A seguito di un’estate troppo lunga, calda e secca, le piogge violente fanno esondare il Tevere, allagando Roma e tutta la valle. Il fiume diventa barriera fisica, limite geografico e ciò che sembrava familiare, ordinario, diventa improvvisamente estraneo ed ostile. È in questo contesto climatico stravolto e travolgente che Elena e Ettore si confrontano con la fine del loro matrimonio e del mondo come lo hanno conosciuto fino a quel momento. Il viaggio che intraprenderanno diventa occasione di pensieri, emozioni, domande e incontri che segneranno un percorso di cambiamento profondo per entrambi. In questa avventura carica di suspense, tanti personaggi - i loro figli, un fascinoso cercatore di tartufi, una donna giapponese sopravvissuta all’incidente nucleare di Fukushima, una comunità di monache militanti, un giovane norvegese, una cagna ferita e altri ancora – accompagneranno i due protagonisti nella pericolosa scoperta di un mondo nuovo.
Mi piace molto il testo col quale Jhumpa Lahiri ha accompagnato la sua scelta di candidare (long list) il nuovo romanzo di Chiara Mezzalama al Premio Strega di quest’anno 2021 e voglio riportarlo integralmente:
Come “La tempesta”, il capolavoro rinascimentale di Giorgione, questo romanzo si interroga sul rapporto profondo e misterioso fra natura e umanità. Anche il romanzo parla di un fiume, un ponte, le rovine. Inquadra una famiglia precisamente raffigurata. E ci troviamo in un’atmosfera burrascosa, densa di nubi, con un cielo squarciato che darà, ai personaggi ma anche al lettore, una svegliata cruciale. In questo romanzo tanto feroce quanto fine la tensione monta pagina dopo pagina. Mezzalama si interpella sul senso precario dell’innamorarsi, di mettere su una casa, di crearsi una famiglia. I punti di vista del marito e della moglie si alternano e oscillano fra passato e presente ma le riflessioni più urgenti riguardano un futuro in ballo, non solo per la coppia ma per un pianeta a rischio i cui fenomeni naturali mostrano un profondo sbilanciamento. Queste pagine affrontano, con grande compostezza e lucidità, le distanze che erodono le relazioni più intime, la vicinanza fra creazione e caos, e lo sconforto di trovarci ai limiti di un mondo sostenibile. Scritto con il massimo controllo, Dopo la pioggia arde quietamente e rivela la mano di un’artista esatta, matura e incisiva. Mezzalama ha realizzato un romanzo straordinariamente attuale, eppure, nella sua specificità, si nutre di mitologia e di una dimensione astratta attraverso la quale questa famiglia affranta diventa ogni famiglia, e questa Roma travolta dalla tempesta diventa ogni luogo sulla terra. Capiamo meglio, leggendolo, come sopportare i rovesci della sorte, come tutelare le generazioni che verranno, come resistere a tutte le incertezze all’orizzonte.
Orte allagata dalla piena del Tevere del novembre 2013.
John Constable: Tempesta sulla baia di Weymouth di pioggia sul mare (circa 1816).
Ho apprezzato questo libro che per certi versi è stata un’autentica piacevole sorpresa. Intercetta l’aria del tempo col suo anelito a un maggiore rispetto verso il pianeta che ci ospita, e verso le altre creature che lo affollano insieme a noi, gli animali. La intercetta due volte nel momento in cui inscena una specie di apocalisse sotto forma di pioggia battente e vento impetuoso, i fiumi che straripano, gli alberi abbattuti, i tetti divelti, le automobili bloccate, il papa evacuato dal Vaticano in elicottero. Un’atmosfera cupa disperata fosca che da un anno a questo parte il mondo intero conosce causa epidemia – ma l’inquinamento avanza lo stesso, il riscaldamento globale non si è fermato, e s’accompagna a fenomeni come quelli descritti dalla Mezzalama.
William Turner: La tempesta di neve.
M’è piaciuto come descrive l’attrazione fisica, il desiderio, il sesso. M’è piaciuto come l’uomo della coppia che scatena la crisi matrimoniale non sia giudicato, ma esplorato, proprio come la sua compagna. M’è piaciuta l’ambientazione nella zona di confine tra Lazio e Umbria col Tevere che separa le due regioni. M’è piaciuto come la tensione cresca almeno fino a scavallare la metà del romanzo, un senso di minaccia, ma anche l’attesa di un raggio di sole.
Claude Monet: Tempesta a Belle-Île (1886).
