare il bandolo della matassa.
Greatness in literature is more intelligible amenable to most of us than greatness in science.
Very true. This is how this little book with a couple of essays, articles, and excerpts from his novels starts off. A promising start and an excellent quotation from one of Bellow’s novels comes next. So I thought he would give us an essay on how we value and how we should value literature and science. Unfortunately, McEwan decided to basically retell the story of Darwin for the millionth time. Quite okay, but hardly something new. Except when he tells us that Darwin thought that he who understands a baboon would do mor towards metaphysics than Locke. Quite true. And luckily for anyone who might have missed that it is repeated in another essay in exactly the same words.
Darwin was a great man. And also not a racist. Which is great. But I am not prepared to praise him for not burning the letter he received from Wallace.
My favorite is the Guardian article ("adapted from") where he talks about what a scientific literary tradition might be. "Which books are going on our shelves? To propose is to ask to be challenged; already I suspect my own suggestions are too male, too middle-class, too Eurocentric." Okay, one must be careful these days. I do not know about middle-class, but out of the 14 works he mentions none are by females (and with all due respect, Dana Sobel would just not fit in). One is by Voltaire, one by Lucretius. All other by English-speakers. There is a word for this. And it is not Eurocentric.
All in all, not really bad, but obviously intended as a rip-off. 5/10
I saw this book on Amazon and was intrigued by the title and the author. I read all of Ian McEwan’s books and particularly liked the ones in which he explored scientific topics, i.e. Saturday, Solar, and Machines Like Me. I wasn’t quite sure what to expect from this short volume, but I definitely expected more than a collection of speeches and book excerpt loosely connected to science. The excerpts are taken from books that most readers who are familiar with the author will probably have read. The speeches themselves are well written and well researched as one would expect from the author. However, I was disappointed that there was not more of a common thread or perhaps a dedicated essay or short-story to tie the pieces together. I have not read the other volumes in this collection, but based on this one, it seems like a ploy from the publisher to make more money from well-known names.
In France, there is a concept called "Trainstation novels", this kind of book is the equivalent for me for train travels. It is a good set of articles on different aspects of science, scientific method, and specific branches of science such as evolution. I did not find them extremely insightful, but then again science is my profession and in that sense, I found them adequately deep and encompassing. I did not like Mr. McEwan's writing style, on the other hand, it made me feel like I would struggle with his books; that's a piece of good information also. One thing, I did not appreciate was that there are nearly exact same concepts/paragraphs here and there in different articles. Sometimes you come to the limits of your original thoughts and this happens naturally, but it would have been better to eliminate them while editing such a short book.
"Per la maggior parte di noi la grandezza della scienza è più ardua da afferrare. Possiamo fare un elenco degli scienziati che, a quanto ci è stato detto, sono grandi, ma pochi di noi hanno avuto con la scienza quel genere di contatto intimo in grado di far luce sulle specifiche qualità di un qualunque specifico risultato. In parte dipende da come sono fatte le opere scientifiche: non ci invitano a entrare - tendono all'oggettività, e di conseguenza ci tengono a distanza, infestate come sono di dettagli complicati e apparentemente futili. Anche la matematica costituisce un ostacolo. Inoltre, le idee scientifiche si emancipano in fretta dai loro creatori." - Pag. 5
“Invito alla meraviglia - Per un incontro ravvicinato con la scienza” è una raccolta di cinque saggi brevi e o conferenze scritti tra il 2003 e il 2019. I primi due riguardano il rapporto tra letteratura e scienza e la maggiore difficoltà delle persone comuni ad afferrare quest’ultima rispetto alla comprensione della letteratura. Si percepisce una fortissima ammirazione da parte di Ian McEwan verso la scienza e la letteratura scientifica, forse anche un pizzico di invidia. Secondo me, McEwan ha davvero poco da invidiare agli altri scrittori, che siano di romanzi o di saggi. Ho letto pochi suoi libri, in realtà, però sono bastati a capire che abbia in comune molto più di quanto pensa con gli scrittori scientifici. Sembra quasi che McEwan abbia sempre voluto essere uno scienziato, oltre che uno scrittore; una sua aspirazione che ha provato a raggiungere non facendo ricerca scientifica ma comunque approfondendo ogni suo libro. È infatti metodico e oggettivo; durante il gruppo di lettura su “Sabato”, l’avevamo definito persino asettico. È rigoroso e meticoloso negli approfondimenti e caratterizzazioni. Vuole essere preciso nella sua descrizione della realtà. Che uno scienziato lo faccia con dei modelli e che lui lo faccia invece con dei periodi, in fondo in un contesto letterario ha poca differenza. Stanno mettendo entrambi a disposizione i loro occhi e la loro mente alle altre persone; stanno usando gli strumenti a loro disposizione per inquadrare una piccola realtà e raccontare una storia, vera o di fantasia.
