La prima scena di questo straordinario romanzo è impressa nella mente di miliardi di persone in tutto il mondo. Ci sono tre croci sul monte Golgota, a Gerusalemme, e su quella centrale è inchiodato Jeshua, l’uomo che con la sua predicazione, e le sue gesta miracolose, aveva sconvolto la Palestina negli anni precedenti. Sulla croce, l’insegna con il motivo della sentenza: GESÙ DI NAZARETH RE DEI GIUDEI. Ai piedi della croce, come narrano i Vangeli, ci sono i soldati romani, alcune donne, Maria, sua madre, i discepoli più fedeli, ma anche una figura misteriosa che, non vista da nessuno, vede tutto. E vedrà anche, tre giorni dopo, Jeshua uscire dal sepolcro dove era stato sepolto, e avviarsi verso Gerusalemme. E comincerà a seguirlo. Nel frattempo, a Capri, l’imperatore romano Tiberio inizia a ricevere strani segnali dalla Palestina. È un uomo intelligente, acuto e sospettoso, e intuisce che quel predicatore, quella “specie di profeta”, non era solo l’ennesimo predicatore di una terra dove i predicatori abbondano, ma era qualcosa di più. Era molto di più: un uomo che con la sua sola parola poteva minare le fondamenta dell’impero.
Valerio Massimo Manfredi ci regala un’opera serrata e visionaria, come sempre rigorosa nella ricostruzione del contesto storico, e letteralmente stupefacente nella costruzione narrativa, restituendoci la grande Storia del miracolo della Resurrezione e dei primi giorni del Cristianesimo, i primi “Quaranta giorni”, come mai era stato fatto.
Valerio Massimo Manfredi is an Italian historian, writer, archaeologist and journalist. He was born in Piumazzo di Castelfranco Emilia, province of Modena and is married to Christine Fedderson Manfredi, who translates his published works from Italian to English. They have two children and live in a small town near Bologna. Valerio Massimo Manfredi defines himself as an "Ancient World Topographer". Since 1978 he spends his time teaching in several European universities, digging ruins in the Mediterranean and in the Middle East, and writing novels. The Professor of Classical Archaeology in the "Luigi Bocconi" University of Milan and a familiar face on European television, he has led scientific expeditions, excavations and explorations in Italy and overseas. In addition to this, he has published a number of scientific articles and essays as well as thirteen novels, including the Alexander trilogy and The Last Legion. Alexander was published in thirty-six languages in fifty-five countries and The Last Legion was sold for a major film production in the USA. The Last Legion film was released in 2007.
Niente... Manfredi lo abbiamo perso. Questo è un gran nell'esercizio di gestione sublime della lingua italiana, ma nulla di più. Ha il fascino di un libro di grammatica. La storia è di una noia che davvero a un certo punto il lettore chiede pietà
Scrittura di livello, ma storia molto debole. Per la prima volta l'autore - uno dei miei preferiti - mi ha deluso, spero sia l'eccezione che confermo la regola. Se non era scritto da Manfredi l'avrei mollato dopo non troppe pagine.
Quaranta giorni di Valerio Massimo Manfredi Avevo iniziato questo libro con delle aspettative piuttosto alte. Nonostante il mio ateismo la storia delle religioni mi è sempre interessata perché amo capire e la storia di Gesù è una di quelle storie che amo approfondire se posso. Pensavo che questo libro infatti parlasse di qualcosa inerente alla storia di Gesù, se non i quaranta giorni passati nel deserto, almeno quaranta giorni tra la sua morte il dopo. Da una parte questo viene anche raccontato, come è morto, la sepoltura, la resurrezione e il dopo, ma, c’è un ma.
Il tutto viene raccontato da Aroc, un demone che ha assistito al tradimento di Giuda, al rinnegamento di Pietro fino alla morte e alla resurrezione di Gesù, qui chiamato Jeshua. Come idea non era male, non erano male nemmeno i vari salti temporali, anche se un po’ confusionari, che facevano Aroc e Gesù per osservare cosa fosse successo prima e dopo la sua morte. Peccato che ad un certo punto diventi un film alla James Bond con tanto di apparecchi tecnologici, intrighi di stato e appostamenti. Speravo di buttarmi dentro alla storia e invece no, c’è stato solo un assaggio di ciò che speravo ci fosse, peccato perché ci tenevo tanto a leggerlo e anche perché conosco già la penna di Manfredi e mi era piaciuta anche se non mi aveva fatto impazzire. Ma non demordo e vorrei leggere altro di questo autore.
Ho letto questo libro per l’ultima tappa della #challenge #unannoconlastoria di Sam e Marta, è stato un bellissimo viaggio che ha svegliato in me l’amore per la storia e spero di poterlo portare avanti nonostante la fine della challenge. Grazie ragazze!
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È da un pò che Manfredi sforna libri come fossero pane, in cui mette né cuore né anima. E pensare che era il mio scrittore preferito; siamo lontani anni luce dalla trilogia di Ulisse e Alessandro.
