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Stai zitta. E altre nove frasi che non vogliamo sentire più

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Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva.

Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perché altrimenti «dovremmo dire anche farmacisto». Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di scopare di più, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta.

Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un’ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice più nessuno.

128 pages, Kindle Edition

First published March 2, 2021

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About the author

Michela Murgia

50 books1,169 followers
Michela Murgia è nata a Cabras nel 1972 ed è stata a lungo animatrice in Azione Cattolica. Ha fatto studi teologici ed è socia onoraria del Coordinamento teologhe italiane. Ha pubblicato nel 2006 Il mondo deve sapere che ha ispirato il film Tutta la vita davanti e nel 2009 il bestseller Accabadora, vincitore del Premio Campiello 2010.

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50 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 951 reviews
Profile Image for Erika sing.
35 reviews10 followers
March 5, 2021
Vorrei commentare questa lettura mettendo da parte la mia grande stima per l’autrice, ma non mi è possibile, la sua voce mi scuote ogni volta e fa luce su dei punti prima oscuri.
E soprattutto la stimo proprio per le questioni che affronta e per come le affronta quindi sarebbe del tutto vano.

Per chi segue Murgia le tematiche trattate non sono nuove, è comunque un testo importante di approfondimento, dietro certe frasi e certi complimenti si nascondono meccanismi di potere, che superficialmente si tendevano ad ignorare, se vogliamo fare dei passetti in avanti bisogna far sentire la nostra voce anche a costo di sembrare polemiche, antipatiche, isteriche, rabbiose.
Non sono una persona rabbiosa, ma ho diritto ad incazzarmi quando mi dicono di stare zitta mentre provo a contraddire un maschio o quando mi fischiano da un auto mentre passeggio per cavoli miei.
A lavoro per paura di sembrare frivola ho preferito trascurare il mio aspetto tante di quelle volte che ora ho dimenticato cosa si prova a stare in sintonia col proprio corpo.
Quando sale la consapevolezza si diventa responsabili, da quel momento in poi se non si agisce e si preferisce rimanere indifferenti si è complici del sistema opprimente.
Profile Image for Come Musica.
2,058 reviews628 followers
April 17, 2021
Trovo che questo libro sia arguto e mi ha fatto sorridere e riflettere e in molti aneddoti raccontati da lei mi sono riconosciuta e ritrovata.

Faccio una brevissima premessa: per dieci anni ho lavorato in un ambiente a prevalenza maschile (le donne costituivano il 10% della popolazione di questo ambiente lavorativo). Durante una riunione, un collega poiché avevo osato zittirlo, iniziò a urlarmi contro “Stai zitta! Tu devi stare zitta! Zitta!”
Ebbi la freddezza di rispondergli “Non vedo perché dovrei. E tu non hai alcuna autorità, da collega alla pari, di ordinarmi di stare zitta. Il “devi” non funziona. Se poi io ho un tono pacato per rivolgermi a te, tu perché urli? Quindi, io non sto zitta.”
Ricordo questo episodio con una punta di soddisfazione: non sono stata zitta.

Michela Murgia riporta un episodio simile. Quando l’uomo si sente minacciato dall’intelligenza di una donna che non sa stare zitta, allora tira fuori il peggio di sé.

Mi hanno sempre dato dell’insubordinata perché non ho taciuto dinanzi a uomini dallo stampo patriarcale. Questo libro è un invito a far valere ì propri diritti, non in quanto donne, ma in quanto essere umani. E perché ciò si realizzi, occorre aver cura del linguaggio.

“Nel momento stesso in cui ho deciso di scrivere questo libro sapevo che ci sarebbe stato qualcuno pronto a dire che non sono queste le battaglie che contano e che, con tutto quello per cui occorre ancora lottare, è quantomeno laterale andare a fare le pulci proprio al linguaggio. La penso esattamente all’opposto. Sottovalutare i nomi delle cose è l’errore peggiore di questo nostro tempo, che vive molte tragedie, ma soprattutto vive quella semantica, che è una tragedia etica. L’etica formalmente è quella branca della filosofia che si occupa del comportamento umano in relazione ai concetti di bene e di male, ma nella nostra quotidianità essere etici significa soprattutto scegliere di trattare le cose nominate cosí come le abbiamo nominate.”