"È innegabile che si prova un piacere del tutto diverso quando uno scienziato o uno scrittore scientifico ci conduce verso la luce di un'idea potente, che a propria volta apre vie di esplorazione e scoperta che conducono nel remoto futuro, collegando tanti fenomeni diversi in tanti campi di studio diversi. Qualcuno potrebbe chiamarla verità. " - Pag. 51
Alcuni temi principali su cui si sofferma riguardano l'aspetto non tanto di competizione ma più del detenere l'originalità di qualcosa (un'opera o una scoperta) e di quanto questo possa incidere sulla propria motivazione di portare a compimento qualcosa; su questo, illustra quanto successo a Darwin e a Einstein. McEwan valorizza inoltre anche la ricerca non negativa, in quanto consente di evitare perdite di tempo a tutti gli altri. Nonostante lo stupore e la sorpresa, comunicare la scienza non è affatto semplice.
"La tradizione letteraria scientifica è vasta, ricca e plurilinguistica. È una letteratura che dovrebbe appartenere a tutti, non solo a chi esercita una professione scientifica. È una storia di coraggio intellettuale, duro lavoro, occasionali momenti di ispirazione e ogni forma concepibile di fallimento umano. È anche un grande invito a provare meraviglia e piacere. Così come, seduti a tavola con gli amici, possiamo cantare le lodi di un programma televisivo, di una canzone o di un film anche se non siamo attori, compositori o registi, allo stesso modo dovremmo essere in grado di far nostra la tradizione scientifica e goderci questo tripudio di curiosità organizzata, questo sublime trionfo della creatività umana." - Pag. 58
Un altro tema presente nella raccolta è la mortalità, e McEwan cita il malinconico e magnifico Philip Larkin in più punti. Un altro argomento ancora riguarda il rapporto tra scienza e religione. In particolare, McEwan riflette su quanto la scienza abbia rafforzato, anche non volendo, il pensiero apocalittico (e qui il pensiero è andato subito a un altro titolo discusso dal gruppo di lettura, “La scomparsa di Majorana" di Sciascia, e all'etica nelle scoperte scientifiche). Su questa parte si sofferma abbastanza, forse troppo, presentando fluidi ma numerosi vari collegamenti di attualità e sue considerazioni.
L'ultimo saggio è sull’Io: si collega parzialmente alle neuroscienze, però resta più nel campo conosciuto della letteratura, ripercorrendo le opere che nella storia si sono concentrate sull'introspezione e sulla consapevolezza soggettiva. Ecco quindi Montaigne e i suoi “Saggi”, Woolf e il suo flusso di coscienza, Shakespeare e la “quintessenza di polvere” di Amleto.
"Nel tempo, la consapevolezza soggettiva si è diffusa senza necessariamente crescere. Non abbiamo proceduto di molto sul cammino del 'conosci te stesso', in realtà. Possiamo essere consapevoli della nostra identità a livello collettivo, ma ciò che resta è la nostra impotenza dinanzi agli eventi che collettivamente provochiamo. E questo a dispetto di tutta la nostra tecnologica e delle nostre agonizzanti superstizioni. Eppure la nostra letteratura, [...] continua a essere una specie di bella chiacchierata che rivolgiamo a noi stessi." - Pag. 115
Un’ottima lettura “ponte”, tra letteratura e scienza, tra l'anno vecchio e l'anno nuovo, per sognare le future scoperte scientifiche, le future narrazioni.
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Questo volumetto raccoglie cinque interventi - alcuni sono discorsi, altri pubblicazioni - in cui lo scrittore inglese Ian McEwan esplora i punti di contatto tra scienza e letteratura. Non è un caso, perché in molti suoi romanzi la scienza suggerisce scenari e temi (tra quelli che ho letto io, penso soprattutto a "Sabato", in cui il protagonista è un neurochirurgo). I saggi sono godibilissimi e ovviamente ben scritti - McEwan si conferma un fuoriclasse -, ma per i suoi appassionati lettori segnalo che due erano già stati pubblicati: - il quarto testo, "Blues della fine del mondo"; - il quinto, quello sull'Io, compariva già alla fine del racconto "Il mio romanzo viola profumato".
Una collezione di 5 saggi di Ian McEwan che sono un manifesto, il punto della situazione e un invito a partecipare alla visone moderna della storia dell'uomo, della narrazione, della ricerca e della scrittura, della scoperta e dell'arte di raccontare, tramandare e divulgare. Un invito alla meraviglia, come ben dice il titolo, un viaggio in una dimensione fatta di uomini che nel corso della storia hanno cambiato il modo di vedere le cose dell'intera umanità anche a costo della vita. Ian McEwan è uno scrittore con la spada, un paladino moderno in un mondo dove (forse) non si rischia più di essere uccisi per le proprie teorie scientifiche assurde (o almeno di non essere bruciati vivi) ma un mondo dove l'indifferenza e le convinzioni folkloristiche persistenti in quasi ogni mente fanno da barriera impermeabile alla scienza moderna, all'esplorazione spaziale, a un'evoluzione sociale come Esseri Umani. Considero (personalmente) Ian McEwan come un Martin Lutero moderno che professa una fede scientifica fatta di persone, prima che del loro gruppo, religioso o altro che sia, di appartenenza, e che combatte per questa visione facendone la missione della propria esistenza.