M’è piaciuta meno nel sottofinale l’iniezione di miele che viene sparsa nel racconto. Ironicamente, proprio nella parte in cui si parla di api e alveari: non amo gli eccessi zuccherini in quello che leggo (o guardo). Tra i quali eccessi zuccherini includerei quello strano convento di Vitorchiano dove la suora più brutta è appena scesa da una passerella d’alta moda, la più ignorante ha appena conseguito la sua terza laurea, e la più insulsa ha appena elaborato un teorema o un nuovo metodo per salvare la Terra. Per fortuna il finale scelto dalla Mezzalama riscatta pienamente il breve cedimento appena descritto, peraltro di mia personalissima opinione. Brava Chiara.
William Turner: Pioggia, vapore e velocità (1844).
Незважаючи на багатообіцяючий сюжет, книга "Після дощу" К'яри Меццалами залишила мене розчарованою. Вона була надзвичайно прямолінійною та передбачуваною в поганому сенсі. Навіть у складних ситуаціях, авторка надавала поверхові відповіді та штампи, замість того, щоб зробити персонажів та ситуації більш реалістичними та проробити їх емоційну складову.
Крім того, книга часто здавалася агітаційним буклетом, який намагається втиснути певні політичні погляди та переконання і відверто налаштовуючи читача проти будь-яких альтернативних думок. Це було особливо помітно у роздумах персонажів про стан довкілля та екологічну кризу. Хоча це важлива тема, та це не означає, що треба читати лекції які люди погані і яка природа велична на кожній сторінці у настільки банальний спосіб.
Наприкінці, я вже відчувала, що стало дико нудно і нічого нового вона вже мені не дасть. В результаті, книга стала для мене справжнім тягарем, який я не змогла донести до кінця.
Il romanzo si apre con una crisi. Una delle tante piccole crisi individuali, singolari, di coppia. Sembra una storia così, come tante che abbiamo visto, sentito e letto: il solito tradimento, la solita famiglia borghese con figli divergenti, la classica rottura dell’equilibrio che porterà inevitabilmente verso il suo prevedibile doloroso decorso.
Ma. C’è un ma. La tragedia è ben più ampia di quella dei singoli: in qualche modo la contiene e ne diventa il nastro trasportatore. È la terra sulla quale camminiamo, da cui dipende la nostra vita, è la terra abusata, è la terra violata e considerata materia inerte a uso e consumo dell’uomo, è lo sfruttamento globale a cui l’esacerbazione del capitalismo ci ha portato che l’autrice sta interrogando e mettendo in scena. Si tratta di una domanda radicale e di una rappresentazione esemplare.
L’ecosistema sta implodendo, gli esseri umani potrebbero essere spazzati via. E così la pioggia diventa uragano, potenza ingovernabile che tutto sconquassa e travolge.
Elena e Ettore, i due protagonisti che alternativamente ci mostrano il loro singolo punto di vista, (le loro debolezze, le ferite dell’anima, i desideri soffocati) allo stesso modo vengono sconquassati e travolti. Dovranno fare i conti con tutto: non solo con la sostanza della loro relazione pericolosamente incrinata, ma anche con la gestione del piccolo pezzo di pianeta che è stato loro affidato. Con i figli che sono stati loro affidati. Con l’autentica aspirazione delle loro anime. Con i desideri dimenticati e sepolti nello scrigno del loro cuore. Con la natura e la sua voce sommessa e inascoltata. Con gli ideali perduti e ritrovati (e tutti i personaggi che li incarnano).
Durante la fuga da una Roma alluvionata verso i boschi della campagna umbra conosceranno persone e situazioni speciali che sono anche l’aspetto dinamico e avvincente della trama, pur rappresentando una decisa deviazione dal realismo complessivo della vicenda. Insomma: situazioni improbabili che però mostrano molteplici aspetti veri o verosimili della nostra realtà, sia quella interiore, personale, sia quella esteriore e collettiva.
Dalla metà in poi, cioè da quando la situazione diventa più articolata e complessa, ho cominciato a domandarmi (e a ipotizzare) quale sarebbe stata la conclusione della storia...con il sottile timore che qualsiasi soluzione mi avrebbe deluso.
E invece no. Lode a un epilogo che dona a questa storia il suo senso e la sua luce.
"L'incanto non può durare che un momento, la bellezza delle cose risiede nella loro fine."
