Le cronache dell’acero e del ciliegio formano una tetralogia ambientata nel Giappone del XVII secolo. Seguiamo due eroi, Ichirō, giovane samurai dal favoloso destino, e la misteriosa Hiinahime, una sconosciuta che si nasconde dietro una maschera nō. Nei primi due volumi l’io narrante è Ichirō, negli altri due toccherà all’eroina Hiinahime raccontare la vicenda. Il primo tomo, intitolato La maschera nō, ripercorre la vita di Ichirō dall’infanzia all’adolescenza. Abbandonato, Ichirō viene cresciuto come un figlio da un ignoto samurai che gli insegna la via della spada. Il ragazzo vivrà un’esistenza solitaria tra le montagne, nel cuore di una natura selvaggia e al ritmo delle stagioni, tra momenti di beatitudine e spensieratezza e un apprendistato che richiede costanza e coraggio. Ma in una tragica notte, la vita di Ichirō viene sconvolta dall’attacco di loschi samurai. Il destino lo porterà allora a Edo (l’antica Tokyo), dove inizierà a esibirsi nei teatri kabuki; lì stringerà le prime amicizie e incontrerà Hiinahime, la sconosciuta con la maschera Nō. Il secondo tomo della tetralogia, La spada dei Sanada, sarà pubblicato ad ottobre.
«I-chan, tu sai che la vecchia Oba ti ama più di ogni cosa, non è vero?» P. 48
Un libro a cui non avrei dato un'occasione se non fossi stata spinta da una persona di cui mi fido. No fantasy e no romance? Next. Eppure eccomi qui, dopo quasi due mesi a tenermi ancora stretta il cuore. Non riesco a spiegarvi l'affetto che sento nei confronti di Ichirō, di quanto abbia desiderato abbracciarlo forte e dirgli che tutto sarebbe andato bene. Un libro che fa riflettere. Ambientato nel Giappone del 1600, tratta tematiche che possono essere ancora oggi incredibilmente attuali. Non è vero che in questo libro non c'è amore. C'è verso chi ti cresce, chi ti protegge, chi è disposto a saltare su per i tetti per te, per gli amici più impensabili e per le chiacchierate al chiaro di luna senza mai vedersi in viso. E c'è amore per la scrittura, perché solo una passione del genere arriva a farti scrivere un libro come questo.
«Nel giardino innevato, bianco e nero si confondono, vengo a raggiungerti.»
ps: un libro che consiglio sopra i 15 anni, anzichè gli 11 a cui sembra essere rivolto.
La maschera del Nō, primo libro de Le cronache dell'acero e del ciliegio, ci trasporta nel Giappone del XVII secolo. Il protagonista è Ichiro, orfano allevato isolato sulle montagne da un maestro e una donna anziana. Questa è la storia della sua vita, o meglio, della sua infanzia e adolescenza. Dall'altra parte c'è Hiinahime; anche lei vive isolata da tutto e indossa sempre una maschera teatrale...
Il libro mi è piaciuto molto e, per il tipo di stile e di trama, mi ha ricordato Il nome del vento. È una storia che si prende il suo tempo, è molto misurata. Lo stile narrativo è lento ma nonostante questo non l'ho trovato pesante. Il problema è che mentre all'inizio si è spinti dalla curiosità e sul finale succede di tutto quindi l'attenzione rimane alta, la parte centrale risente un po' troppo della lentezza ed è dunque la parte più difficile da leggere. Inoltre ci sono delle piccole inesattezze, come ad esempio il chiamare i ninja, appunto "ninja" e non con il nome usato in realtà dai giapponesi.
Per il resto è un ottimo esordio di un'autrice giovane che, a mio parere, farà tanta strada! La storia è avvincente, sono molto incuriosita di vedere dove andrà a parare e il mistero che aleggia intorno ai due protagonisti è interessante. Ottime le caratterizzazioni dei personaggi, sia principali che secondari. Nonostante i dialoghi non siano tantissimi dalle descrizioni e atmosfere si riesce a immaginare la scena e coloro i quali vi si muovono all'interno.
In definitiva ve lo consiglio e spero di poter leggere presto il secondo!