Aver cura delle parole. Perché è attraverso un corretto linguaggio che si raddrizzano i pensieri per poi far sì che anche le azioni siano corrette.

“Sbagliare nome vuol dire sbagliare approccio morale e non capire piú la differenza tra il bene che si vorrebbe e il male che si finisce a fare. Viviamo in un mondo che da secoli con le donne (non solo con loro, ma soprattutto) continua a ripetere questo errore, che ha conseguenze con le quali facciamo i conti tutti i giorni. La violenza fisica, la differenza di salario, l’assenza della medicina di genere, il divario del carico mentale e del lavoro domestico, la discriminazione professionale e mille altri svantaggi sono concretamente misurabili anche quando non sempre misurati. La politica del linguaggio in questo scenario non sembra la cosa piú importante da perseguire, ma è invece quella da cui prendono le mosse tutte le altre, perché il modo in cui nominiamo la realtà è anche quello in cui finiamo per abitarla.”


Noi siamo le parole che usiamo e ci definiamo attraverso di esse.


Tra 3 e 4 stelle.
Profile Image for metempsicoso.
436 reviews486 followers
March 6, 2021
Che ci sia questo volumetto di Murgia nelle librerie mi dà conforto. (3.5 stelle)
Profile Image for ♡ Martina ♡.
295 reviews370 followers
December 7, 2023
Un piccolo libro che affronta un grande problema, penso che si possa riassumere così l'intero libro.

Un grande "ostacolo" per abbattere il patriarcato e il sessismo è rappresentato soprattutto dalla lingua, non solo quella italiana, e dall'uso sbagliato che si fa di essa. In questo libro Michela Murgia propone le espressioni sessiste e maschiliste "più famose" ancora oggi molto diffuse e utilizzate per descrivere o approcciare una donna.
Il suo intento non è quello di risolvere il problema attraverso questo libro, ma di informare e istruire le donne dal riconoscere i falsi complimenti che le vengono rivolti, e gli uomini su cosa non dovrebbero dire.
Profile Image for Djali.
156 reviews181 followers
April 13, 2022
3,5
Un saggio che a primo impatto può risultare semplice e alquanto ovvio, ed è così, ma non per questo ritengo che sia poco valido o che non valga la pena di essere letto.
Profile Image for ☆LaurA☆.
503 reviews148 followers
Read
October 18, 2023
Desicato a te Michela 🖤


STAI ZITTA!
Quante volte ce lo siamo sentite dire?
"Stai zitta che non ne capisci un cazzo."

Che sia di calcio, di macchine o qualsiasi cosa che possa rispecchiare il mondo "maschile".
Partiamo dal presupposto che non sono una femminista, ma perchè sono convinta che non debba esistere nessun tipo di distinzione né per una né per l'altra parte.
A volte anche io mi faccio condizionare dai luoghi comuni come il fatto che a tener pulita la casa sia più brava io, che debba cercare mutande e calze a mio figlio perché in 15 anni non ha ancora capito dove sono (o forse è più comodo trovare tutto pronto), che quando sono al volante e il guidatore davanti lascia a desiderare dico:"probabilmente sarà una donna", si porca vacca, anche io sbaglio!

Ma vi MINCHIArisco una cosa:
Non è facile essere donna in questo mondo e lo è stato ancora meno in quello passato.
Come fai fai sbagli, se ti mostri vuoi solo apparire, se ti nascondi vuoi solo sparire.
Ma porca vacca, posso essere libera di essere quel che sono senza il bisogno del giudizio gratuito di un uomo o di una donna?

Non voglio dare una valutazione a questo libro. Ma andrebbe letto da tutt*
Profile Image for Pavel Nedelcu.
484 reviews117 followers
November 20, 2023
LA DISCRIMINAZIONE SEMANTICA

Sempre chiara e diretta nei suoi saggi, Michela Murgia mette l'accento anche in questo volume sui concetti fondamentali, che decostruisce uno per uno, che stanno alla base della discriminazione "semantica" delle donne.

Ma le parole non sono soltanto parole: hanno un preciso significato. Le scegliamo perché veicolano la nostra concezione sul mondo, "perché il modo in cui nominiamo la realtà è anche quello in cui finiamo per abitarla". Le scegliamo per esplicitare il nostro potere di maschi bianchi etero cisgender, mentre svalutiamo le donne in quanto donne.

