Un approfondito studio sulla stregoneria popolare marchigiana, che muove dal generale al particolare della scena locale, nel quale si ripercorrono storia, suggestioni, leggende, superstizioni che hanno caratterizzato il territorio e che hanno avuto da sempre le donne come protagoniste principali. Una narrazione che passa dai processi per stregoneria, fatture e malefici restituiti dagli archivi locali, alle credenze diffuse in tutta la regione, ripercorrendo luoghi stregati e ricordando aneddoti, paure e stratagemmi utilizzati da sempre per difendersi dagli attacchi delle fattucchiere. Tra delazioni, torture, metamorfosi e formule magiche si delinea così un racconto che attraversa quasi sette secoli, inseguendo le tracce di quelle che nel dialetto marchigiano venivano chiamate sdreghe, donne a cui vennero attribuite le azioni peggiori a danno della comunità e che rappresentarono spesso un capro espiatorio ideale per sfogare timori, sensi di colpa, sofferenze e scontento. Attraverso un'analisi accurata, densa di suggestioni, l'autrice restituisce così a queste donne un'identità. a volte concreta, altre evanescente, ma sempre ben presente nella coscienza collettiva, dall'antichità più remota fino ai giorni nostri.
Davvero una lettura godibilissima e piena di chicche interessanti sull'argomento. La prima parte con l'approfondimento storico è ovviamente più lenta ma l'ultima parte con le testimonianze "dirette" di nonni e bisnonni vari è molto carina e a tratti divertente. Il sottotesto di questo libro è chiaro e anche un po' angosciante se si pensa al futuro di queste zone: le Marche sono una regione ferocissima contro ogni forma di ammodernamento e di "de-tradizionalismo". Streghe o non streghe che siano.
3.5⭐ é un saggio davvero molto interessante e scorrevole anche se avrei voluto approfondire meglio le storie e le figure, che secondo me un po' mancano