In una tiepida serata estiva il Maestro sente, fuori da casa sua, il vagito di un bambino. È Ichirō, un neonato abbandonato in un guscio di biwa con al collo un prezioso pendente a forma di foglia d'acero. Il maestro lo cresce sul versante isolato di una montagna, educandolo nella via della spada samurai. La vita scorre sempre uguale sulla montagna, mutata solo dall'alternarsi delle stagioni. Sarà l'arrivo di uno sconosciuto con un prezioso fagotto a cambiare per sempre l'esistenza di Ichirō.
Le cronache dell'acero e del ciliegio è un romanzo che si prende il suo tempo in tutto: dallo sviluppo dei personaggi, alla descrizione dei paesaggi, fino alla crescita del protagonista. Ichirō dopo l'infanzia sulla montagna è una pagina bianca, non conosce la cattiveria, le logiche spietate del commercio -anche umano- in una società poverissima, la spietatezza di uomini che farebbero qualsiasi cosa per eliminare i loro avversari. Non gli resta che imparare, a sopravvivere prima e a vivere dopo. Personalmente ho trovato alcuni passaggi leggermente lenti, ma assolutamente necessari non solo per narrare l'"apprendimento" di Ichiro ma anche per "educare" un lettore occidentale digiuno di cultura giapponese (come me, ad esempio) a una retrospettiva storica completamente diversa dalla propria. Da appassionata di storia teatrale ho apprezzato moltissimo la lunga sezione narrativa sul passaggio dal teatro Nō al Kabuki, generi a me completamente estranei. Leggerò con piacere il secondo volume della tetralogia.
Son 3 stelle stiracchiate che gli concedo perché mi ha intrattenuta, ma siamo più sul 2.75 per essere onesti. In questo romanzo si vede che c'è dietro la mano di un'esordiente, perché ci sono dei problemi ENORMI nel ritmo della narrazioni, il che è reso piuttosto evidente da quanto sono sbilanciati gli atti del romanzo: la parte iniziale è lenta (e inutile) all'inverosimile, in quella centrale non si capisce dove si vuole andare a parare per partire con la trama, mentre nelle ultime 100 pagine accade il finimondo e anche in maniera fin troppo rocambolesca, lasciando molti interrogativi. Troppe idee e un po' confuse nello sviluppo della storia. L'atmosfera secondo me è il punto di forza, le parti relative al teatro giapponese e ai samurai mi hanno affascinata, così come tutti gli elementi relativi all'epoca Edo, la cui accuratezza storica non posso giudicare visto che non sono esperta del periodo (se non che ehi, i ninja si chiamavano shinobi magari, e in quell'epoca non ce n'erano quasi più. È bastato guardare su Wikipedia)
Une magnifique surprise ! Un petit air de Kvothe (Le Nom du Vent) au Japon, des amitiés puissantes, des malheurs à surmonter, une culture rafraîchissante et le tout conté par une plume qui prend le temps de nous décrire les saveurs des plats et le fil des saisons. Je recommande !
Je ne lis pas beaucoup de roman jeunesse d'habitude, mais celui-ci mérite tout autant sa place sur les étagères adultes par la maturité du récit et de ses personnages.
BELLO non vi so assolutamente spiegare la trama, ma ve lo giuro VA TROPPO LETTO! Mi è piaciuto troppo lo stile di scrittura La storia crea dipendenza Ne vuoi sapere sempre di più!
Non il libro che mi aspettavo, ma quello di cui avevo bisogno. 🍂 come sono poetica e misteriosa 🍂
La Maschera del Nō è il primo libro di quella che, se ho capito bene, sarà una tetralogia. Ambientato nel Giappone del XVII secolo, racconta della vita di Ichirō, che viene trovato piccolissimo da un maestro della via della spada diventato eremita, che lo alleverà e lo addestrerà. Poi, però, la vita di Ichirō penderà una svolta inaspettata e lui si ritroverà a tentare di sopravvivere per le strade di Edo, e nel mondo del teatro Kabuki.
Non sapevo tantissimo della trama prima di iniziare questo libro, conoscevo solo l’ambientazione e sapevo che avrebbe seguito la vita di questo ragazzino. Foooorse mi aspettavo un po’ più di azione. Quindi ve lo dico: se volete continui combattimenti tra ninja, samurai e chi volete voi, guardate da un’altra parte. Magari poi più avanti questa serie diventerà più avventurosa e sanguinolenta, ma per ora è una storia che si prende il suo tempo, delicata e fiabesca.