Il mondo è fatto di grandi menti ma anche chi le tramanda è importante, il mondo è fatto di grandi idee ma anche chi combatte per esse come semplice soldato è importante.
Come avverte McEwan, i suoi discorsi sono considerati da molti, troppo atei ed Euro-centrici, si può condividere o meno quello che cerca di dirci Ian. questi 5 saggi sono semplicemente la sua versione moderna dalle radici romantiche degli argomenti che affronta e questo libro racchiude egregiamente il suo messaggio per l'Umanità.
Molto carina l'edizione Einaudi con in copertina la bella e significativa illustrazione di Beppe Giacobbe, ottima la traduzione di Susanna Basso e Norman Gobetti.
Ian McEwan mi piace molto e mi piace il suo modo di inserire la scienza o la fantascienza nei suoi romanzi. Questo libro è una raccolta di articoli o partecipazioni a conferenze a tema scientifico/filosofico. L'ho trovato estremamente inglesecentrico. Per carità, è anche giusto e ho scoperto tanti piccoli particolari che non conoscevo ma descrive tantissimo scienziati e filosofi inglesi o che comunque hanno avuto a che fare con l'universo britannico. Molti scritti sono incentrati su Darwin e l'importanza capitale dei suoi studi, sicuramente interessante. Gli ultimi due scritti : l'Io e Blues alla fine del mondo sono dei saggi più lunghi che aiutano a capire meglio anche la poetica dei romanzi di McEwan e forse a leggerli in un modo diverso e più approfondito.
Una lettura interessante ma che sicuramente non consiglierei a chi non è interessato alla saggistica o è un impallinato di Ian McEwan.
questa raccolta di interventi, a mio avviso, non ha davvero molto a che fare con la scienza: alcuni interventi parlano di darwin - anche se l'idea di scienza è trattata molto superficialmente - e sono effettivamente pertinenti alla raccolta, altri (come quello sull'apocalisse e quello sull'io) - per quanto interessanti - c'entrano davvero poco. ho apprezzato molto la parte sulla "disputa" tra hilbert e einstein, ma in generale si parla pochino di fisica, pochissimo di matematica, un bel po' di biologia (che però onestamente è l'ultima che mi viene in mente, tra le materie scientifiche, quando si parla di scienza).
The first four chapters are lectures given by McEwan on various aspects of science: a comparison of perceived greatness in literature and science; Darwin; Science writing; and meditations on the end of the world. The last three are extracts with relevance to the theme from three of McEwan's works: Solar, Enduring Love and Machines Like Me.
Intelligent and as thought provoking as any of McEwan's work, I really enjoyed this
Reflections and lessons learned: “Crop rotation in the fourteenth century was *considerably* more widespread...”
Not a quote from this book of course, but the feeling that I had reading this book - angry not understanding the educational take but then crop rotation was actually mentioned!
From social science to genetics to Darwin, his take on biology and the Darwin’s prolific loins! I really enjoyed the Payne lecture, and revising previously read sections from enduring love and machines like me
“The novelist today who signs her name in her book for a reader, and the reader who stands in line waiting for his book to be signed, collude in this marriage of selfhood and art”
“The worst novelist in the world can at least be assured that he will be the first to write his terrible novel. And, mercifully, the last.”
‘Origin of man now proved … He who understands baboon would do more towards metaphysics than Locke.’
At times this book was hard to read. In parts the language was far too advanced for me..... however dictionaries do in fact exist. So I picked one up and powered on through. When I finally finished this book I came to the conclusion that I did enjoy it.
The reason that I enjoyed this book was because to me personally it answered a question; can fiction be just as thought provoking as non fiction, factual science books? In my opinion the answer is yes and I am looking forward to reading further books written by the author.
This book is only really an advertisement for writer but none the less I enjoyed it.
Esperimento curioso, accostare la letteratura e la scienza, la poesia dietro le formule e la fantasia che ha condotto i grandi scienziati e studiosi alla scoperta di nuove frontiere. Lo stile di McEwan è sempre accattivante e questi saggi sono preziosissimi. Forniscono degli ottimi spunti di riflessione senza mai offendere le parti in causa (letteratura, scienza e religione,ma anche psicologia). Consigliato!
A collection of speeches and excerpts, this book might make a good introduction to McEwan and has motivated me read more. The speeches explore the similarities and difference between literature and science, but focus too much in Einstein and Darwin. The excerpts are from books about scientists and the ethical questions of AI.
This is very interesting, particularly on religion - the fourth essay. The Machines Like Me segment dovetails excellently with the non-fiction, but the other two seem there for the page count a little.
Interesting little book with a collection of essays on science, from a tale of Darwin's life to reflections on humanity's obsession with myths of the apocalypse. Full of food for thought
Having received three of this author's books for Christmas I feel the start of 2020 has seen me being immersed in his writing! This mini-book comprises an interesting collection of four essays, and extracts from three of the author's science-related novels. As I'd already read each of the novels it was the essays which held more appeal for me; well-written and informative, I know I'll get even more from them when I re-read them.