Già con Antica Madre, a cui ho tuttavia dato 4 stelle (probabilmente influenzato dall'affetto per lo scrittore, ma anche quello è da 1 o massimo 2 stelle) e con Sentimento Italiano, pieno di errori grossolani da casa editrice che non può permettersi editors, avevo deciso di abbandonare Manfredi. Poi mi è stato regalato a natale 40 Giorni, libro che non volevo ma che ho letto tutto, a tratti con enorme fatica.
Di Manfredi ho più di 30 libri, tutti letti, dunque lo conosco bene, e la sua scrittura sta calando a livelli imbarazzanti. Sembra difficile credere che i libri vecchi siano scritti da lui leggendo quelli degli ultimi 3/4 anni.
La trama del libro è talmente piatta, i personaggi senza carattere...fanno pensare che a Manfredi non gli vada più di scrivere, la passione si è persa nel tempo.
Grande prima delusione di un libro di Manfredi. Il titolo parla di 40 giorni tra resurrezione e ascensione di Gesù. Su 220 pagine ce ne sono circa 30-35 dedicate al tema. La narrazione è come al solito magistrale, ma la trama è quantomeno scarna e a tratti inspiegabile (magari sono io che non ho capito). Portato a termine giusto per dovere di recensione. Spero che Manfredi si rifarà con il prossimo.
Non so dare un voto perché è scritto bene ma non ho idea di cosa è successo per tipo 3/4 e l'1/4 che ho capito è Aroc che è ossessionato da Raphael e tbh l relate
Difficilmente un libro di Manfredi pecca di ritmo, di leggerezza e chiarezza. Eppure sono proprio queste le carenze di questo romanzo: mai chiaro, lento fino a indisporre il lettore, confuso. Difficile trovarci qualcosa di buono. Davvero deludente.
SCHEDA:
Titolo: Quaranta giorni Autore: Valerio Massimo Manfredi Editore: Mondadori Collana: Omnibus Anno edizione: 2020 In commercio dal: 17 novembre 2020 Pagine: 228 p., Rilegato EAN: 9788804722304
DESCRIZIONE:
Valerio Massimo Manfredi ci regala un'opera serrata e visionaria, come sempre rigorosa nella ricostruzione del contesto storico, e letteralmente stupefacente nella costruzione narrativa, restituendoci la grande Storia del miracolo della Resurrezione e dei primi giorni del Cristianesimo, i primi "Quaranta giorni", come mai era stato fatto.
«La prima immagine che lo scrittore e archeologo descrive nel nuovo libro è quella della crocifissione di Gesù sul monte Golgota. Ma ai piedi della croce c'è una figura misteriosa che, nascosta, vede tutto, anche la risurrezione di Gesù. E poi inizierà a seguirlo...» - Tv Sorrisi e Canzoni
La prima scena di questo straordinario romanzo è impressa nella mente di miliardi di persone in tutto il mondo. Ci sono tre croci sul monte Golgota, a Gerusalemme, e su quella centrale è inchiodato Jeshua, l'uomo che con la sua predicazione, e le sue gesta miracolose, aveva sconvolto la Palestina negli anni precedenti. Sulla croce, l'insegna con il motivo della sentenza: GESÙ DI NAZARETH RE DEI GIUDEI. Ai piedi della croce, come narrano i Vangeli, ci sono i soldati romani, alcune donne, Maria, sua madre, i discepoli più fedeli, ma anche una figura misteriosa che, non vista da nessuno, vede tutto. E vedrà anche, tre giorni dopo, Jeshua uscire dal sepolcro dove era stato sepolto, e avviarsi verso Gerusalemme. E comincerà a seguirlo. Nel frattempo, a Capri, l'imperatore romano Tiberio inizia a ricevere strani segnali dalla Palestina. È un uomo intelligente, acuto e sospettoso, e intuisce che quel predicatore, quella "specie di profeta", non era solo l'ennesimo predicatore di una terra dove i predicatori abbondano, ma era qualcosa di più. Era molto di più: un uomo che con la sua sola parola poteva minare le fondamenta dell'impero.
Che cosa ho appena letto? Difficile spiegarlo, difficile anche commentarlo evitando sfumature troppo dispregiative. Come è difficile, d’altronde, leggere qualcosa di peggiore. Tralasciando la trama nauseante, al termine di ogni pagina (quindi circa 224 volte) ci si chiede: riuscirò ad arrivare vivo fino alla fine? Racconto totalmente insensato: inizio e fine, entrambi difficilmente comprensibili, sono legati tra loro, con scarsi risultati, da una narrazione a tratti (nemmeno troppo) che sembra concepita da una mente annebbiata da funghi allucinogeni. Dialoghi aberranti, personaggi ed eventi buttati nel mezzo a caso e alla rinfusa. Triste epilogo per Manfredi, di cui ho letto letteralmente tutto. Questo è sicuramente il libro peggiore che abbia mai scritto, e si inserisce probabilmente anche tra i peggiori in circolazione. Tristezza a palate.