Le mie parti preferite sono state sicuramente l’inizio e la fine, dove abbiamo più intrighi, colpi di scena e azione, ma anche la parte in mezzo, seppur molto lenta e tranquilla, fa il suo sporco lavoro. Ci fa immergere nell’atmosfera, ci fa conoscere meglio Ichirō (dolcissimo, gli vorrei dare una coperta e dei biscotti; personaggio emblema del detto “non c’è fine al peggio”), e anche tutti i personaggi che incontrerà nel suo cammino.
Arrivati alla fine ci sono ancora molte questioni irrisolte, misteri del passato di Ichirō ancora da scoprire, e soprattutto…Hiinahime, nonostante arrivi nella seconda metà della storia, è un personaggio interessantissimo che non vedo l’ora venga esplorato di più nel corso della serie 👀
Ve lo consiglio tanto se siete affascinati dalla cultura giapponese o se siete degli ignoranti come me e volete saperne di più, se volete una storia che si prende il suo tempo, molto atmosferica e dolce (…il più delle volte. Rischiavo di piangere a pagina 50. Attenti.)
Una lettura che si prende il suo tempo per ingranare. L'inizio è lento e ci permette di inquadrare Ichiro nella sua complessità, aiutandoci a notare il suo lento ma inesorabile sviluppo, partendo da quando era un bambino per raggiungere, infine, i quindici anni. Mi è piaciuto molto come protagonista e ho amato il suo percorso di crescita. La parte centrale è molto lenta e a tratti noiosa, con alcune scene che si ripetono e numerosi personaggi che vengono introdotti e si alternano nelle apparizioni, avendo poche pagine alla volta a propria disposizione. Solo verso la fine il ritmo si riprende, diventando decisamente più veloce anche a causa di tutti gli avvenimenti che si susseguono e le scoperte che si fanno (queste, soprattutto alla fine).
Tutto sommato, nonostante queste parti noiose presenti nella parte centrale, questo libro scorre molto bene, e ciò è dovuto anche allo stile di scrittura, che io ho apprezzato molto. Abbastanza semplice e diretto, è esattamente ciò che serviva per narrare questa storia. Ciò non significa che cada nel banale; al contrario, ci sono molte parti interessante e incredibilmente ben scritte. Un altro punto a favore, sicuramente.
Dopo quel finale, necessito il seguito. E' stato impossibile da prevedere e mi ha completamente presa alla sprovvista.
Si je notais en fonction de mon plaisir de lecture, j'aurais mis 2 mais je ne peux pas car je reconnais qu'il y a d'énormes qualités dans ce roman. En conséquence je coupe la poire en 2 en mettant 3 tout en sachant que chez un autre lecteur ce sera un 4 ou 5 assuré.
La plume est magnifique et on est véritablement dans un roman historique d'ambiance dont le sujet est maîtrisé avec virtuose. Il n'y a pas de questions à se poser, l'autrice connaît bien le sujet du Japon à cette époque et le style est très immersif, on s'y croirait.
Malheureusement, et c'est extrêment personnel, ceci n'est pas mon genre de roman. Le rythme est très très trèèès lent et il ne se passe honnêtement pas grand chose dans le roman mis à part dans les 100 dernières pages et encore. Je m'attendais à une histoire de samouraï et j'ai eu une historie de théâtre sans grands rebondissements. Le manque d'action et de péripéties ne m'auraient pas tant dérangé si les personnages avaient été un peu plus fouillés. Je ne suis pas amatrice de romans d'ambiance, je préfère les romans où la part belle est faite aux personnages et à leur évolution. Or, ici, on reste quand même beaucoup en surface pour un personnage qu'on voit évoluer sur plusieurs années et à la 1ère personne.
On retrouve quelques clins d'oeil qui font plaisir, également. Le masque de fer, le bossu... Toute la première partie, l'enfance, me donnait des impressions de Pagnol Japonais... La lecture était agréable à défaut d'être passionnante.
Je ne pense honnêtement pas acheter la suite même si la fin (et j'entend par là les dernières 50 pages) m'a un peu plus intriguée. Peut-être si je tombe dessus à la bibliothèque...