Dopo la pioggia è un romanzo particolare i cui protagonisti sono Elena e Ettore. Ettore ed Elena sono sposati, hanno due bambini, ma qualcosa nella loro relazione, nella loro stessa vita, non funziona più. Il loro matrimonio sta andando alla deriva, esattamente come il mondo che li circonda. Mentre entrambi si trovano a fare i conti con gli errori che hanno fatto nel corso degli anni, a Roma e nelle regioni circostanti si abbatte una pioggia violenta, senza fine, che porta il Tevere ad esondare e trascina tutti gli abitanti della città in un incubo. A questo punto inizia il vero viaggio dei protagonisti, un viaggio che tra Roma e le campagne umbre li porterà a fare i conti con il loro passato, il loro presente e sopratutto il loro futuro. Ad accompagnarli non ci saranno solo i loro figli, ma anche una serie di personaggi incontrati lungo il cammino. Un cercatore di tartufi, una donna giapponese originaria di Fukushima e un giovane norvegese. Tutti loro avranno un posto speciale nel viaggio di Ettore ed Elena, viaggio che in poco tempo si estenderà a tutto il mondo che conoscono. Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo romanzo, e devo ammettere che Chiara Mezzalama mi ha davvero conquistata. In primis con la sua prosa, uno stile elegante, ricercato e particolarmente evocativo. Altro aspetto che mi ha catturata è stato sicuramente l'evoluzione dei personaggi nel corso del racconto; nonostante si tratti di un libro relativamente breve, il viaggio che i personaggi intraprendono, in modo particolare Ettore ed Elena, è davvero significativo e spinge anche il lettore a riflettere su di sè. Questo romanzo però non è una banale storia d'amore, non è il racconto della fine di un matrimonio, è molto di più. Intrecciata alle storie dei personaggi infatti troviamo la storia del nostro pianeta. Tra i temi principali del romanzo ci sono infatti la crisi climatica, l'ambiente, la consapevolezza che tutti dovremmo avere nel rapportarci alla terra. La crisi che vede protagonisti Ettore ed Elena si riflette nella crisi del pianeta stesso, nelle acque del Tevere che esondano e decidono di portare con sè tutto quello che trovano lungo il cammino in un interminabile atto di ribellione. L'ambientazione è crudele, spesso caratterizzata da tinte fosche, ma ha un fascino innegabile. Dopo la pioggia è il racconto di una separazione, di un addio, ma anche di un nuovo inizio, di nuova consapevolezza di sè e di quello che abbiamo intorno. In un'ambientazione dalla bellezza selvaggia e bucolica, Chiara Mezzalama intreccia una storia che vi terrà incollati alle pagine, vi emozionerà e vi farà riflettere.
«Perché la letteratura non si occupa del cambiamento climatico?», chiede nel suo «La grande cecità» Amitav Gosh. In questo libro del 2016 lo scrittore indiano cita suoi autorevoli colleghi - ma anche il proprio caso - che, decisi a scrivere qualcosa sulla grande emergenza climatica, abbandonano la forma del romanzo e si danno al saggio. Esiste e anche da parecchio tempo la climate-fiction riconosce Gosh, ma ha il difetto di portare il tema del cambiamento climatico nella fantascienza e non è questa, decisamente, la letteratura che ci serve.
A cercare bene, però, qualche romanzo ambientato nel contesto del clima che cambia lo si trova, come il «Qualcosa, là fuori» di Bruno Arpaia. Adesso, inoltre, c'è questo libro di Chiara Mezzalama, che mi è davvero piaciuto molto.
In «Dopo la pioggia» il cambiamento climatico c'è eccome e, con una scelta che a me pare molto azzeccata, Mezzalama non ci fa sapere sappiamo in che anno siamo. Il romanzo potrebbe essere ambientato nell'oggi, o tra cinque anni o venti o pure trenta. L'evento atmosferico che influenza tutto il racconto è una pioggia devastante - un misto tra una precipitazione battente di tipo autunnale e un tornado - vale a dire un evento che i gas serra in aumento stanno trasformando da straordinario a ordinario.
Il Tevere si gonfia e nella sua valle succedono parecchi disastri. In mezzo a ciò c'è la storia di una famiglia con non poche difficoltà, che cerca un nuovo equilibrio sia tra i suoi membri sia con la natura circostante. Ed è una bella e grande storia.
L'unica cosa che non mi ha del tutto convinto è il collegamento con il tema dell'energia nucleare. Forse non mi è piaciuto perché - lo confesso - non sono d'accordo sul modo con cui viene presentato e cioè come l'emblema del rapporto sbagliato degli esseri umani con la Terra (o almeno così l'ho percepito). È una scelta curiosa perché cambiamento climatico e produzione di energia nucleare vanno in direzioni opposte: se qualche decennio fa si fosse scelto di usare il nucleare in alternativa alle fonti fossili, la situazione oggi non sarebbe così grave (senza nulla togliere ad altri problemi connessi con l'uso dell'Uranio per produrre energia). Oggi ci sono altre fonti decisamente più economiche e sensate, quindi il discorso sul nucleare è tendenzialmente chiuso... ma sto divagando, questa è un'altra storia che, con il bel romanzo di Chiara Mezzalama, non penso c'entri molto.