C’era una volta Valerio Massimo Manfredi, scrittore immenso, autore di perle rare come Alexandròs, Le paludi di Hesperia, Lo scudo di Talos, Nessuno. Ora c’è l’autore di questo, un’accozzaglia di eventi senza una vera trama, legati da una voce narrante improbabile, se non ridicola. Peccato, perché l’argomento era anche interessante: narrare i quaranta giorni successivi alla morte di Gesù di Nazareth. E, in effetti, la parte iniziale che va dalla crocifissione alla resurrezione è anche buona (sempre voce narrante a parte), salvo poi perdere completamente il filo della narrazione per seguire vicende che di interessante non hanno niente. La trama si sfilaccia, la storia perde identità e la noia incombe. Siamo ai livelli di Teutoburgo, Antica Madre e Quinto comandamento: troppo scarsi per non fare male. Un grande autore in caduta libera.
Pensavo parlasse di Gesù e invece è un miscuglio strano di generi e avvenimenti legati da non si capisce bene che cosa. Non ho capito l'intento dello scrittore nel raccontare una storia del genere, frammentaria, incompleta, inconcludente. Mah!
Piccola grande delusione personale da parte di un grande personaggio come Manfredi. Una operetta commerciale, sembra più la sceneggiatura di una serie fantasy/horror in stile “Supernatural”. Forse produrre troppo, abbassa la qualità delle opere?
“Quaranta giorni” è un libro di Valerio Massimo Manfredi ambientato per la maggior parte in Palestina (più precisamente a Gerusalemme) per lo più nel 33 d.C. Man anche nel 70 d.C. e ai giorni nostri. È difficile classificare questo libro in quanto c'è un continuo cambio di prospettiva, epoca e luogo. I personaggi sono ben descritti, come se li si potesse osservare direttamente in prima persona. Scritto sicuramente bene. Il lessico è semplice, il ritmo veloce. Credo che la vera storia riguardi il Tempio di Gerusalemme, in tutte le epoche in cui si ambienta la storia, in tutte le sue accezioni (Tempio del corpo di Jeshua, Tempio di pietra e luogo di culto e Tempio futuro da ricostruire come immagine di Jeshua che è morto e risorto) e in ogni modo in cui è parte della vita sociale delle persone (luogo di culto, appunto, da preservare o Messiah da seguire; monumento storico e artistico; vessillo della potenza del Dio di Israele). Il resto rimane piuttosto confusionario, con un continuo salto nel tempo e nello spazio, visionario e allo stesso tempo ricerca di una spiritualità da parte dell'uomo tipo di oggi che vorrebbe capire, sapere di più, proprio come Aroc che incarna inoltre anche la lotta tra il bene e il male e la possibile redenzione.
«È portentoso, magico. Sia la Berenice di oggi, che veste un elegante abito di seta, sia quella che indossava un chitonisco e l’armatura di una guerriera e che appare sotto le sembianze di un fantasma si sono battute per il Tempio, sia perché l’uno fosse salvato, sia perché l’altro non venisse ricostruito al prezzo di milioni e milioni di vite umane. Il nostro amore ha fatto vivere comunque il mito della casa di Dio sulla terra. Un amore che forse non morirà mai.»
Per la prima volta, una lettura di Manfredi non mi lascia nulla se non il senso schiacciante di aver perso tempo. La prosa ha perso potenza e poesia, il tema aveva potenziale ma risulta pesante e poco interessante. Concludere con gli eventi del capitolo 32 avrebbe potuto salvare un poco il finale, peccato che la narrazione si trascini invece per altri 7 capitoli più epilogo.
In una parola? Noia! Manfredi é uno dei miei autori preferiti ma quest'ultimo romanzo un fiasco...un calvario leggerlo! Sulla grammatica nulla da dire, anzi...ma la trama é lenta, pesante e poco piacevole. Pazienza, mi rimangono altri suoi romanzi da leggere e spero siano al livello della saga di Ulisse.
Sono molto deluso da questo libro, dove la storia è monotona, autoreferenziale da tratto inconcludente. La stesura in sé è molto piacevole, perché la scrittura di Manfredi è magistrale, ma il contenuto è decisamente deludente.
Ho sempre letto molto volentieri i suoi libri ma si è addentrato in un argomento che non è riuscito ad affrontare da storico. Andamento del racconto discontinuo. Una delusione
Questo romanzo di Valerio Massimo Manfredi francamente mi ha lasciato di stucco. Non mi è piaciuto affatto. Lo paragono ad un cattivo sogno fatto perché si è mangiato troppo
non capisco perché la gente si lamenti tanto della storia. Ci sta che un libro non ti prenda. Ma non è una storia brutta, solo diversa dalle solite di Manfredi. La vita è bella perché è varia.
Lettura non facile, soprattutto nella prima parte. Recupera alla fine ma devo dire che non ho compreso davvero il senso complessivo della storia, forse per i continui salti nel tempo. Nulla da dire sulla scrittura, ma preferivo le imprese degli eroi dell'antica Roma o la trilogia di Ulisse.