Avevo visto questo libro sul booktok e, poiché mi aveva incuriosita molto, avevo inserito il libro in TBR pensando lo avrei letto l'anno prossimo. Quando poi è stata annunciata la presenza dell'autrice al Bookcity non ho più potuto aspettare e ho iniziato a leggerlo subito. Non sono riuscita a finirlo entro in giorno dell'incontro, però mi aveva affascinata moltissimo già allora, ora che l'ho concluso posso dire che questo fascino non è venuto meno. Lo stile è molto descrittivo con pochi dialoghi e la narrazione è lenta, soprattutto all'inizio mentre l'ultimo terzo del libro è da batticuore. In generale mi ricorda i libri di Robin Hobb e Camille Monceaux stessa ha ammesso che Robin Hobb è una delle sue autrici preferite e fonte di ispirazione. Penso che questo libro possa piacere a chi apprezza quello stile pacato, lento, che si prende il suo tempo di descrivere sia i paesaggi che l'interiorità dei personaggi e a chi piacciono i protagonisti tormentati.
Edit si giugno 2025: questo libro è bello come la prima volta che l'ho letto 😍
Un excellent roman pour ado, dans la lignée du Clan des Otori ! L'originalité vient par les thèmes abordés : l'auteure passe une très très grande partie du roman à nous plonger dans le milieu du théâtre et de la poésie. Top !
Questo è un libro che non avevo intenzione di prendere: la copertina è molto bella, la trama mi attirava ma non così tanto da farmi passare sopra il fatto che - in un periodo in cui cerco di risparmiare soldi, spazio e carta - ci fosse solo in versione digitale. Cosa è successo per farmi abbandonare tutti i miei buoni propositi? Mi è successo che ne ha parlato Valeria di Read Vlog Repeat, e anche se il suo parere non è stato esattamente positivo, ha detto una cosa che mi ha spinto a recuperare questo primo volume dell'ennesima serie, ossia che si parla molto - nei libri - di femminilità forte ma quasi mai di mascolinità fragile... e come potevo non volergli dare almeno una possibilità, dopo un commento del genere?
Ho fatto bene, perché il primo volume de Le Cronache dell'Acero e del Ciliegio mi è piaciuto moltissimo, e di base per i motivi per cui a molti non ha fatto impazzire. Ci troviamo di fronte ad un libro con un ritmo estremamente lento, cosa che - pur non avendomi dato fastidio - mi ha leggermente spiazzato perché questo è un libro per ragazzi ma per buona parte non succede assolutamente niente. Tutta la prima parte, con l'infanzia di Ichiro, la sua vita bucolica nella montagna assieme al suo Maestro e alla vecchia Oda, a me è piaciuta molto, fosse solo per la meticolosa ricostruzione della vita nell'antico Giappone, ma mi rendo anche conto che si tratta di pagine (molte pagine), in cui il massimo che succede è un bambino a cui vengono raccontate storie, che si addestra con la spada, che coltiva l'orto. Però ho trovato quelle pagine rilassanti, scritte in modo tale da farmi sentire come se fossi anche io all'interno di quel mondo, tornata all'infanzia, quando la massima preoccupazione della mia vita era legata a doppio filo a chi si prendeva cura di me. Mi è anche piaciuta la coerenza nella caratterizzazione di Ichiro: cresciuto isolato da tutto e tutti, il protagonista la prima volta che si trova di fronte ad altre persone va nel panico totale e non è in grado di rispondere alle domane più semplici... così come, una volta messasi in moto la trama, l'educazione di Ichiro risulta più che incompleta: ingenuo e diffidente allo stesso tempo, addestrato come samurai e come contadino, completamente incapace di vivere all'interno di una città vera e propria. Ma comunque non siamo di fronte ad un libro che parte lento e poi prende velocità, come la mia pandina a GPL che accelero oggi e prendo velocità dopodomani: siamo di fronte al racconto di una vita, quindi dopo che Ichiro si trova costretto ad abbandonare la montagna non siamo improvvisamente in un libro adrenalinico. Scopriamo con Ichiro la vecchia Edo, la vita dei bambini di strada. E poi il teatro kabuki, la riscoperta della via della spada, l'amicizia con Hinahime - una misteriosa ragazza costretta ad indossare una maschera del teatro No. Ho trovato questo volume affascinante, nel modo in cui l'autrice ha creato l'ambientazione in modo incredibilmente reale, al punto che sono rimasta stupita nel realizzare che non è giapponese. E quando poi la trama arriva... arriva. E improvvisamente ci ricordiamo che quella del Giappone è anche una storia di guerra.
