Jump to ratings and reviews
Rate this book

Une année exemplaire

Rate this book
Lisa Mandel s'est donné 365 jours pour dire bye bye à TOUTES ses addictions. Pleine d'espoir, elle décide de publier une page quotidienne sur les réseaux sociaux afin de témoigner de sa persévérance. Mais après des attaques de panique, une révolution libanaise, un séjour au Niger et l'apparition du COVID-19, son année prend un tour complètement imprévu.

400 pages, Paperback

Published September 15, 2020

4 people are currently reading
64 people want to read

About the author

Lisa Mandel

42 books14 followers

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
29 (34%)
4 stars
37 (43%)
3 stars
14 (16%)
2 stars
5 (5%)
1 star
0 (0%)
Displaying 1 - 17 of 17 reviews
Profile Image for Laurelas.
650 reviews233 followers
December 11, 2021
Meh. Lisa Mandel se lance dans une année "exemplaire" à faire du sport, ne plus manger trop gras/sucré, ne plus boire d'alcool, fumer ou (trop) jouer à des jeux vidéos sauf que (spoiler alert) elle n'y arrive pas et ensuite le Covid & le confinement se joignent à la fête.

L'ennui c'est que c'est très inégal - j'ai parfois beaucoup rigolé, j'ai aimé les tranches de politique (liées à la situation au Liban notamment) qui se sont glissées çà et là, mais sinon c'était beaucoup de "bouhou je suis nulle" et si c'est tout à fait légitime et peut-être moins flagrant quand on lit son année jour après jour (elle publiait une planche tous les jours pendant un an) c'est ultra redondant et pas hyper intéressant quand on lit la BD (et donc plusieurs planches/jours de suite).

Donc bon, meh.
Profile Image for Alizée.
27 reviews
April 1, 2023
J’ai bien ris ! Et en plus, c’était inspirant.
Profile Image for lil4.
193 reviews
August 4, 2025
format qui fonctionnait sûrement très bien sur instagram, mais en bd un peu moins (à mon avis)
Profile Image for Géraldine.
688 reviews21 followers
February 27, 2025
3,5*

Un bon matin, Lisa Mandel, autrice de BD, décide de se reprendre en main radicalement :

"Une challenge extraordinaire. Une année exemplaire. Une année pour vaincre (s)es addictions. Alcool, tabac, sucre, gras, jeux vidéos, séries débiles."

Pour s'encourager, elle publiera une page par jour sur internet. A la fin de l'année, elle en fera un livre grâce au financement participatif. Et surtout, elle sera enfin saine, mince, sportive, belle, aimée et reconnue.

Évidemment, rien ne va se passer comme prévu.

Ce roman graphique a vraiment été créé au jour le jour, alors il semble régulièrement un peu long et sans relief.

Pourtant, il est passionnant. Lisa ne cache rien de ses tourments intérieurs. Son enthousiasme du début vacille rapidement. Car les additions de Lisa sont tenaces car nécessaires pour gérer son corps imparfait et son manque de confiance en elle, et aussi un handicap invisible, l'épilepsie portée comme un fardeau qu'on ne remarque plus, et que ses nouvelles habitudes saines vont réveiller. Tout comme l'anxiété qui était tenue à distance par ... Le gras, le sucre, le jeu, etc.

Bref, une année pleine de rebondissements où Lisa, à la fois autocritique lucide et d'une grande mauvaise foi, essaie d'atteindre ses objectifs malgré les tentations, tout en essayant d'apprendre à ne pas culpabiliser d'être qui elle est.

C'est souvent très drôle (même si s'y mêlent la crise au Liban, le covid19 et quelques récits de réfugiés pas drôles du tout eux. )

Ce livre fait rire aussi car il souligne une tendance bien humaine (bien féminine ?) : vouloir être parfait.e, à tout point de vue, tout le temps, partout,dans tous les domaines. Et sans culpabiliser si on n'y arrive pas. Ça paraît idiot, et pourtant qui n'est jamais tombé dans cette addiction là ?