Дуже сподобалася ця маленька кліматична антиутопія. Починалося, як нудна сімейна мелорама з чоловіком, що заводить значно молодшу коханку, і дружиною, яка з розпачу покидає Рим - а за кілька годин на Вічне Місто накочується дощова катастрофа. На тлі нищення міста, сім'я намагається об'єднатися, зустрічаючи на своєму шляху різних екоактивістів: японців, які покинули після 2011 р. заражену атомним вибухом Фукусіму і відроджують занедбані сільські угіддя Умбрії; спільноту монахинь, які для майбутніх поколінь збирають насіння рослин, що під загрозою зникнення, та дотримуються в своєму господарюванні принципів пермакультури.
Найхаризматичнішого екоактивіста судилося зустріти, звичайно ж, головній героїні. Наша 'леді Чаттерлей' зустрічає екосвідомого, запаморочливо чарівного лісівника, фахівця з пошуку трюфелів, охочого поговорити (і вдатися до інших розваг) і схильного до філософських просторікувань про загибель людства і планети. Авторка часом трохи зловживає виступами на публіку своїх героїв, наче вони цитують якісь агітброшурки. До прикладу, у відповідь на хвилювання про долю батьків посеред буревію, можна почути 'годі вам побиватися, з екологічного погляду сім'я не є життєздатною одиницею. Важливі зв'язки слід шукати деінде, у спільних проектах життя. Саме випадкові зустрічі допомагають створити міцну громаду, а не спільна кров. Це ще одне правило, яке нам слід засвоїти, якщо ми хочемо вижити на планеті Земля'. Ну ок, як скажете)
І ще був дивний момент відчаю черниці, для якої найбільший страх - потенційні вибухи на атомних електростанціях, особливо після досвіду Японії. Старенька побивається: якщо навіть така розвинута нація, як японці, не змогли здолати наслідки техногенної катастрофи, що б сталося у випадку атомного вибуху на станції десь у Східній Європі. Тобто про Чорнобиль авторка не чула.
Загалом, раджу. Стільки всього захотілося почитати про екосвідомість, от хоча б есе, над перекладом якої працює головна героїня, - The Mushrooms At the End of the World: On the Possibility of Life in Capitalist Ruins.
Одного зимового дня я не знала що обрати почитати, тому вирішила посортувати книги на своїй полиці want to read за рейтингом. ''Після дощу'' виявилася на ~першому місці~ з надзвичайно малим рейтингом - 3.34/5. Мене це заінтригувало, і я вирішила побачити на власні очі що заслужило аж такі низькі цифри.
На мій подив, книга виявилася не такою вже й поганою. На початку ми знайомимося зі звичайною італійською родиною: мама-перекладачка, що працює з дому; тато-працівник будівельної компанії, який завів собі на роботі коханку; дочка-підлітка яка так собі ладнає з батьками, та молодший син, що танцює балет. Випадково побачивши чоловіка з коханкою, дружина вирішує що більше так не може та їде з Риму в село. Як на зло, того ж вечора ледь не пів країни накриває страшенний шторм, грози, дощ, Тибр виходить з берегів, затоплює Рим та околиці. Настає справжнє стихійне лихо, а члени родини виявляються далеко одне від одного.
Читати про пригоди було досить цікаво, але разом з тим я таки зрозуміла причини низького рейтингу. Кожен другий абзац (особливо в другій половині книги) - це дуже прямолінійний екоактивізм: всьо пропало, люди знищили природу та всю планету, вони не думають про майбутнє своїх дітей, не прагнуть залишити їм хоч трошки незасміченої території, і через це вона тих самих людей зараз жорстоко карає. Спершу це не заважало, адже вписувалося в сюжет, але ближче до кінця цих нотацій на тему знищення природи стало аж надто багато як для художньої книги.
Я очікувала від цієї книги паралельні стихійне лихо та болісний розрив стосунків, і я це отримала. Легко читалося, було цікаво дізнатися, що буде далі. Розумію, чому вона не всім заходить, але для мене історія виявилася близькою. Незважаючи на те, що здебільшого вона про двох людей, тут є досить багато цікавих персонажів. Читаючи відгуки, зрозуміла, що кожен знайшов у ній щось своє і побачив те, що йому болить. Що побачила я: womanhood is a curse.