Ma la mascolinità debole? Ecco, Ichiro è indubbiamente un personaggio maschile che non si trova spesso, soprattutto nel ruolo di protagonista. Ichiro impara a combattere, ma non ha il coraggio di uccidere nemmeno gli animali. È vegetariano, conosce la poesia, impara ad amare il teatro, viene spesso detto che potrebbe passare per una ragazza, con i giusti accorgimenti. Commette errori, quasi si ammazza svariate volte perché non sa come uscire da situazioni in cui si è cacciato da solo. È un personaggio forte, ma è anche un personaggio con una delicatezza di fondo che non viene spesso utilizzata per i personaggi maschili, e per questo ho finito per affezionarmi molto, a questo peculiare ragazzino. Però devo dire che tutti i personaggi sono intriganti e ben delineati, anche quando secondari.
Insomma, si tratta di un libro con uno stile che ho apprezzato moltissimo, con dei personaggi a cui non sono riuscita a non affezionarmi, e con un'ambientazione costruita in modo così vivo da non farmi pesare la lentezza. Io ve lo consiglio.
Per fortuna che è un libro della biblioteca comunale e io non ho dovuto pagare nulla per auto somministrarmi questa tortura.
Libro indeciso e inconcludente fino all'ultimo, tradotto con pari malagrazia, è veramente un pugno nell'occhio. Penso che sia uno degli esempi più lampanti della prova che gli editor si sono estinti e che ora le case editrici investano denaro solo nel creare copertine molto belle e accattivanti.
La trama è una via di mezzo tra il romanzo storico e il romanzo di formazione, dove ogni tanto per rendere onore all'ambientazione, assolutamente insipida e fuori fuoco, abbiamo termini giapponesi buttati a caso nel testo per rinfrescarci la memoria sul fatto che questa vicenda sia ambientata in Giappone, solo che in alcuni capitoli per ogni termine giapponese si riempie il piè di pagina di precisazioni, di cosa siano i geta, l'ora della scimmia, la soba, mentre in altri capitoli l'autrice scrive la trascrizione virgolettata di seguito, come se il narratore sapesse di dover tradurre i termini per un lettore occidentale, un cortocircuito logico che forse è l'unico vero mistero che mi ha appassionata durante la lettura.
Non ho capito proprio la scelta dell'editore italiano di impaginare i dialoghi riducendo al minimo la punteggiatura, creando inconsapevolmente effetti modernisti da discorso indiretto libero, che proprio privano di immediatezza la maggior parte dei dialoghi. Non che le interazioni tra i personaggi siano così complesse o ricche di significati da elaborare, ma esteticamente ci voleva solo un trattino per guidare il lettore (aggiungerei: un lettore GIOVANE considerando il target a cui è rivolto questo romanzo) nello svolgimento dei botta e risposta. Un esempio:
- Allarga un po' le braccia, così vediamo, mi ingiunse Fuyu stendendo l'indumento per prendere le misure. Ti dovrebbe andare.
Trattini e accapo sono riportati fedelmente, e l'effetto Virginia Woolf non era sicuramente parte della strategia narrativa dell'autrice di ricreare l'atmosfera del Giappone del sedicesimo secolo.
La prima volta che ho visto “LA MASCHERA DEL NŌ” è stato da Tenoha, a Milano, luogo in cui mia figlia, appassionata di cultura giapponese, ha insistito per andare. Devo ammettere che mi ha subito incuriosito sia per la copertina che per il taglio colorato poi, scorgendone la breve sinossi sulla quarta, ho deciso che dovevo assolutamente leggerlo. Questo libro è il primo volume di una tetralogia nota come “Le cronache dell’acero e del ciliegio”, ideata da Camille Monceaux per narrare la storia di Ichirō, un bambino che, in un Giappone agli albori del XVII secolo, all’età di circa due anni, fu abbandonato alle porte di un vecchio santuario, con una culla ricavata dal guscio di una biwa ed un misterioso ciondolo d’oro a forma di foglia d’acero come uniche eredità. Venne accolto ed allevato come un figlio da un maestro di spada, che si era ritirato a vivere da eremita proprio nei paraggi del santuario, assieme ad una servitrice. Con il trascorrere degli anni, ad Ichirō viene impartita un’educazione poliedrica e completa: impara a scrivere, a leggere, apprende le nozioni relative alla cultura ed agli avvenimenti storici e politici del suo Paese, aiuta in cucina, nelle pulizie e, soprattutto, a partire dai sette anni, intraprende la via della spada. Questa sua vita serena e felice tra le montagne, però, terminerà in modo tanto inaspettato quanto doloroso e il ragazzo, ormai dodicenne, sarà costretto ad avventurarsi nella civiltà di una grande città come Edo (l’antica Tokyo). L’ho trovata una lettura tranquilla, interessante e misteriosa, che mi ha catapultato in un mondo con il quale non ho confidenza o dimestichezza (e, pertanto, mi è parsa ancora più avvincente). Va letto con calma, per non tralasciare particolari che, se in apparenza possono sembrare superflui, nel corso delle pagine si rivelano invece importanti. Questo volume si conclude con un finale aperto ed enigmatico, che fa venire voglia di iniziare subito il suo seguito, “La spada dei Sanada”.
