Attenzione: non unire con altre edizioni! [contiene le raccolte di racconti: Venere nera, 1985 / Fantasmi americani, 1993 / Racconti sparsi, 1970-1981: "Villa scarlatta" "Il padiglione di neve" "Patchwork"]
Angela Carter, indimenticabile autrice del Novecento inglese dotata di una fantasia inesauribile, trovò la sua forma espressiva ideale nel racconto; è al racconto che affidò il suo testamento letterario e fu esso a consacrarla come una delle autrici di spicco della sua epoca. Questo secondo volume della ricca raccolta Nell’antro dell’alchimista contiene “Venere nera”, in cui la scrittrice reinventa la storia di alcune grandi figure della letteratura: Jeanne Duval, la musa affascinante e riluttante di Baudelaire che non ha mai chiesto di essere chiamata Venere nera, è intrappolata nella passione malata del poeta; Edgar Allan Poe dimostra in ogni pensiero e azione quanto avevano ragione i suoi amici quando dicevano che «chi beve prima di far colazione è perduto»; Puck, il folletto di Sogno di una notte di mezza estate, circondato da fate affette da un terribile raffreddore, smania d’amore omosessuale per un essere inafferrabile. Il volume include anche i racconti di “Fantasmi americani”, che intreccia storie del Nuovo e Vecchio Mondo: Lizzie Borden, la ragazza che uccide i genitori a colpi d’accetta, fa un’inconsueta gita al circo; un giovane pianista stringe un patto col diavolo in un bordello del Sud; un onesto studente viene accompagnato in un viaggio attraverso gli ambigui residui dell’Età dell’Oro hollywoodiana; la Maria Maddalena di Georges de La Tour subisce alcune straordinarie trasformazioni… Angela Carter mescola meravigliosamente storia, finzione, invenzione, critica letteraria, dramma e commedia, alto e basso in una gloriosa raccolta di storie piena di contraddizioni e sorprese come la vita stessa.
Born Angela Olive Stalker in Eastbourne, in 1940, Carter was evacuated as a child to live in Yorkshire with her maternal grandmother. As a teenager she battled anorexia. She began work as a journalist on the Croydon Advertiser, following in the footsteps of her father. Carter attended the University of Bristol where she studied English literature.
She married twice, first in 1960 to Paul Carter. They divorced after twelve years. In 1969 Angela Carter used the proceeds of her Somerset Maugham Award to leave her husband and relocate for two years to Tokyo, Japan, where she claims in Nothing Sacred (1982) that she "learnt what it is to be a woman and became radicalised." She wrote about her experiences there in articles for New Society and a collection of short stories, Fireworks: Nine Profane Pieces (1974), and evidence of her experiences in Japan can also be seen in The Infernal Desire Machines of Doctor Hoffman (1972). She was there at the same time as Roland Barthes, who published his experiences in Empire of Signs (1970).
She then explored the United States, Asia, and Europe, helped by her fluency in French and German. She spent much of the late 1970s and 1980s as a writer in residence at universities, including the University of Sheffield, Brown University, the University of Adelaide, and the University of East Anglia. In 1977 Carter married Mark Pearce, with whom she had one son.
As well as being a prolific writer of fiction, Carter contributed many articles to The Guardian, The Independent and New Statesman, collected in Shaking a Leg. She adapted a number of her short stories for radio and wrote two original radio dramas on Richard Dadd and Ronald Firbank. Two of her fictions have been adapted for the silver screen: The Company of Wolves (1984) and The Magic Toyshop (1987). She was actively involved in both film adaptations, her screenplays are published in the collected dramatic writings, The Curious Room, together with her radio scripts, a libretto for an opera of Virginia Wolf's Orlando, an unproduced screenplay entitled The Christchurch Murders (based on the same true story as Peter Jackson's Heavenly Creatures) and other works. These neglected works, as well as her controversial television documentary, The Holy Family Album, are discussed in Charlotte Crofts' book, Anagrams of Desire (2003).
At the time of her death, Carter was embarking on a sequel to Charlotte Brontë's Jane Eyre based on the later life of Jane's stepdaughter, Adèle Varens. However, only a synopsis survives.
Her novel Nights at the Circus won the 1984 James Tait Black Memorial Prize for literature.
Angela Carter died aged 51 in 1992 at her home in London after developing lung cancer. Her obituary published in The Observer said, "She was the opposite of parochial. Nothing, for her, was outside the pale: she wanted to know about everything and everyone, and every place and every word. She relished life and language hugely, and reveled in the diverse."