"Ce matin je me suis réveillée totalement remotivée.Je peux arrêter de m'oublier dans la nourriture, les séries, les jeux vidéos.... Pour ça il suffit juste d'une chose ...Que j'arrive à supporter ma propre compagnie. En réalité j'ai du mal à me supporter plus de cinq minutes. Une nouvelle journée de labeur nous attend, pleine de tâches impossibles à accomplir. Rien que d'y penser j'en ai des palpitatioJE SAIS ! J'ai peur Lisa.. J'ai peur de l'échec, j'ai peur de pas y arriver, j'ai peur de m'écrouler. Je t'ai dit que j'étais épileptique ? Franchement , j'ai du mal avec moi-même. Si je tente d'instaurer un dialogue, ça se transforme en une litanie de pensées anxieuses (.....)" (jour 193)


(Lisa Mandel est à l'initiative de la maison d'édition Exemplaire qui permet une meilleure rétribution des auteurs)
Profile Image for Svalbard.
1,138 reviews66 followers
June 28, 2025
Libro che mi è stato regalato, autrice e storia che non conoscevo.

La fumettista francese Lisa Mandel, a quanto pare piuttosto nota in patria, sembra che soffrisse di moltissime dipendenze (“addictions”, in francese): bere, fumare, mangiare troppo e prevalentemente schifezze, fare poco o niente moto, guardare serie televisive sceme una puntata dietro l’altra, fare videogiochi sul telefonino… Così, un bel giorno, decide di dire basta: interromperà di botto tutte le sue dipendenze almeno per un anno, e terrà un diario, ovviamente a fumetti, che pubblicherà giorno dopo giorno sul suo blog in cui racconterà la sua esperienza.

Il risultato è appunto questo volume piuttosto mastodontico (una tavola per ogni giorno di un anno) che ho letto con grandissima fatica; sia perché è scritto piccolissimo, sia perché il lettering è in un fastidiosissimo corsivo “vero”, con le lettere spesso dubbie e attaccate le une alle altre, sia perché è scritto nel francese di oggi, pieno zeppo di espressioni gergali, inversioni (parole invertite ovvero scritte come se fossero da destra a sinistra, letteralmente o trasponendo le sillabe; ad esempio “fou” diventa “ouf”), e ovviamente parolacce e insulti come se piovesse (ma a questo ormai mi sono abituato). Nel corso della lettura, poi, ho scoperto che il volume è stato con ogni probabilità autopubblicato, visto che non c’è nessuna casa editrice (e paradossalmente, nonostante la notorietà dell’autrice e il fatto che non sia vecchissimo, pare piuttosto raro); probabilmente anche a questo si deve la sua pesantezza grafica, di lettering e tutto il resto, ovvero al fatto che non è stato sottoposto a nessun editing professionale.

Al di là di questo, i contenuti sono interessanti e spesso divertenti; non si può dire che alla Mandel manchi il dono dell’autoironia, la capacità di scherzare sui suoi limiti e i suoi difetti, e anche sulle sue sfortune, che non sono da poco.

Ora, penso che chiunque soffra o abbia sofferto di “addictions”, così come gli operatori sanitari e sociali che se ne occupano, sappia che interrompere drasticamente qualcosa che in qualche modo involve il tuo cervello a tutti i livelli può essere pericolosissimo e destabilizzante; oltre al fatto che, nel caso della Mandel, accanto a dipendenze veramente deleterie (il fumo, l’alcool) quella di guardare ossessivamente serie televisive o di fare giochini sul cellulare può al massimo far sorridere. Comunque, la drastica interruzione ha per lei conseguenze catastrofiche; dapprima attacchi di panico, poi vere e proprie crisi epilettiche. A quel punto comincia a interrogarsi sull’utilità delle dipendenze (magari non tutte) visto che l’alternativa è quanto meno peggiore; e, pur con tutti i sensi di colpa del caso, ricomincia a mangiare porcherie, a fare giochini, a guardare serie televisive.

(Del resto mi ricordo di un romanzo che avevo letto tempo fa, “Il paradiso degli uragani” di Patrick Grainville, in cui c’era un personaggio, una ragazza conosciuta personalmente dal protagonista-io narrante, che odiava i piccioni, al punto di attirarli col cibo per poi ucciderli. Gli psichiatri la sottoposero a un trattamento per superare questa fobia, che ebbe successo nel senso che, al termine, non aveva più odio per i piccioni; però pochi giorni dopo, sempre per strada, aggredì e uccise una donna che non aveva mai visto prima. Per dire che l’eradicamento delle proprie nevrosi può comportare danni ben peggiori).