Le cronache dell’acero e del ciliegio è una nuova saga portata in Italia dall’editore Ippocampo. E’ una tetralogia e il primo volume di Le cronache dell’acero e del ciliegio si intitola La maschera del Nō, l’autrice si chiama Camille Monceaux ed è stato tradotto in italiano da Fabrizio Ascari. Dico crossover perché ritengo sia un po’ come la saga de L’Attraversaspecchi: piace agli adulti ma, come tutti i migliori libri, la destinazione di età è estremamente liquida.
Per ragazzi consiglio Le cronache dell’acero e del ciliegio a partire dai 12 anni, lettori forti. Non bisogna però lasciarsi scoraggiare dalle prime 20 pagine, che ammetto di aver trovato esageratamente descrittive. Dura poco, poi si divora letteralmente.
Ecco quattro punti da tenere a mente per convincersi a leggere Le cronache dell’acero e del ciliegio: E’ una tetralogia i cui volumi non sono assolutamente autoconclusivi. Li finisci e hai già fame di divorare il successivo. L’autrice è francese e ha realizzato una storia dall’immaginario riccamente accurato grazie agli anni di studio dedicati al Giappone. E’ crossover per età.
Protagonisti della saga di Camille Monceaux sono Ichiro e Hiinahime. Il primo volume, La maschera del Nō segue la storia dal punto di vista di Ichiro.
Ichiro viene ritrovato da un Maestro Samurai deciso a vivere da eremita. Il bambino, appena duenne, è stato abbandonato in una foresta, l’unico lascito da parte dei genitori è un ciondolo d’oro a forma di foglia di acero. Il bambino cresce con il Maestro e Oba, l’anziana inserviente che per Ichiro è a metà tra una mamma e una nonna, piena di dolcezza e affetto per lui. A sette anni Ichiro viene avviato alla Via della Spada dal Maestro che gli insegna non solo tecnica e disciplina, ma anche tutta quella filosofia che rende un guerriero un vero Samurai.
Preziose sono le lezioni del MaIl mondo sereno di Ichiro un giorno svanisce quando un ninja e due samurai a servizio della dinastia Tokugawa fanno irruzione nell’umile casa alla ricerca di una rinomata spada. Il Maestro aveva raccontato pochissimo del suo passato, ma non aveva potuto nascondere di aver combattuto una battaglia che vedeva contrapporsi ai difensori dei Tokugawa i suoi detrattori. Egli difende il segreto della spada misteriosa a costo della vita, e la casa viene data alle fiamme.estro, che ricalca nell’immaginario il vero Maestro di Spada che tutti vorrebbero incontrare.
Passano gli anni, Ichiro vive per strada, nel cuore la volontà di trovare il ninja che ha ucciso il suo maestro ma la vita è dura per un piccolo vagabondo. Nonostante questo, tra tante e dolorose difficoltà e grazie all’aiuto di qualche gesto umano, lentamente Ichiro si ritaglia uno spazio nella società do Edo. Cambia identità e si fa chiamare Tomo. Conosce il poeta bohemien Denchai e il giovane Shin, venditore ambulante appassionato di teatro. Trova alloggio presso la famiglia di Shin e lavoro alla Casa del Sakè.
Ed è qui che nella sua vita incrocia la strada del Teatro Kabuki, i cui spettacoli si tengono nella Casa del Sakè in maniera clandestina. Abbandonata per anni la Via della Spada, Ichiro si ritrova a recitare come attore di Kabuki impersonando proprio un guerriero, ritrovando nella spada il senso perduto di sé stesso.