Romanzo a tesi, dove la crisi di una coppia borghese diventa metafora della crisi ambientale. I romanzi a tesi, si sa, tendono ad essere didascalici e a sacrificare la credibilità di situazioni e personaggi sull’altare della morale della storia, e in questo “Dopo la pioggia” non fa eccezione. Analogie, disanalogie, tutto troppo esplicito: la speculazione edilizia come simbolo della sopraffazione umana sulla natura; i funghi della Tsing e i tartufi di Guido; la casa borghese e la casa nel bosco; Claudia che non ha niente da dire e Guido che, nel presentarsi ad Elena, le sciorina subito la sua filosofia di vita; la vicenda di Iroko, pretesto per la critica al nucleare… E tuttavia più che il tono didascalico, più che i personaggi stereotipati, a disturbarmi è stata la banalizzazione dei temi trattati, con conseguente involontario sabotaggio dei principi dell’ecofemminismo. “Si sentiva un territorio di conquista. E non chiedeva altro che essere conquistata.” Frustrazione, umiliazione, ferite da tradimento….la donna spezzata di Simone de Beauvoir se le porta dietro per anni. Elena invece guarisce in due giorni, facendosi “conquistare”! Guarisce in fretta anche suo marito Ettore, palazzinaro maschilista e fedifrago, figlio di palazzinaro maschilista e fedifrago, al quale bastano l’abbraccio con una cagnetta ferita e l’incontro con un gruppo di suore di clausura cripto-buddiste per redimersi. E che dire di Ada, che legge gli astri predicendo una “tempesta cosmica”, crede nei fantasmi e si cura con le erbe? Nelle intenzioni dell’autrice, donna in sintonia con la natura. Per me, incarnazione di quel pensiero superstizioso, antiscientifico ed antropocentrico (la natura ci parla e noi la capiamo!) che è fra le concause della crisi climatica. E infine la critica all’homo technologicus che fa capolino in vari punti del romanzo. La permacultura, l’economia circolare, il vegetarianismo, il treno al posto dell’aereo, sono tutte pratiche utili e virtuose, ma c’è davvero chi crede che la soluzione alla crisi climatica possa passare solo attraverso di esse? Possiamo davvero permetterci di rifiutare pannelli solari, energia eolica, auto elettriche, in quanto frutto della “violenza” che l’uomo fa alla natura?
Це книга, яка зачарувала мене своєю цікавезною анотацією. Прочитавши її я зрозуміла, так я маю це прочитати! Адже там сказано, що:
«Після затяжного, спекотного й засушливого літа внаслідок страшної зливи Тибр розливається, виходить із берегів, заливаючи Рим і всю долину русла. Річка перетворюється на нездоланну перешкоду, географічну межу, і все, що раніше здавалося таким знайомим й упорядкованим, несподівано стає чужим та загрозливим»
Що може бути кращим ніж книга про аномалії та стихійні лиха🫣😅
Але я помилилася. Знову повелася на анотацію🤣 Насправді книга зовсім про інше.
Там звичайно ж є катастрофа, яка супроводжується надмірною кількістю опадів, але її для мене було зовсім мало. Не було ніяких страхіть та жахливих ситуацій. А дуже цього хотілося.
Насправді книга про стосунки. Про сім‘ю, яка разом з руйнацією навколишнього середовища, руйнується й сама.
Гектор та Елена прожили разом багато років, мають двійко дітей, живуть злагоджено та, можна сказати, в гармонії. Але це лише на перший погляд. Насправді ж він її зраджує, а вона просто закриває на це очі та втікає. І саме в цей час стається ця сама страшна злива.
Він з дітьми вирушає до неї, а вона вирушає до нього. Та чи зможуть вони так легко дістатися один до одного? Чи зможуть налагодити свої стосунки? Це вже питання…
Якщо бути відвертою, то книга не викликала в мені бурю емоцій. Я не залишилася під враженнями. Просто прочитала і забула.
Не знаю, може я ще не настільки розумію сімейне життя, щоб зрозуміти цю книгу🙄
A violent tempest of rain causes the Tiber to overflow, between the two banks of the river there is a real water wall, this event will radically change the projects of two families, they are divided by the water, their goal is to reunite.
The first family is composed of Ettore and Elena his wife with two sons Susan and John. The other is a married couple, Guido and Iroko.
The environment around Rome has changed the sky is black and the rain doesn't stop to fall. Elena ran away from her husband after yet another betrayal, she wants to make Ettore understand her existence, as a wife and woman. Giovanni is with his children, for the first time.