Così, forte del suo privilegio maschio, Raffaele Morelli diceva a Michela Murgia durante una trasmissione radiofonica: "Stai zitta e ascolta"! Nello stesso modo, eppur "facendo soltanto un complimento", Bruno Vespa riferendosi a Silvia Avallone nella finale del Premio Campiello: "Prego inquadrare la spettacolare decolletè della signorina".

Il sessismo esiste in tantissime espressioni e concetti verbalizzati che siamo soliti utilizzare senza rifletterci, sia nello spazio pubblico che in quello privato. Invece, Murgia svela il subdolo sessista latente in ogni esternazione di questo tipo, e ci insegna a riconoscere e combattere, anche attraverso la scelta delle parole giuste, le chimere del patriarcato.

"Non esiste niente che le donne non dicano - bisogna solo ascoltarle!"
Profile Image for Ilaria_ws.
973 reviews76 followers
March 13, 2022
“Il silenzio è una virtù, ma solo se sono le donne a praticarlo.”

Il nuovo libro di Michela Murgia mi ha attirato sin dal primo annuncio della pubblicazione. Io seguo Michela Murgia da un po’ di tempo, la seguo principalmente attraverso i social e il suo podcast Morgana, dedicato per l’appunto alle donne. Questo libro prende spunto da un episodio famosissimo di cui sono sicura tutti avrete sentito parlare; Michela Murgia viene zittita in diretta radio da Raffaele Morelli e da qui nasce l’idea del libro. Quali sono i legami tra parole e maschilismo, tra le parole e la discriminazione?
Il collegamento è diretto perché come conclude il libro “il modo in cui nominiamo la realtà è anche quello in cui finiamo per abitarla.”
Prendendo spunto da quell’episodio Michela Murgia analizza alcune delle espressioni e delle frasi più comuni che ci vengono costantemente rivolte. In famiglia, sul posto di lavoro, per strada, durante delle discussioni, in ogni occasione. Le parole sono ancora il mezzo principale attraverso cui passa la discriminazione, dietro le parole si nascondono meccanismi di potere che vanno avanti da secoli, spesso subdoli e quasi invisibili ma che in realtà ancora definiscono il nostro ruolo, il modo in cui veniamo definite, percepite e di conseguenza poi anche il modo in cui vediamo e definiamo noi stesse. Alcuni passaggi sono davvero illuminanti perché parlano di cose che tutte noi, almeno una volta nella vita, ci siamo sentite rivolgere. Qualche esempio?

“Così resterai sola.” “Devi ribattere proprio a tutto?” “Hai ragione, ma sbagli i toni.” “Vuoi sempre avere ragione.” “Non fare la maestrina.” “Fattela una risata.” E classico dei classici “Calmati.”

Bisogna partire dalle parole per fare la differenza, bisogna capire che certe frasi non vanno bene, che a costo di passare per pazze, rabbiose, rompipalle, è necessario iniziare a protestare ogni volta che delle parole ci mettono in imbarazzo, ci fanno sentire sbagliate, ci sminuiscono.
Quello di cui Michela Murgia parla in questo breve libro non è nulla di nuovo, ma ne abbiamo ancora bisogno. La comunicazione resta ancora la prima forma di discriminazione, spesso anche di violenza. Partendo da piccole cose, da cambiamenti che all’apparenza sembrano piccolissimi, alla fine potremo arrivare a cambiare molto di più. Il libro è davvero interessante e offre tanti spunti di riflessione da cui partire. Michela Murgia non ha peli sulla lingua e con uno stile irriverente e ironico ci racconta quelle frasi che non vogliamo più sentire. Leggerlo, oltre a dare diversi spunti per rispondere anche a chi dice che ormai tutto va bene per le donne e che dovremmo smetterla di lamentarci, ci aiuta anche a capire cosa sia la responsabilità sociale e culturale e quanto questa responsabilità appartenga a tutti, non solo a pochi. Assolutamente da leggere. Grazie Murgia.
Profile Image for MonicaVandina.
138 reviews19 followers
April 21, 2021
E’ vero, come ho letto in alcune recensioni, non sono cose nuove quelle che scrive Michela Murgia. Qualunque donna si e’ trovata nella maggior parte di situazioni descritte. Il fatto tragico e’ che ci siamo assuefatti a tal punto che non le ‘riconosciamo’ piu’ e troviamo noioso sentirne parlare ancora nonostante continuino ad esistere! Alla fine la scrittrice dice che ‘sbagliare nome e’ sbagliare approccio morale’ e che ‘ la politica del linguaggio e’ quella da cui prende il via tutto il resto’. Cito anche Balzano che nel suo Le parole sono importanti scrive che la parola e’ pensiero, e il pensiero e’ etica. Apprezzo l’autrice che non si arrende allo stato delle cose.
Profile Image for Virginia.
948 reviews39 followers
April 3, 2021
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva.
Profile Image for Jessica.
307 reviews102 followers
March 7, 2021
"La politica del linguaggio in questo scenario non sembra la cosa più importante da perseguire, ma invece è quella da cui prendono le mosse tutte le altre, perché il modo in cui nominiamo la realtà è anche quello in cui finiamo per abitarla"
Ero partita un po' prevenuta perché non sempre sull'argomento sono d'accordo con Michela Murgia eppure ancora una volta mi ha ricordato perché mi piace seguirla, leggerla, ascoltarla: mi offre sempre occasione per mettermi in discussione o per vedere le cose da punti di vista differenti.
Profile Image for Leggendo cose belle.
327 reviews37 followers
July 28, 2022
“Un gruppo di uomini che parlano è un consesso dialettico, un gruppo di donne un pollaio”

