Nel 1990 a Milano si ebbero 103 per la maggior parte, regolamenti di conti fra la malavita organizzata. Norberto Melis, primo dirigente della Questura della «capitale morale» (dove, di lì a breve, scoppierà lo scandalo di Mani Pulite), si interessa di più ai delitti che coinvolgono individui apparentemente normali, coloro che potrebbero essere, o dei quali potremmo essere i vicini di casa. Compenetrarsi di queste vite per risalire dalle vittime agli assassini affidandosi alla conoscenza del cuore umano, alle sensazioni, all'intuito - pur utilizzando tutti gli indizi materiali che la moderna criminologia consenta di vagliare - è per lui l'aspetto forse più coinvolgente di un' vedere le facce, sentire le voci, conoscere i luoghi. Per arrivare alla verità. Così, mentre la duplice inchiesta condotta dal commissario capo Michele Iurilli sulla morte di un uomo senza identità e su due anziane casalinghe uccise con identica bizzarra modalità in due quartieri lontani fra loro segna il passo, Melis non esita a indagare personalmente su un altro omicidio, tanto violento da poter essere dettato soltanto da un odio profondo. Il tutto mentre si avvicina, livido e al tempo stesso smagliante di luci, il Natale. Ma il mistero di un delitto non è mai, per Melis, un puro problema di egli avverte potente la necessità di restituire giustizia ai morti e ai vivi, e sa che, se vi è sempre la soluzione, non sempre è dato agli uomini di trovarla. E che talvolta, per concludere un'indagine, è necessario sacrificare agli dèi del Caso, i soli che, quando le carte sono troppo mischiate, possono rendere la scoperta dei colpevoli una Necessità.
Hans Tuzzi, pseudonimo di Adriano Bon (Milano, 1952), è uno scrittore e saggista italiano.
Consulente editoriale e docente universitario al master in editoria cartacea e multimediale all'Università di Bologna, con lo pseudonimo Hans Tuzzi - che è un personaggio del romanzo L'uomo senza qualità di Robert Musil - ha scritto romanzi e saggi, una serie di romanzi gialli ambientati a Milano con protagonista il commissario Norberto Melis e una serie di gialli storici con protagonista Neron Vukcic. Ha collaborato all’inserto culturale del Il Sole 24 Ore e al Corriere della Sera; pubblica sulla rivista Paragone.
Ho letto tutti i romanzi di Tuzzi con protagonista Norberto Melis che oramai considero come 'uno di famiglia'. Ho seguito le sue indagini, la sua carriera, la sua storia d'amore con Fiorenza e adesso che scopro che proprio la donna di Melis è gravemente (irrimediabilmente?) ammalata mi dispiaccio come se fosse accaduto ad una mia amica, ad una persona cui sono affezionato. La bravura di Tuzzi è quella riuscire a creare una connessione, un varco attraverso il quale il lettore entra nel romanzo, si muove con i personaggi, soffre il freddo, il caldo, si bagna per la pioggia, sorride per le battute scherzose, diventa uno di loro! Scrittura forbita, vicende credibili, ottima lettura.
Sono un tantino delusa, non é il solito Tuzzi che mi ha sempre fatto ballare i neuroni per la , fin troppa!, erudizione, mi ha affascinata per la prosa elegante e la piacevole scorrevolezza della lettura, questo suo sembra scritto a... scatti, certe parti scorrono come sempre elegantemente, altre sembrano avere il freno a mano, e sono più… “grezze”.
E poi ci sono le banalità qui e là nei colloqui, e nella storia, e il finale e assai poco “Tuzziano”, con i “malvagi” che son da cliché letterario del genere, faccenda che l’autore mi é sempre sembrato evitare come la peste.
E sono decisamente perplessa rispetto all’atteggiamento del super intelligente ed empatico Melis il quale non si pone nessuna domanda o faccia qualche riflessione rispetto agli errori lessicali dell’amata Fiorenza, la quale dice martello, per cappello, tazza invece di traccia e via dicendo mentre dialoga con lui. A me al secondo e poi al terzo errore qualche domanda ho iniziato a farmela: vuoi vedere che a Fiorenza gli tocca una brutta malattia? (dal tumore al cervello a una demenza di quelle tremende). Mentre a Melis niente, nella sua bella mente nessun campanello di allarme si accende. Mi sembra veramente strano da parte di un protagonista così ricco di neuroni funzionanti, con un’attenzione particolare a tutti gli aspetti formali e non del linguaggio. E infatti come sospettavo qualcosa che non va c’é, ma non aggiungo altro. Comunque ci toccherà aspettare il prossimo libro per saperne di più. Vabbè.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Ho scelto questo libro a caso nel Kobo store perchè mi piaceva il titolo... che rimane l'unica cosa che mi è piaciuta del libro. Troppi personaggi, troppo poco caratterizzati per ricordarli tutti, una scrittura pesantissima, arzigogolata, che più di una volta mi ha fatto pensare di mollare il libro a metà, una storia che non mi ha coinvolto per niente e che si risolve in fretta con una confessione invece che con una vera e propria indagine. Il cliffhanger non è tale, visto che capisci cosa succederà già a metà libro. Non lo rileggerei.
Quello che no. Ho sopportato è lo stile: una scrittura lenta, piena di digressioni e citazioni, a canzoni come a testi classici. Di riflessioni esistenziali.
Volevo conoscere questo autore consigliatomi in un gruppo di lettura e in biblioteca ho trovato solo questo però devo dire che non mi ha appassionata. È un giallo e la storia non mi ha coinvolta più di tanto. Leggerò altro
This entire review has been hidden because of spoilers.
L'intreccio è quello classico del giallo e il finale soddisfacente. Ma non sono entrata in sintonia con i personaggi, né con lo stile ampolloso dell'autore e le digressioni. Ho faticato anche a tenere a mente la miriade di nomi e cognomi, decisamente originali e, in alcuni casi, quasi surreali.