Fuga dalla rete: Letteratura americana e tecnodipendenza

by Luca Pantarotto

Negli ultimi vent'anni è cambiato tutto. Le tecnologie di comunicazione hanno occupato ogni più piccolo angolo dell'esistenza quotidiana, annullando le distanze, il tempo, lo spazio. Internet e i social network si proponevano di rendere il mondo un posto migliore, permettendo alle persone di comunicare con chiunque, informarsi su qualsiasi cosa, essere più libere. Oggi quell'utopia sta mostrando tutti i suoi lati più oscuri e il sogno della rivoluzione digitale è più spesso simile a un incubo: solitudine, disinformazione, manipolazione, tecnodipendenza sono alcuni dei suoi principali risultati. Come raccontare tutto ciò che è successo? Stranamente la letteratura americana, cioè l'espressione della nazione in cui sono nate e si sono sviluppate le gigantesche multinazionali che oggi controllano la rete, sembra più impegnata a fingere che non sia successo niente, invece di dedicarsi al compito di raccontare i mille modi in cui il mondo è cambiato. Solo pochi romanzi hanno tentato di avventurarsi nelle contraddizioni del cyberspazio. Questo libro prova a seguire le tracce degli autori più importanti, da William Gibson a Jonathan Franzen, da Stephen King a Dave Eggers a Don DeLillo, con l'obiettivo di spiegare perché una tecnologia, che avrebbe dovuto renderci liberi, ci abbia al contrario trasformati in schiavi. E perché il presente in cui ci ritroviamo a vivere sia al tempo stesso diverso e peggiore rispetto al futuro da cui le grandi distopie novecentesche di George Orwell o Aldous Huxley avevano cercato di metterci in guardia.

Genres: Nonfiction

184 pages, Paperback

Published February 18, 2021

Reviews

[Ronnie Picciotto · Rating 4 out of 5]

Una miniera di informazioni sulla relativamente recente letteratura inerente Internet & dintorni con interessanti riferimenti sociali e tecnologici oltre che librari raccolte da un esperto che ha alle spalle l’interessantissimo “Holden & Company” (peripezie di letteratura americana da J.D.Salinger a Kent Haruf – Aguaplano 2018).
Riflessioni sulla diffusione globale di Internet che pur avendo ridotto i gradi di separazione tra le persone ha anche creato bolle di solitudine e di incomunicabilità di difficile penetrabilità. Riferimenti sul mito della Great American Novel che benché di grande spessore lascia un’ombra incerta intorno a sé quando vuole riferirsi alla Great American Internet Novel. I riferimenti ai social (pseudo) aggreganti contengono efficaci immagini di uno stagno la cui acqua si increspa brevemente al lancio del messaggio per ricompattarsi poi in un oblio informatico destinato a lasciare una labilissima traccia ininfluente per i posteri indifferenti. Il tutto in un anonimato autentico dove la piattaforma sociale ha lo scopo di tenere più utenti possibili al proprio interno creando un sistema di controllo e profilazione tanto efficiente quanto egoistico creando il più delle volte una spirale di limitazione mentale anziché di apertura.
La rivoluzione digitale viene vista come un fenomeno di massa dove la verità si nasconde in un mare di finzioni e dove la letteratura americana fatica a districarsi in questo mondo – interamente rivolto al passato - che non tornerà più indietro e che viene visto a volte con il terrore di una interruzione che possa lasciare tutti i partecipanti in uno stato di astinenza irreparabile qualora la sua promessa di eternità dovesse venire meno. Il rapporto di amore/odio nei confronti di Internet appare quindi in tutte le sue complesse sfaccettature lasciando una speranza di soluzione nella fuga da questo intrico di cavi, fibre ottiche e sistemi operativi regalando comunque una ricca bibliografia di una quarantina di titoli uno più interessante dell’altro.

[Fede La Lettrice · Rating 4 out of 5]

Sapendo come Luca parla di libri ho voluto leggere questo suo saggio in cui di libri ne compaiono moltissimi (e mi è venuta voglia di leggerli tutti, non è già questo un grande risultato per un saggio sulla letteratura?), ma anche di trame di riflessione e percorsi interpretativi.
L'ho letto assieme a un'amica, a ogni capitolo ci fermavamo a discuterne e a confrontarci dato che la suddivisione in capitoli che trattano ognuno un aspetto preciso di questa nostra Era del Web, o Età Tecnologica che dir si voglia, ma che compongono tutti assieme una strada ben lastricata e illuminata, si presta bene a questi stop and go riflessivi.
Vi siete mai chiesti se esista e quale sia Il Grande Romanzo Americano su Internet? E se sia ancora oggi valido leggere le più famose distopie di sempre (1984 per dirne una) nell'ottica in cui si sono sempre lette? O ancora cosa potrebbe causare il collasso del nostro mondo e cosa comporterebbe nelle nostre singole esistenze e in quelle dell'intera società?
Questi sono solo alcuni punti che tratta l'autore attraverso un percorso che analizza alcuni dei più importanti romanzi americani sul tema.
Il saggio è chiaro, accessibile, godibile e utile.

"[...] l'unico dio in cui oggi il mondo crede è un uomo in possesso di un accesso a Internet. La domanda è: cosa possiamo aspettarci da un dio modellato a sua immagine e somiglianza da un algoritmo?"

Fuga dalla rete. Letteratura americana e tecnodipendenza.
Luca Pantarotto
Editore: Milieu Edizioni
Pag: 183
Voto: 4/5

[Andrea Delfino · Rating 4 out of 5]

"L'anonimato e la riservatezza, la libertà di reinventare la propria personalità, spogliarsi dell'impegnativo fardello dell'identità, essere ogni volta una persona diversa erano stati a lungo i punti di forza della rete delle origini".
[...] "Oggi il web non è più un luogo in cui nascondersi, ma uno spazio in cui mettersi in mostra: una dimensione virtuale che permette di conoscere il prossimo più a fondo di quanto succeda nella vita di tutti i giorni. Ci si rivolge a Facebook per scandagliare la vita di una persona proprio come si utilizza Google per cercare informazioni, approfondire notizie, scoprire cose che non conosciamo. L'esito principale della rivoluzione digitale è che oggi possiamo sapere tutto della vita di qualcuno anche senza averlo mai incontrato nemmeno una volta".
Mai mi era capitato veder descritto in modo così chiaro ed esplicito un meccanismo della attuale società iperconnessa che, volente o nolente, ci vede tutti, a turno, vittime e carnefici di una certa forma di voyeurismo digitale sul nostro privato.
Il saggio, molto interessante, è una rapida carrellata sui (pochi) testi americani che si sono recentemente occupati del rapporto tra l'individuo e le problematiche della rete. Il giudizio dell'autore, abbastanza impietoso anche nei confronti di mostri sacri tipo King e Franzen, è che in realtà il grande romanzo americano dell'epoca moderna ancora debba essere scritto.

[Gennaro Duello · Rating 4 out of 5]

Saggio importante che migliora la percezione dello scenario attuale. È uno di quei libri che ti costringe alla riflessione ogni volta che lo chiudi. Consigliato.