“In ogni ambito ci sono uomini mediocri e uomini eccellenti; solo che quando un uomo sbaglia è colpa sua, mentre quando sbaglia una donna, sono tutte le donne a essere incluse nel suo fallimento.”

“Per poter acquisire il diritto di occupare lo spazio civico, una donna deve avere una competenza eccezionale laddove a un uomo basta essere minimamente capace.”

“Il modo in cui vengono raccontate le molestie nella cronaca giornalistica è intriso della cultura dello stupro, che agisce tutte le volte che le molestie verbali vengono definite «complimenti», le molestie on line «messaggi hot», l’insistenza non gradita «corteggiamento», le molestie fisiche «carezze», le allusioni sessuali «battute» e i video intimi diffusi in rete per vendetta «filmati hard». In questo registro è capitato di veder catalogare uno stupro di gruppo come «notte di sesso sfrenato» e di sentir definire un abusante «innamorato pazzo» o «don giovanni».”

Potrei continuare così all'infinito, riportando qui tutto il libro.
Ma non lo farò, ovviamente, perché questo è un libro che va letto.

Nella sua brevità, riesce, con parole forti e dirette, a riassumere la discriminazione di genere e il maschilismo.

In neanche 130 pagine, questo libro mi ha fatta arrabbiare perché mi ha sbattuto in faccia la vita reale e le discriminazioni che, noi donne, ancora subiamo ogni giorno solo perché donne.

Michela Murgia ha una voce possente, sicura, sa quello che dice e sa perché lo sta dicendo.
E' una figura del panorama del femminismo che vorrei scoprire meglio perché sento che merita un approfondimento.

Mi sento di consigliare questo libro a tutti, compresi a quelli che pensano che la discriminazione di genere non sia più presente e che siamo noi donne ad essere esagerate (in realtà lo consiglio più a loro, ma so che non lo leggerebbero mai)
Profile Image for Silvia  Tomaselli.
1 review
January 20, 2022
Da persona che ha studiato linguistica e che tutt'ora se ne appassiona, le mie opinioni su questo libro sono per forza di cose dettate da un'attenzione linguistica appunto molto marcata.

Si tratta di un libro scritto molto bene, ma in quanto a contenuti c'è più di una cosa che non torna e definirla strampalata è un eufemismo.

Il problema di questo libro è che vuole occuparsi di un'analisi della lingua italiana. Secondo l'autrice la lingua italiana è sessista e sostiene che la lingua in qualche modo determina situazioni di sessismo.

Cito alcune parti che mi hanno suscitato riflessioni.
Ci sono una serie di termini offensivi usati per riferirsi alle donne che parlano. Riporto una parte che fa riferimento a questo:
"Le aree semantiche che definiscono una donna che parla sono quasi sempre denigratorie. Se discorre è chiacchierona, linguacciuta, pettegola. Se ribatte è petulante, stridula, sguaiata, aggressiva."
Sono semplicemente aggettivi che possono essere usati in qualsiasi situazione, e guarda un po', possono essere declinati anche al maschile.