Una notte Ichiro vede una ragazza che indossa una maschera del Teatro Nō declamare dei versi in un giardino. Lei è Hiinahime e in questo primo volume di Le cronache dell’acero e del ciliegio di lei sappiamo solo che è imparentata con lo Shogun, che è cresciuta sola e indossa una maschera perché orribilmente sfigurata.
Ichiro e Hiinahime si frequentano sera dopo sera mentre il ragazzo sta diventando sempre più famoso come attore (con un altra identità ancora). Anche Hiinahime sogna di recitare su un palco e una sera chiede al ragazzo, con l’aiuto di Shin e Denchai, per poter recitare almeno una volta, per provare cosa significa essere libera. Però le cose non vanno come previsto e la Maschera di Nō di Hiinahime nasconde un segreto enorme che cambierà tutto.
Le Cronache dell'acero e del ciliegio - La Maschera di nō è il nuovo libro di Camille Monceaux. Si tratta del primo volume di una tetralogia ambientata nel Giappone del XVII secolo. Nel libro seguiamo le vicende del giovane Ichirō dall'infanzia fin alla sua adolescenza. Abbandonato da piccolo, Ichirō viene allevato da un misterioso samurai che gli insegna la via della spada. Cresce isolato tra le montagne, senza sapere nulla del mondo e una terribile notte Ichirō vede la popria vita cambiare completamente. Sarà costretto a lasciarsi tutto alle spalle e ad intraprendere un viaggio davvero difficile per affrontare il mondo ed il proprio destino. La maschera di nō è un libro che a tratti può sembrare poco dinamico, ma davvero onirico e ben scritto. Il punto forte di questo primo volume sono sicuramente le ambientazioni, è impossibile non immagginarsi tra le strade di Edo insieme ad Ichirō, sentirne i suoni e gli odori. Nessuno dei personaggi e granché caratterizzato a parte Ichirō, ma è proprio tramite i suoi occhi che li conosciamo e che inevitabilmente ci affezioniamo a loro. Si tratta di una lettura davvero veloce, rilassante, quasi fiabesca, che consiglio soprattutto agli amanti del mondo orientale, o a chi vuole semplicemente avvicinarsene.
Se c’è una cosa che amo, sono i libri scritti in prima persona, con la storia raccontata a posteriori, quasi sotto forma di memorie. Non so perché, ma mi sento più vicina al personaggio principale, Ichiro. Mi affeziono alla storia, alle vicende e non riesco ad essere oggettiva durante la recensione. Ichiro diventa quasi un amico, e posso quindi dare un parere reale sul libro? Le Cronache dell’Acero e de Ciliegio sono ambientate nel Giappone del 1600, a Edo e raccontano della vita di Ichiro, ragazzo orfano cresciuto tra le montagne da un samurai, costretto a trasferirsi ad Edo e provare a sopravvivere lì. Oltre ad essere finemente curato nell’edizione, il libro presenta una caratterizzazione perfetta del mondo e del personaggio principale: sembra quasi di camminare con Ichiro per le strade di Edo, di prendere parte al teatro Kabuki e a quello No, di imparare l’arte della spada. È sorprendente, ma le Cronache traspirano dell’impegno dell’autrice nel voler ricreare quell’epoca ormai passata. Per tutto questo, mi sono innamorata della storia, nonostante alcune volte il romanzo perda d’intensità e spesso, la storia somiglia troppo al Nome del Vento. Da leggere, sicuramente.
A differenza della maggior parte delle recensioni che ho letto, questo libro non mi è piaciuto. La prima parte è stata forse quella più interessante e ben strutturata (sempre bastian contrario, tutte le altre recensioni la vedono come la più noiosa), la lunghissima parte centrale noiosa e inconcludente, la parte finale (meno di 100 pagine) piena di avvenimenti è molto confusionaria. Sono rimasta veramente delusa, perché l’ambientazione storica nel Giappone del XVII secolo (e l’edizione stupenda) mi avevano attirata. Non da ultimo, nell’edizione italiana sono presenti veramente troppi refusi, troppi ed inaccettabili in un libro che costa quasi 16€!
