Viscerale e appassionato, il sentimento d’amore è rappresentato da Cesare Pavese a tinte di straordinaria vividezza. La presenza e la sensualità della donna amata accendono in lui un desiderio tanto più ardente quanto più irrimediabilmente è negato, e le poesie che scaturiscono dall’esperienza amorosa rivelano la propria intensità là dove questa si fa più radicale. Il desiderio mi brucia raccoglie un’ampia selezione di versi fervidi e toccanti, scritti tra l’ottobre del 1923 e l’aprile del 1950: dagli anni dell’adolescenza fino ai mesi che precedettero immediatamente la morte, ripercorrendo passo dopo passo l’esistenza interiore e più autentica di un autore simbolo del nostro tempo.
Cesare Pavese was born in a small town in which his father, an official, owned property. He attended school and later, university, in Turin. Denied an outlet for his creative powers by Fascist control of literature, Pavese translated many 20th-century American writers in the 1930s and '40s: Sherwood Anderson, Gertrude Stein, John Steinbeck, John Dos Passos, Ernest Hemingway, and William Faulkner; a 19th-century writer who influenced him profoundly, Herman Melville (one of his first translations was of Moby Dick); and the Irish novelist James Joyce. He also published criticism, posthumously collected in La letteratura americana e altri saggi (1951; American Literature, Essays and Opinions, 1970). A founder and, until his death, an editor of the publishing house of Einaudi, Pavese also edited the anti-Fascist review La Cultura. His work led to his arrest and imprisonment by the government in 1935, an experience later recalled in “Il carcere” (published in Prima che il gallo canti, 1949; in The Political Prisoner, 1955) and the novella Il compagno (1947; The Comrade, 1959). His first volume of lyric poetry, Lavorare stanca (1936; Hard Labour, 1976), followed his release from prison. An initial novella, Paesi tuoi (1941; The Harvesters, 1961), recalled, as many of his works do, the sacred places of childhood. Between 1943 and 1945 he lived with partisans of the anti-Fascist Resistance in the hills of Piedmont. The bulk of Pavese's work, mostly short stories and novellas, appeared between the end of the war and his death. Partly through the influence of Melville, Pavese became preoccupied with myth, symbol, and archetype. One of his most striking books is Dialoghi con Leucò (1947; Dialogues with Leucò, 1965), poetically written conversations about the human condition. The novel considered his best, La luna e i falò (1950; The Moon and the Bonfires, 1950), is a bleak, yet compassionate story of a hero who tries to find himself by visiting the place in which he grew up. Several other works are notable, especially La bella estate (1949; in The Political Prisoner, 1955). Shortly after receiving the Strega Prize for it, Pavese took his own life in his hotel room by taking an overdose of pills.
Io lo amo Pavese, ma qua era un disco rotto, si sono concentrati per fare questa raccolta per struggere l’anima a noi, ma non di quel sospiro che dona la poesia, ma di tormento, di agonia nel leggere tutte poesie uguali.
Tutti quei bambina, struggersi, solo solo e triste e vile, desiderio, bacio, labbra, seno, e di nuovo solo solo e vile e triste mi hanno irritato dopo appena due poesie.
Speriamo che partire con la prima recensione dell'anno negativa non sia un presagio..
Questo libro mi ha davvero deluso, ce ne sono solo un paio (forse) di poesie carine mentre tutto il resto lo definirei un testo stranamente diviso dagli "a capo".
Non mi sono piaciute proprio e ho trovato inoltre fastidioso e offensivo l'appellativo "biondina"; unito poi al modo di descrivere in altre, ho trovato la poesia oggettificante.
Diciamocelo: Pavese è un grande scrittore ma come poeta si salva solo con gli struggimenti sulla morte e depressione.
“Ti amo, bambina, di una febbre sensuale che mi rugge nel sangue quando dal primo bacio, carezzevole sulla guancia fresca, ti passo sulle labbra, le serro nelle mie e ti lambisco la lingua umida di amore, libidinosamente, e scontro i denti forti nitidi nei miei denti, e tutti e due mordiamo, suggiamo senza posa e una mia mano timida dalla tua gola fresca ti scivola sul petto e si contragge e stringe sopra un seno, piccolo, cedevole, molle di amore come la tua bocca è bagnata.”
Una delle peggiori raccolte di poesie d'amore di Pavese. Piuttosto certa che chiunque l'abbia assemblata si sia accontentato di cercare le parole "struggere", "ballerina", "bionda" e "bambina" in un lungo pdf contenente tutte le poesie. Altrimenti giuro che non si spiega tale bruttezza.
"I tuoi capelli biondi sono più evanescenti e leggeri del fumo della tua sigaretta. Oh! Vorrei respirarli i tuoi capelli di sogno, come respiro questo fumo!"