Voglio evitare di pronunciarmi sulla questione del tono di voce talmente è ridicola.

C'è una sezione in cui si parla delle metafore animali usate per definire le donne e si parla di processo di bestializzazione di queste ultime; "gallina", "cornacchia" sarebbero termini sessisti. Invece non lo sono, sono termini offensivi, sì, ma non sessisti in sé. Il punto è che, sono termini che possono essere usati ANCHE in modo sessista.
Da un punto di vista linguistico, il fatto che alcuni termini possano essere usati in senso sessista, non presuppone che la lingua italiana lo sia.

"Non fare la maestrina", "Sbalordisce ogni volta constatare quanto sia potente il trauma del maschio italiano legato alla figura della maestra delle scuole elementari [...]"
Io boh, tralasciando il fatto che avrei voluto delle fonti per comprovare la veridicità di questa analisi psicoanalitica, vorrei solo ricordare che esiste l'equivalente "non fare il professorone".

"Vuoi sempre avere ragione" Qui il sessismo manco con i microscopi dei migliori laboratori di biotecnologia lo vedo.

"Applicare a un cognome di donna l’articolo determinativo significa comportarsi con un nome di persona come ci si comporterebbe con un nome di cosa o con un’entità spersonalizzata, una specie di fenomeno paranormale che fa categoria a sé."
Ma davvero sto leggendo una cosa del genere?

Io lo definirei un compendio di tesi non supportate da alcuna base logica e prive di razionalità.

Leggetelo, ma per rendervi conto che il femminismo non è questo.
Profile Image for erigibbi.
1,128 reviews739 followers
September 23, 2024
Si può sottolineare un libro dall’inizio alla fine?

Aaah, quanto manca Michela Murgia.
Profile Image for C.
68 reviews5 followers
April 12, 2021
Questo è un ottimo regalo per tutte quelle persone che hanno le idee un po' confuse sul femminismo e sulla sua importanza anche oggi, nel 2021. Murgia fa riflessioni estremamente interessanti sia per chi mastica già questi argomenti, sia per chi inizia ad approcciarsi al tema.
Sono eternamente grata a donne come lei, perché mi fanno sentire meno sola.
Profile Image for Rosa Maiuccaro.
126 reviews4 followers
April 7, 2021
Ma a cosa serve esattamente pubblicare un compendio delle proprie stories su Instagram e ripetere concetti già espressi in più occasioni? Se il lettore continua ad essere trattato da coglione in Italia come fa a risollevarsi la nostra realtà editoriale? Soldi buttati.
Profile Image for Fiamma.
42 reviews9 followers
April 17, 2021
“Signora o signorina?”
“Ho passato un quarto della mia vita a studiare, non voglio la corona, ma un ‘dottoressa’ va bene”.

Michela Murgia è sempre una garanzia. 💪🏿
Profile Image for Francesca.
49 reviews3 followers
March 22, 2025
C'è davvero parità di genere?
Un libro che mette in rilievo come i due generi non siano trattati alla stessa maniera.

Ciao Michela, manchi.
Profile Image for Ian D.
611 reviews72 followers
September 16, 2021
"Πάψε! Γιατί η σιωπή είναι αρετή αλλά μόνο όταν είναι οι γυναίκες αυτές που την εξασκούν."

Στο σύντομο αυτό ανάγνωσμα, η δημοσιογράφος και αναλύτρια, ενίοτε και πολιτικός, Michela Murgia παραθέτει μικρές αλλά όχι ακίνδυνες ιστορίες καθημερινού σεξισμού και υποταγής στη σημερινή Ιταλία. Από την απουσία γυναικείας εκπροσώπησης σε debates, πολιτικές αναλύσεις και επιστημονικά θέματα ως την ίδια τη γλώσσα η οποία είναι στην πλειοψηφία της ανδροκεντρική. Να σημειώσουμε εδώ ότι η ιταλική είναι μια γλώσσα που λατρεύει τους τίτλους, κάτι που όπως σημειώνει η συγγραφέας περιορίζεται σχεδόν αποκλειστικά στους κατόχους πέους.