He realizes that he does not know his children, their relationship is difficult, since they realize that their father in the family is a piece of furniture, for him there is only his mistress. Their father will become more human after having hurt a dog, Pandora.
In the other side of there are Guido the husband of Iroko and Elena.
Philosophical Reviews
Is there something sacred in nature? and why Ettore a selfish person after a series of events ask himself the existence of God? The desire of Elena is to put an end to her relationship with Ettore due to his continuous betrayals, the dilemma is to understand how the end and its consequences are lived by a woman and a man, in other words why the woman are more responsible, rather than the man? The ego and the egoism will change in extreme cases, for the common good?
Literary Criticism
The strength of this novel is that it isn't moralistic, it narrates the life of two couple during the climate change and on how to deal with it.
The most interesting character id John and his gender identity.
The Plot is about the story of two couples, divided by an unexpected flood, their main goal is to reunite. It's set in Rome along its river the Tiber.
The characters are the Tiber, Ettore, Elena, and their sons, Susanna and Giovanni. These characters are completely different, they will change due to the flood, following a real examination of conscience.
The main theme is to realise that the climate change is real, and that the point of no return has been passed.
The main symbolism is the nuclear disaster in Fukushima, Japan and its social and environmental consequences.
This episode is central to introduce the existence of a convent with beautiful and young nuns and environmentalists, are experimenting with an innovative way to cultivate the land. The second symbolism is the Red Beech.
The imagery is to think on how the humans will live after the rain.
InterActiveNovels: How John and Susan will live in the future? they will change their life style or they will blame previous generations, but above all how will John 's gender identity evolve?
Un romanzo a tesi su una tesi che per quanto mi riguarda è sacrosanta e importantissima, per non dire urgente: il cambiamento climatico dovuto al folle sfruttamento delle risorse da parte dell'umanità (dei paesi del cosiddetto "primo mondo") e i sempre più frequenti e disastrosi cataclismi che da questo sono e saranno causati. Quindi mi dispiace dare un parere negativo, ma manca il romanzo, c'è solo il tema, per il resto i personaggi sono improbabili, fanno cose inconcepibili. Mi dispiace, non vale dire che di fronte a un evento eccezionale che sradica tutte le certezze che si avevano nella vita una persona possa cambiare: ok, ma non così, così in fretta, così stoicamente e senza ripensamenti. Dai su, c'è una protagonista madre coraggio che in mezzo al diluvio universale parte alla ricerca dei figli però cavoli incontra un bel boscaiolo e in tempo zero si innamora, si sente finalmente desiderata e ci va a letto più e più volte nel giro di due giorni, ogni tanto si ricorda della ricerca dei figli ma senza fretta diciamo, anzì già che sono in zona di acque termali perché non approfittare di una sorgente calda e fare un'ultima scena di sesso nel fango sulfureo? Ma pure con gli altri personaggi non va meglio, sono semplici macchiette, segnaposto, cliché, che passano in mezzo all'apocalisse ma pensa che bravi, alla fine hanno capito come si vive e riescono a ricostruirsi una vita da favola, in armonia con la natura e gli altri eletti come loro. Non c'è mezza sfumatura, è tutto tratteggiato col pennarellone a punta gigante. Peccato.
Non sono solita commentare del tutto negativamente un libro. Per carattere (e per formazione) cerco sempre qualcosa da salvare, qualcosa che valga la pena e il tempo della lettura. In questo caso, faccio davvero fatica. Procediamo per gradi, allora. La trama: banale, già letta (in versione migliore). Coppia di quaranta-cinquantenni, hanno lasciato da parte le loro aspirazioni per costruirsi una famiglia a Roma, lui insoddisfatto del suo lavoro che gli procura dilemmi morali cerca rifugio nel corpo di una collega più giovane con la quale trascorre ore di sesso spensierato nel di lui appartamento da universitario; lei sente di aver sacrificato tutto per la famiglia, ad un certo punto, satura della situazione molla marito e figli e si rifugia nel casale in campagna di famiglia. Proprio quella notte il Tevere esonda distruggendo Roma e allagando tutta la regione. Marito e figli scappano dalla città per trovarla. Lei resta impantanata con l'auto e in suo soccorso arriva avvenente cercatore di tartufi dalla spiccata sensibilità e dal passato nebuloso ... in poche pagine i due si ritrovano a fare sesso nella di lui casa (che è un cubo di vetro nel cuore del bosco, a metà tra la casa di Twilight e un esempio di architettura naturale avant guarde)... non vado oltre I personaggi: basilari, non costruiti a 360° ma basati su una serie di cliché. Sarà che ho tanto amato le donne tradite sregolate della Ferrante che affrontano crisi di coppia ma qui non ci ho proprio sentito niente. Anche i due ragazzi adolescenti, una serie di caratteristiche messe a bella posa a creare dei personaggi che non risultano poi credibili e completi. Lo stile: ecco, avrei voluto dire che quello che salva il romanzo è il modo in cui è scritto. E invece no. Nessun guizzo, stile cadenzato e senza accelerazioni né colpi di scena ma la cosa che ho detestato sono gli incisi e i paragrafi esplicativi inseriti qua e là per approfondire le tematiche ambientaliste e le correnti filosofiche e di vita portate avanti da alcuni personaggi ... NO!