Una piccola perla, sorprendente. Dalle atmosfere magicamente giapponesi, alla narrazione in prima persona che risulta particolarmente adatta, fino allo spessore e alla profondità dei personaggi, e del protagonista, Ichiro, ogni cosa si incastra alla perfezione in un romanzo che scorre lieto o impetuoso come le correnti di un fiume. Attraverso le strade di una Edo viva, sullo sfondo delle stagioni che passano una dopo l'altra, si dipana una storia delicata, commovente, forte, in grado di rapire e trascinare nel cuore del Giappone Feudale, lungo la Via della Spada.
Ci troviamo nel Giappone del XVII secolo e seguiamo le vicende di Ichirō, un orfano cresciuto in totale isolamento sulle montagne da un anziano maestro di spada e dalla sua governante. La sua vita cambierà radicalmente, quando un uomo si presenterà alla loro casa, recando un dono inatteso. Un romanzo chiaramente scritto per un target più giovane, ma che noi adulti trentenni non disdegniamo. Con la sua scrittura scorrevole e le descrizioni evocative, riesce a catapultarci direttamente ai piedi del monte Fuji o tra le strade dell’antica Edo. Pochi dialoghi e tante descrizioni, sono le caratteristiche principali di questo romanzo, che si prende il suo tempo e ci conduce piano piano verso un finale apertissimo (ovviamente, è già stato annunciato che sarà una tetralogia). Bellissima e curatissima l’edizione di Ippocampo, che ha lasciato campo libero all’autrice, Camille Monceaux, per la scelta dei disegni e delle grafiche. Un bel passatempo che ha saputo trasportami dall’altra parte del mondo 🌸
Questo libro per me è stato un 5 stelle mancato. E' ambientato nel giappone del 1600 e narra la storia di Ichiro un bambino orfano allevato da un super esperto samurai che lo addestra giorno e notte alla via della spada. Tutta la parte iniziale è stupenda, il rapporto tra lui e il samurai ma soprattutto con la vecchia domestica OBA che lo protegge e lo ama come fosse suo figlio. Peccato che poi succedono degli eventi abbastanza sfortunati (per usare un eufemismo) e la storia prende una piega che proprio non mi è piaciuta. Tutta la parte centrale fino a poco prima del finale mi ha annoiato un sacco, la storia si è discostata dal filone principale, nonostante fosse chiaro che il percorso di Ichiro rappresenta una crescita personale necessaria, l'ho trovata però poco attraente e noiosa. Ho dato 3 stelle e mezzo perchè comunque l'ambientazione è stupenda, la scrittura è perfetta e darei un premio alla scrittrice (che non è giapponese) anche solo per la ricerca e lo studio che ha fatto per arrivare ad ambientare una storia nel giappone antico...e poi le note a pie di pagina sono una chicca! Leggerò il seguito, la spada dei sanada, che sono sicuro mi piacerà più del primo perchè da come finisce questo libro intuisco che nel secondo la parte noiosa del teatro non sarà presente e si andrà avanti con la storia "vera"
Même si j'ai bien aimé les personnages (avec peut-être une petite préférence pour Oba et Shin), aucun réel coup de cœur. J'ai trouvé qu'ils restaient des personnages assez classiques. En terme d'intrigue et de rythme de récit, j'ai vraiment eu du mal à adhérer. Il ne se passe pas grand chose pendant une grande partie du livre et d'un coup, tout s'accélère. Les événements s'enchainent pendant le dernier quart du livre et cela, un peu trop vite à mon goût. Certaines petites choses m'ont faite tiquer, voire m'ont agacée. Je pense notamment à un très court passage qui concerne une relation lesbienne et le seul sentiment que ça m'a laissé, c'est "ok, t'as coché la case représentation LGBT, cool." La fin m'a laissée complètement indifférente, ça révèle bien mon investissement dans le livre ^^"
Tout ça est très négatif et c'est sûrement dû au fait que je suis pas dans un mood très généreux et que j'avais peut-être trop d'attentes par rapport à ce livre. Je reconnais que ça se lit vite et que le style de l'autrice est très agréable. J'ai particulièrement aimé la première partie et ses descriptions de la nature. De plus, cela reste un premier tome, ce qui peut en partie expliquer la mise en place lente de l'intrigue. L'autrice a voulu poser son décor et ses personnages, je peux le concevoir.
J'ai globalement bien aimé ma lecture mais j'en attendais beaucoup plus. Et je suis vraiment pas sûre de continuer la série :/