Αν και δεν του λείπουν οι συγγραφικές ατέλειες (μια κάπως απλοϊκά ισωπεδωτική γραφή, απουσία στατιστικής τεκμηρίωσης, ανεκδοτικές εμπειρίες και προσωπικά βιώματα παρουσιάζονται ως δεδομένα, γενναίες δόσης προβολής και υπερβολής - να γεννηθεί κανείς άνδρας είναι σα να γεννιέσαι μέσα σε μια οικογένεια μαφιόζων* - φράση που της χάρισε ένα περιποιημένο ban δύο εβδομάδων απ' το facebook), θίγει θέματα φρέσκα που διεισδύουν κάτω από την επιφάνεια, χωρίς όμως να είναι λιγότερο σημαντικά.

3.5/5

* Να εξηγήσω λίγο την ένστασή μου ως προς το συγκεκριμένο σχόλιο. Χωρίς να διαφωνώ εντελώς, μας λέει πως οι άνδρες θα έπρεπε να αποποιηθούν των προνομίων των οποίων χαίρουν μέσα στη σημερινή κοινωνία λόγω του φύλου τους ή τουλάχιστον να τα αναγνωρίσουν. Αναρρωτιέμαι αν η νέα, λευκή, εμφανίσιμη, αρτιμελής, μορφωμένη, επιτυχημένη, ευκατάστατη, γνωστή και γεμάτη διασυνδέσεις Murgia έχει μπει ποτέ στη διαδικασία να κάνει το ίδιο αλλά από το περιεχόμενο του βιβλίου υποψιάζομαι πως όχι.
Profile Image for Alexiel Dubois.
108 reviews11 followers
August 18, 2023
Un libro davvero doloroso che riporta alla luce tutto quello che di solito viviamo senza accorgercene perché siamo impegnate ovunque di sessismo, poiché è questa la verità.

Ribadisco che chi ha detto che questo libro era pretestuoso o non si accorge di quello che subisce, o lei stessa fa parte del magico mondo del patriarcato oppure è una privilegiata.

Basti pensare al solo fatto del doverci spiegare per forza le cose solo perché femmine, a tutte sarà successo.

È successo anche a me, un uomo più grande di me che si vantava delle sue capacità manageriali cercandomi di far capire dove io sbagliavo o meno, intanto lui ha chiuso e io sono qui che navigo, in questi tempi, con la mia attività.

Ho un solo rimpianto, quello di aver letto questo libro a pochi giorni dalla morte della grandissima Michela Murgia.

Lo consiglio a tutte questo libro e anche a tutti.

Alle ragazze per svegliarsi dal torpore degli insegnamenti di questa società orribile, e ai maschi per far sì che comprendano dove sbagliano quando sbagliano, diventando alleati e non “nemici” delle donne.
Profile Image for Chiara.
25 reviews1 follower
April 17, 2021
Due stelle. Non per il messaggio (quello, ovviamente, da cinque), ma per il contenuto povero e superficiale. Chiunque mastichi le basi del femminismo troverà questo libro scontato. E quelli che ancora non credono nella effettiva esistenza del gender gap, saranno forse poco convinti dalla mancanza di effettivi dati.
Profile Image for Giorgia.
Author 4 books804 followers
July 29, 2021
Perfetto da ascoltare come audiolibro. Murgia riesce con pochissime pagine a mettere a fuoco dei punti fondamentali del discorso femminista, soprattutto in Italia; forse per chi è già dentro l'argomento si tratta di un testo fin troppo basilare (anche se offre ottimi spunti di riflessione), ma sono sicura che per persone che sono meno immerse nella causa si tratta di un bello schiaffo di realtà.
Profile Image for _nuovocapitolo_.
1,105 reviews34 followers
September 4, 2023
Nel libro Stai zitta vengono analizzate le dieci frasi che più frequentemente le donne si sentono rivolgere dagli uomini con l’intento di sminuirle: brava e pure mamma!, le donne sono le peggiori nemiche delle altre donne, sei una donna con le palle, era solo un complimento; solo per citarne alcune.

Il ruolo subalterno delle donne viene imposto anche attraverso un linguaggio che esprime la sovrastruttura patriarcale della società.