Eclettica, originale, voluttuosa, le prime parole che mi vengono in mente se penso alla prosa di Angela Carter. Questi racconti sono dei tornado e si capisce bene quanto dovesse essere incredibile l'autrice: un fiume in piena. Ho letto racconti di autori molto diversi tra loro, da Salinger a Gogol, ma non avevo mai incontrato una fantasia così prorompente e irresistibile. Angela Carter è una delle autrici più importanti ed eclettiche del novecento inglese e leggendo questi racconti ne capisco bene il perché. La raccolta spazia molto, partendo dalla interpretazione di misteriose figure femminili ( come Jeanne Duval, musa di Baudelaire ), fino a fare dell’America la protagonista. L’America del nuovo mondo; quella della Hollywood assurda e luccicante di vecchie stelle del cinema. Ma questi sono solo pochissimi esempi. Alcuni racconti ci portano in una Praga magica, altri sfociano nella critica letteraria e spiegano il significato di favole come quella di Cenerentola. E che dire del racconto in cui esplora la figura di Maria Maddalena, guardando ad un dipinto di George de La Tour? Racconti bellissimi, geniali, che portano la firma di una grande autrice. Un filo rosso li lega tutti, ed è quello del femminismo. La figura della donna troneggia su qualsiasi altra tematica qui presente. Si parla di donne all'interno di favole, donne che lottano, donne incomprese e torturate, donne ridotte a muse, donne assassine, ma sempre eroine vere ( nonostante l'alone di magia presente nella maggior parte delle storie ) che lasciano tantissimo al lettore. Sinceramente consiglierei a tutti la lettura di questo libro, perché è prezioso.
Una raccolta di racconti che profuma di cipria e trucchi di scena, di soffici soufflè all'aragosta, di bambini nati in mezzo alla farina e ragazzini d'oro, di caramello e animali da circo, di terribili miasmi, di sensuali ballerine dalla pelle color cuoio, di soffocanti cieli americani e molto altro.
Per me una vera scoperta, la Carter mi ha rubato il cuore.
Questa raccolta contiene le collezioni di racconti "Black Venus" del 1985, "American ghosts and Old World Wonders" e tre racconti sparsi.
•"Black Venus" tocca le vicende di figure storicamente esistite, come quella di Jeanne Duval, esotica musa di alcune poesie dei Fleurs du mal di Charles Baudelaire, ma anche quella di Lizzie Borden, presunta omicida statunitense accusata di aver assassinato i genitori con un'accetta. L'obiettivo della Carter è chiaro: la volontà è quella di operare, come sempre nei suoi racconti, un ribaltamento di prospettiva, cercando di dare voce a chi, attraverso vicende storiche o letterarie, non ha potuto dire la sua.
•"American ghosts..." tocca invece più da vicino le leggende ed il folklore americano, indagandone i diversi aspetti e leitmotiv.
• Nei racconti sparsi, invece, vi è una delle mie short stories preferite: Il padiglione di neve, inquietante e dalle atmosfere splendidamente descritte.
• Tra storia, letteratura e grandi opere (Shakespeare, Poe, Baudelaire e non solo), Angela Carter si conferma essere un pozzo di cultura e di intelligenza sapientemente infusa di ironia.
Volendo trovare una descrizione semplice di questo volume, direi che riunisce due raccolte di racconti dell'inglese Angela Carter: Venere nera (1985) e Fantasmi americani (1993), più tre scritti sparsi. La prima riscrive le vite di personaggi del mondo della letteratura, da Edgar Allan Poe a Puk di "Sogno di una notte di mezza estate", mentra la seconda, ispirata al continente americano, intreccia storie del Nuovo e del Vecchio Mondo. Ma la verità è che Angela Carter non è semplice: la sua lingua ricca e malleabile è in grado di spaziare dal comico al tragico, dal lirismo della descrizione alla rapidità del dialogo. A livello tematico, la critica al puritanesimo anglo-americano si unisce qui ai temi a lei cari, come i ruoli di genere, la sessualità, la finzione scenica, ciò che è primitivo, animale o al di fuori della società, che incontra e attrae chi invece vi appartiene...tutti argomenti che trovano spazio in storie diversissime (più di una, in realtà, è al di fuori delle linee principali che ho indicato prima). L'unico elemento che davvero le unisce, e rappresenta la cifra stilistica dell'autrice, è il tono fiabesco (spesso da fiaba nera) che tutto avvolge, creando una dimensione altra da cui emergono i dettagli più assurdi. A proposito di fiabe, un gioiellino è "Covacenere ovvero Il fantasma della madre", riscrittura meta letteraria di Cenerentola in cui l'autrice mette a nudo la logica patriarcale alla base dei meccanismi della fiaba, tornando così in un certo modo al suo capolavoro, La camera di sangue (lì, erano tutte riscritture di fiabe). Mentirei se dicessi di aver capito anche solo la metà di questo libro: per decifrarlo meglio credo servirebbe proprio studiarlo, e anche così, forse, non tutto avrebbe una razionalità al di là dell'irrazionalità stessa. Ma il bello, in fondo, è lasciarsi stregare dallo stile.