Come dicevo, la vicenda fa comunque ridere molto. Un’idea della Mandel, per trovare un attimo di libertà da questo suo obbligo quotidiano autoimposto di raccontarsi (per certi versi, così dice, anche peggiore dell’astinenza dalle “addictions”), è quella di invitare i propri lettori, quelli che ovviamente sanno farlo, a spedirle delle tavole in cui siano essi stessi a raccontare le proprie dipendenze, di modo da poter tamponare con esse almeno alcuni giorni del fatidico anno e prendersi un attimo di riposo. Rispondono in molti, spesso anche con prodotti di qualità (del resto come sappiamo fumetti e graphic novels in Francia e nelle altre aree francofone sono mezzo di espressione comune e abituale) a volte con inaspettate sorprese; tanto per dire, l’”addiction” più assurda è quella di una persona - maschio ed eterosessuale - che aveva sviluppato un’ossessione totale per il presidente François Hollande, aveva bisogno di sapere tutto quello che faceva minuto per minuto e leggere ogni singola riga o guardare ogni singola trasmissione che lo riguardasse.

Di tutte le tavole quotidiane, una mi è rimasta impressa: quella in cui l’autrice attacca con estrema durezza il concetto di “body positivity”. Lei si sente brutta e obesa, e rivendica il diritto di odiarsi, ritenendo che l’obbligo di amarsi per quello che si è sia un dogma di matrice fascista. Non sono andato a controllare se il suo auto-odio abbia ragione o torto (in rete ci sono sicuramente sue foto) ma è una presa di posizione che merita qualche riflessione, soprattutto alla luce del libro che ho recentemente letto, “l’era dell’umiliazione” di Caty O’Neil (un’altra che ha evidenti problemi con quello che è e non teme di parlarne); sentirsi costretti dalla morale corrente ad amarsi, quando non se ne sente minimamente la ragione, e non riuscirci, vale come una feroce sconfitta di fronte al proprio tribunale interiore. Riconoscere quello di odiarsi come un diritto diventa a sua volta una forma di liberazione, autoaffermazione e orgoglio.

La storia, che in effetti a tratti pare logorarsi e diventare noiosa proprio perché, recuperato il male minore delle proprie dipendenze, spesso l’autrice non sa più cosa dire, a circa 100 giorni dalla fine del fatidico anno sembra ricuperare vigore grazie a un fatto imprevisto: arriva il covid. A questo punto non solo non sono più le “addictions” il tema fondamentale del racconto, ma sembra anzi che il confinamento casalingo in qualche modo “premi” proprio quelli che hanno problemi di socializzazione, che preferiscono stare in casa piuttosto che uscire nel vasto mondo dove pulsa la vita; e, va da sé, si rimbecilliscono di serie televisive, di junk food e non sentono il bisogno di praticare movimento fisico. Comunque, a dispetto di come si racconta, la Mandel non pare essere poi del tutto una crisalide; viaggia spesso, è invitata alle fiere del fumetto dove interagisce coi colleghi, ha una relazione con una ragazza di origini libanesi e quindi va spesso in Libano… Il covid la sorprende in Niger, dove era andata con altri fumettisti per testimoniare la condizione degli omosessuali da quelle parti - non buone, ça va sans dire. Temeva di restarci bloccata, invece rientra con un volo d’emergenza in tempo per finire barricata in casa assieme alla sua compagna, con la quale ovviamente avrà dei problemi da convivenza forzata - e altrettanto ovviamente raccontati in modo esilarante.