A nessun uomo si farebbe mai notare che oltre a essere un professionista competente sia anche un bravo padre. A nessun uomo si direbbe mai “ormai siete dappertutto”. Sfumature linguistiche che servono al genere maschile per difendere la loro posizione di supremazia e continuare a relegare le donne a posizioni marginali. Anche quando si lascia loro credere di essere salite al potere, si tratta di una mistificazione: è un potere subordinato a colui (un uomo) che il potere lo esercita realmente.

Le donne che ragionano con disinvoltura fanno paura e vanno annichilite, chiamandole col nome di battesimo anche in contesti altamente professionali, dove per i colleghi maschi si usano i titoli di laurea e i cognomi.
La scrittura della Murgia è ipnotica: graffiante, pungente, colta. Questa è la sua forza. Sa convincere con l’abilità di una grande oratrice e comunicatrice.

Probabilmente a un certo punto, soprattutto nell’ultima parte di Stai zitta, viene da chiedersi se le stesse cose avrebbero potuto essere espresse con meno aggressività e con meno stereotipi. Perché se è vero che la maggior parte di esse corrisponde al vero, la tematica è troppo importante per essere trattata ricorrendo a esempi che cadono un po’ troppo spesso negli stereotipi, come quello che le bionde siano ritenute intellettualmente meno dotate delle brune o che sentirsi dire “brava” da un uomo metta le donne in una posizione di inferiorità, poiché implica il fatto di subire un giudizio.

A parte queste mie personali perplessità, azzeccatissima l’idea di dover partire dal linguaggio per vincere una battaglia che non può aver partita senza un cambiamento culturale, che deve essere comune, di uomini e donne. Un’ emergenza della collettività.
Suggestive le vignette di Stefania Spanò, in arte Anarkikka, che illustrano la copertina e scandiscono i vari capitoli.
Profile Image for Freca - Narrazioni da Divano.
391 reviews23 followers
December 27, 2021
Nessuna considerazione nuova o costruzione di una filosofia femminista di base con cui analizzare la realtà, ma molto ben esposto, chiaro, diretto, lucido e in grado di toccare i punti salienti con forza, un po' di provocazione: per chi è a digiuno di considerazioni sull'ambiente di discussione che un certo tipo di linguaggio crea più o meno consciamente.
Profile Image for Jaroslav Zanon.
226 reviews182 followers
August 20, 2021
Questo libro di Murgia è un ottimo vademecum sui giusti comportamenti per cercare di essere meno sessist3. Non mi ha raccontato nulla di nuovo, ma lo consiglio come primo approccio alla questioni del mansplaining, dell cat calling e di tutte le molestie che subiscono le donne.
Se avete la possibilità, ascoltatela letto dall’autrice.
Profile Image for Lupurk.
1,103 reviews34 followers
October 26, 2024
Un libro molto veloce, un breve ma accurato excursus di come il sessismo viaggi anche attraverso le parole e i modi di esprimersi. A volte mi rendo conto di essere la prima a veicolare alcuni modi di dire, ma come si dice, la consapevolezza è il primo passo. Molto interessante e ben scritto.
Profile Image for Elisa David.
22 reviews5 followers
August 22, 2021
I maschi, le femmine.

Fa benissimo Michela Murgia (che tra l'altro stimo molto) a raccontare gli stereotipi e a farci un bel riassunto sintetico e argomentato di episodi recenti di sessismo diventati virali sui social. Ma il racconto rimane lì in superficie, imprigionato nella dicotomia maschi-femmine (e tutto ciò che sta nel mezzo?), esasperato da gerarchie di privilegio ed episodi di sessismo verso le donne bionde - e nemmeno un cenno al transfemminismo, al femminismo nero, alle distinzioni di classe e tutte quelle questioni fondamentali e interconnesse che vengono affrontate dai femminismi intersezionali di quarta ondata, gli stessi che valorizzano anche l'importantissimo dibattito sul linguaggio che Murgia ci propone come necessario.

È un pamphlet utile a chi si approccia per la prima volta alle questioni di genere, ma per me non riesce a restituire nemmeno per idea la complessità degli argomenti trattati. E comunque, purtroppo, rimane un libro che non verrà mai avvicinato dalle persone che avrebbero veramente bisogno di leggerlo.
Displaying 1 - 30 of 951 reviews

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