Quanto tempo ci rimane ancora prima che la natura ci crolli addosso e ci travolga? Quanto è fragile il pianeta che abbiamo devastato? E se cominciasse a piovere senza smettere, quanto ci vorrebbe perché la normalità si dissolvesse e noi con lei? Rimandiamo questo pensiero sempre a domani come se ciò ci garantisse l'eternità, ma il domani è arrivato. In Dopo la pioggia, Chiara Mezzalama unisce gli stravolgimenti del mondo esterno con quelli del mondo interiore della protagonista e propone anche una strada possibile al disastro che si fonda sul ripartire dai propri bisogni, il rispetto e da legami solidali. Tutto questo in un racconto dal quale non ci si riesce a staccare. Unica perplessità, quella storia d'amore travolgente e inverosimile (che rimane inverosimile pur avendone capito il senso). Ma dove sono nascosti questi uomini che ti prendono e ti cambiano la vita in un attimo? In qualche libro che ho letto, questi prodigiosi amanti sono i vicini di casa, in questo, per trovarli, bisogna andar per boschi; finché i boschi ci sono ancora.
Siamo a Roma Il Tevere esonda: terre, case, cose e tutti gli equilibri vengono violentemente e inaspettatamente sommersi e sconvolti. La pioggia ci accompagnerà per quasi tutto il romanzo, una pioggia anomala che denuncia la crisi climatica che stiamo vivendo invitandoci a riflettere su quanto sia una nostra responsabilità amare e prenderci cura della nostra terra. La pioggia attraversa e corrode anche il matrimonio tra Ettore ed Elena un’unione già incrinata e che rischia di crollare e diventare fango. “Dopo la pioggia” attraverso metafore e potenti verità ci spinge a riflettere sulla precarietà del nostro posto nel mondo e delle nostre relazioni. Tutto è in continuo mutamento e sta a noi avere la capacità di rimettere insieme i pezzi dopo le violenti piogge che si abbattono nella nostra vita. Questo libro ha diversi livelli di lettura e molteplici spunti di riflessione intrecciati da una sapiente ed elegante penna. Una lettura attuale, fondamentale per prendere coscienza dei nostri giorni e di quello che potrebbe rimanere nella nostra vita e non solo, dopo la pioggia.
“Dopo la pioggia”... appena finito, che dire...un’alchimia perfetta, le cicatrici di una coppia che si mescolano a quelle della natura sofferente. L’emergenza globale del nostro pianeta fa da sfondo ad un intimità imperfetta di una famiglia in crisi, entrambi chiedono aiuto. Due derive, quella ambientale e familiare che ne usciranno solo grazie ad una grande consapevolezza: che indietro non si torna, che si paga per ogni errore commesso, ma che si può sempre ricominciare cambiando la visione materiale e morale del nostro vivere, del nostro amare e del nostro essere parte attiva di questo pianeta.
L'inizio mi ha travolta, tanto da non riuscire a smettere, ma temo che l'alta concentrazione di eventi e personaggi 'eccezionali' in poche pagine mi abbia un tantino perplessa, tanto che l'ho terminato con piacere ma non del tutto soddisfatta. In un'Italia squassata dalla crisi climatica, mentre il Tevere esonda e Roma e zone limitrofe vengono sommerse, con perdita di vite e catastrofi di vario genere, una coppia - Ettore ed Elena - si sfalda in modo netto e doloroso. Il viaggio è nella loro storia e conseguente crisi, e parallelamente nella catastrofe naturale.