Apprezzo molto la capacità che hanno i francesi di raccontare e di raccontarsi a fumetti. Ma questa grande produttività ha un rovescio della medaglia; un disegno spesso semplificato, approssimativo, tirato via, di difficilissima comprensione. E, attenzione, non è che la Mandel non sappia disegnare; ogni tanto infatti inserisce una vignetta disegnata “bene” e si vede che la capacità c’è. Ma di fatto è un po’ una tendenza; l’ho visto, non sempre ma a volte, anche nel disegno di Sattouf. Al punto che, avendo ripreso in mano negli ultimi tempi delle produzioni di Silvia Ziche, ho provato un vero e proprio sollievo contemplando il suo disegno e il suo lettering chiarissimi, meditati, comprensibili, espressivi.
Profile Image for Nat Lit.
158 reviews2 followers
November 25, 2024
J'avais suivi Lisa Mandel sur les réseaux sociaux pendant son année exemplaire et ce fut un plaisir de la retrouver en BD chez le libraire.
Les éditions exemplaires, qui sont nées dans la foulée pour l'édition de ce projet, assurent une meilleure rémunération aux auteurs. Une raison de plus de sauter le pas.
J'aime beaucoup les journaux en BD et celui-ci n'a pas failli. Pour son année exemplaire, Lisa Mandel décide de renoncer à toutes ses addictions, de ne manger que quand elle a faim, de faire de l'exercice, etc. Sauf que ça ne se passe pas comme prévu. Renoncer à ses addictions du quotidien réveille ses angoisses et son épilepsie.
18 reviews
August 26, 2025
ca finit par être un peu redondant.
le format une strip par jour sur insta ne méritait peut-être pas une publication papier (mais n'est ce pas souvent le cas?)
mais je n'avais pas pris le temps de toutes les lire sur insta donc j'étais quand même contente de mes retrouver hors d'un écran
Profile Image for Neko.
28 reviews1 follower
November 18, 2025
Relecture de la bd que j'avais suivi à sa publication sur instagram à l'époque.
Je met un commentaire car contrairement à beaucoup j'ai plus apprécié ma lecture au format BD.
Je me rappelle que j'avais trouvé la lecture au jour le jour un peu anxiogène, j'étais triste de voir l'autrice galérer ou avoir des problèmes de santé (oui je fais moi-même facilement de l'anxiété)
Là lire l'ensemble permet de remettre en contexte, de mieux mettre en parallèle les parties plus légères avec les moments plus difficiles, et de se rendre compte qu'au dela des addictions on parle finalement beaucoup de santé mentale et de neuro-atypie.
Bref une chouette relecture qui m'a donné envie de me replonger dans la bibliographie de l'autrice
Profile Image for Lola.
341 reviews4 followers
May 30, 2021
Merci Lisa Mandel pour une belle tranche de marrade.
Merci aussi de mettre en lumière les addictions qui nous pourrissent la vie.
Et enfin merci d'aborder des thèmes super sérieux (situation au Liban, au Niger, la santé mentale, l'injustice de l'édition etc...) avec beaucoup d'humour et de franchise.
Profile Image for Emilie.
Author 13 books23 followers
October 12, 2024
Lisa Mandel a du génie, pour parvenir à dessiner une planche par jour et nous faire rire tout au long de ces 365 tranches de vie, où elle lutte pour "mener une année exemplaire", sans alcool, sans cigarette, sans *trop* de doomscrolling et avec un max de sport. Spoiler : ça ne va pas se passer comme prévu !

J'ai vraiment passé un bon moment !
Profile Image for Coquillette.
39 reviews6 followers
March 28, 2021
Une des goudoues les plus drôle que j'ai jamais lu (et il y en a eu beaucoup).
Profile Image for Emma Draws.
159 reviews13 followers
June 21, 2021
Entre certaines pages ou j’ai appris des choses intéressantes et parfois importantes, j’ai bien ri.
11 reviews
January 7, 2022
Une année exemplaire, à lire en mode marathon, par petits morceaux, déjà car c’est long mais aussi car c’est très inégale. Néanmoins c’est aussi ça qui fait le charme et la justesse du ton !
Profile Image for Lou Maix.
343 reviews14 followers
September 2, 2025
C’était drôle, honnête, pas si exemplaire !
Une épopée d’un an irréalisable, des rêves qui s’effondrent, d’autres qui naissent (le début d’une structure éditoriale qu’on connaît aujourd’hui).
Displaying 1 - 17 of 17 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.