LA MIA DEFINIZIONE DI LIBRO BRUTTO La trama gioca sul parallelo tra la possibile fine di una relazione matrimoniale a seguito di un tradimento e la possibile fine del mondo dovuta al cambiamento climatico, che nel libro si palesa con l'allagamento di Roma. I problemi del romanzo sono tantissimi, su tutti spicca il fatto che è un romanzo artificioso, forzato, un compitino che parte dal voler spiegarti cosa stiamo sbagliando noi umani nel rapporto con gli altri esseri umani e non e la natura, e che ha cercato di costruirci intorno un romanzo a tutti i costi. Ma la storia non c'è, anche ad accettare che questo sia un saggio, le banalità e semplificazioni se non mistificazioni su crisi climatica, sostenibilità, ambiente etc lo rendono insulso, quasi offensivo. Ad essere maliziosi potrebbe essere stata una pura operazione furbetta di marketing per cavalcare l'onda dell'attualità, fosse stato un bel romanzo chissenefrega ma così non è. I personaggi sono un grosso problema, non me ne è fregato assolutamente nulla fin da subito, noiosissimi, insulsi e che hanno messo a durissima prova la mia pazienza e la sospensione della mia incredulità: è davvero difficile incontrare tutti insieme nel corso di pochi giorni
> un cercatore di tartufi solitario e fascinoso che ti scopa nella sua auto dopo pochi minuti di conoscenza
> una donna giapponese sopravvissuta all’incidente nucleare di Fukushima che dà l'opportunità all'autrice di rifilarci il solito pippone antinucleare strappalacrime che non ha nessuna base scientifica (ma che riflette bene il problema ideologico dell'ambientalismo italiano)
> un gruppo di suore di clausura militanti ambientaliste (tra cui una laureata in fisica) che fa autoproduzione di ortaggi/ permacultura (fin qui tutto ok) conservazione di semi rari in una propria "banca dei semi" in vista della fine del mondo e dell'estinzione umana e delle specie vegetali e apicoltura sostenibile (e pippone relativo sulla decrescita sostenibile etc);
> bambini e ragazzini che parlano come libri stampati perché "i bambini sono il futuro, loro hanno capito tutto, diamo loro voce bla bla".
Tutto così insomma. E lo stile non è degno di nota. La mia definizione di libro brutto è proprio quella di un libro in cui capisci ogni secondo che cosa aveva in mente l'autore/autrice mentre lo scriveva, cosa voleva dirti, il suo "messaggio". Davvero pesante.
Non riesco neanche a finirla, quest’accozzaglia di luoghi comuni e macchiette prive di spessore. Un romanzo finto, superficiale e pieno di stereotipi, dal marito fedifrago all’amante rovinafamiglie all’amica sensitiva. Non lo finisco e spero crepino tutti nell’alluvione, che dovrebbe nelle intenzioni dell’autrice costituire il simbolo di ciò che si è rotto nel rapporto tra uomo e natura e dello squilibrio tra ecosistemi. Mi sa che però finisce a tarallucci, vino e moralismi. Oibò.
книжка, яка потрапила до мене справді випадково, але раптом виявилася дуже вчасною. може, тому що там усе діється на тлі природного апокаліпсису (а де ще, як не посеред апокаліпсису, українці нині почуваються як удома)? доволі банальний початок (напозір успішне і гармонійне подружжя, в якому - виявляється раптом - чоловік зраджує ще не такій і старій і доволі вродливій дружині з на двадця��ь років молодшою секретаркою). і доволі небанальне продовження. спойлерити не буду. але скажу, що психологізм тут перемежовано трилерними нотками. дуже навіть переконливо, як на мене. що ще сказати? читається надзвичайно легко. і, може, тому що це Італія влітку, і зараз теж літо, цей роман десь ліг у настрій моїх доволі апокаліптичних "літніх канікул" цього року))
вже після прочитання дізналася, що авторка - з-поміж усього іншого, чим займається, - також психотерапевтка. мабуть, саме тому мотивації її персонажів хочеться вірити. приємна книжка. і добрий переклад також.
Lettura piacevole, leggendo varie recensioni mi aspettavo di leggere un libro di una crisi di coppia con in sottofondo un cataclisma. Invece ho trovato un libro dove a mio avviso il protagonista è il cambiamento climatico è quindi il cataclisma, le persone fanno da sottofondo . Consigliato
Коротенький непоганий роман, де яскраво показано, що зрада - це кінець світу, але тільки на початку. Окремий плюс за тему екології та глобального потепління, ще й цікаво подана інформація. Ну а Ґвідо - це кохання💔
Книга про сімейну зраду та до чого це призводить... Також про те, що треба берегти екосистему. Мені сподобалася історія, її динамічність, те як Гектор усвідомлював неправильність своїх вчинків і змінювався. Але фінал мене дещо засмутив...